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“Il periodo del silenzio” di Francesca Manfredi (La nave di Teseo) – recensione
“Il periodo del silenzio” di Francesca Manfredi (La nave di Teseo)
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Racchiudere in un’immagine “Il periodo del silenzio”, il romanzo di Francesca Manfredi? Un Benjamin Button della parola. Cristina Martino, la protagonista ventottenne archeologa precaria, va all’indietro come il personaggio di F. S. Fitzgerald e di David Fincher, rientra nel limbo uterino tra esistenza e non esistenza, laddove la posizione fetale diventa l’ultimo stadio di una vita incapace di disegnare linee che non siano circolari. Certo, Benjamin è affetto da una malattia ed è il tempo a scegliere per lui: lo fa giovane di mente e vecchio di corpo, sfidando amori e affetti a rincorrerlo. Cristina Martino, invece, decide di lanciare lei la sfida al tempo, a questo tempo babelico. La sfida è il silenzio. Il pegno è la solitudine. La resa è la lallazione. Dalla non parola alla non parola: così il tempo di Cristina, vittima e carnefice, gira su se stesso. L’invenzione narrativa di Francesca Manfredi se non è originale (sul silenzio c’è una tradizione artistica e letteraria sterminata), è indubbiamente affascinante. Insinua il desiderio di alzare la mano e dire “assente” in una dimensione in cui privato e pubblico sono l’uno il predicato dell’altro. Infosfera, secondo la geniale definizione del filosofo Luciano Floridi, è questo circolo in cui dire è esistere, chiacchierare è riflettere, informare è depistare. (Leggi tutto… clicca qui)
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PREMIO STREGA 2024: gli 82 libri presentati
Sono 82 i candidati alla LXXVIII edizione del Premio Strega
Roma, 29 febbraio 2024. È scaduto oggi alle ore 12 il termine per presentare i libri alla LXXVIII edizione del Premio Strega, il riconoscimento letterario promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, con il sostegno di Roma Capitale e Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con BPER Banca.
Gli Amici della domenica, il nucleo storico della giuria, hanno proposto 82 libri di narrativa in lingua italiana pubblicati tra il 1° marzo 2023 e il 29 febbraio 2024.
Spetta ora al Comitato direttivo – composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine – il compito di selezionare i dodici titoli ammessi a concorrere.
Il Comitato si riserva inoltre di valutare l’ammissibilità del libro proposto da Laura Massacra, L’ultima spiaggia di Carmen Laterza, autopubblicato tramite Amazon Kindle Direct Publishing.
Venerdì 5 aprile sarà annunciata la dozzina in una conferenza stampa che si terrà presso la Camera di Commercio di Roma nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano. La proclamazione della cinquina finalista si terrà il 5 giugno a Benevento, al Teatro Romano, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà il 4 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
A partire da oggi è online il sito del Premio, all’interno del quale è possibile visionare tutti i libri proposti dagli Amici della domenica e le relative motivazioni. Il 21 marzo e il 5 aprile saranno completate rispettivamente le sezioni Premio Strega Poesia e Premio Strega Europeo.
Ecco l’elenco completo dei libri proposti:
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VIOLA DI GRADO con “Marabbecca” (La nave di Teseo) in radio a Letteratitudine
VIOLA DI GRADO con “Marabbecca” (La nave di Teseo) in radio a Letteratitudine ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie e del dialogo)
In streaming e in podcast su RADIO POLIS
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin
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Ascolta “n. 04-24 ospite: Viola Di Grado con “Marabbecca” (La nave di Teseo)” su Spreaker.
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Ospite della puntata: la scrittrice Viola Di Grado.
Con Viola Di Grado abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, “Marabbecca” (La nave di Teseo).
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La scheda del libro: “Marabbecca” di Viola Di Grado (La nave di Teseo)
Un pomeriggio di fine estate Clotilde e Igor, dopo essersi lasciati, hanno un incidente d’auto. Lei rimane ferita, lui finisce in coma. Mentre veglia sul suo sonno impenetrabile, Clotilde inizia a ricevere visite della ragazza responsabile dello schianto, una fragile studentessa di ornitologia di nome Angelica, e tra loro nasce un rapporto indecifrabile e intenso. Quando Igor sì sveglierà dal coma—radicalmente trasformato eppure immutato nella sua indole violenta— la sua presenza logorerà l’equilibrio precario delle due donne: nello spazio magico e claustrofobico di una stanza piena di uccelli, i tre personaggi precipiteranno in un dedalo tortuoso dove i sentimenti muteranno forma a ogni curva. Ambientato in una Sicilia asfittica e mitologica, solcata da cieli accecanti e ceneri nere, Marabbecca è un romanzo visionario che pone domande cruciali sull’identità: su cosa significa dire “io” e sulle collisioni con l’altro che in qualche modo raccontano chi siamo davvero.
Come la Marabbecca, personificazione nel folklore siciliano dell’oscurità e delle insidie dell’inconscio, leggendo ci si muove in un buio sfavillante, illuminati solo dalla luce lunare della scrittura, fino al vertiginoso finale.* * *
Viola Di Grado (1987) è l’autrice di Settanta acrilico trenta lana (2011, vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima) e Cuore cavo (2013, finalista al PEN Literary Award e all’International Dublin Literary Award).
Con La nave di Teseo ha pubblicato Bambini di ferro (2016), Fuoco al cielo (2019, vincitore del premio Viareggio Selezione della giuria) e Fame blu (2022). Vive a Londra, dove si è laureata in Filosofie dell’Asia Orientale. I suoi libri sono tradotti in diversi paesi.
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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin
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MAURIZIO DE GIOVANNI con “Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi” (Einaudi) in radio a Letteratitudine
MAURIZIO DE GIOVANNI con “Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi” (Einaudi) in radio a Letteratitudine ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie e del dialogo)
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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin
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Ospite della puntata: lo scrittore Maurizio de Giovanni.
Con Maurizio de Giovanni abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, “Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi” (Einaudi).
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La scheda del libro: “Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi” di Maurizio de Giovanni (Einaudi)
Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la piú bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi. La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato. La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.
«Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta».
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DACIA MARAINI con “Vita mia. Giappone, 1943” (Rizzoli) in radio a Letteratitudine
DACIA MARAINI con “Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia” (Rizzoli) in radio a Letteratitudine ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)
In streaming e in podcast su RADIO POLIS
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin
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Ascolta “n. 02-24 ospite: Dacia Maraini con “Vita mia. Giappone, 1943″ (Rizzoli)” su Spreaker.
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Ospite della puntata: la scrittrice Dacia Maraini
Con Dacia Maraini abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia” (Rizzoli)
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La scheda del libro: “Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia” di Dacia Maraini (Rizzoli)
È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Tutto precipita, invece, quando Fosco e Topazia decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La coppia e le figlie vengono portate in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri. Una delle voci più importanti della nostra narrativa torna in libreria con il suo libro più intimo, il racconto di un tempo terribile tenuto chiuso per decenni in un cassetto della memoria. In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese. Per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.
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L’ETÀ FRAGILE di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi) raccontato dalla sua autrice
DONATELLA DI PIETRANTONIO racconta L’ETÀ FRAGILE (Einaudi)
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: DONATELLA DI PIETRANTONIO racconta il suo romanzo “L’età fragile” (Einaudi)
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Non riesco a ricordarmelo. Per quanto mi sforzi non riesco proprio a ricostruire dov’ero e cosa stavo facendo, quel giorno. Eppure di solito lego sempre nella memoria i grandi episodi di cronaca del Paese alla mia vita quotidiana. Ero al telefono con un’amica aquilana quando arrivò la notizia della strage di Capaci, so ancora di chi e cosa parlavamo, quando lei che aveva la televisione accesa s’interruppe e disse: oddio.
Invece di quel 20 agosto del 1997 non so niente di me. Com’è possibile? Eppure la Maiella posso vederla dalla finestra, nelle giornate limpide. La montagna sacra, disseminata di eremi. Com’è possibile che io non abbia conservato la mia posizione fisica ed emotiva in quel giorno atroce? Forse, mi giustifico, ero lontana, in viaggio, in vacanza a fine estate. O forse, come tanti qui, non ci potevo credere. Che tutto quell’orrore fosse successo proprio da noi. A noi. Due ragazze uccise nei nostri boschi, durante una passeggiata lungo il Sentiero delle Signore. Una terza scampata solo grazie alla sua assoluta determinazione a sopravvivere.
Sono stata per tutti questi anni parte di un rimosso collettivo. Non ci potevamo credere, tutti. Quello che era accaduto confliggeva con la nostra narrazione del luogo di nascita e di restanza. (altro…) -
LA RAGAZZA DEL VATICANO di Massimo Lugli e Antonio Del Greco (Newton Compton)
La nuova puntata della rubrica di Letteratitudine intitolata “A botta e risposta (un tandem letterario conversando di libri)” è dedicata al volume “La ragazza del Vaticano. Che fine ha fatto Emanuela?” di Massimo Lugli e Antonio Del Greco (Newton Compton)
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Dopo “Quei bravi ragazzi del Circeo” coinvolgiamo Massimo Luglio e Antonio Del Greco in un nuovo tandem letterario con riferimento al loro nuovo libro scritto a quattro mani, stavolta dedicato al Caso Orlandi. Il romanzo si intitola, infatti, “La ragazza del Vaticano. Che fine ha fatto Emanuela?” e lo pubblica Newton Compton, come il precedente.
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La scheda del libro: “La ragazza del Vaticano. Che fine ha fatto Emanuela?” di Massimo Luglio e Antonio Del Greco (Newton Compton)
Giugno 1983. L’Italia è sconvolta dalla notizia della scomparsa di una ragazzina di quindici anni, cittadina del Vaticano. Col passare dei giorni la tensione sale e le false piste si moltiplicano: telefonate anonime, ipotesi di terrorismo internazionale, registrazioni e calunnie… Intanto, nella mala romana sembra scoppiato il caos: dopo il furto nel caveau di una banca, la violenza si spande incontrollata, un’escalation di sparatorie e ammazzamenti tra bande un tempo alleate e ora, forse, prossime alla guerra. Il detective Alfonso Stellati è l’unico che potrebbe trovare il bandolo della matassa, ma sopra di lui si agitano uomini di potere disposti a tutto per insabbiare le indagini: magistrati collusi e boss intoccabili, fino a raggiungere le alte sfere della Chiesa. Con una scrittura serratissima, Lugli e Del Greco si confermano due fuoriclasse del noir e ripercorrono uno dei casi più misteriosi di sempre, una storia che ancora oggi ci sorprende e lascia più interrogativi che risposte
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Il “tandem letterario tra Massimo Lugli e Antonio Del Greco
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PAOLO DI PAOLO con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli) in radio a Letteratitudine
PAOLO DI PAOLO con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli) ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)
In streaming e in podcast su RADIO POLIS
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin
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Ascolta “n. 01-24 ospite: Paolo Di Paolo con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli)” su Spreaker.
Ospite della puntata: lo scrittore Paolo Di Paolo
Con Paolo Di Paolo abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Romanzo senza umani” (Feltrinelli).
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La scheda del libro: “Romanzo senza umani” di Paolo Di Paolo (Feltrinelli)
Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati.
Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti?
Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce?
Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto.
In questo suo Romanzo senza umani, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce.Che cosa ricordano, gli altri, di noi?
“Paolo Di Paolo affronta un tema poco esplorato: la memoria è turbamento. C’è chi ricorda troppo, chi ricorda meno, chi non percepisce lo scorrere del tempo. Siamo tutti congelati fra versioni sconnesse del passato. Non è facile leggere la vita mentre accade. Un romanzo magnifico e audace.” André Aciman
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I Golden Globe 2024: vincitori e sorprese
Dedichiamo questa nuova puntata di Letteratitudine Cinema ai risultati dell’edizione 2024 dei prestigiosi Golden Globe Awards
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Golden Globes 2024: vincitori e sorprese
La 81ª edizione dei Golden Globe si è svolta il 7 gennaio 2024 al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, California, con la conduzione di Cedric the Entertainer e Wilmer Valderrama. La cerimonia, trasmessa in diretta su CBS e Paramount+, ha premiato i migliori film e programmi televisivi dell’anno precedente, con alcune sorprese e polemiche.I vincitori
Nella categoria cinema, il grande vincitore è stato “Oppenheimer”, il biopic di Christopher Nolan sul padre della bomba atomica, che ha ottenuto quattro premi: miglior film drammatico, miglior regista, miglior attore in un film drammatico (Cillian Murphy) e miglior attore non protagonista (Robert Downey Jr.). Il film ha battuto la concorrenza di opere come “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese, “Maestro” di Bradley Cooper e “Past Lives” di Celine Song.
Nella categoria commedia o musicale, il trionfo è andato a “Povere creature!” (Poor Things), la commedia nera di Yorgos Lanthimos basata sul romanzo di Alasdair Gray, che ha vinto tre premi: miglior film commedia o musicale, migliore attrice in un film commedia o musicale (Emma Stone) e migliore attore non protagonista (Willem Dafoe). Il film ha superato titoli come “Barbie” di Greta Gerwig, “Air” di Ben Affleck e “May December” di Todd Haynes.
Tra i film d’animazione, il premio è andato a “Spider-Man: Across the Spider-Verse”, il sequel del film del 2018 che ha portato sul grande schermo le avventure di Miles Morales e dei suoi alleati da diverse dimensioni. Il film ha sconfitto opere come “The Super Mario Bros. Movie”, “Suzume” e “The Boy and the Heron”.
Tra i film in lingua straniera, il riconoscimento è andato a “Anatomia di una caduta” (Anatomie d’une chute), il dramma francese di Justine Triet che racconta la storia di una donna che cerca di ricostruire la sua vita dopo un incidente che l’ha lasciata paralizzata. Il film ha prevalso su opere come “La zona d’interesse” (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer, “Io Capitano” di Paolo Sorrentino e “Past Lives” di Celine Song.
Gli altri premi cinematografici sono stati assegnati a: Carey Mulligan (migliore attrice in un film drammatico per “Maestro”), Paul Giamatti (migliore attore in un film commedia o musicale per “The Holdovers – Lezioni di vita”), Julianne Moore (migliore attrice non protagonista per “May December”), Greta Gerwig (migliore sceneggiatura per “Barbie”), Hans Zimmer (migliore colonna sonora originale per “Oppenheimer”), Billie Eilish (migliore canzone originale per “No Time to Die”) e “Spider-Man: Across the Spider-Verse” (miglior incasso al botteghino).
Nella categoria televisione, il maggior numero di premi è andato a “The Crown”, la serie Netflix che racconta la vita della regina Elisabetta II, che ha vinto quattro premi: miglior serie drammatica, migliore attrice in una serie drammatica (Imelda Staunton), migliore attore in una serie drammatica (Jonathan Pryce) e migliore attrice non protagonista (Gillian Anderson).
Nella categoria commedia o musicale, il successo è stato di “Ted Lasso”, la serie Apple TV+ che segue le vicende di un allenatore di calcio americano che si trasferisce in Inghilterra, che ha ottenuto tre premi: miglior serie commedia o musicale, migliore attore in una serie commedia o musicale (Jason Sudeikis) e migliore attrice in una serie commedia o musicale (Hannah Waddingham).
Tra le miniserie o i film televisivi, il premio è andato a “Mare of Easttown”, la serie HBO che vede protagonista Kate Winslet nei panni di una detective che indaga su un omicidio in una piccola città della Pennsylvania, che ha vinto anche il premio per la migliore attrice in una miniserie o film televisivo. Il premio per il migliore attore in una miniserie o film televisivo è andato a Ewan McGregor per “Halston”, la serie Netflix che racconta la vita del celebre stilista americano.
Gli altri premi televisivi sono stati assegnati a: Jesse Plemons (migliore attore non protagonista per “The Power of the Dog”), Kathryn Hahn (migliore attrice non protagonista per “WandaVision”) e Dave Chappelle (miglior comico stand-up per “Dave Chappelle: The Closer”).
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“Giù nella valle” di Paolo Cognetti (Einaudi), raccontato dal suo autore
Paolo Cognetti racconta il suo romanzo “Giù nella valle” (Einaudi)
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: PAOLO COGNETTI racconta il suo romanzo “Giù nella valle” (Einaudi)
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Da anni volevo scrivere un libro tratto dal disco Nebraska di Bruce Springsteen. Non mi ricordo più nemmeno da quando: forse tre anni fa ho mandato a mio padre il video di My Father’s House, mentre da molto più tempo, a casa, io e Federica ci guardiamo quello di Highway Patrolman. In quel video ci sono immagini del primo film di Sean Penn, The Indian Runner, con un giovane Viggo Mortensen, Patricia Arquette e Valeria Golino. Il film di Penn è ispirato proprio alla canzone di Springsteen, che non fa da colonna sonora: è la sceneggiatura stessa. La title-track Nebraska, a sua volta, è ispirata a un film d’esordio, Badlands di Terrence Malick, tratto da una storia vera. Quella di due adolescenti che alla fine degli anni ’50 si danno a una fuga d’amore, e durante la fuga il ragazzo uccide 10 uomini a partire dal padre di lei. Insieme una love-story, un on the road e un horror. Insomma il disco ha radici e ramificazioni nella storia e nell’arte americane, da cui io come narratore provengo. E se un fatto ispira un film, un film ispira una canzone, una canzone ispira un altro film, perché non provare a scriverci un romanzo? Avevo in mente il modello altissimo di Non al denaro né all’amore né al cielo di Fabrizio De André (i modelli è sempre meglio sceglierseli altissimi, non ci vuole la modestia nell’arte), tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Quell’album mi rassicurava sul fatto che il romanzo non sarebbe sembrato un’americanata: il disco di André è puro De André, secondo Fernanda Pivano perfino superiore alle poesie originali. E il mio romanzo sarebbe stato un romanzo italiano, mio, ambientato sulle Alpi. Però ci ho messo comunque un po’ di anni a maturare l’idea. (continua a leggere cliccando qui…)