Descrizione
Zobar e Basa sono costretti a lasciare la propria casa, il luogo dove sono cresciuti. Il lettore avverte il dolore di questa scelta obbligata, ma in men che non si dica si trova catapultato in un universo del tutto differente. Un romanzo fatto di brevi narrazioni apparentemente slegate che si susseguono velocissime una dopo l’altra, come fotogrammi su una pellicola. Folgoranti flash di vita quotidiana, violenze, storie strane e inquietanti, storie fantastiche. Ilhan entra nella mente di chiunque, bambini, embrioni, cani, cigni, fantasmi, Pippa Bacca, una ragazza uccisa dai fratelli e poi il fratello che l’ha uccisa, vittime e carnefici. La storia sociale degli anni più recenti e di anni più lontani fa da sfondo o si fa protagonista nelle narrazioni, e a ogni racconto si delinea l’immagine complessiva di un universo fatto di potere e sopraffazione, ma anche di amore e dedizione. Un mondo che ci appare inizialmente lontano e poi a ogni storia più vicino. I personaggi, che inizialmente sembrano lontani, somigliano pagina dopo pagina a quelle persone incontrate per caso, di sfuggita, per strada o sui luoghi di lavoro. La condizione di donne e bambini, la violenza, l’ipocrisia, si rivelano gradualmente parte del tessuto sociale e non eventi eccezionali. In questo testo magnificamente perturbante, la narrazione, che unisce singolarmente monologo interiore e cronaca giornalistica, lascia senza fiato. Uno stile ibrido che evidenzia e declina la situazione di deterritorializzazione di Zobar e Basa – con la loro partenza danno al lettore lo slancio per la lettura – e che intreccia tutte le storie in un finale saggio e misurato che riconcilia il lettore con la speranza della bellezza.
«İlhan riesce a cogliere ed esprimere con ampiezza l’esperienza e la sofferenza umane, e a restituirne la molteplicità delle sfaccettature […], la sua scrittura letteraria mi pare accordarsi con la visione di Einstein: una formula dovrebbe essere il più semplice possibile, ma non più semplice.»
Dal discorso per il conferimento dello European Prize
«Esilio dà voce alle persone ai margini, alla frangia della società […], è più di un romanzo,è un insieme compatto di storie legate l’una all’altra.»
Reyhan Yıldız
«İlhan è una delle più notevoli scrittrici contemporanee. Nel suo Esilio mette ancora una volta in primo piano questioni irrisolte. Che la società abbia assimilato gli eventi che hanno causato le sue stesse ferite fa riflettere in modo profondamente diverso.»
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Çiler İlhan
Nata nel 1972, Çiler Ilahn ha studiato Relazioni Internazionali e Scienze Politiche all’Università del Bosforo, svolto un tirocinio alla Glion...
Eda Özbakay
Nata e cresciuta in Germania in un contesto bilingue (tedesco/turco), nel 2000 si trasferisce a Roma dove si laurea in...