Nikolaj Alekseevič Zabolockij nasce nel 1903 in una fattoria nei dintorni di Kazan’ dove passò l’infanzia e l’adolescenza. Raggiunto Pietrogrado per ragioni di studio partecipa alla vita letteraria e si appassiona alle idee del poeta Velemir Chlebnikov, che propugna il rifiuto della civiltà cittadina e del progresso, esalta la ragione umana chiamata a dare la libertà a uomini, animali e piante. Negli anni 1926-27 si lega di profonda amicizia a altri giovani scrittori, Daniil Charms, Aleksandr Vvedenskij, Igor’ Bachterev, Konstantin Vaginov, con cui fonda il gruppo di avanguardia OBERIU (Unione dell’arte reale). Nel manifesto- dichiarazione, gli “oberiuty” proclamavano il loro rigetto dell’arte descrittiva e la creazione di un nuovo linguaggio poetico basato sulla scomposizione analitica della realtà, che non viene distrutta, bensì scomposta e assemblata in modo diverso. Inizia a lavorare per la casa editrice statale per l’infanzia e a scrivere poesie e racconti per le principali riviste per bambini. Nel 1929 pubblica la sua prima raccolta poetica, un evento nella vita letteraria del tempo, che però suscita critiche fortemente negative da parte della stampa ufficiale. Il poeta viene accusato di evadere dalla realtà sociale, di irridere il proletariato e di proporre un mondo di “morbose visioni fantasmagoriche”, venendo infine arrestato e accusato di propaganda antisovietica. Condannato a cinque anni di lager. Nel 1946 venne riammesso all’Unione degli scrittori e nel 1948 gli fu concesso, dopo un periodo di esilio, di risiedere a Mosca dove morì il 14 ottobre 1958. Fu riabilitato nel 1963.