Brevetto
Il brevetto, in diritto, è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell'invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinato, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l'invenzione senza autorizzazione.
Il diritto relativo al brevetto per invenzione è stato esteso col tempo al campo della cosiddetta proprietà intellettuale, unitamente al diritto d'autore e ai marchi. Un'altra forma è il brevetto per modello di utilità, che protegge i nuovi modelli, consistenti ad esempio in particolari conformazioni o combinazioni di parti più comode o efficaci rispetto a quanto già noto[1]. In passato erano sottoposti a brevettazione anche i disegni e modelli ornamentali, ma oggi sono oggetto di registrazione.
Gli Stati in casi specifici possono derogare i diritti di brevetto tramite licenza obbligatoria.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo brevetto della storia risale all'antica Grecia e più precisamente nella città di Sibari, dove le nuove invenzioni erano incoraggiate garantendo un anno dei profitti dovuti ad esse al loro scopritore[2]; il brevetto nasce quindi come soluzione arcaica di un problema tecnico (produrre invenzioni) suscettibile di "applicazione industriale". In Italia il primo brevetto risale al 1421 quando l'architetto fiorentino Filippo Brunelleschi ricevette il brevetto per 3 anni per l'invenzione di una chiatta chiamata Badalone[3] con mezzi di sollevamento, che trasportava marmo lungo il fiume Arno per la costruzione del Duomo di Firenze[4] e nel 1449, in Inghilterra, il re Enrico VI d'Inghilterra concesse il primo brevetto inglese, con una licenza di 20 anni, a Giovanni di Utynam per la realizzazione di vetri colorati[5]. La prima legislazione europea sul brevetto è contenuta in una parte del Senato veneziano del 19 marzo 1474 (Archivio di Stato di Venezia, Senato terra, registro 7, carta 32):3
«L'andarà parte che per auctorità de questo Conseio, chadaun che farà in questa Cità algun nuovo et ingegnoso artificio, non facto per avanti nel dominio nostro, reducto chel sarà a perfection, siche el se possi usar, et exercitar, sia tegnudo darlo in nota al officio di nostri provveditori de Comun. Siando prohibito a chadaun altro in alguna terra e luogo nostro, far algun altro artificio, ad immagine et similitudine di quello, senza consentimento et licentia del auctor, fino ad anni 9.» |
Dopo l'Italia anche in Inghilterra, a seguito dello Statuto dei Monopoli del 1623-1624[6] sotto il regno di Giacomo I d'Inghilterra, i brevetti venivano concessi per i "progetti di nuova invenzione", attraverso "patents", “lettere aperte” in italiano, dal latino "litterae patentes". Le lettere aperte venivano concesse dal re, per un periodo di quattordici anni, e davano l'esclusività a chi le riceveva di importazione e distribuzione di un determinato prodotto. Durante il regno della regina Anna di Gran Bretagna (1702-1714), una legge obbligava chiunque pretendesse l'esclusiva su un prodotto ad allegare insieme alla richiesta una descrizione scritta dell'invenzione.[7][8]
Si inizia a parlare di brevetti non solo come prodotti ma anche come processi di produzione nel 1641 in Nord America, quando a Samuel Winslow fu concesso il primo brevetto dal Massachusetts General Tribunal per una nuova tecnica per l'estrazione del sale.[9] Mentre in Francia i brevetti venivano concessi dalla monarchia e da altre istituzioni come la "Maison du Roi"[10] fino alla Rivoluzione francese, periodo in cui venne creato il moderno sistema dei brevetti francese.[11] Negli Stati Uniti, durante il cosiddetto periodo coloniale, diversi Stati adottarono i propri sistemi di brevetti. Successivamente nel 1790 il Congresso approvò una legge sui brevetti, e il primo brevetto statunitense fu rilasciato ai sensi della presente legge il 31 luglio 1790 a Samuel Hopkins di Vermont per una tecnica di produzione di cloruro di potassio.
Nel 1852 fu istituito in Inghilterra il primo ufficio brevetti. Il 20 marzo 1883 a Parigi fu firmata la Convenzione di Unione di Parigi per la protezione della proprietà industriale che stabiliva i paesi che proteggevano la proprietà intellettuale e la proprietà industriale.[12]
Nel 1994, alla fine dell'incontro avvenuto a Marrakech, venne ufficializzato dal GATT il “The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights” (Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale), spesso noto come TRIPS Agreement. Il Trips è un trattato internazionale promosso dall'Organizzazione mondiale del commercio, meglio conosciuta come OMC, al fine di fissare lo standard per la tutela della proprietà intellettuale. Il trattato stabilisce i requisiti che le leggi dei paesi aderenti devono rispettare per tutelare la proprietà intellettuale, nell'ambito del copyright, delle indicazioni geografiche protette (IGP), dell'industrial design, dei brevetti, dei marchi di fabbrica registrati e di numerosi altri ambiti.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il brevetto assottiglia la separazione tra arte e industria, in quanto è proprio il punto di collegamento tra questi due mondi, che apparentemente sembrano lontani. Il brevetto, oltre gli oggetti classici, tutela anche i modelli d'utilità, le varietà vegetali, i software, le topografie di prodotti e i semiconduttori, la presentazione di informazioni e i metodi commerciali. L'oggetto tutelato deve avere alcune caratteristiche ben precise, perché deve essere nuovo, frutto di un'attività inventiva, volto all'industrialità e alla liceità; inoltre deve possedere una "sufficiente descrizione". Per quanto riguarda le invenzioni, il brevetto presenta come eccezioni le scoperte, le teorie scientifiche e i metodi matematici piani, i principi e i metodi per attività intellettuali, i giochi o le attività commerciali e i programmi per gli elaboratori; tutto questo perché le invenzioni devono essere di tre tipi: invenzioni di prodotto, di procedimento o di uso nuovo di sostanza nota.
I diritti di brevetto possono essere ceduti a terzi, nel caso per esempio l'inventore non abbia le capacità industriali per poter sfruttare adeguatamente la sua invenzione. L'esistenza dei brevetti viene giustificata dal fatto che, grazie ai diritti di sfruttamento economico esclusivo, viene stimolata la produzione di nuove invenzioni, che diventeranno poi di pubblico dominio allo scadere del brevetto.[13]
In realtà, al momento della pubblicazione della domanda di brevetto, generalmente 18 mesi dopo il primo deposito, il pubblico viene a conoscenza della particolare invenzione, e del modo di implementarla. La domanda di brevetto, infatti, presenta una descrizione dell'oggetto, il titolo, un riassunto e alcuni disegni dello stesso. La rivendicazione dei diritti sulle invenzioni può dare luogo a vere e proprie battaglie legali, fra cui storicamente si ricorda il famoso caso negli Stati Uniti sull'invenzione del telefono, che fu attribuita ad Alexander Graham Bell nonostante l'italiano Antonio Meucci avesse presentato precedentemente una domanda di brevetto; si ricorda inoltre quella successiva tra Nicola Tesla e Guglielmo Marconi sulla paternità della radio. Nel caso di controversie legali, la validità di un brevetto viene comunque spesso valutata nuovamente da un giudice o da un perito tecnico nominato dall'autorità giudiziaria. Anche se nella maggior parte dei casi il titolare di un brevetto ottiene anche il monopolio del relativo mercato, questo non avviene sempre: il titolare di un brevetto potrebbe infatti trovarsi comunque nell'impossibilità di vendere il prodotto che incorpora l'invenzione brevettata, per esempio a causa di brevetti precedenti di proprietà di terzi. Esistono accordi internazionali in forza dei quali è possibile ottenere la concessione di un brevetto in più stati effettuando un'unica domanda, come ad esempio la "Convenzione sulla concessione del brevetto europeo".
Contratti di licenza e concorrenza[modifica | modifica wikitesto]
I detentori di diritti d'autore, brevetti o altre forme di diritti sulla proprietà intellettuale possono stabilire licenze per qualcun altro, per permettere la produzione o la copia di opere, invenzioni, progetti. L'accordo riconosce che i termini dei contratti di licenza potrebbero limitare la competizione e impedire il trasferimento della tecnologia. Esso stabilisce che sotto determinate condizioni, i governi hanno il diritto di entrare in azione per prevenire licenze che abusano dei diritti di proprietà intellettuale con l'obiettivo di ostacolare la libera concorrenza e competizione all'interno dei mercati. Esso stabilisce anche che i governi devono essere preparati a consultarsi l'uno con l'altro per controllare il rilascio e lo sfruttamento di tali licenze.[14]
La brevettazione internazionale[modifica | modifica wikitesto]
Convenzioni e accordi internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Verso la fine dell'XIX secolo e nel corso del Novecento cresce la necessità di regolamentare la proprietà intellettuale e industriale attraverso convenzioni. La convenzione, o trattato, è una delle fonti del diritto internazionale e consiste nell'accordo con il quale due o più stati o altri soggetti del diritto internazionale costituiscono, modificano o estinguono tra loro rapporti giuridici. Tra le convenzioni internazionali più rilevanti si annoverano:
- 1883 Convenzione di Parigi: uno dei primi trattati a stabilire l'unione dei paesi che proteggevano la proprietà intellettuale e la proprietà industriale, con significativo riferimento a brevetti, modello d'utilità, marchi, disegni e modelli industriali.
- 1970 Conferenza di Washington PCT: trattato di cooperazione in materia di brevetti (Patent Cooperation Treaty) multilaterale per il deposito unificato di domande di brevetto valide in uno o più degli Stati aderenti al trattato, così da poter effettuare più rapidamente un deposito di domanda di brevetto con estensione potenziale in molti Stati.
- 1973 Convenzione sulla Concessione dei Brevetti Europei: trattato comunemente conosciuto come European Patent Convention istituito dall'Organizzazione Europea dei Brevetti al fine di offrire un brevetto unico valido in tutti gli Stati sottoscriventi. Alcune tra le novità più significative sono la procedura di rilascio unificata, l'accordo di estensione, la standardizzazione delle regole relative alla durata del brevetto, le modalità di presentazione della domanda di brevetto europeo, la definizione di invenzione e i requisiti di brevettabilità.
- 1994 TRIPS (The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights): trattato internazionale promosso dall'Organizzazione mondiale del commercio al fine di fissare lo standard per la tutela dei diritti sulla proprietà intellettuale tra i vari Paesi aderenti. Nello specifico, estende l’applicazione dei principi fondamentali del GATT alla protezione di tali diritti e rinvia ai principali accordi internazionali già vigenti in materia, in modo tale da evitare le distorsioni sul commercio internazionale, provocate dall’esistenza di una pluralità di legislazioni nazionali e di livelli differenti di protezione di tali diritti.[2]
I requisiti TRIPs[modifica | modifica wikitesto]
- I brevetti devono essere garantiti in tutti i campi della tecnologia, sebbene siano permesse eccezioni per alcune aree di pubblico interesse. (Art. 27.2[15] e 27.3[15]) e devono essere esecutivi per almeno 20 anni. (Art 33[16])
- Le eccezioni ai diritti esclusivi devono essere limitate e a patto che non siano in conflitto con un regolare sfruttamento dell'opera (Art. 13[17]) o del brevetto. (Art. 30[18])
- Non è permesso nessun irragionevole pregiudizio sugli interessi del legittimo detentore dei diritti su programmi per elaboratore e brevetti.
- Gli interessi legittimi di terze parti devono essere tenute in considerazione nei diritti sui brevetti. (Art. 30[18])
La domanda internazionale (PCT)[modifica | modifica wikitesto]
Il trattato di cooperazione in materia di brevetti è un trattato gestito dalla Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (o World Intellectual Property Organization, WIPO)[3] con lo scopo di offrire una procedura unica per depositare una domanda di brevetto simultaneamente in un grande numero di paesi. L'Italia vi aderisce dal 1985. Ancora oggi non esiste un "brevetto internazionale", poiché la concessione definitiva è prerogativa dei vari Stati aderenti al Trattato.
La procedura PCT ha gli stessi effetti di una serie di domande nazionali nei singoli Stati designati. Il PCT non elimina quindi la necessità di proseguire la procedura di rilascio in ogni singolo Stato, ma ne facilita la messa in opera, a mezzo di una domanda unica, ed il proseguimento. Ogni domanda internazionale è oggetto di una ricerca internazionale effettuata da un ufficio brevetti incaricato, che la svolge per conto dell'OMPI; nel caso dell'Italia l'ufficio competente è l'Ufficio europeo dei brevetti. Il risultato della ricerca è pubblicato in un rapporto di ricerca internazionale che riporta la lista dei documenti che sono considerati rilevanti rispetto all'invenzione oggetto della domanda di brevetto. La procedura PCT offre anche la possibilità facoltativa di richiedere un esame internazionale preliminare da parte dell'autorità incaricata, ottenendone un parere sulla brevettabilità dell'oggetto delle rivendicazioni. Tale parere può dare maggiori informazioni sull'opportunità di continuare la procedura con buone possibilità di successo, ma esso non è vincolante per gli uffici nazionali che, indipendentemente, dovranno decidere sul rilascio del brevetto.
Dal 2004 è stata introdotta la cosiddetta ISO (International Search Opinion) cioè rapporto di ricerca ed opinione sulla brevettabilità della domanda internazionale.[4][5]
Il brevetto europeo[modifica | modifica wikitesto]
Istituito con la Convenzione di Monaco sul brevetto europeo del 1973, riprendendo le indicazioni della Convenzione di Strasburgo del 1963. Sebbene si parli di brevetto europeo come se fosse un titolo unitario, in effetti non è così: con l'istituzione dell'Ufficio europeo brevetti si è uniformata la procedura di valutazione delle domande di brevetto in Europa, ma il titolo, una volta rilasciato, diventa una collezione di brevetti nazionali e conferisce al titolare gli stessi diritti che gli verrebbero conferiti dai vari brevetti nazionali degli Stati designati. Questo vuol dire che entrambi i brevetti, quello nazionale ed europeo, coesistono.
I brevetti europei sono concessi dopo un'accurata ricerca dello stato della tecnica ed un esame di merito che ne verifica i requisiti di brevettabilità. I requisiti principali di brevettabilità nel Diritto brevettuale europeo sono: la novità (secondo l'[collegamento interrotto], ove i commi 2 e 3 specificano alcuni casi particolari), l'attività inventiva ([collegamento interrotto] - non ovvietà) e l'applicabilità industriale (Art 49 Archiviato il 1º ottobre 2020 in Internet Archive.). Altri requisiti per la brevettabilità sono: Liceità (secondo l'[collegamento interrotto]) e sufficiente descrizione ([collegamento interrotto]). Gli Stati che aderiscono alla Convenzione di Monaco sono i 27 Stati dell'Unione europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Principato di Monaco, Svizzera, San Marino, Turchia, Macedonia del Nord, Albania e Serbia, per un totale di 37 stati membri. A questi si aggiungono i seguenti stati non membri, che riconoscono i brevetti europei su richiesta: Bosnia ed Erzegovina e Montenegro.[19]
Il brevetto comunitario[modifica | modifica wikitesto]
Il brevetto comunitario europeo (C.B.C.) è un titolo brevettuale unitario valevole per l'intero territorio della Comunità europea. Questo brevetto è stato istituito con la Convenzione di Lussemburgo, sottoscritta il 15 dicembre 1975 (da tutti quelli che allora erano gli stati membri C.E.). Non è però mai entrata in vigore, per le resistenze di determinati Paesi (Danimarca ed Irlanda su tutti) manifestate dopo la sottoscrizione. Nel corso degli anni numerosi sono stati tentativi di superare la situazione di stallo, legata soprattutto all'attribuzione esclusiva al giudice comunitario della competenza di decidere sulla nullità del brevetto. Questo problema è stato superato il 15 dicembre 1988 con la sottoscrizione di un nuovo testo modificato, ma anche in questo caso la convenzione non è stata ratificata a causa di problemi di prestigio nazionale legati alla lingua cui dovrebbe essere redatta la domanda di brevetto. Oggi è stata messa in dubbio anche la necessità di un titolo brevettuale unitario, da valutare in relazione ai costi e alla flessibilità del già collaudato Brevetto europeo. L'obiettivo della creazione di un Brevetto Comunitario consentirebbe agli inventori di ottenere un brevetto unico giuridicamente valido su tutto il territorio dell'Unione europea. Da molte parti si sostiene che tale brevetto produrrebbe notevoli benefici come la riduzione dei costi di brevetto e la protezione delle invenzioni a livello europeo grazie ad una procedura unica ed armonizzata, partendo dal presupposto che.se esistesse un brevetto comunitario regolamentato a livello europeo, si potrebbero trasformare i risultati della ricerca e gli sviluppi scientifico tecnologici in successi industriali ed economici, permettendo all'Europa di essere maggiormente competitiva sulla scala globale, al pari di Stati Uniti e Giappone.europa.eu, D'altra parte, il sistema, come progettato, sarebbe accessibile anche ai Paesi extra comunitari, che godrebbero degli stessi diritti. Per questo motivo, il numero di brevetti provenienti da giurisdizioni extra-UE verosimilmente aumenterebbe, aumentando i vincoli per l'industria europea. Inoltre, l'assenza di traduzione prevista dal regime del brevetto unitario avvantaggerebbe Paesi extra-UE con inglese o francese come lingua ufficiale (Stati Uniti d'America, Canada, Australia, Sudafrica) rispetto a Paesi europei la cui lingua ufficiale fosse diversa da inglese, francese e tedesco (la maggior parte). Sempre l'assenza di traduzioni porterebbe al paradosso che un'azienda di un Paese dove le tre lingue di lavoro non fossero lingua ufficiale, si troverebbe a dover spendere per una corretta traduzione del testo nella propria lingua per essere in grado di rispettare il diritto di un terzo che da tale diritto avrebbe privilegi. È, dunque, dubbio che il brevetto comunitario possa portare benefici all'industria europea.[20]
Nel mondo[modifica | modifica wikitesto]
Va osservato che le modalità per la concessione dei brevetti varia nei diversi Stati del mondo. Gli uffici brevetti nazionali di diversi paesi, come ad esempio quelli di Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea, così come anche l'Ufficio europeo dei brevetti e, ultimamente, anche l'Ufficio italiano brevetti e marchi,[21] effettuano una ricerca di anteriorità ed un esame di novità per accertare, in via preventiva, che l'invenzione abbia i requisiti di brevettabilità richiesti, principalmente novità, attività inventiva e sufficiente descrizione. In altri paesi, invece, l'esame è prevalentemente di tipo formale, e in alcuni casi viene richiesto che la prova della brevettabilità venga data dal titolare del brevetto (procedura di San Marino).[22]
Italia[modifica | modifica wikitesto]
L'istituto è regolamentato, oltre da trattati e convenzioni internazionali, dal codice della proprietà industriale[23].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il modello di utilità, su dirittoindustriale.com.
- ^ Charles Anthon, A Classical Dictionary: Containing An Account of the Principal Proper Names Mentioned in Ancient Authors, And Intended To Elucidate All The Important Points Connected With The Geography, History, Biography, Mythology, And Fine Arts Of The Greeks And Romans Together With An Account Of Coins, Weights, And Measures, With Tabular Values Of The Same, Harper & Bros, 1841, p. 1273.
- ^ Storia di Firenze, la barca del Brunelleschi, su www.firenzepost.it. URL consultato il 3 marzo 2018.
- ^ Christine MacLeod, Inventing the Industrial Revolution: The English Patent System, 1660-1800, Cambridge University Press, 2002, ISBN 0-521-89399-2, 9780521893992, p. 11.
- ^ "United Kingdom Patent Applications". nexis.com. Retrieved 29 November 2010.
- ^ The British Patent System I. Administration
- ^ "History of Copyright". UK Intellectual Property Office. 2006. Retrieved 2007-08-12.
- ^ Breve storia della nascita dei brevetti - Shannon.it
- ^ James W. Cortada, "Rise of the knowledge worker, Volume 8 of Resources for the knowledge-based economy", Knowledge Reader Series, Butterworth-Heinemann, 1998, p. 141, ISBN 0-7506-7058-4, 9780750670586.
- ^ Francoic Velde, Heraldica website, "La Maison Du Roi"
- ^ Gabriel Galvez-Behar, La République des inventeurs. Propriété et organisation de l'innovation en France, 1791-1922, Presses universitaires de Rennes, 2008, ISBN 2-7535-0695-7, 9782753506954.
- ^ Manuale di Diritto Industriale, A.Vanzetti,V. Di Cataldo, Giuffrè Editore, 2000, pp. 5 e ss.
- ^ I Brevetti - BIRTT Abruzzo - Osservatorio Regionale dell'Economia..., su www.birtt.abruzzo.it. URL consultato il 7 giugno 2019.
- ^ http://www.glp.it/it/contracts/index.php, su glp.it.
- ^ a b WTO | legal texts - Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights as Amended by the 2005 Protocol Amending the TRIPS Agreement, su www.wto.org. URL consultato il 3 giugno 2021.
- ^ WTO | legal texts - Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights as Amended by the 2005 Protocol Amending the TRIPS Agreement, su www.wto.org. URL consultato il 3 giugno 2021.
- ^ WTO | legal texts - Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights as Amended by the 2005 Protocol Amending the TRIPS Agreement, su www.wto.org. URL consultato il 3 giugno 2021.
- ^ a b WTO | legal texts - Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights as Amended by the 2005 Protocol Amending the TRIPS Agreement, su www.wto.org. URL consultato il 3 giugno 2021.
- ^ (EN) Stati membri dell'Organizzazione europea sui brevetti Archiviato il 12 novembre 2008 in Internet Archive.
- ^ [1]
- ^ Decreto Ministero Sviluppo Economico 27.06.2008
- ^ marchiodimpresa.it, http://www.marchiodimpresa.it/italia-san-marino-riconoscimento-dei-diritti-di-brevetti-e-marchi/ .
- ^ Codice Commentato della Proprietà Industriale e Intellettuale, C.Galli - A.M. Gambino, Utet, 2011
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Joseph Stiglitz, La globalizzazione che funziona, cap. 4 Brevetti, profitti e persone, traduzione di Daria Cavallini, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18016-9
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Accordo di Strasburgo relativo alla classificazione internazionale dei brevetti
- Biopirateria
- Brevetto software
- Brevetto dell'essere vivente
- Contenzioso Boehringer versus Indian Patent Office
- Diamond contro Chakrabarty
- Diritto industriale
- Diritto d'autore
- Licenza obbligatoria
- Modello di utilità
- Monopolio
- Novità (brevetto)
- Organizzazione europea dei brevetti
- Principio di esaurimento comunitario
- Proprietà intellettuale
- The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights
- Trattato di cooperazione in materia di brevetti
- Ufficio europeo dei brevetti
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikiquote contiene citazioni sul brevetto
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «brevetto»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su brevetti
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- UIBM - Ufficio italiano brevetti e marchi, su uibm.gov.it.
- OAMI - Ufficio europeo per l'armonizzazione del mercato interno, su oami.europa.eu. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).
- USBM - Ufficio di Stato brevetti e marchi della Repubblica di San Marino, su usbm.sm.
- Ufficio europeo dei brevetti, su european-patent-office.org.
- USPTO - Ufficio statunitense dei brevetti e marchi, su uspto.gov.
- JPO - Ufficio giapponese dei brevetti, su jpo.go.jp.
- DPMA - Ufficio tedesco dei brevetti e marchi, su dpma.de.
- Ufficio brevetti del Regno Unito, su patent.gov.uk.
- Ufficio per la proprietà intellettuale della Confederazione Elvetica, su ige.ch. URL consultato il 30 agosto 2005 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2005).
- Ufficio canadese per la proprietà intellettuale, su strategis.ic.gc.ca.
- Ufficio australiano per la proprietà intellettuale, su ipaustralia.gov.au.
- CPI-Codice della proprietà industriale,wipo.int
- Brevetto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh99001711 · GND (DE) 4044874-5 · NDL (EN, JA) 00573195 |
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