Gli innocenti

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14,00

Burhan Sönmez

Traduzione: Eda Özbakay

Anno di pubblicazione: 2014

ISBN: 9788861100947

Pagine: 216

Formato digitale: €7,99

Disponibile su: Bookrepublic, IBS, Kinlde store, Kobo store

 

Descrizione

Brani Tawo, immigrato in Inghilterra, soffre di insonnia e inquietudine. Cercando di rintracciare il modello di una macchina fotografica immortalata in una foto, che è uno dei pochi collegamenti che gli restano con le sue origini, entra nel negozio di antichità The Western Front. Lì conosce Stella, la proprietaria, e Feruzeh, una giovane collaboratrice di origine iraniana. Brani e Feruzeh sembrano innamorarsi a prima vista, incuriositi anche dalla comune esperienza di lontananza dalla terra natia, lei apparentemente per scelta, Brani per necessità di sopravvivenza. Da quel momento, la vita del giovane si popola di nuove realtà, e nell’avvicinarsi a Feruzeh e alla sua famiglia, conosce e riconosce rivoluzionari, profughi, intellettuali, e una società di cui non si è mai sentito in diritto di far parte. Nel raccontarsi alle sue nuove conoscenze, e soprattutto a Feruzeh, racconta – e riscrive – la biografia di un luogo, di un popolo e di un Paese attraverso la storia della sua famiglia. Tradizioni, miti, amori, guerre, fughe e tragedie si affastellano vorticose, fin quando i due mondi – la lontana patria di Brani e l’Inghilterra – non si riuniscono in un’unica sensazione a contrastare il dolore dello smarrimento. Quando Feruzeh è costretta a tornare in Iran per un breve periodo, e Brani perde i contatti con lei, si chiede se non sia il caso di rischiare nuovamente la propria vita per andare a cercarla.

«Con la vertigine di dervisci, con la nostalgia dei poeti, un esule volontario e colto come Sönmez evoca incanti dal Medio Oriente.»

Left

«Un romanzo sullo smarrimento e sul ritrovare, attraverso l’amore, un proprio posto nel mondo.»

Pagina99

«Il mondo dipinto da Burhan Somnez ricorda una sorta di Macondo anatolico»

Tommaso Giartosio

Burhan Sönmez

Burhan Sönmez

Ayaman è il luogo di nascita di Burhan Sönmez, una pianura nei pressi di Ankara, dalla storia antica e segnata...

Eda Özbakay

Eda Özbakay

Nata e cresciuta in Germania in un contesto bilingue (tedesco/turco), nel 2000 si trasferisce a Roma dove si laurea in...

Hanno scritto

Left

Lo scaffale

Dall’antica Persia, alla raffinata tradizione del regno ottomano, alle rivolte di piazza Taksim, in cui in modo pacifico si è espressa la resistenza giovanile e di tanti artisti .

pagina99

Gli innocenti

Una bella sorpresa. L’autore, sconosciuto in Italia, è un avvocato e giornalista che per motivi politici ha dovuto lasciare la Natale Turchia per l’Inghilterra (ha insegnato a Cambridge).

L’Unità

Gioia e rivoluzione

Una rivolta nel cuore di istanbul, in difesa del parco Ghezi. Ne gugno del 2013  Sönmez raccontò al mondo e al suo paese chi erano i ragazzi che dissero no alla violenza del cemento.

Fahrenheit RADIO3

Gli innocenti

Dal minuto 20:54 Burhan Sönmez racconta il suo romanzo Gli innocenti e la rivolta di Taksim a Fahrenheit RADIO3, in diretta dal Festival LIBRI COME.

 

Corriere delle migrazioni

L’esilio degli innocenti

Burhan Sönmez ha l’aria timida dei filosofi, ma una grinta che spacca le pietre. Quando parla scandisce ogni lettera. Non vuole inciampare sulle vocali, non vuol farsi prendere dalla fretta che è sempre cattiva consigliera.

il Manifesto

L’esilio politico come una ascesi

Non si limita al curdo: attorno a lui si disegna una costellazione di riferimenti letterari che comprende Garda Marquez, il turco Tanpinar, Tolstoj, Wittgenstein.

BalcaniCaucaso

“Gli innocenti” di Burhan Sönmez

“L’uomo è il rifugio dell’uomo”, una risposta di fiducia al destino di tutti gli esiliati. Una marea di piccole storie che compongono una grande storia tra la Turchia e Cambridge, tra la memoria e l’esilio. Diego Zandel intervista lo scrittore turco Burhan Sönmez.

A Sud d’Europa

Piedi a Cambridge, cuore in Medioriente Soenmez e due solitudini che stillano poesia

Qualche take d’agenzia, alcune interviste. L’Italia s’è accorta che la Turchia letteraria non è solo il Nobel Pamuk (W “Il museo dell’innocenza”, a proposito di Pamuk). Per la verità se Burhan Sonmez- che è anche avvocato e giornalista e ha quasi cinquant’anni- ha cominciato a fare capolino sulla stampa nazionale si deve prima di tutto al suo impegno in politica.

Il Cittadino

L’incontro che scalda i nostalgici immigrati

Brani Tawo è un immigrato, uno dei tanti sbarcati in Europa alla ricerca di stabilità e lavoro, con le sue inquietudini, pensando alle sue origini e a caccia di un vecchio modello di macchina fotografica, unico ricordo che lo lega alla sua famiglia ormai perduta.

L’Arena

Scrivere per amore. Una giuria di giornaliste

Sarà consegnato il 15 novembre il premio Scrivere per amore, il concorso letterario internazionale che da 19 anni è organizzato dal Club di Giulietta per premiare un’opera di narrativa che abbia per tema una
storia d’amore.

Sul romanzo

“Gli innocenti” di Burhan Sönmez

Tra un passato leggendario di pastori erranti e l’Inghilterra colta delle diaspore intellettuali e rivoluzionarie, Sönmez racconta il dolore dello sradicamento, attraverso quello del suo alter-ego, l’insonne Brani Tawo, che si aggiunge a quello della giovane ricercatrice iraniana Feruzeh, anche lei fuggita dal suo Paese con una ferita aperta. Sofferenze simili che però non si fanno da specchio perché «ci sono molti tipi di solitudine, non si assomigliano l’uno con l’altro».

la Repubblica

Il paese attraversato da un’instabilità sempre più grande

“Non possiamo dire che Gezi Park sia tornata. ma è chiaro che a due mesi dalle elezioni c’è un’instabilità generale palpabile. Quello che sta succedendo in queste ore non è altro che la spia di un malessere più grande”. Chi parla è uno del leader della rivolta di Gezi Park del giugno 2013. Burhan Sonmez, scrittore, ha pubblicato in ltalia presso l’editore DeiVecchio il libro Gli innocenti, che ruota proprio intorno alla rivolta scatenata in Turchia dalla repressione del partito islarnico al potere.

La Repubblica

Il Sultano fomenta il caos per governare a vita

Il caos che attraversa la Turchia da Istanbul fino alla frontiera con Iraq e Siria sembra appena cominciato. I raid scatenati da Ankara contro il
Califfato Islamico. ma soprattutto contro i ribelli del Pkk. hanno sovvertito una situazione di pace che durava da anni. Questo dice lo scrittore turco Burhan Sonmez, uno dei protagonisti della rivolta
di Gezi Park del 2013 repressa nel sangue. noto in Italia per aver pubblicato con l’editore Del Vecchio un romanzo ispirato a quella vicenda, “Gli innocenti”.

Il Mattino

Un chiaro attacco alla pace e alla democrazia

Un chiaro attacco alla pace e alla democrazia. Che succede in Turchia?
«Erdogan e il suo Governo hanno perso la maggioranza in Parlamento dopo le elezioni generali del 7 giugno 2015 e oggi intendono riconquistare i voti. Questo è il motivo per cui hanno voluto le elezioni anticipate del primo novembre in cui, questa volta, sperano di avere maggiore supporto dai nazionalisti. E questo è anche il motivo per cui incoraggiano questo tipo di azioni violente al fine di creare un’atmosfera di instabilità».

la Repubblica

Battaglia di stato contro la libertà

Siamo finiti sulle barricate. Nessuna più libertà di assembramento. Nessuna possibilità di parlarsi via social network, che si trattasse di Google o Facebook o Twitter. Via anche gli uomini che leggevano pacificamente, piazzattisi per sfida in piedi davanti ai ritratti di Mustafa Kemal, cioè Ataturk, il fondatore della Turchia laica. Giornalisti licenziati per criticare il Capo dello Stato, adesso persino arrestati. Magistrati e poliziotti trasferiti o defenestrati. Questo succede qui.

la Repubblica

Il caos che fa comodo al potere

Quando lo scorso 7 giugno dovevamo andare a votare qui in Turchia, per le elezioni legislative, il Presidente Tayyip Erdogan disse questa frase: «Dateci 400 n1embri del Parlamento e così il problema sarà risolto in pace». Alle elezioni, però, la gente non gli diede i 400 parlamentari richiesti, e il suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo perse la maggioranza nell’Assemblea di Ankara. Quella notte del voto, Burhan Kuzu, ministro e spin doctor di Erdogan, scrisse un tweet dopo i primi risultati: «Avevamo detto: o la stabilità o il caos. La nazione ha scelto il caos. Forse è meglio». E da quando il partito conservatore islamico non è riuscito a formare nessun tipo di governo e ha perso la maggioranza in Parlamento la violenza, improvvisamente, è esplosa. Da allora sono morte almeno 694 persone. E 400 sedi del Partito democratico del popolo, il partito curdo, sono state attaccate. Ma nessuno è stato mai perseguito per questi attacchi. Il 20 luglio, a Suruc un gruppo di giovani che volevano mostrare il loro appoggio alla resistenza della città siriana di Kobane, sono stati massacrati da un kamikaze (34 vittime). Sembrava chiaro che quelle azio-ni fossero state opera dell’Is. E ora, lo stesso tipo di attacco, ad Ankara, con 128 morti. E che cosa fa, il governo? Censurare i media.

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