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Un anno con i francesi

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16,00

Fouad Laroui

Traduzione: Cristina Vezzaro

Anno si pubblicazione: 2015

ISBN: 9788861101333

Pagine: 320

Formato digitale: €7,99

Disponibile su: Bookrepublic, IBS, Kindle store, Kobo store

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Descrizione

Quando il piccolo Mehdi Khatib si presenta al liceo Lyautey di Casablanca con due tacchini, tutti capiscono che viene da un altro universo: da Béni–Mellal, nelle montagne del Medio Atlante. Il suo maestro è riuscito a fargli ottenere una borsa di studio per la città. Nel luglio di quell’anno, gli americani hanno camminato sulla Luna e, nel settembre, Mehdi è atterrato tra i francesi. Con lo humour corrosivo che lo contraddistingue, Fouad Laroui racconta lo choc culturale di un giovane marocchino che scopre il mondo dalla visuale dei francesi. Mehdi, che ha passato i suoi primi dieci anni di vita accudito da una madre legata a una cultura ancestrale, è sconvolto dal cambiamento: è attratto da un lusso in cui si sente però fuori posto, da cibi che in realtà non gli piacciono, e fa fatica a non sentirsi un impostore in quel mondo a cui non appartiene. I giorni passano, individui misteriosi popolano la sua nuova vita, situazioni stupefacenti si succedono una dopo l’altra. Medhi deve arrendersi all’evidenza: non capisce assolutamente nulla. E per di più, quando comincia ad abituarsi, il direttore del liceo si rende conto che Medhi è l’unico a non tornare a casa per il fine settimana, e quindi, per risparmiare il lavoro del personale, decide di affidarlo alla famiglia di un compagno. In quella famiglia, Medhi troverà nuovi interrogativi e alcune risposte, fino al momento in cui dovrà scegliere tra il paradiso che gli viene promesso e la sua vecchia vita.

«Una toccante satira sociale. […] Bilanciato, distaccato, mai sentimentale, Fouad Laroui non dispensa insegnamenti, ma sceglie l’aneddoto, il
dettaglio quotidiano per parlare di integrazione, colonialismo, identità. Ma Un anno con i francesi è allo stesso tempo un inno alla letteratura che fa cadere le barriere e alla lettura che salva da tutte le solitudini.»

Lire

«Fouad Laroui possiede un tono unico, una mescolanza di saggezza disillusa, ironia condiscendente e nervosismo mascherato.»

Internazionale

Fouad Laroui

Fouad Laroui

È un economista e scrittore, nato a Oudja in Marocco. Dopo aver terminato il liceo a Casablanca, ha studiato ingegneria...

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro vive e lavora a Torino. Dal 2005 traduce narrativa e poesia francese, tedesca e inglese per diverse case...

Hanno scritto

la Repubblica

L’arte, il piacere e tutti gli errori degli islamisti

L’arte sembra essere diventato il bersaglio privilegiato dei fondamentalisti: l’attentato al museo di Tunisi, la devastazione di Nimrud. Perché tutto questo odio?
Perché l’arte propone un’alternativa al dogma. Il fondamentalismo religioso, islamico o meno, si basa sulla privazione di ogni piacere e sull’oppressione del corpo. Invece, basta passeggiare per una città meravigliosa come Firenze per rendersi conto di quanto l’essenza dell’arte sia proprio il piacere.

La Nazione

L’islamismo secondo Laroui

Vorrei separare la fede personale con l’uso politico della religione – spiega Laroui. Tutti i fondamentalismi sono da condannare. Il mio invito è quello di studiare e informarsi sull’attualità per affrontare la complessità del presente.

il Messaggero

Alla scoperta dell’Occidente

Laroui si interroga sulla portata del colonialismo, sul tema dell’integrazione che si incrocia per forza con quello dell’identità. Non sempre riesce a trovare risposta ai suoi interrogativi. Anzi a un certo punto si trova davanti a un bivio.

La lettura

Controcopertina

La luna e il liceo francese di un quartiere di Casablanca. Un pianeta lontano anni luce dalle montagne del Medio Atlante da cui l’adolescente Mehdi Khatib arriva nel settembre del 1969 con due tacchini e molti dubbi. Un anno coni francesi è lo scontro tra la cultura ancestrale e la modernltà, affrontato con la leggerezza di Fouad Laroui.

Il Garantista

SOSPESO TRA DUE IDENTITÀ

La scuola può rimanere via d’accesso ai saperi che aprono la strada
ad un’efficace azione nel campo sociale, ma a patto che riesca a
farsi carico delle diseguaglianze di partenza. Solo allora sarà veramente
democratica.

Portobello

Un anno con i francesi

“Che ci faccio qui?”. Ve lo sarete chiesti tante volte, se lo chiede – e come dargli torto? – il piccolo Mehdi, dieci anni, spedito dalle zone interne del Marocco al liceo francese di Casablanca grazie a una borsa di studio che non senza fatica gli ha procurato il direttore della sua vecchia scuola

Mangialibri

Un anno con i francesi

Crescere è complesso, ma quell’anno con i francesi donerà, non senza qualche disavventura rocambolesca e una traccia di malinconia, al nostro giovane eroe gli strumenti per diventare cittadino del mondo. La commozione migliore è forse data dalla leggerezza della commedia: questo libro dimostra ampiamente tale verità.

Letteratura&Cinema

Un anno con i francesi

Il risultato è un libro bellissimo, che, raccontando il percorso di crescita del piccolo protagonista, ha molto del romanzo di formazione; con un tono però che si mantiene sempre straordinariamente leggero pur toccando tematiche importanti e anche profonde, ad esempio l’incontro/scontro fra cultura orientale e occidentale e il senso di inadeguatezza che spesso la crescita porta con sé. Come fa a mantenere la levità? Facile, non spostandosi mai dal punto di vista di Mehdi, che ingigantisce le situazioni in maniera spesso comica, immagina scenari apocalittici in cui i suoi “nemici” muoiono in maniere atroci, male interpreta qualche termine francese (lingua che ha conosciuto soltanto sui libri) e si lancia in voli pindarici privi di senso ma esilaranti, e così via.

ChronicaLibri

Un anno con i francesi

Un’opera di narrativa veramente aggraziata e misurata, dove nulla è lasciato al caso e dove non c’è niente di superfluo, eccessivo o accessorio. Dalla costruzione allo sviluppo dei personaggi, tutto viene presentato al lettore con una facilità disarmante, con una leggerezza che pare spontanea ma è frutto di una sapiente capacità di narrare e di far vivere i personaggi.

il manifesto

La lingua madre è postcoloniale

Nel gran par­lare che oggi si fa del «pro­blema» dei migranti, pochi rie­scono a vedere in cia­scuno di essi una sto­ria, una vita, una carica di uma­nità. Per chi non è a diretto con­tatto con loro è ben dif­fi­cile rap­pre­sen­tarsi i traumi cui essi vanno incon­tro stac­can­dosi dal loro mondo di ori­gine per inol­trarsi in un uni­verso di cui hanno sì car­pito qual­che bran­dello, ma che sono lungi dal cono­scere bene e che riserva ogni giorno sor­prese e novità. Un indub­bio merito di que­sto libro, per chi lo legga in modo non super­fi­ciale, è dun­que que­sto: pur senza mirare espli­ci­ta­mente a scuo­tere le coscienze, esso per­mette di intrav­ve­dere alcuni dei pro­blemi con­creti che a ogni passo incon­tra chi giunge in un paese euro­peo cono­scen­done ben poco, e avanza a ten­toni, cer­cando di capire e di integrarsi.

L’Indice

Un anno con i francesi

Fouad Laroui riesce a scrivere un romanzo pieno di humour, a tratti spassoso, senza chiudere gli occhi sulle difficoltà dello scontro tra culture e senza lasciare intendere che un anno con i francesi basti a dissiparle tutte.

Torino Sette

Un anno con i francesi

Bilanciato, distaccato, mai sentimentale, Fouad Laroui non dispensa insegnamenti, ma sceglie l’aneddoto, il dettaglio quotidiano per parlare di integrazione, colonialismo, identità.

Donna moderna

A Natale fidati dei librai

Malvina Cagna, della libreria Trebisonda di Torino, consiglia Un anno con i francesi. Una favola moderna da leggere come un inno ai sogni e all’integrazione.

Piego di libri

Un anno con i francesi

Divertente, dissacrante, e al contempo utile per superare vecchi stereotipi e pregiudizi. “Un anno con i francesi”, scritto dal marocchino Fouad Laroui è un inno alla comprensione reciproca e alla tolleranza. Il romanzo è del 2010, ben prima della strage di Charlie Hebdo e degli attacchi terroristici del 13 novembre scorso a Parigi (in Italia è stato tradotto e pubblicato da Del Vecchio Editore nel 2015), ma assume in questo senso un valore profetico, sulle difficoltà sociali e culturali dell’integrazione.

Lo straniero

Un anno con i francesi

Un anno con i francesi ha chiari punti di contatto con il romanzo sull’infanzia algerina di Camus Il primo uomo, ma a differenza di questo è costruito dalla prospettiva del bambino e mantiene per tutta la sua durata un registro  comico basato su equivoci linguistici e sulla diversità del piccolo musulmano in mezzo ai francesi, sia a scuola che nella famiglia di un compagno che lo ospiterà nei fine settimana.

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