sabato, 12 dicembre 2015
ELSINA E IL GRANDE SEGRETO
ELSINA E IL GRANDE SEGRETO di Sandra Petrignani
Il nuovo appuntamento di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, vede come protagoniste Sandra Petrignani e Elsa Morante (nei giorni scorsi abbiamo ricordato la Morante per il trentesimo anniversario della morte). L’occasione è offerta dalla recente pubblicazione di un nuovo volumetto della benemerita casa editrice Rrose Sélavy intitolato “Elsina e il grande segreto“. Elsina è, naturalmente, Elsa Morante da bambina. A “ritrarne” la voce è – appunto – Sandra Petrignani, con l’accompagnamento visivo delle illustrazioni di Gianni De Conno. Il testo è introdotto da Franco Lorenzoni. (È possibile sfogliare le prime pagine del libro, cliccando qui).
Ho avuto la possibilità di discuterne con Sandra Petrignani, a cui peraltro – proprio per «Elsina e il grande segreto» - è stata assegnata la targa ‘Morantiana’ del Premio Morante che inaugura la nuova sezione dedicata agli autori che tengono viva la memoria di Elsa Morante promuovendone storia e letteratura.
- --Cara Sandra, cosa ti lega in particolare alla figura di Elsa Morante?
La sua grandezza: è stata la scrittrice italiana che ho più letto e meditato nella giovinezza con un effetto di folgorazione. Poi mi sono appassionata alla sua vita, mi ha sempre incuriosita il suo carattere aspro. Anche se ho evitato di conoscerla, quando ne ho avuto l’occasione, perché non volevo disturbare il mio amore per lei. Oggi, con l’equilibrio dell’età, mi sono permessa di riflettere in forma di fiaba sulla sua infanzia difficile, giocandoci anche un po’.
- Con quale spirito hai affrontato questa piccola grande sfida che ti ha proposto Rrose Sélavy?
Con fedeltà e libertà insieme, rispetto ai fatti della realtà biografica. Di vero nella mia fiaba c’è che Elsa ha avuto due padri, uno biologico, e uno “ufficiale”, ci sono tratti del suo carattere prepotente e creativo, il suo amore sconfinato per gli animali. La “soluzione” del conflitto infantile è tutta mia invece, ma in linea – spero – con lo spirito libero e manipolatorio della Morante adulta.
- Che tipo di approccio hai usato con riferimento alla stesura del testo e al linguaggio da adottare?
Ho pensato a un racconto orale davanti a un pubblico di bambini, nessun intento didattico, ma solo la voglia di mettermi sullo stesso piano, di trovare una complicità con un uditorio infantile. Spiegare sentimenti complessi in modo semplice e diretto è necessario, quando si vuol comunicare a un livello profondo con un bambino. E pensare che la fiaba non sarebbe stata letta, ma ascoltata (attraverso la voce di un genitore, un insegnate, o altra persona adulta) mi ha aiutata a trovare il tono giusto. Perché i bambini, anche quando sono in grado di leggere da soli, sempre hanno in testa la voce che narra.
- Cos’è che più di ogni altra cosa apprezzi della Elsina che emerge da questo tuo racconto? (continua…)
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