lunedì, 10 novembre 2008
ASCOLTARE: UN MODO PER ‘LEGGERE’ DI PIÙ
Tempo fa, erano gli anni Ottanta, mi imbattei su un articolo di Stephen King sugli audiolibri. In quel pezzo il Re raccontava in termini entusiastici del suo rapporto con la letteratura narrata a voce e di come non si facesse mancare mai le audiocassette dei suoi romanzi preferiti da ascoltare – o ri-ascoltare – in macchina (allora non c’erano i Cd e gli Mp3, come quelli che sta ascoltando la ragazza nella foto).
A quei tempi non feci molto caso a quelle dichiarazioni, ma – evidentemente – mi devono essere rimaste impresse, visto che adesso che le rievoco.
Devo essere sincero… non è che in questi anni abbia mai avuto modo di riflettere granché sulla utilità degli audiolibri. Quest’estate, però, è successo qualcosa. È successo che per via di problemi di salute mi sono ritrovato a letto senza neanche avere la forza di reggere un libro tra le mani. Per via di quella debolezza contingente ho colto l’occasione per ascoltare uno dei miei romanzi preferiti che avevo letto con grandissimo trasporto da ragazzo: L’isola del tesoro di Stevenson (un audiolibro che mi era stato regalato di recente).
Ebbene… è stata un’esperienza folgorante. Non solo ho riletto il libro con le orecchie, ma ho percepito sensazioni… come dire… diverse, “ulteriori”, rispetto a quelle derivanti dalla lettura ordinaria.
A quel punto, una volta ristabilitomi, mosso da grande curiosità, mi sono preso la briga di contattare l’editore di quella edizione audio de L’isola del tesoro.
Si tratta de “Il Narratore”, casa editrice leader in Italia nella produzione e pubblicazione di audiolibri, nata da un progetto ideato nel 1997 da Maurizio Falghera.
Ho chiesto a Maurizio di parlarci un po’ degli audiolibri, per cui leggerete (e ascolterete) suoi contributi nella seconda parte di questo post.
Estrapolo e riporto qui questa sua domanda: possibile che nessuno si accorga delle grandi potenzialità culturali, educative, didattiche, perfino terapeutiche che l’ascolto di audiolibri può avere?
E a voi? Vi è mai capitato di leggere libri… ascoltandoli?
Cosa pensate degli audiolibri?
Massimo Maugeri
P.s. Rimanete connessi a questo post, se potete… potrebbero intervenire degli “ospiti d’eccezione”
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Ascoltare audiolibri: un modo per leggere di più
di Maurizio Falghera
Sicuramente i lettori di questo blog sanno per esperienza personale o per sentito dire che cosa sono gli audiolibri e quindi non mi dilungo in una spiegazione sui molteplici usi di questo ‘nuovo-vecchio’ strumento di diffusione della cultura e perciò vado subito al punto che mi interessa discutere.
Si sa che in Italia la propensione alla lettura di libri è quanto di più modesto ci sia in confronto con gli altri paesi europei. L’Italia è al 48° posto nella lista delle nazioni per quanto riguarda la “literacy” (termine che indica il livello di abilità nel leggere, scrivere, ascoltare e parlare) secondo il rapporto UNESCO del 2007/2008. Ben il 37 % degli italiani non legge neanche un libro all’anno secondo l’ISTAT (rapporto 2007).
E’ stato dimostrato che vi è correlazione positiva fra sviluppo economico-sociale e grado di Literacy (Università di Ottawa in collaborazione con il Dipartimento di Statistica del Canada, 2004).
Quindi si deduce che se gli italiani non leggono di più, non ascoltano meglio e non imparano a scrivere come si deve, precipiteranno ancor più in fondo alla lista con ulteriori problemi di sviluppo, competitività, innovazione, redditività e così via.
Se ognuno di quegli italiani che non leggono (per fare solo un esempio) ma che guidano l’automobile, il camion, oppure prendono l’autobus o il treno per andare a scuola o al lavoro, ascoltasse un audiolibro alla settimana durante i viaggi, avrebbe “letto” almeno qualche decina di libri in un anno, facendo alzare significativamente la media della Literacy, con esiti positivi per lo sviluppo culturale generale della popolazione.
Mi rendo conto dell’astrattezza, e forse dell’ingenuità, di un tale discorso, che implica, per essere completo, l’analisi di una quantità notevole di altre variabili, comunque sono dell’opinione che solo una tendenza generale all’uso di audiolibri (se non altro per quel 60% di italiani che motiva la non-lettura con la mancanza di tempo, la stanchezza, le difficoltà di visione, ecc.) può dare una mano ad evitare un crescente analfabetismo di ritorno.
Il Narratore audiolibri, la casa editrice che dirigo da undici anni, è considerata leader del settore in Italia, in un mercato editoriale che definire “di nicchia” è un eufemismo, però dalle ricerche condotte recentemente, almeno un americano su quattro ascolta audiolibri, un inglese su cinque, un tedesco su sei e questi che ascoltano non sono tutti privi di vista…
Al di là quindi di ogni possibile polemica fra fautori e detrattori delle letture ad alta voce quello che mi chiedo (e su cui sarei felice che si avviasse un dibattito) è:
possibile che nessuno si accorga delle grandi potenzialità culturali, educative, didattiche, perfino terapeutiche che l’ascolto di audiolibri può avere?
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Ascoltare gli audiolibri fa bene
A cura de il Narratore audiolibri
Un giorno, ad un cocktail party organizzato da un’associazione degli editori italiani, due signori, casualmente vicini, si misero a chiacchierare fra loro, fra una tartina al salmone e una coppa di prosecco. Com’è d’uso, l’uno chiese all’altro che tipo di libri pubblicasse e questi gli rispose che non pubblicava libri ma… audiolibri.
“Come!? Audiolibri? Ah! Ho capito ! Fai le cassette per i ciechi!”, disse il primo.
“Veramente produciamo audiolibri in CD audio, in CD MP3, sono digitalizzati e compressi e chiunque li può scaricare, anche in rete. Le cassette sono ormai fuori moda, obsolete.
E tu cosa pubblichi?”
“Oh, abbiamo diverse collane: classici e moderni con una speciale cura per la qualità del libro, della carta, delle illustrazioni…”
“Ah, certo! pubblichi libri per i sordi!…”, lo interruppe il secondo editore.
Naturalmente si fecero una gran risata e poi l’editore di libri chiese all’altro di spiegargli meglio questa storia degli audiolibri, di fargli capire insomma a che cosa mai servissero oltre che fornire un servizio ai privi di vista e agli ipovedenti.
Allora il secondo editore rispose di essere convinto che ascoltare audiolibri faccia bene: faccia bene alla cultura, faccia bene allo spirito, faccia bene perfino alla salute. Se sono registrati da una voce competente e bella gli audiolibri portano alla vita i significati e il cuore stesso di un libro. Sì, perché non si legge solo con gli occhi, ma anche con le orecchie, anzi, occhi ed orecchie, se impegnati contemporaneamente nella stessa lettura, fanno miracoli… il cervello integra i due tipi di informazioni ed è come se si ottenesse un effetto di “profondità di campo” e allora tutto diventa più semplice: una persona impara un sacco di parole nuove, nuove espressioni, aumenta l’attenzione e il pensiero diviene più ‘flessibile’, insomma il libro si capisce molto meglio.
Non ce l’aveva di certo contro i libri stampati, anzi. Sosteneva che ascoltare gli audiolibri, secondo tutte le ricerche fatte in America e in Inghilterra, fa aumentare la voglia di leggere libri, e… di molto!
Il primo editore sbalordì e dopo che l’altro gli ebbe spiegato che il mercato editoriale degli audiobooks (così si chiamano in inglese) va alla grande da diversi anni nei paesi anglosassoni, Germania e paesi scandinavi compresi, e ora anche in Francia, con aumenti del fatturato annuale fra i più alti dell’intera industria editoriale, gli chiese di spiegargli meglio come fosse possibile che questo nuovo prodotto facesse bene in tutti quei modi.
Allora l’editore di audiolibri fece un gran respiro e cominciò a raccontare….
Il seguito della storia potete ascoltarla cliccando sotto qui… o leggerla cliccando qui.
Tags: audiolibri, il narratore, maurizio falghera
Scritto lunedì, 10 novembre 2008 alle 21:55 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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