MASSIMO FRANCO (con “L’assedio” – Mondadori) e FEDERICO RAMPINI (con “Banche: possiamo ancora fidarci?” – Mondadori) in radio a Letteratitudine in Fm di lunedì 16 maggio 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)
In Fm e in streaming su Radio Hinterland
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia: Federico Marin
LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO
…
* * *
Massimo Franco e Federico Rampini sono stati gli ospiti della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 16 maggio 2016.
Con Massimo Franco abbiamo discusso delle tematiche trattate nel suo nuovo libro intitolato: “L’assedio. Come l’immigrazione sta cambiando il volto dell’Europa e la nostra vita quotidiana“ (Mondadori Stile Libero Saggi).
Con Federico Rampini abbiamo discusso delle tematiche trattate nel suo nuovo libro intitolato: “Banche: possiamo ancora fidarci?” (Mondadori Stile Libero Saggi).
* * *
“L’assedio. Come l’immigrazione sta cambiando il volto dell’Europa e la nostra vita quotidiana“ (Mondadori Stile Libero Saggi) – di Massimo Franco
Un milione di migranti in Europa nel 2015: è giusto definirlo un assedio? O sarebbe più corretto parlare di “sindrome dell’assedio”? Massimo Franco racconta le ambiguità e le contraddizioni di questa “parola-matrioska” che porta in sé tanti significati diversi. L’immigrazione, secondo lui, è il riflesso di un assedio all’Unione Europea che ha avuto inizio qualche anno fa e che è condotto non solo da fuori ma anche dal suo interno. I migranti sarebbero quindi il sintomo e non la causa dello sconvolgimento in atto, gli acceleratori di cambiamenti e difficoltà cominciati ben prima. La tendenza, oggi, è quella di farne invece facili capri espiatori. In realtà, i profughi e i clandestini che arrivano da Siria, Iraq, Africa subsahariana e Maghreb sono gli ultimi assedianti, in ordine di tempo, dell’Europa. Nel passato recente, i colpi al mito del “Continente perfetto”, alla sua stabilità, sono venuti proprio dagli Stati membri: dai nazionalismi cresciuti nelle pieghe della crisi economica e di antichi e nuovi pregiudizi. E nella loro scia è emerso un populismo che usa una migrazione epocale come pretesto per politiche sempre più autarchiche. Ne emerge una transizione caotica, per l’incapacità dei governi di prevederla e di coglierne i vantaggi, senza dimenticare che alcune crisi mediorientali sono state aggravate dagli errori strategici dell’Occidente. Lo stesso terrorismo dei «macellai» dello Stato islamico è infatti anche il prodotto di un dopoguerra in Iraq che Europa e Usa hanno sottovalutato e trascurato. Il ritorno dell’epoca dei muri nel Vecchio continente chiude il cerchio della paura dell’invasione conferendo una sorta di cupa fisicità alla «sindrome dell’assedio». Ma il ripiegamento di ciascuno nei propri confini minaccia di frenare l’economia e di favorire un’«industria della migrazione» sospesa tra legalità e illegalità. A trarne vantaggio saranno i tanti Donald Trump europei, euroscettici e xenofobi: sottoprodotti anche loro delle certezze perdute. Nel settembre 2015, il generale statunitense Martin Dempsey ha affermato che da mesi la Nato sta analizzando la grande migrazione e che questa durerà vent’anni: i tempi di un fenomeno strutturale. Il dilemma è: governare o subire i migranti? Fermarli, secondo Massimo Franco, sarà impossibile, senza una strategia collettiva dell’Occidente. Non sono i muri a proteggere l’identità europea. È più utile prendere atto della fine dell’eurocentrismo e ricalibrare l’analisi. La difesa miope di un’identità preziosa è la scorciatoia per smarrirla del tutto.
Massimo Franco è inviato e notista politico del «Corriere della Sera». Ha lavorato ad «Avvenire», «Il Giorno», «Panorama ». È membro dell’International Institute for Strategic Studies (Iiss) di Londra. Fra i suoi libri ricordiamo: Lobby, il Parlamento invisibile (1988), Hammamet (1995, nuova ed. 2000), Il re della Repubblica (1997), I voti del cielo (2000), Polvere di spie (2002) e, per Mondadori, Andreotti visto da vicino (1989), Tutti a casa (1993), Imperi paralleli (2005, edito negli Stati Uniti da Doubleday – Random House nel 2009), Andreotti (2008), C’era una volta un Vaticano (2010), La crisi dell’impero vaticano (2013, edito negli Stati Uniti da Open Road) e Il Vaticano secondo Francesco (2014).
* * *
“Banche: possiamo ancora fidarci?” (Mondadori Stile Libero Saggi) – di Federico Rampini
Il 2015 verrà ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati né preparati. Sono fallite delle banche. Piccole, ma non trascurabili. La protezione del risparmio è stata messa in dubbio. Un brivido di paura si è diffuso perfino tra i clienti di altre banche più grosse e più solide, perché nel frattempo entravano in vigore nuove regole, imposte dall’Europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. Sono così venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. In parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in Cina e persino nell’insospettabile Germania. E a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. Anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l’economia, non offrono certezze. In America, nell’Eurozona o in Giappone, la debolezza dell’economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. In un’epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio è ancora più importante che in passato. Ma possiamo fidarci di chi ce lo gestisce? Quali precauzioni dobbiamo prendere per evitare di essere defraudati, impoveriti? Nel 2013 Federico Rampini scriveva: «I grandi banditi del nostro tempo sono i banchieri. La crisi iniziata nel 2007 nel settore della finanza americana, poi dilagata ad ampiezza sistemica nel 2008 fino a contagiare l’economia reale di tutto l’Occidente, ebbe la sua causa scatenante in comportamenti perversi dei banchieri». Da allora, siamo sicuri che il mondo sia cambiato? Abbiamo appreso le lezioni di quella crisi, per evitare una ricaduta? O, al contrario, le cause profonde non sono state veramente aggredite né tantomeno sanate? Rampini torna ad accendere i riflettori sui mali e le malefatte della finanza e sui comportamenti non sempre virtuosi dei banchieri. E questo suo libro vuole servire da guida. Per capire quel che sta succedendo nel sistema del credito. Per essere meno sprovveduti e fragili di fronte agli shock finanziari. Per imparare qualche regola di sopravvivenza, di autodifesa di fronte a quelli che da tutori possono trasformarsi improvvisamente in predatori del nostro risparmio.
Federico Rampini, corrispondente della «Repubblica» da New York, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole-24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato alle università di Berkeley, Shanghai, e alla Sda-Bocconi. È membro del Council on Foreign Relations, think tank americano di relazioni internazionali. È autore di numerosi saggi, tra cui San Francisco Milano (Laterza, 2004), Rete Padrona (Feltrinelli, 2014). Da Mondadori ha pubblicato: Il secolo cinese (2005), L’impero di Cindia (2007), L’ombra di Mao (2007), La speranza indiana (2008), Occidente estremo (2010), Alla mia Sinistra (2011), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo (2012), Banchieri (2013), Vi racconto il nostro futuro (2013), All You Need Is Love (2014), da cui ha tratto uno spettacolo teatrale, e L’Età del Caos (2015).
* * *
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia: Federico Marin
LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO
…
La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “In the flesh?” (Pink Floyd); “Is there anybody out there?” (Pink Floyd); “Money” (Pink Floyd).
(continua…)
Commenti recenti