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Archivio di luglio 2011

lunedì, 25 luglio 2011

LA CENSURA “AUTOMATICA” DI FACEBOOK

LA CENSURA “AUTOMATICA” DI FACEBOOK

Chi mi segue su Letteratitudine è al corrente del mio entusiasmo rivolto alla rivoluzione Internet (come non riconoscere, per esempio, il ruolo importante che di recente il web ha giocato nel rovesciamento di un paio di regimi dittatoriali in Nord Africa). Questo entusiasmo, tuttavia, non mi ha mai impedito di stigmatizzare gli aspetti negativi della rete (che pur ci sono). Sin dai “primissimi tempi” ho messo in risalto i rischi che potevano derivare dal monopolio di Google. Insieme all’amica Simona Lo Iacono ho puntato l’indice sulla piaga della pedofilia on line, e ho evidenziato che anche la scrittura in rete implica l’assunzione di responsabilità.
Tempo fa, nel post che potete leggere di seguito, ho anche cercato – insieme a voi – di analizzare i pro e i contro di Facebook: il più frequentato social network di questi anni.
Vorrei aggiornare il suddetto post, raccontandovi un episodio che è capitato proprio a me.
Giorno 16 luglio, ho provato a inserire nel mio profilo Facebook (e in quello di Letteratitudine) il link di un nuovo post (in genere riporto i link senza “taggare” – cioè “invitare alla discussione” – nessuno… proprio per evitare di disturbare). Scopro, con enorme sorpresa, che il link non è pubblicabile. Nel momento, infatti, in cui clicco sull’apposito pulsante, appare una finestra contenente il testo che riporto di seguito: “In questo messaggio sono presenti dei contenuti bloccati che sono già stati contrassegnati come offensivi o spam. Facci sapere se ritieni che si tratti di un errore”.
Cliccando sulle parole “Facci sapere”, si apre una nuova finestra dove mi si dà conferma che i contenuti di Letteratitudine sono stati segnalati come offensivi. Anche in questo caso riporto il testo che appare sulla finestra: “Il contenuto che stai tentando di pubblicare su Facebook è stato segnalato come offensivo. Compila questo modulo se ritieni che questo contenuto sia stato bloccato per errore”.
Nonostante abbia compilato il suddetto modulo decine e decine di volte (forse anche centinaia), e nonostante le numerose mail inviate all’help desk di Facebook, la censura non è stata sbloccata. Non solo: non mi è mai stata data alcuna spiegazione.
Ancora oggi (sono trascorsi dieci giorni, all’incirca) non è possibile pubblicare link di Letteratitudine. E, ripeto, senza che ne conosca le ragioni. Non solo non posso farlo io, ma non può farlo nessuno degli utenti di Facebook (500 milioni di persone, sparse per il pianeta).
Ovviamente la cosa mi dispiace, intanto per il fatto (paradossale) che uno dei principi fondanti di Letteratitudine (come ben sa chi mi segue) coincide con il rispetto dell’altro e delle altrui idee (altro che contenuti offensivi!), ma anche per il fatto che nessuno degli amici di questo blog (e in tanti hanno provato a farlo) possono pubblicare sui loro profili link di origine letteratitudiniana.
Per fortuna il danno arrecato non è particolarmente rilevante, giacché Letteratitudine ha una sua autonomia ed è del tutto indipendente da Facebook. Tuttavia ho deciso ugualmente di “denunciare” l’episodio dato che qualcosa del genere potrebbe capitare a chiunque. Anche perché i “buontemponi dalla segnalazione facile” (chiamiamoli così) sono sempre esistiti e sempre esisteranno. E forse è pure inutile prendersela con loro.
È bene che sappiate – cari utenti di Facebook – che, se qualcuno dovesse cominciare a segnalare i contenuti dei vostri blog (che linkate sui vostri profili) come offensivi (al di là del fatto che lo siano davvero), prima o poi verrà applicata questa forma di censura “automatica” (che opera, cioè, senza che si sia proceduto a una previa verifica dei contenuti) anche a vostro danno. Del resto non è capitato solo a me (so di persone che, da un giorno all’altro, e senza spiegazioni, si sono visti cancellare il loro profilo).
Vi garantisco che vedersi censurati (o eliminati) senza motivo, senza preavviso e senza spiegazioni è tutt’altro che piacevole.
http://giano.luiss.it/files/2009/09/Il-processo.jpgMi viene in mente l’incipit del noto romanzo postumo di Franz Kafka, “Il processo”: Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato (traduzione di Primo Levi, Einaudi, 1983).

Ora, partendo dal presupposto che i “buontemponi dalla segnalazione facile” (continuiamo a chiamarli così) sono sempre esistiti e sempre esisteranno, credo che chi dovrebbe evitare che accadano episodi del genere sia proprio il social network.
Capisco che controllare i contenuti messi on line da 500 milioni di utenti è piuttosto complesso e gravoso, tuttavia quando un sito web (proprio grazie al numero esorbitante dei propri iscritti) raggiunge il valore aziendale di 50 miliardi di dollari (è il caso di Facebook) credo che il problema debba essere affrontato in maniera più seria.
Anche perché, a dirla tutta, è paradossale sentire le lagnanze dei manager di questi colossi della Rete quando si lamentano della difficoltà a penetrare nei paesi assediati da un regime dittatoriale, mentre poi loro stessi – al loro interno – applicano metodi sbrigativi che, in alcuni casi, sfociano in forme di censura automatica di “stampo sovietico”.

Il consiglio che vi do, dunque, è di prendere consapevolezza del fatto che, all’interno di un social network come Facebook (utilissimo, per carità: ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita!), siamo tutti assoggettati alle decisioni (e agli automatismi censori) di un deus ex machina.

Meglio mantenersi indipendenti, dunque. Se possibile.
Scusate lo sfogo!

Massimo Maugeri
(25 luglio 2011)

P.s. Attendo, ovviamente, le vostre opinioni in merito.
P.p.s. Sarei grato se le notizie inserite in questo post potessero “circolare”. Magari può essere utile per sbloccare la censura. Perciò, linkate e scrivete (se potete). Grazie in anticipo.

(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE   278 commenti »

mercoledì, 13 luglio 2011

Da LE AZIENDE IN-VISIBILI a LA MENTE IN-VISIBILE

la-mente-invisibileSono molto lieto di poter dare spazio a “La Mente Invisibile“, il nuovo progetto editoriale di scrittura collettiva – organizzato da Marco Minghetti – che possiamo considerare come la prosecuzione naturale del romanzo collettivo a colori intitolato “Le Aziende In-Visibili” (a cui partecipai pure io, come specificato nel post del 15 ottobre 2008 che potete leggere di seguito).
Tra i vari autori coinvolti in questa nuova avventura letteraria a più mani, figura anche il caro e indimenticabile Luciano Comida. A lui è dedicato il libro… e questo post.
Nel corso della discussione chiederò a Marco e agli autori coinvolti di spiegarci come è nato e come si è sviluppato il progetto narrativo. Chiederò anche a cosa è dovuta la scelta di pubblicare il testo su “ilmiolibro“, anziché rivolgersi a un tradizionale editore.
Segue, intanto, la scheda del romanzo.

Mentre il celebre produttore di musica pop Phil Spector e Charles “Figlio dell’Uomo” Manson sono impegnati in un misterioso progetto alla Corcoran State Prison; mentre si svolge “La Bestia del Mare”, reality show durante il quale i telespettatori decidono in diretta della vita e della morte dei protagonisti per via telepatica, attraverso i loro caschi brainframe; mentre l’oscuro funzionario Seamus è impegnato in una indagine relativa alla decapitazione del transessuale Holly Phern;mentre tutto questo accade, un duello mortale vede impegnati Sam Deckard e il “virus elettronico” o “cadavatar” (cadavere-avatar) Omar. Anteriori a questi fatti sono le vicende di Petrus, eroe oscuro di una serie di battaglie contro la Mafia e il potere costituito, al termine delle quali incontra Deckard, al culmine della potenza come Direttore Generale della Dreamcorp, una settimana prima della sua misteriosa scomparsa. Petrus diventa quindi il profeta anti-sistema chiamato l’Uomo del Deserto, che verrà fatto decapitare per desiderio della crudele Yana dal malvagio Re Kannon… Sono questi solo alcuni degli elementi intorno a cui ruota La Mente InVisibile. Dopo il successo de Le Aziende InVisibili, Marco Minghetti torna con la sua Living Mutants Society (in edizione limitata per l’occasione) con un romanzo dove si intrecciano storie liquide, discontinue, dal tempo reversibile: un cubo di Rubik narrativo in cui undici storie si incontrano, si sovrappongono, si frantumano, si confondono l’una con l’altra per poi sciogliersi in una combinazione inaspettata, che pure lascia con la sensazione di essere solo una penultima verità. Horror, Metafisica & Rock’n Roll sono le chiavi del romanzo dedicato alla memoria di Luciano Comida, uno dei membri della Living Mutants Society, scomparso proprio mentre il volume stava per andare in stampa. Oltre a Marco Minghetti, i co-autori sono: Luciano Comida, Patrizia Debicke, Antonio Fazio, Gianluca Garrapa, Mario Pireddu, Matteo Recine, Andrea Sgarro, Piero Trupia, Antonio Tursi.

Di seguito, il post dedicato a “Le Aziende In-visibili”

Massimo Maugeri

(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   242 commenti »

sabato, 2 luglio 2011

CINQUANT’ANNI DALLA MORTE DI HEMINGWAY E DI CÉLINE

Cinquant’anni fa, il 2 luglio 1961, moriva lo scrittore statunitense Ernest Hemingway. Poche ore prima era deceduto lo scrittore e medico francese Louis-Ferdinand Céline

hemingway-celine

Vorrei ricordare questi due colossi della letteratura mondiale nell’apposito spazio letteratitudiniano dedicato alla memoria, agli anniversari e alle ricorrenze. Chiedo, come sempre, il vostro contributo per riempire questa pagina on line. Per incentivare la discussione, come sempre, vi rivolgerò alcune domande in tema (subito dopo queste due brevi schede sugli autori citati, “estrapolate” – per par condicio – da wikipedia)… invitandovi a fornire le vostre risposte.

Ernest Miller Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) è stato uno scrittore statunitense. Fu romanziere, autore di racconti brevi e giornalista.
Soprannominato Papa, fece parte della comunità di espatriati a Parigi durante gli anni venti, conosciuta come “la Generazione perduta”, e da lui stesso così chiamata nel suo libro di memorie “Festa mobile”. Condusse una vita sociale turbolenta, si sposò quattro volte e gli furono attribuite varie relazioni sentimentali. Raggiunse già in vita una non comune popolarità e fama, che lo elevarono a mito delle nuove generazioni. Hemingway ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per “Il vecchio e il mare”, e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.
Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall’essenzialità e asciuttezza del linguaggio e dall’understatement, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del Romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall’indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare “grazia” in situazioni di disagio. Molte delle sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura americana.

1. Che rapporti avete con le opere di Ernest Hemingway?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Hemingway che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Preferite l’Hemingway romanziere o l’Hemingway autore di racconti?
5. Tra le varie “citazione” di (o su) Hemingway di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?
6. A cinquant’anni dalla morte, qual è l’eredità che Hemingway ha lasciato nella letteratura mondiale?

* * *

Louis-Ferdinand Céline, pseudonimo di Louis-Ferdinand Auguste Destouches (Courbevoie, 27 maggio 1894 – Meudon, 1 luglio 1961), è stato uno scrittore e medico francese. Lo pseudonimo, con cui firmò tutte le sue opere, era il nome della nonna materna.
Céline è considerato uno dei più influenti scrittori del XX secolo, celebrato per aver dato vita a un nuovo stile letterario che modernizzò la letteratura francese ed europea. La sua opera più famosa, “Viaggio al termine della notte” (Voyage au bout de la nuit, 1932), è un’esplorazione cupa e nichilista della natura umana e delle sue miserie quotidiane, dove la misantropia dello scrittore è costantemente ravvivata da un acuto cinismo. Lo stile del romanzo – con il continuo mischiarsi di linguaggio popolare ed erudito e il frequente uso di iperboli ed ellissi – impose Céline come un innovatore nel panorama letterario francese.
Per le sue prese di posizione e affermazioni durante la Seconda guerra mondiale, esposte in alcuni pamphlet successivamente accusati di antisemitismo, Céline rimane oggi una figura controversa e discussa.

1. Che rapporti avete con le opere di Céline?
2. Qual è quella che avete apprezzato di più?
3. E l’opera di Céline che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Tra le varie “citazione” di (o su) Céline di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?
5. A cinquant’anni dalla morte, qual è l’eredità che Céline ha lasciato nella letteratura mondiale?

Di seguito un articolo pubblicato su Tuttolibri (de “La Stampa”) di sabato 25 giugno in cui si ricordano entrambe le ricorrenze.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   162 commenti »

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