mercoledì, 15 gennaio 2020
IL GIORNO SPECIALE DI MAX di Sophie Andriansen
Per “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del romanzo intitolato “Il giorno speciale di Max” di Sophie Andriansen (De Agostini – traduzione di Elisa Macellari – illustrazioni di Ilaria Zanellato), incentrato sull’Olocausto visto attraverso gli occhi innocenti di un bambino.
Proponiamo una presentazione del libro, un’intervista all’illustratrice e un estratto.
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La De Agostini propone questo romanzo per ragazzi, “Il giorno speciale di Max” (titolo originale: “Max et les poissons”), firmato dall’autrice francesce Sophie Andriansen (traduzione di Elisa Macellari – illustrazioni di Ilaria Zanellato), dedicato al tema dell’Olocausto (in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio): una storia che è stata ben apprezzata dalla critica francese e che ha vinto numerosi riconoscimenti letterari. La narrazione è ambientata durante il rastrellamento di Drancy del 1942 (alla fine del libro è disponibile una breve sezione dedicata alla seconda guerra mondiale e un approfondimento per capire meglio cosa è accaduto a Drancy).
Max è un bimbo molto legato al suo pesciolino. Un giorno, però, arrivano i tedeschi. È il 16 luglio 1942. Max e la sua famiglia devono fare le valigie. Il bambino non sa per dove, sa solo che il pesciolino Auguste non potrà seguirlo.
“Un giorno”, scrive Sophie Andriansen, “la commessa di un negozio di scarpe mi ha regalato un pesce rosso. Non avevo nemmeno la metà degli anni di Max e tutta fiera mi sono portata a casa il pesciolino chiuso in un sacchetto di plastica pieno d’acqua. Mio nonno non mi aveva ancora insegnato a pescare i pesci gatto nello stagno.
Venticinque anni dopo ho conosciuto una donna coraggiosa che, insieme ai fratellini, era sfuggita al rastrellamento del Velodromo d’Inverno e mi ha raccontato la sua storia.
Max è nato così. In una notte di dicembre, quasi settant’anni dopo quella retata, è venuto a sussurrarmi che dovevo anch’io dar voce ai bambini di luglio. Ho mescolato quella voce con i miei ricordi d’infanzia: l’estate, le rane e le candeline su un clafoutis di ciliegie. Perché ogni anno festeggio anch’io il compleanno verso metà luglio.
Quella di Max non è una storia vera. Nel 1942 vengono portati a Drancy, vicino a Parigi, gli uomini celibi e le famiglie senza figli. Le famiglie con bambini vengono portate nei campi di Beaune-la-Rolande o di Pithiviers, nel dipartimento di Loiret. Da lì vengono in seguito deportate tutte ad Auschwitz, in Polonia. Nessuno di quei bambini è tornato. Ma nel corso della guerra ci sono stati cittadini che hanno rischiato la propria vita per salvare quella di altre persone. Alcuni di loro vivevano di sicuro in case dai muri bianchi con le persiane azzurre, con vasi di fiori sui davanzali e pesci nello stagno.
Quindi una vicenda come quella di Max sarebbe potuta accadere”.
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VISTO DALL’ILLUSTRATRICE. INTERVISTA A ILARIA ZANELLATO (continua…)
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