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venerdì, 1 ottobre 2021

PIERLUIGI BATTISTA con “La casa di Roma” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

PIERLUIGI BATTISTA con “La casa di Roma” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA QUI

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Ospite della puntata: il giornalista e scrittore Pierluigi Battista.

Con Pierluigi Battista abbiamo discusso del suo romanzo intitolato “La casa di Roma” (La nave di Teseo)

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La scheda del libro: “La casa di Roma” di Pierluigi Battista (La nave di Teseo)

Può un romanzo mandare in pezzi un’intera famiglia? Quando Marco, un giovane sceneggiatore, decide di raccontare in un libro la storia della sua famiglia, non immagina le conseguenze che quelle pagine avranno sui suoi affetti più cari.
Ordinando i ricordi della madre e dello zio, Marco insegue i fili della famiglia Grimaldi attraverso una lunga e irrisolta rivalità, quella tra il nonno Emanuele, “fascista antropologico” nato alla vigilia della marcia su Roma, e suo fratello Raimondo, “comunista granitico”, classe 1917 come la Rivoluzione bolscevica. Due fratelli divisi non solo dalle idee politiche, ma anche dalle scelte di vita: Raimondo, professore e partigiano, è amato e benvoluto dalla buona società; Emanuele porta con sé lo stigma dell’adesione alla Repubblica sociale, mentre cerca senza successo di lavorare nel mondo del cinema.
Nel dopoguerra i due fratelli, nonostante si detestino, decidono di convivere nella stessa casa romana, Villa Caterina, dove i rispettivi figli crescono giocando insieme nel grande giardino comune. Ma la tensione degli anni Settanta riaccende le divisioni politiche tra i Grimaldi, e come un sortilegio antico la violenza torna a separare i due rami della famiglia.
Mentre le ricerche di Marco proseguono, tra le pagine di un romanzo che, forse, non sarà mai scritto, emergono i personaggi, i caratteri, gli scontri, le miserie e le grandezze (se ce ne sono), le ambizioni frustrate, i tradimenti dei Grimaldi: una famiglia alle prese con i dolori, le fratture, le svolte dentro l’Italia degli ultimi decenni.
Pierluigi Battista racconta l’avventura di una famiglia che attraversa la storia italiana, e con essa si confronta. Un romanzo emozionante sulla memoria e sull’oblio, sull’ossessione di essere come tutti e sul desiderio di essere se stessi.

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Pierluigi Battista firma per “Huffington Post Italia” la rubrica quotidiana “Uscita di sicurezza” da gennaio 2021. È stato inviato e editorialista del “Corriere della Sera”, di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha lavorato come inviato alla “Stampa” e come condirettore a “Panorama”. Per La7 ha condotto il programma “Altra Storia” (2003-2007). Tra i suoi libri ricordiamo: La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo (2000), Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (2007), La fine del giorno. Un diario (2013), I libri sono pericolosi, perciò li bruciano (2014), Mio padre era fascista (2016) e A proposito di Marta (2017). Presso La nave di Teseo ha pubblicato Il senso di colpa del dottor Živago (2018) e Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza (2019). La casa di Roma è il suo primo romanzo.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

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(continua…)

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giovedì, 8 aprile 2021

EDITH BRUCK con “Il pane perduto” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

EDITH BRUCK con “Il pane perduto” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie).

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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Ospite della puntata: la scrittrice Edith Bruck con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato Il pane perduto” (La nave di Teseo), candidato all’edizione 2021 del Premio Strega da Furio Colombo.

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La scheda del libro: Il pane perduto” di Edith Bruck (La nave di Teseo)

Per non dimenticare e per non far dimenticare, Edith Bruck, a sessant’anni dal suo primo libro, sorvola sulle ali della memoria eterna i propri passi, scalza e felice con poco come durante l’infanzia, con zoccoli di legno per le quattro stagioni, sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania seminata di campi di concentramento. Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l’odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l’accoglienza e l’ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove. Che fare con la propria salvezza? Bruck racconta la sensazione di estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno fatto esperienza del lager, il tentativo di insediarsi in Israele e lì di inventarsi una vita tutta nuova, le fughe, le tournée in giro per l’Europa al seguito di un corpo di ballo composto di esuli, l’approdo in Italia e la direzione di un centro estetico frequentato dalla “Roma bene” degli anni Cinquanta, infine l’incontro fondamentale con il compagno di una vita, il poeta e regista Nelo Risi, un sodalizio artistico e sentimentale che durerà oltre sessant’anni. Fino a giungere all’oggi, a una serie di riflessioni preziosissime sui pericoli dell’attuale ondata xenofoba, e a una spiazzante lettera finale a Dio, in cui Bruck mostra senza reticenze i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio ancora intatto di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare ancora e ancora.

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lorenza-mazzettiEdith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944 il suo primo viaggio la porta, poco più che bambina, nel ghetto del capoluogo, e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, di cui ha reso testimonianza nelle sue opere, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film. È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993), Quanta stella c’è nel cielo (2009), trasposto nel film di Roberto Faenza Anita B., e ancora Privato (2010), La donna dal cappotto verde (2012) e La rondine sul termosifone, pubblicato nel 2017 da La nave di Teseo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue. Tra gli altri, è traduttrice di Attila József e Miklós Radnóti. Ha sceneggiato e diretto tre film e svolto attività teatrale, televisiva e giornalistica.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

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giovedì, 18 marzo 2021

POESIA: Cettina Caliò (Di tu in noi)

Nel nuovo appuntamento dello spazio “POESIA” di Letteratitudine ospitiamo Cettina Caliò autrice della silloge “Di tu in noi” (La nave di Teseo)

Ecco le risposte di Cettina Caliò alle domande “ricorrenti” di questa rubrica dedicata alla poesia.

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- Cettina Caliò, chi è poeta?
Il poeta è uno che si fa delle domande, sempre. È uno che vede il lato stanco e incolore di ogni cosa, è uno che vede la meraviglia nel dettaglio e ne fa metafora.

- Poeti si nasce o si diventa?
A monte c’è la necessità del respiro: alcuni nascono col fiato corto, ad altri, il fiato, si accorcia strada facendo. In entrambi i casi diventa essenziale scrivere l’urlo del fiato.

- Cos’è la poesia?
La poesia è una condizione del sentire, come il dolore (è del più forte sentire la più forte figlia, diceva Vittorio Alfieri).

- A cosa serve la poesia? (continua…)

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mercoledì, 24 febbraio 2021

CARMEN PELLEGRINO con “La felicità degli altri” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

CARMEN PELLEGRINO con “La felicità degli altri” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie).

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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Ospite della puntata: la scrittrice Carmen Pellegrino con cui abbiamo discusso del suo romanzo La felicità degli altri” (La nave di Teseo), candidato all’edizione 2021 del Premio Strega.

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La scheda del libro: “La felicità degli altri” di Carmen Pellegrino (La nave di Teseo)

Cloe è una donna che ha imparato a parlare con le ombre. Un’anima in ascolto, alla ricerca di una voce che la riporti al luogo accidentato della sua origine, al trauma antico di quando, bambina, cercava di farsi amare da chi l’aveva messa al mondo. Nel suo cammino costellato di fragorosi insuccessi e improvvisi passi avanti, Cloe attraversa città, cambia case, assume nuove identità, accompagnata da voci, ricordi, personaggi sfuggenti: Emanuel, il fratello amatissimo; il professor T., docente di Estetica dell’ombra; Madame e il Generale, guardiani della Casa dei timidi, dove la donna era stata accolta a dieci anni. Cloe è uno sguardo che cerca attenzione e verità, il suo viaggio coraggioso è il racconto di un amore e di una speranza che non si spengono, anche quando dentro e fuori di noi non c’è che rovina.

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Carmen Pellegrino, scrittrice e storica, ha indagato alcuni dei nodi salienti della modernità, concentrando i suoi studi sui movimenti collettivi di dissidenza (come in ’68 napoletano. Lotte studentesche e conflitti sociali tra conservatorismo e utopie, 2008), e focalizzando successivamente le sue ricerche sul razzismo, l’esclusione sociale e le condizioni di sfruttamento. Coautrice di varie opere collettanee (tra le quali Qui si chiama fatica, 2010; Non è un paese per donne, 2011; Novantadue, 2012), con il primo romanzo Cade la terra (2015) ha vinto il premio Rapallo Carige opera prima e il premio Selezione Campiello. Con il secondo romanzo Se mi tornassi questa sera accanto (2017) ha vinto il premio Dessì. Tra i suoi temi di indagine più recenti, centrale è quello dei borghi disabitati e delle rovine di antichi insediamenti, attraverso cui ha gettato le basi per una scienza dell’abbandono come forma di recupero alla coscienza del vissuto storico dei luoghi.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

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martedì, 2 febbraio 2021

LE NOSTRE VERITÀ di Kamala Harris (raccontato dal suo traduttore, Giovanni Agnoloni)

Le nostre verità” di Kamala Harris (La nave di Teseo, 2021) nel racconto del traduttore del libro, Giovanni Agnoloni

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Il nuovo appuntamento dello spazio di Letteratitudine chiamato Vista dal traduttore (dedicato, per l’appunto, al lavoro delle traduttrici e dei traduttori letterari) è incentrato sull’autobiografia della vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Kamala Harris, intitolata Le nostre verità, pubblicato da La nave di Teseo e tradotto da Giovanni Agnoloni.

Ed è appunto lo scrittore, traduttore letterario e blogger Giovanni Agnoloni a farci entrare nell’autobiografia della Harris da lui tradotto, raccontandoci qualcosa del libro e svelandoci qualche piccolo “segreto” di traduzione.

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Tradurre Kamala Harris, Le nostre verità (La nave di Teseo, 2021)

di Giovanni Agnoloni

Una delle scommesse più difficili da gestire e da vincere, per un traduttore, è sfatare l’adagio “presto e bene non stanno insieme”. Si pensa sempre – e, almeno in teoria, a ragione – che per fare un lavoro di cesello servano mesi e infinite riletture. Il fatto è che i tempi dell’attualità spesso impongono di stare “sulla notizia” e di approfondire, in termini di quantità e qualità, la potenza espressiva di un testo in un tempo sia pur ragionevolmente breve. Allora ci si rende conto di quanto sia importante mettere insieme e far collaborare – e direi quasi deflagrare – tutti gli ambiti di conoscenza esplorati nel corso degli anni con lo studio e la pratica.
Proprio questo tipo di esperienza ho avuto nel tradurre The Truths We Hold (Le nostre verità), l’autobiografia della vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Un testo che, pur non essendo in senso stretto un romanzo, e nemmeno un saggio, racchiude in sé, direi quasi plasticamente compressi e potenziati, gli aspetti più interessanti tanto della buona narrativa quanto della miglior saggistica, ovvero una grande intensità emotiva espressa in bello stile e una densità e precisione di informazioni storiche, politiche, giuridiche ed economiche, presentate in foggia persuasiva e coinvolgente.
Mi sono così trovato a calarmi, in velocità e profondità, in un mondo complesso quanto una vita ricca e costellata di momenti cruciali, anche perché, a ogni sua “stazione”, è imbevuta di atmosfere di luoghi e di eventi che si estendono dall’India – da cui la madre di Kamala Harris partì per venire a studiare in California – a tutto il territorio statunitense e oltre, man mano che la vita dell’autrice procedeva, attraverso gli studi, le esperienze di interazione con le migliori menti dell’attivismo americano e la carriera forense, fino agli incarichi di procuratore distrettuale di San Francisco, procuratore generale della California e senatore degli Stati Uniti. (continua…)

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giovedì, 12 novembre 2020

ELENA LOEWENTHAL con “La carezza” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

ELENA LOEWENTHAL con “La carezza. Una storia perfetta” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie).

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata: la scrittrice e traduttrice Elena Loewenthal con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La carezza. Una storia perfetta” (La nave di Teseo)

Elena, come nasce “La carezza”? Qual è il “filo conduttore” delle citazioni (di Attilio Bertolucci, Javier Marias, Long Litt Woon, Leonard Cohen) che hai scelto come epigrafi de “La carezza”? Sfogliando le primissime pagine del libro, ci si imbatte in una frase che colpisce molto: “È la storia che avrei voluto vivere, invece di scriverla”: in che modo le storie che scriviamo (ma anche quelle che leggiamo) riescono a entrare nel nostro vissuto? Proviamo a conoscere i protagonisti di questa storia perfetta partendo da Lea: che tipo di donna è? Cosa puoi dirci su Pietro? In che circostanze avviene l’incontro tra Lea e Pietro? E cosa accade, in seguito, nelle vite di questi personaggi? Lea e Pietro, si perdono e si incontrano di nuovo dopo vent’anni: cosa puoi dirci su questo secondo incontro? Veniamo al titolo: quand’è che una storia può definirsi “perfetta”? Parliamo di te: come vivi il tuo rapporto con la scrittura? Sei più una scrittrice che scrive sotto gli influssi della cosiddetta ispirazione, o sei metodica… nel senso che ti imponi dei ritmi a prescindere? E scrivi preferibilmente in alcune parti della giornata (per esempio, la mattina… o la sera)? Come commenteresti la copertina del libro?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a  Elena Loewenthal nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “La carezza. Una storia perfetta” di Elena Loewenthal (La nave di Teseo)

Lea è una ricercatrice universitaria di paleografia, moglie di un uomo distratto e madre di un bambino piccolo e due gemelli adolescenti insofferenti; Pietro un professore di filologia affascinante e riservato, sposato a sua volta. Si incontrano a un convegno in Calabria dedicato al Codex Purpureus Rossanensis, un antico manoscritto bizantino, e subito tra loro scatta una fortissima attrazione che li porta a passare una travolgente notte di passione. Forse questo desiderio inaspettato nasconde la scintilla di un sentimento più forte, un’esigenza di abbandonarsi l’una nell’altro che si approssima all’amore. Pietro e Lea si perdono di vista, si scrivono, cercano indizi l’uno dell’altra nelle tesi dei rispettivi studenti, negli incontri accademici, nelle righe dei testi antichi, ma per una serie di coincidenze fortuite non riescono mai a rivedersi. Solo nel 2019, dopo vent’anni di occasioni mancate, finalmente si ritrovano. Ed è come se il tempo non fosse passato e tutto fosse rimasto solo in sospeso, nello spazio bianco della vita. Il loro legame, pur a distanza di anni e con l’età che avanza, non si è mai spezzato. Eppure, il destino li separa ancora, e Lea dovrà affrontare questa nuova, improvvisa, assenza nel ricordo dell’ultimo gesto che le è rimasto addosso, una carezza.

Elena Loewenthal racconta la storia di un amore perfetto – delicato come le pagine di un antico manoscritto – che accompagna, senza mai spegnersi, gli inciampi della vita dei due protagonisti. Due anime che si sono scelte, e continuano a farlo.

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imageElena Loewenthal (Torino, 1960) lavora sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d’Israele. Scrive di saggistica e narrativa. Collabora a “La Stampa” e a “Tuttolibri”. Insegna presso lo IUSS di Pavia. Ha pubblicato fra il resto: Attese (2005, finalista al premio Strega), Eva e le altre. Letture bibliche al femminile (2007); Conta le stelle, se puoi (2008, premio Campiello Selezione della Giuria, premio Roma 2009). Nel 2015 è uscito Lo specchio coperto. Diario di un lutto, nel 2019 il romanzo Nessuno ritorna a Baghdad. Dal 2015 al 2017 è stata addetto culturale presso l’Ambasciata d’Italia in Israele. Dal gennaio 2020 è il direttore della Fondazione Circolo dei Lettori di Torino.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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Colonna sonora della puntata: “Una Carezza” di Zucchero; “So Long, Marianne” di Leonard Cohen; “L’appuntamento” di Ornella Vanoni.

(continua…)

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mercoledì, 30 settembre 2020

ANDREA DE CARLO con “Il teatro dei sogni” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

ANDREA DE CARLO con “Il teatro dei sogni” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie).

Su LetteratitudineNews, un brano del romanzo…

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata: lo scrittore Andrea De Carlo, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Il teatro dei sogni” (La nave di Teseo).

Andrea, come nasce “Il teatro dei sogni”? Il romanzo è ambientato tra due cittadine immaginarie del Nord: Suverso e Cosmarate di Sopra e di Sotto. Come descriveresti questi luoghi? Che tipo persona è Veronica Del Muciaro, la giornalista rampante che rischia di morire soffocata da una brioche (come leggiamo nelle primissime pagine del romanzo)? E colui che la salva, il marchese Guiscardo Guidarini, che tipo d’uomo è? Come descriveresti gli altri due protagonisti del romanzo Annalisa Sarmani (avvocato che fa il vicesindaco con deleghe alla Cultura e al Turismo della città di Suverso, appartenente a un partito sovranista) e Massimo Bozzolato (sindaco di Cosmarate di Sopra e di Sotto, appartenente a un movimento politico che si chiama Rivolgimento)? Ci sono queste due domande che aleggiano sulle pagine di questo romanzo: Che distanza c’è tra i sogni e la realtà? E poi… cos’è successo ai sogni, dove sono andati? Quali sono le tue risposte? Sei un artista poliedrico: cosa puoi raccontarci con riferimento al tuo rapporto con l’arte (non solo quella legata alla scrittura)? La copertina del romanzo è un’opera pittorica di tua realizzazione: come la racconteresti?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto ad  Andrea De Carlo nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “Il teatro dei sogni” di Andrea De Carlo  (La nave di Teseo)

La mattina del primo gennaio Veronica Del Muciaro, inviata di un programma televisivo di grandi ascolti, sta per morire soffocata da una brioche in un caffè storico di Suverso, prospera cittadina del nord. La salva uno strano e affascinante archeologo, il marchese Guiscardo Guidarini, che le rivela di aver riportato alla luce un sito importante. L’inviata scopre di cosa si tratta e lo rende pubblico in diretta tv, scatenando una furiosa competizione tra comuni, partiti rivali, giornalisti e autorità scientifiche.

Con Il teatro dei sogni Andrea De Carlo applica le sue capacità di osservazione sociale e di indagine psicologica a un romanzo fortemente contemporaneo, polemico ed esilarante, che scava nelle ragioni dei quattro protagonisti e ne fa emergere verità, segreti, ambizioni, paure e sogni sopiti.

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Andrea De Carlo è nato a Milano, dove si è laureato in Storia contemporanea. Ha vissuto negli Stati Uniti e in Australia, dedicandosi alla musica e alla fotografia.
Si è occupato di cinema, come assistente alla regia di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, e come regista del cortometraggio Le facce di Fellini e del film Treno di panna. Ha scritto con Ludovico Einaudi i balletti Time Out e Salgari. Ha registrato due CD di sue musiche, Alcuni nomi e Dentro Giro di vento. I suoi romanzi, tradotti in ventisei paesi e venduti in milioni di copie, sono: Treno di panna, Uccelli da gabbia e da voliera, Macno, Yucatan, Due di due, Tecniche di seduzione, Arcodamore, Uto, Di noi tre, Nel momento, Pura vita, I veri nomi, Giro di vento, Mare delle verità, Durante, Leielui, Villa Metaphora, Cuore primitivo, L’imperfetta meraviglia, Una di Luna e Il teatro dei sogni.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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Colonna sonora della puntata: “La fabbrica dei sogni” di Renato Zero; “Chasing Sheep is Best Left to Shepherds” di Michael Nyman; “Ho imparato a sognare” di Fiorella Mannoia.

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venerdì, 3 luglio 2020

SANDRO VERONESI VINCE IL PREMIO STREGA 2020 con “Il colibrì” (La nave di Teseo)

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

Premio Strega 2020È SANDRO VERONESI IL VINCITORE DELL’EDIZIONE 2020 DEL PREMIO STREGA

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Nella serata di giovedì 2 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e in diretta su Rai 3 a partire dalle 23 circa (con la conduzione di Giorgio Zanchini) si è svolta la finale del Premio Strega 2020. Il premio è stato vinto da Sandro Veronesi, autore de “Il colibrì” (La nave di Teseo) con 200 voti. Veronesi aveva già vinto il Premio Strega nel 2006 con il romanzo “Caos Calmo”.

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L’elenco dei sei finalisti, in ordine di voto

Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo): 200 voti

Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi): 132 voti

Valeria Parrella, Almarina (Einaudi): 86 voti

Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli): 70 voti

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori): 67 voti

Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri): 50 voti

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Proponiamo l’ascolto della puntata radiofonica di Letteratitudine con intervista a Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega 2020, incentrata sul romanzo “Il colibrì” (La nave di Teseo)

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giovedì, 14 maggio 2020

GUIDO BRERA con “La fine del tempo” in radio a LETTERATITUDINE

GUIDO MARIA BRERA con “La fine del tempo”, ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata: Guido Maria Brera con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La fine del tempo” (La nave di Teseo).
Nella seconda parte della puntata abbiamo discusso della serie Tv che va in onda su Sky “Diavoli” (di cui Brera è co-sceneggiatore) tratta dal suo omonimo romanzo pubblicato da Rizzoli.

Come nasce “La fine del tempo“? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione? Da dove deriva la scelta di inserire in epigrafe del libro una citazione tratta dal brano musicale “Se ti potessi dire” di Vasco Rossi? Che tipo di persona è Philip Wade, il protagonista della storia? Come lo descriveresti ai nostri ascoltatori? Che ruolo riveste, a tuo avviso, la memoria nella storia contemporaneità ipertecnologica e iperdigitalizzata? E in che modo questo ruolo è cambiato rispetto alle società e alle generazioni che ci hanno preceduto (quella dei nostri padri, dei nostri nonni e – in generale – dei nostri antenati)? E come è cambiato, in generale, il nostro rapporto con il tempo? E in che modo il “tempo” entra nelle vicende narrate nel romanzo? Quali sono gli effetti della “eliminazione del tempo”… della “fine del tempo”? E quale è stato, in tal senso, il ruolo della finanza? Che tipo di influenza ha avuto e avrà la pandemia da Covid-19 con cui stiamo ancora facendo i conti? Come è nato il progetto della serie Tv Diavoli che sta andando in onda su Sky? Ci sono differenze tra la storia narrata nella serie e quella del romanzo (magari per via dell’adattamento)? Pensi che anche “La fine del tempo” potrebbe diventare serie Tv o film?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Guido Brera nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “La fine del tempo” di Guido Maria Brera (La nave di Teseo)

Philip Wade è uno stimato professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra, ma in passato ha vissuto molte vite e in una di queste ha lavorato per una grande banca d’affari della City in qualità di analista, chiamato a prevedere le tendenze economiche, politiche e sociali su cui indirizzare gli investimenti. Colpito da una forma di amnesia, Philip oggi non riesce più a trattenere alcun ricordo recente: nei buchi della sua memoria scompare anche il saggio che stava scrivendo e di cui non c’è più traccia.
Con il ritmo di un giallo, La fine del tempo narra l’indagine di un uomo nell’abisso della propria mente, intorno al mistero di un libro rivoluzionario e perduto. Scoperta dopo scoperta, mentre l’Europa si infiamma sotto il montare della marea populista, Philip Wade ricompone il mosaico del suo libro, che potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi corporation che governano l’economia mondiale. E che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull’eliminazione della principale variabile del gioco finanziario – il tempo – condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l’aristocrazia delle app.
Dopo il successo italiano e internazionale del romanzo I Diavoli – da cui è tratta la serie evento con Patrick Dempsey e Alessandro Borghi – Guido Brera ritorna con un thriller nella notte dell’economia digitale.

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Guido Maria Brera nel 1999, non ancora trentenne, è fra i tre soci fondatori del Gruppo Kairos. A più riprese tra i migliori gestori hedge d’Europa, oggi è capo degli investimenti del Gruppo Kairos Julius Baer. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo I Diavoli, best seller da cui è nato il sito omonimo idiavoli.com, un progetto di giornalismo narrativo per raccontare la finanza e la geopolitica, e da cui Sky ha realizzato l’omonima serie tv. Nel 2017, con il premio Strega Edoardo Nesi, ha scritto Tutto è in frantumi e danza (La nave di Teseo).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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Colonna sonora della puntata: “Se ti potessi dire” di Vasco Rossi; “Fino all’imbrunire” dei Negramaro; “Time” dei Pink Floyd.

(continua…)

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martedì, 14 aprile 2020

ELISABETTA SGARBI su “A proposito di niente” di Woody Allen (e molto altro) in radio a LETTERATITUDINE

ELISABETTA SGARBI su “A proposito di niente” di Woody Allen (e molto altro), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie

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In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata – Elisabetta Sgarbi: editrice (direttore editoriale e direttore generale de La nave di Teseo), regista cinematografica, direttrice artistica della rassegna culturale La Milanesiana. Con Elisabetta Sgarbi abbiamo discusso del nuovo libro di Woody Allen “A proposito di niente” (La nave di Teseo), di editoria, del progetto musicale “Merendine blu” degli Extraliscio (di seguito, il video del brano musicale) e di molto altro.

Come stai trascorrendo questi giorni caratterizzati dalla presenza incombente dell’epidemia da Covid-19? Cosa hai apprezzato particolarmente, dal tuo punto di vista di editore, del libro “A proposito di niente“, l’autobiografia di Woody Allen? L’autoironia di Woody Allen, a volte, sembra persino impietosa nei confronti di se stesso: condividi questa impressione? Puoi raccontarci un aneddoto relativo a Woody Allen? Cosa pensi delle discussioni e delle polemiche che sono sorte intorno a questo libro? Come valuti la situazione di grande difficoltà che sta vivendo il mondo dei libri a causa della pandemia? La nave di Teseo a novembre festeggerà i primi cinque anni di vita: se dovessi fare il punto su questi primi anni, cosa diresti? Quali sono i libri più importanti programmati in uscita da La nave di Teseo? Cosa puoi dirci, invece, sul versante de La Milanesiana? Ci parleresti del progetto musicale legato agli Extraliscio e al brano “Merendine blu”? Dal punto di vista della tua attività di regista cinematografica, c’è qualche altro progetto di cui vorresti parlarci?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Elisabetta Sgarbi nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “A proposito di niente” di Woody Allen (La nave di Teseo)

Nato a Brooklyn nel 1935, Woody Allen ha iniziato la sua carriera nello spettacolo a sedici anni, scrivendo battute per un giornale di Broadway, e ha continuato a scrivere per la radio, la televisione, il teatro, il cinema e il New Yorker. Ha lasciato la stanza dello scrittore decenni fa per diventare comico nei locali notturni e, da allora, un regista conosciuto in tutto il mondo. Durante sessant’anni di cinema, ha scritto e diretto cinquanta film, recitando in molti di essi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, diverse statue sono state erette in suo onore (qualcosa di cui non riuscirà mai a capacitarsi) e i suoi film sono stati studiati nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. In “A proposito di niente”, Allen racconta dei suoi primi matrimoni, con una fiamma della giovinezza e poi con l’amata e divertente Louise Lasser, che evidentemente adora ancora. Racconta anche della sua storia e dell’amicizia eterna con Diane Keaton. Descrive la sua relazione personale e professionale con Mia Farrow, che ha dato vita a film divenuti classici fino alla loro burrascosa rottura, per la quale l’industria dei tabloid ancora li ringrazia. Afferma di essere stato il più sorpreso di tutti quando a 56 anni è iniziata una relazione romantica con la ventunenne Soon-Yi Previn, diventata una storia d’amore appassionata e un matrimonio felice che dura da oltre ventidue anni. Ironico, pienamente sincero, pieno di guizzi creativi e non poca confusione, un’icona della cultura mondiale racconta, non richiesto, la propria storia.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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Colonna sonora della puntata: “Jazz Band Hear Me Talkin’ To Ya” di Woody Allen and his New Orleans Jazz Band; “Merendine Blu” degli Extraliscio; “In The Evening” di Woody Allen and his New Orleans Jazz Band.

(continua…)

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martedì, 19 novembre 2019

SANDRO VERONESI con “Il colibrì” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

SANDRO VERONESI con “Il colibrì” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata: Sandro Veronesi con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intilotato “Il colibrì” (La nave di Teseo).

Come nasce “Il colibrì“? Come commenteresti la citazione di Beckett inserita in esergo del libro ["Non posso continuare. Continuerò"]? Che tipo di persona è il protagonista del romanzo, Marco Carrera? Come lo descriveresti ai nostri ascoltatori? Cosa puoi dirci sul contesto famigliare di Marco Carrera? Perché il protagonista è soprannominato “Il colibrì”? Cosa puoi dirci sulla particolarissima struttura del romanzo (che non segue un ordine cronologico, ma procede per salti temporali)? In che modo la società occidentale di oggi si relaziona con il dolore (che è uno dei temi forti del libro)? Nel romanzo dedichi un ricordo e un omaggio a Sergio Claudio Perroni: ti andrebbe di ricordarlo a beneficio dei nostri amici ascoltatori? Come racconteresti la copertina de “Il colibrì”? Che brano sceglieresti come possibile colonna sonora del romanzo?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Sandro Veronesi nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “Il colibrì” di Sandro Veronesi (La nave di Teseo)

Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti.
Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perchè sopravvivere non significhi vivere di meno.
Intorno a Marco Carrera, Veronesi costruisce una galleria di personaggi indimenticabili che abitano in un’architettura romanzesca perfetta: un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni ‘70 fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della sua resilienza: è una bambina, si chiama Miraijin e sarà l’Uomo Nuovo.
Un romanzo potentissimo che incanta e commuove sulla forza struggente della vita.

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Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. È laureato in architettura. Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Live (1996, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995, nuova edizione La nave di Teseo 2016), La forza del passato (2000 – Premio Viareggio e Premio Campiello), Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Brucia Troia (2007, nuova edizione La nave di Teseo 2016), XY (2010 – Premio Superflaiano), Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014 – Premio Bagutta), Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015) e Un dio ti guarda (La nave di Teseo, 2016). Pubblicato nel 2005 e vincitore nel 2006 del Premio Strega e nel 2008 del Prix Fémina e del Prix Méditerranée, Caos calmo (nuova edizione La nave di Teseo 2016), Cani d’estate (La nave di Teseo 2018) è stato tradotto in 20 paesi. Sandro Veronesi ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della Sera”. Ha cinque figli e vive a Roma.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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Colonna sonora della puntata: “Sacrifice” di Elton John, cover di Sinead O’Connor; “Gloomy Sunday” versione di Lydia Lunch; “Amico fragile” di Fabrizio De André (versione live)

(continua…)

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martedì, 8 ottobre 2019

EDOARDO NESI con “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

EDOARDO NESI con “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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Ospite della puntata: Edoardo Nesi con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo).

Come nasce “La mia ombra è tua”? Come commenteresti la citazione di  Denis Johnson che hai scelto come epigrafe del romanzo?  Come descriveresti Emiliano De Vito (voce narrante della storia) ai nostri amici ascoltatori? E il celeberrimo scrittore Vittorio Vezzosi? Che tipo d’uomo è? Cosa puoi dirci sul rapporto che si instaura tra Emiliano e il Vezzosi? Come si evolve questo loro rapporto? Cosa puoi dirci su Mamadou (personaggio che il lettore conosce sin da subito)? Parte della storia si sviluppa “on the road”: ti andrebbe di accennarci qualcosa su questo aspetto del romanzo? Cosa puoi dirci sulla “nostalgia” (tema forte del libro)? Quali sono, a tuo avviso, gli effetti positivi e negativi della nostalgia? E in che modo influisce oggi sulla nostra contemporaneità? E l’effetto che la nostalgia esercita sulle nostre vite, oggi, è analogo a quello che poteva esercitare cinquanta o cent’anni fa? Cioè… oggi siamo più nostalgici rispetto a ieri? Oggi la nostalgia è più… come dire… dannosa? “La mia ombra è tua” è anche (anzi, soprattutto) una storia d’amore…

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Edoardo Nesi nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo)

Dopo quindici anni da L’età dell’oro, Edoardo Nesi torna in libreria con La mia ombra è tua e firma il suo romanzo migliore: il racconto d’una passione incontenibile, e d’un giorno che “vale una vita intera”.

È una storia, questa. Una storia d’amore. Iniziata quarant’anni fa, e mai finita. Ed è anche la storia d’un viaggio nell’Italia del 2019, epico e comico, ebbro e stupefatto, sventatissimo, intrapreso su una Jeep del 1979 senza né tetto né sportelli né parabrezza da Emiliano De Vito, un ventiduenne appena laureato summa cum laude in Lettere Antiche, e Vittorio Vezzosi, lo scrittore d’un solo libro, pubblicato nel 1995 e accolto da un successo planetario che lo convinse a rinchiudersi in una casa colonica sopra Firenze e non farsi più vedere da nessuno, e non pubblicare più neanche una parola. E mentre questi due antieroi se ne vanno litigando – troppo distanti le loro generazioni e visioni del mondo, troppo diversi i destini – verso Milano e la fiera-mercato degli anni Ottanta e Novanta, dove il Vezzosi ha incomprensibilmente accettato di tenere un discorso, infrangendo un silenzio durato un quarto di secolo, l’attenzione d’un mondo impazzito si riversa su di loro, e i social convinceranno l’Italia a fermarsi per ascoltare in diretta il Vezzosi, “l’unica risorsa e l’ultima speranza”, mentre fa i conti col suo e col nostro passato, e soprattutto con l’immenso, pericoloso potere della nostalgia che attanaglia e stringe forte – troppo forte – il presente e il futuro di questo nostro paese perso nel ricordo di sé, e governato dai demagoghi peggiori.

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Edoardo Nesi ha pubblicato Fughe da fermo (1995), Ride con gli angeli (1996), Rebecca (1999), Figli delle stelle (2001), L’età dell’oro (2004, Premio Bruno Cavallini; Finalista Premio Strega 2005), Per sempre (2007), Storia della mia gente (2010, Premio Strega 2011), Le nostre vite senza ieri (2012), L’estate infinita (2015). È il traduttore italiano del romanzo di David Foster Wallace Infinite Jest. Ha scritto e diretto il film Fughe da fermo (2001).

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Colonna sonora della puntata: “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin; “Hotel California” degli Eagles; “Like a Hurricane” di Neil Young

(continua…)

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mercoledì, 31 luglio 2019

LAURA PARIANI con “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

LAURA PARIANI con “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


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Ospite della puntata: Laura Pariani con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, finalista al Premio Campiello 2019, intitolato: “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo). Un romanzo di ribellione e libertà, la storia di un sogno di giustizia e di una donna coraggiosa che sfida le convenzioni del suo tempo.

Come nasce “Il gioco di Santa Oca”? Cosa puoi dirci sul periodo storico e sui luoghi in cui è ambientato il romanzo? Cosa puoi dirci sulla scelta di inserire come epigrafe dei versi di un Anonimo del XVI secolo, intitolato Settennario? Come descriveresti Bonaventura Mangiaterra? In che modo sconvolge gli equilibri sociali preesistenti? E cosa puoi dirci sulla cantastorie Pùlvara? E su questo giovane vagabondo straniero chiamato Pipòt? Cosa puoi dirci sul linguaggio che caratterizza “Il gioco di Santa Oca”? E sul titolo e sulla copertina del romanzo?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Laura Pariani nel corso della puntata.

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La scheda del libro

Autunno 1652. Un pugno di uomini, stanchi di subire le angherie dei nobili e dei soldati che razziano i paesi della brughiera lombarda tra una battaglia e l’altra, si raccoglie intorno a Bonaventura Mangiaterra, un capopopolo che affascina i suoi compagni con la Bella Parola, una versione personale e ribelle delle storie della Bibbia. Bonaventura diventa presto una leggenda tra i contadini e i poveri: ha carisma, saggezza e una lingua sciolta con cui predica la libertà, in breve la sua banda cresce di numero e forza, minacciando il potere costituito. Per fermare la rivolta, l’Inquisizione e i nobili della zona schierano infide spie e un esercito poderoso, ma quando riusciranno ad arrivare a Bonaventura, una sorpresa metterà in discussione tutte le loro certezze. Vent’anni dopo, la cantastorie Pùlvara ripercorre le stesse brughiere che hanno vissuto l’epopea di Bonaventura e della sua banda. La donna si era unita in gioventù a quegli uomini valorosi travestendosi da maschio e ora, in cambio di ospitalità, racconta ai contadini le loro imprese. Mano a mano che quelle gesta eroiche rivivono nelle sue parole, Pùlvara si avvicina sempre di più, come in un gioco che diventa reale, al mistero della vita di Bonaventura Mangiaterra.

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Laura Pariani (1951) si è dedicata dagli anni settanta alla pittura e al fumetto; dagli anni novanta soprattutto alla narrativa. Tra i suoi ultimi romanzi: Questo viaggio chiamavamo amore (2015), Che Guevara aveva un gallo (insieme a Nicola Fantini, 2016), “Domani è un altro giorno” disse Rossella O’Hara (2017), Di ferro e d’acciaio (2018). Per la sua opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui Premio Grinzane Cavour, Premio Selezione Campiello, Premio Piero Chiara, Premio Elsa Morante, Premio Mondello. Ha all’attivo una ventina di opere teatrali rappresentate in Italia e all’estero. Ha partecipato alla sceneggiatura del film di Gianni Amelio Così ridevano (Leone d’oro 1998).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è affidata alle musiche di Claudio Monteverdi.

(continua…)

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mercoledì, 26 giugno 2019

CLAUDIA DURASTANTI con “La straniera” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

CLAUDIA DURASTANTI con “La straniera” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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Ospite della puntata: Claudia Durastanti con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo: “La straniera” (La nave di Teseo), finalista all’edizione 2019 del Premio Strega.

Come nasce “La straniera”? Chi sono i maestri letterari di Claudia Durastanti? Quali sono i libri fondamentali che ritieni abbiano contribuito più di altri alla tua formazione di scrittrice? Sei più una scrittrice metodica o estemporanea? Osservando la protagonista del libro come se fosse un personaggio letterario (ma lo è, nel momento in cui vive tra le pagine) come la descriveresti ai nostri ascoltatori? Chi è “La straniera” per Claudia Durastanti? Il primo capitolo del libro (che ha per titolo “Famiglia”) comincia con questa citazione di Emily Dickinson: “Dopo un grande dolore, viene un sentimento formale”. Perché hai scelto proprio questa citazione? E in cosa consiste il sentimento formale che segue un grande dolore? L’incipit del libro colpisce molto. Parla dell’incontro tra tua madre e tuo padre. Colpisce anche perché ci sono due versioni completamente diverse di questo incontro (e tu le offri entrambe ai lettori). Ti andrebbe di parlarcene? Anche i tuoi genitori, narrati nelle pagine de “La straniera” diventano personaggi letterari. Come li descriveresti ai nostri ascoltatori? Nel libro evidenzi il fatto che – con riferimento alla sordità dei tuoi genitori – c’è stato sempre uno scollamento fra quello che percepivi tu del contesto familiare e la disabilità come veniva rappresentata nel cinema o in letteratura…
Un altro personaggio ricorrente del libro è tuo fratello: può essere considerato anche lui uno “straniero”? Il libro è strutturato in sei capitoli a cui hai dato i seguenti titoli: Famiglia, Viaggi, Salute, Lavoro & Denaro, Amore, Di che segno sei. Cosa puoi dirci per ciò che concerne la struttura del libro?
Cosa puoi dirci sul tuo rapporto con i tuoi luoghi (la Basilicata, Brooklyn, Roma e Londra)? E questi luoghi, visti con la prospettiva de “La straniera”, cosa hanno in comune tra loro e in cosa sono del tutto differenti?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Claudia Durastanti nel corso della puntata.

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[La scheda di "La straniera"]

“La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che hai attraversato”. Come si racconta una vita se non esplorandone i luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa di sé e del mondo vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a Londra, dall’infanzia al futuro, il nuovo libro dell’autrice di Cleopatra va in prigione è un’avventura che unisce vecchie e nuove migrazioni. Figlia di due genitori sordi che al senso di isolamento oppongono un rapporto passionale e iroso, emigrata in un paesino lucano da New York ancora bambina per farvi ritorno periodicamente, la protagonista della Straniera vive un’infanzia febbrile, fragile eppure capace, come una pianta ostinata, di generare radici ovunque. La bambina divenuta adulta non smette di disegnare ancora nuove rotte migratorie: per studio, per emancipazione, per irrimediabile amore. Per intenzione o per destino, perlustra la memoria e ne asseconda gli smottamenti e le oscurità.
Non solo memoir, non solo romanzo, in questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e con un linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo, Claudia Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui.
La straniera è il racconto di un’educazione sentimentale contemporanea, disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla cognizione della diversità fisica e di distinzioni sociali irriducibili, e dimostra che la storia di una famiglia, delle sue voci e delle sue traiettorie, è prima di tutto una storia del corpo e delle parole, in cui, a un certo punto, misurare la distanza da casa diventa impossibile.

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Claudia Durastanti (Brooklyn, 1984) è scrittrice e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani; nel 2013 ha pubblicato A Chloe, per le ragioni sbagliate, e nel 2016 Cleopatra va in prigione, in corso di traduzione in Inghilterra e in Israele. È stata Italian Fellow in Literature all’American Academy di Roma. È tra i fondatori del Festival of Italian Literature in London. Collabora con “la Repubblica” e vive a Londra.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “The Stranger” di Billy Joel; “Nightswimming” dei R.E.M.; ” In My Place” dei Coldplay

(continua…)

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martedì, 7 maggio 2019

MAURO COVACICH con “Di chi è questo cuore” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

MAURO COVACICH con “Di chi è questo cuore” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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Ospite della puntata: Mauro Covacich, con cui abbiamo discusso del suo romanzo intitolato “Di chi è questo cuore” (La nave di Teseo), candidato all’edizione 2019 del Premio Strega.

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Come nasce “Di chi è questo cuore”? Questo libro affronta varie tematiche. Intanto c’è sicuramente la tematica del corpo e del rapporto con il proprio corpo e con i limiti con cui a volte bisogna fare i conti. Quanto è importante riuscire a fare i conti con questi limiti? Un’altra tematica, connessa a quella precedente, è determinata dal rapporto con la propria fragilità e dalla consapevolezza della fine dell’esistenza (e qui torniamo all’immagine, quasi ossessiva, o forse più che all’immagine… all’idea) del ragazzo caduto, o forse lasciato cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita scolastica. Quanto è importante e fino a che punto riusciamo a fare i conti con quest’altra tematica? E come si pone, nei confronti di questa tematica, il protagonista del romanzo? Che differenze ci sono tra il Mauro Covacich personaggio letterario e protagonista del romanzo, e il Mauro Covacich che vive al di fuori delle pagine di “Di chi è questo cuore”? Sono tanti i personaggi del romanzo (personaggi che, peraltro, come scrivi nella nota finale, sono persone). Su tutti ne spiccano due: Susanna, la tua compagna, e tua madre. Che cosa ti hanno detto Susanna e tua madre dopo aver letto il libro? Tra i personaggi che spiccano ce n’è uno che, in un certo senso, svolge il ruolo di “personaggio-cornice” della narrazione. Mi riferisco all’uomo grasso. Ti andrebbe di descriverlo? Chi è l’uomo grasso? Come lo racconteresti ai nostri ascoltatori? Altri elementi importanti della narrazioni sono i luoghi. Ce n’è soprattutto uno che è ricorrente: Il villaggio Olimpico. Che tipo di luogo è? Come emerge tra le pagine di “Di chi è questo cuore”? Ti andrebbe di descriverlo ai nostri ascoltatori?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Mauro Covacich nel corso della puntata.

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[La scheda del libro]

Una piccola anomalia cardiaca viene scoperta all’uomo che ha il nome e le sembianze dell’autore, allontanandolo da un’attività sportiva ai limiti del fanatismo e infrangendo l’illusione di un’efficienza fisica senza data di scadenza. È questo l’innesco di un romanzo sul corpo, ma soprattutto sul cuore come luogo dei sentimenti e dei destini individuali. C’è un ragazzo caduto, o forse lasciato cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita scolastica. Ci sono gli esseri umani, fragili e pieni di voglie.
La solitudine e il desiderio. Ma la storia gira attorno alla relazione dell’autore con la sua compagna, alle trasferte di lavoro, alle tentazioni a cui sono esposti, alla fiducia e al sospetto di cui si nutre la convivenza. Chi è, ad esempio, quell’uomo che si infila in casa loro la notte? Una pista porterebbe nel quartiere, il Villaggio Olimpico di Roma, popolato da figure che sembrano carte dei tarocchi e che lo scrittore consulta nelle sue camminate erranti.
Dopo
La città interiore, Mauro Covacich compone una nuova, potente avventura narrativa che ha il coraggio dell’autobiografia più vera. Un romanzo capace di entrare con esattezza nel presente che plasma le nostre vite.

Mauro Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti La sposa (2014, finalista Premio Strega) e di numerosi romanzi, tra cui A perdifiato (2003), Fiona (2005), Prima di sparire (2008) e A nome tuo (2011), che compongono il ciclo delle stelle. Nel 2017 ha pubblicato con La nave di Teseo La città interiore (finalista Premio Campiello). Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito l’Abraham Woursell Prize. Vive a Roma.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Il Mio Corpo Che Cambia” dei Liftiba; “
750.000 anni fa l’amore” del Banco del Mutuo Soccorso; “Emozioni” di Lucio Battisti (cover di Claudio Baglioni e Marco Mengoni dal Festival di Sanremo 2019).

(continua…)

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mercoledì, 13 marzo 2019

LA BAMBINA CHE SOMIGLIAVA ALLE COSE SCOMPARSE di Sergio Claudio Perroni

Per GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Sergio Claudio Perroni intitolato La bambina che somigliava alle cose scomparse(La nave di Teseo): una fiaba per grandi e per piccoli.

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Sabato 16 marzo Sergio Claudio Perroni presenterà La bambina che somigliava alle cose scomparse(La nave di Teseo) nell’ambito degli eventi di BookPride 2019:

- alle h. 10:30 in diretta Instagram (vedi locandina in coda)

- alle h. 12, in Sala Salinger, con Chiara Gatti

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Sergio Claudio Perroni traduce, scrive, cura libri. Ha pubblicato Non muore nessuno (2007), Raccapriccio. Mostri e scelleratezze della stampa italiana (2007), Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale (2010), Nel ventre (2013), Renuntio vobis (2015), Il principio della carezza (2016), Entro a volte nel tuo sonno (2018).

Per i tipi de La nave di Teseo è a poco giunto in libreria il nuovo libro di Sergio Claudio Perroni: La bambina che somigliava alle cose scomparse. Si tratta di una fiaba non convenzionale che commuove e diverte adulti e bambini (arricchita dalle illustrazioni di Leila Marzocchi).

La protagonista di questa storia (che è dedicata “A chi ha ancora in sé il sorriso del neonato“) si chiama Pulce, ha sette anni ed è dotata di caratteristiche molto particolari…

Abbiamo incontrato l’autore per chiedergli di raccontarci qualcosa su questa sua nuova opera letteraria…

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«Quella di Pulce è la storia di una bambina alle prese con gli adulti; una favola che, come tutte le favole, si può leggere a vari livelli», ha detto Sergio Claudio Perroni a Letteratitudine: «ogni età ha modo di cogliervi una metafora e di ritrovarsi in un aspetto diverso. D’altronde, per riprendere una bella definizione di Carolina Pernigo, La bambina che somigliava alle cose scomparse è “una storia di formazione a doppio senso”; le vicende di Pulce, infatti, raccontano una duplice evoluzione: da un lato la sua nel corso della storia raccontata, e dall’altro, fuori campo, quella dei genitori, cui il timore di averla perduta fa scoprire l’aspetto positivo proprio di quelle sue caratteristiche che fin lì avevano ritenuto difetti.

È la storia di una bambina che per dissapori famigliari scappa di casa e, nel suo girovagare, si ritrova la strana capacità (strettamente collegata ai suddetti dissapori) di assomigliare a cose cruciali perdute dalle persone che incontra. La metamorfosi in sé è sempre un pretesto per raccontare un contesto – l’amore di due vecchietti, il rapporto difficile di una ragazza con il proprio aspetto, la vita problematica di un nonnino che si sente di peso in casa del figlio e della nuora… – ma nel caso della mia protagonista richiama anche il contesto in cui la maggior parte di noi affronta la vita intesa come rapporto tra la propria identità e il prossimo. (continua…)

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mercoledì, 19 settembre 2018

ALBA DONATI con “Tu, paesaggio dell’infanzia” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

ALBA DONATI con “Tu, paesaggio dell’infanzia” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: la poetessa Alba Donati, con cui abbiamo discusso della silloge “Tu, paesaggio dell’infanzia” (La nave di Teseo).
Nella seconda parte della puntata abbiamo discusso di “Fenysia” la prima scuola dei linguaggi della cultura e del Gabinetto Scientifico Letterario “G. P. Vieusseux” (di cui Alba Donati è presidente).
Nel corso della puntata Alba Donati leggerà alcune poesie tratte dalla raccolta.

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Tu, paesaggio dell’infanzia” di Alba Donati (La nave di Teseo),
Nel 1997 Alba Donati esce con un libro che fa voltare pagina alla poesia italiana: La repubblica contadina conquista critici e lettori, con il suo racconto in versi di radici sperdute sul bordo degli Appennini, attraverso l’uso di un verso che risente delle letture dei poeti russi e americani. Ma in essi si intravede anche un orizzonte quieto, pascoliano, un mondo di ombre e di misteri, dove è importante stabilire delle relazioni, come quelle tra nonna madre e figlia, o quelle con gli ultimi della storia e della società. Non in mio nome, uscito nel 2004 e Idillio con cagnolino, uscito nel 2013, sanno riaccendere questa incredibile scintilla, la scintilla del bene (familiare) e del Male (là fuori). In questo volume che raccoglie tutte le poesie pubblicate nelle precedenti raccolte e le ultime inedite, il cammino di Alba Donati è ben visibile nella sua assoluta originalità di stile ed emotività: il ritorno alla casa dell’infanzia, anzi al paese dell’infanzia, dove tutto è come è sempre stato, una madre e una figlia che si confrontano con il senso di appartenenza e quello di libertà, la vanità, l’autenticità, il radicamento geografico e sentimentale del fare poesia. Con una postfazione di Giorgio Ficara e bibliografia critica a cura di Giulia Ricca.

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Alba Donati vive tra Firenze e Lucignana. Ha pubblicato: La Repubblica contadina (1997, Premio Mondello Opera Prima e Premio Sibilla Aleramo), Non in mio nome (2004, Premio Diego Valeri, Premio Cassola), Idillio con cagnolino (2013, Premio Dessì, Premio Ceppo). Ha tradotto con Fausta Garavini le poesie di Michel Houellebecq Configurazioni dell’ultima riva (2015). Ha curato Poeti e scrittori contro la pena di morte (2001) e, insieme a Paolo Fabrizio Iacuzzi, Il Dizionario della libertà. Ha fondato “Fenysia” la prima scuola dei linguaggi della cultura ed è presidente del Gabinetto Scientifico Letterario “G. P. Vieusseux”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Starting Over Again” di Natalie Cole; “Unforgettable” di Natalie e Nat King Cole.

(continua…)

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mercoledì, 18 luglio 2018

ERMANNO CAVAZZONI con “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

ERMANNO CAVAZZONI con “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Ospite della puntata: Ermanno Cavazzoni, autore di “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo) – romanzo finalista al Premio Campiello 2018.

Tra funamboliche citazioni mitologiche e vicissitudini spassose, e deliranti, Ermanno Cavazzoni ci risucchia nella sua fantascienza ironica, sfrenata e surreale, dove il futuro ci appare sospetto e un po’ inquietante, un posto stranamente famigliare.

Con Ermanno Cavazzoni abbiamo discusso del romanzo e delle tematiche a esso legate.

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In un futuro dai confini incerti, in un paesaggio che assomiglia al Far West ma che è invece la pianura a volte nebbiosa, altre assolata, fra l’Emilia e la Romagna, tutto è cambiato. Siamo attorno all’anno 6.000 quando avviene la Grande Devastazione: un’invasione aliena ha distrutto le città lasciando dietro solo rovine, un’incredibile onda d’urto ha raso al suolo ogni sporgenza, ha fatto ribollire gli oceani, la popolazione umana è decimata ed è rintanata in case cubiche simili a termitai. Sono sopravvissuti però i sistemi industriali costruiti nel sottosuolo che continuano a produrre droidi, robot intelligenti che provvedono a ogni cosa e vivono assieme agli esseri umani. La tecnologia è al potere: governa, gestisce, organizza. Gli uomini sono liberi da ogni occupazione e lasciati al lassismo, all’obesità, alle strane manie che li afferrano, vivendo in aree urbane desolate e deserte. I coniugi Vitosi, fra i superstiti, passano il tempo collezionando grucce, oggetti vecchi e intrattenendosi con due robot da compagnia quasi erotica, una Dafne e un Piteco. Ma quando, a poco a poco, si sparge la voce che i robot immortali che avevano creato e amministrato questo nuovo mondo si sono ritirati, offesi dal carico delle incombenze e dalla mancanza di gratitudine a loro dovuta, il caos si propaga e inizia la vera catastrofe. Nuovi, improvvisi incendi sconvolgono le città, i robot domestici cominciano a delinquere, a darsi al brigantaggio e anche la Dafne e il Piteco decidono di scappare, preoccupati dai pericoli crescenti. Da giorni i notiziari riportano inoltre l’allarmante annuncio della fuga di un robot ritenuto molto pericoloso, uno Xenofon, che la Dafne e il Piteco saranno destinati a incontrare sul loro cammino. Su quello dei coniugi Vitosi e degli altri pochi umani sopravvissuti incombe invece un’altra minaccia, sotto forma di insetti giganti. Riusciranno a sopravvivere a questa nuova invasione aliena?

Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia, vive a Bologna. È autore di vari libri di narrativa: Il poema dei lunatici (1987), Le tentazioni di Girolamo (1991), I sette cuori (1992), Le leggende dei santi (1993), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999, riedito come La valle dei ladri, 2014), Gli scrittori inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), Il limbo delle fantasticazioni (2009), Guida agli animali fantastici (2011), Il pensatore solitario (2015), Gli eremiti del deserto (2016). Da Il poema dei lunatici ha tratto con Federico Fellini la sceneggiatura per il film La voce della luna. È stato con Gianni Celati e altri ideatore e curatore della rivista “Il semplice”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: dalla colonna sonora del filma “2001, Odissea nello Spazio” (tema principale); “Ciao mare” di Mirco Mariani; “Love Theme” dalla colonna sonora del film Blade Runner.

(continua…)

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mercoledì, 9 maggio 2018

CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)

Cetti Curfino (Cover)Care amiche e cari amici di Letteratitudine,

desidero condividere con voi la notizia dell’uscita del mio nuovo romanzo edito da La nave di Teseo e intitolato “Cetti Curfino“.

Con molti di voi ho già avuto modo di interagire su Facebook (e vi ringrazio per il vostro commovente affetto).

Qui di seguito troverete: un mio articolo (pubblicato sulla pagina cultura del quotidiano “La Sicilia”) in cui racconto la genesi del romanzo, una sintetica rassegna stampa (in corso di aggiornamento), la scheda del libro e il booktrailer (con la splendida interpretazione di Carmelinda Gentile nei panni di Cetti Curfino).

Comincia una nuova avventura letteraria, cari amici.

Grazie di cuore per il vostro sostegno!

Massimo Maugeri

(p.s. per un po’ di tempo lascerò questo post in evidenza)

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CETTI CURFINO: racconto di un romanzo

Massimo Maugeri racconta – sulle pagine de “La Sicilia” – come è nato il suo nuovo romanzo intitolato “Cetti Curfino”, in uscita il 10 maggio per La nave di Teseo (continua…)

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sabato, 28 aprile 2018

LINUS torna in edicola e in libreria

graphic-novel-e-fumettiIl nuovo post della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti” lo dedichiamo al ritorno in edicola e in libreria della storica rivista linus.

linus è una storica rivista italiana mensile di fumetti, fondata da Giovanni Gandini e pubblicata inizialmente dalla casa editrice Figure nell’aprile del 1965. Fu la prima rivista italiana dedicata esclusivamente ai fumetti. Il nome si riferisce all’omonimo personaggio dei fumetti della celebre serie a strisce Peanuts pubblicata sulle pagine del periodico.
Nel primo numero compariva, in prima pagina, anche un’intervista di Umberto Eco a Elio Vittorini e Oreste del Buono sul tema «una cosa che riteniamo molto importante e seria, anche se apparentemente frivola: i fumetti di Charlie Brown».

Linus fu pubblicata per oltre 50 anni e nel 2015, in occasione del cinquantesimo, le furono dedicate varie mostre commemorative oltre che una ristampa anastatica dei primi numeri.

Linus torna adesso in libreria e in edicola a partire dal 3 maggio grazie a La nave di Teseo e Baldini+Castoldi

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La cover di 'linus' di maggio, un'opera di Art Spiegelman © ANSANEL NUOVO NUMERO: ART SPIEGELMAN * CHARLES M. SCHULZ * MICHEL HOUELLEBECQ * BILL WATTERSON * TSUGE YOSHIHARU * SETH * DAVIDE TOFFOLO * GABRIELLE BELL * VAUGHN BODÉ * J. * TOMMI MUSTURI * SAMMY HARKHAM * RON REGÉ JR. * LYONEL FEININGER * FABIO VISCOGLIOSI * SERGIO BRANCATO * EMILIO TADINI * ADRIANO ERCOLANI * RESIST!

Il nuovo linus in edicola e libreria dal 3 maggio [122 pagine / 6,00 €]

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Anteprima al festival Comicon di Napoli e presentazione al Salone del Libro di Torino domenica 13 maggio [Arena Bookstock, ore 17.30] con Elisabetta Sgarbi, Igort, Manuele Fior e Davide Toffolo.
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Dal 3 maggio linus torna in edicola con un nuovo direttore, una nuova veste grafica, un nuovo concetto editoriale, ma soprattutto con un nuovo spirito.
Un ritorno alle origini e nello stesso tempo un viaggio nel presente per scoprire il futuro.

ELISABETTA SGARBI, direttore responsabile:
Immagine correlata«“linus ritorna bambino” è una constatazione e insieme un invito che abbiamo scelto per connotare questo nuovo inizio. Un inizio nel solco di una tradizione bella che ha tra i suoi alfieri anche Umberto Eco, fondatore della Nave di Teseo.
Il nuovo direttore, Igort – già fondatore e direttore di Oblomov – e La Nave di Teseo tutta lavoreranno con energia e entusiasmo per rendere linus una rivista aperta a nuovi linguaggi, intelligente, ironica e capace di interpretare il mondo.
E non a caso il tono di questo nuovo inizio è segnato da un autore come Michel Houellebecq, scrittore che, come pochi, è in grado di anticipare dove il mondo sta andando.»

IGORT, direttore editoriale: (continua…)

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mercoledì, 7 marzo 2018

LUCA RICCI con “Gli autunnali” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

LUCA RICCI con “Gli autunnali” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Con Luca Ricci abbiamo discusso del suo romanzo intitolato “Gli autunnali” (La nave di Teseo).

Luca Ricci, dopo aver incantato critica e lettori con i suoi racconti, esordisce nel romanzo con un sillabario contemporaneo del sentimento amoroso e delle manie di oggi, un ritratto spietato degli uomini e delle loro passioni.

Nella seconda parte della puntata Massimo Maugeri legge le prime pagine del libro.

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Luca Ricci“Gli autunnali” (La nave di Teseo)

Un uomo, al rientro dalle vacanze d’agosto, è prigioniero del suo stanco rapporto matrimoniale. La moglie Sandra è ancora bella, ma lui non riesce più a provare desiderio per lei. Durante una passeggiata solitaria in un mercatino di Roma, l’uomo viene attratto da un vecchio volume sugli artisti di Montmartre, e rimane stregato dall’immagine di Jeanne Hébuterne, la compagna di Amedeo Modigliani. Scocca un particolare colpo di fulmine e Jeanne diventa per il narratore un’ossessione. L’uomo strappa la foto, la piega con cura e inizia a portarla sempre con sé, nella propria tasca. Tutto sembra avvenire soltanto nella sua mente, almeno fin quando sua moglie Sandra non invita a cena una vecchia cugina, Gemma, che all’uomo appare identica in tutto e per tutto a Jeanne. E l’ossessione inizia a riversarsi nella realtà, fatalmente, mentre l’autunno romano avvolge le cose nella sua luce struggente e diafana.

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Luca Ricci è nato a Pisa nel 1974 e vive a Roma. Ha pubblicato L’amore e altre forme d’odio (2006, Premio Chiara), La persecuzione del rigorista (2008), Come scrivere un best seller in 57 giorni (2009), Mabel dice sì (2012), Fantasmi dell’aldiquà (2014), I difetti fondamentali (2017). Insegna scrittura per Scuola Holden, Belleville e Scuola del Libro.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “September Morn” di Neil Diamond; “Angel” dei Massive Attack; “Autumn Leaves” di Eric Clapton.

(continua…)

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giovedì, 25 gennaio 2018

ENTRO A VOLTE NEL TUO SONNO di Sergio Claudio Perroni

Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine sulla “POESIA” lo dedichiamo ai testi in “prosa poetica” di Sergio Claudio Perroni contenuti nel suo nuovo libro, che esce proprio oggi (il 25 gennaio): “Entro a volte nel tuo sonno” (La nave di Teseo, 2018 – postfazione di Sandro Veronesi).

Di seguito, una “doppia lettura” a cura di Massimo Maugeri (dove si tenta di raccontare o di “spiegare” il libro) e di Daniela Sessa (dove si diffida dal tentare di raccontare o di “spiegare” il libro).

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La lettura di Massimo Maugeri

Sergio Claudio Perroni è scrittore raffinato ed eccellente traduttore. Nella biblioteca di ogni famiglia, giusto per dirne una, non dovrebbe mancare la sua magnifica traduzione del capolavoro assoluto di John Steinbeck: “Furore. Chi volesse gustarsi la storia di un incontro tratteggiata con delicatezza e maestria invidiabili (e non l’avesse ancora fatto), per dirne un’altra, troverebbe soddisfazione nella lettura del suo recente romanzo: “Il principio della carezza” (La nave di Teseo, 2016 – qui è disponibile il suo Autoracconto d’autore). Prima, però, vecchi e nuovi lettori dei testi di Sergio Claudio Perroni e delle opere da lui tradotte, farebbero bene a procurarsi il nuovo bellissimo libro intitolato “Entro a volte nel tuo sonno” (La nave di Teseo), che si presenta con questo potente esergo: Ama impetuosamente / senti forsennatamente / non c’è altra vita.

Sergio Claudio PerroniC’è amore, dunque, nel nuovo libro di Perroni. E sentore. E vita. E molto, molto altro.
C’è una fitta e ampia geografia del pensiero e dei sentimenti, racchiusa nelle circa 170 pagine di “Entro a volte nel tuo sonno” (titolo, peraltro, dotato di grande intensità espressiva e su cui ci si potrebbe soffermare per vagliarne a fondo il significato. Chi volesse saperne di più è invitato a leggere “Madrigale – Madre io stesso”, a pag. 36).
Come leggiamo sulla bandella del libro, “Entro a volte nel tuo sonno” ci fa esplorare, come in un ideale atlante dell’anima, tutte le variazioni dell’esistenza – tra paure e passioni, volontà e istinti, mancanze e rinascite – per ricomporre i frammenti dei nostri discorsi interiori quotidiani, e donarci le parole esatte per saperli riconoscere e, finalmente, dire“.
Non stiamo parlando di un romanzo, non stiamo parlando di un saggio. Non si tratta nemmeno di una silloge di poesie in senso stretto. In questo libro, Sergio Claudio Perroni sperimenta una forma letteraria “altra” (e alta) che unisce al largo respiro della prosa la profondità della poesia, ponendosi di fronte al lettore come una sorta di specchio su cui riflettere pensieri/parole/emozioni che attraversano la nostra condizione di esseri umani. Ogni pagina di questo libro offre un titolo incisivo e uno sviluppo letterario che si trasforma, a sua volta, in occasione di viaggio fuori e dentro di noi.

Nella  postfazione Sandro Veronesi ci rivela che la sua preferita è “Sapere la strada”. Ci dice che l’ha letta solo cinque o sei volte (“ma metti pure dieci, son sempre poche, perché andrebbe imparata a memoria, da tanto è bella, da tanto è vera“, scrive Veronesi).  E già ripensa – continua Veronesi – a tutto quello che ha letto in vita sua, a tutto quello che ha scritto, e a quel che ha fatto di buono e di cattivo. E già ripensa – sono ancora parole di Veronesi – a tutto quello cui si possa ripensare, di fatto e di non fatto, da lui e da chiunque altro, come al frutto di quell’attimo.
Riporto, a mia volta, il testo di “Sapere la strada” (che qui diventa, dunque, citazione di citazione) per dare ulteriore risalto alle considerazioni appena esposte:

“Ti muovi nel buio e non ti trovi, cammini piano tra le
pareti di casa ma ciò che ti aspettavi non lo tocchi, ciò
che sfiori è inatteso, arriva troppo presto, troppo tardi,
ha spigoli nuovi, profili inauditi, allora cerchi a tentoni
l’interruttore più vicino, accendi un attimo la luce per
orientarti, solo un attimo per non svegliarti del tutto, e
quell’attimo ti basta per individuarti, per riconoscere il
tragitto un istante prima che scompaia, per incidere nella
tua mente la planimetria del buio, e riprendi ad avanzare
con la certezza di ogni passo, di ogni gesto, tra forme di
cui ti fidi, convinto di sapere la strada nell’invisibile, ma
a farti andare avanti è solo il ricordo di quell’attimo, a
guidarti è solo la memoria della luce”.

Un titolo, dicevo. E insieme a ogni titolo, la premessa (e la promessa) di un viaggio. “Entro a volte nel tuo sonno” ci consente di percorrere all’incirca 160 di questi itinerari. Il lettore può intraprenderli in sequenza, o senza rispettare un ordine prestabilito. Sono viaggi intensi che ti lavorano dentro, trasportandoti in una dimensione introspettiva dall’altissima densità letteraria. Sono esperienze di lettura che vanno consumate più volte per poterne beneficiare appieno; perché ogni lettura e ogni rilettura può offrire una percezione diversa, una nuova prospettiva di visione.

Mi incanto di fronte a un titolo: “Il profilo delle parole“. Mi ci soffermo, perché – alla fine – è di parole che stiamo parlando. È un titolo che mi incuriosisce, che m’inchioda. Mi domando: anche le parole, dunque, hanno un profilo? Leggo il testo e inizio il mio viaggio che qui, adesso, voglio condividire: (continua…)

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venerdì, 29 dicembre 2017

PATRICK MCGRATH con “La guardarobiera” (La nave di Teseo) e LUCA DONINELLI con “La conoscenza di sé” (La nave di Teseo) a “Letteratitudine in Fm”

PATRICK MCGRATH con “La guardarobiera” (La nave di Teseo) e LUCA DONINELLI con “La conoscenza di sé” (La nave di Teseo) ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in onda su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Nella prima parte della puntata abbiamo incontrato lo scrittore inglese Patrick McGrath per discutere del suo nuovo romanzo intitolato “La guardarobiera” (La nave di Teseo – traduzione di Carlo Prosperi). Ci siamo avvalsi del servizio di interpretariato di Lidia Zanardi (che ringraziamo)

Nella seconda parte della puntata abbiamo incontrato Luca Doninelli per discutere del suo nuovo libro (composto da quattro racconti) intitolato “La conoscenza di sé” (La nave di Teseo).

Di seguito, informazioni sui romanzi protagonisti della puntata.

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La guardarobiera” di Patrick McGrath (La nave di Teseo – traduzione di Carlo Prosperi)

pape-satan-aleppeLondra, gennaio 1947. La guerra è finita da due anni e la città è in macerie. In uno degli inverni più freddi da che se ne ha memoria, anche trovare qualcosa da mettere in tavola è molto difficile.
Ad abbattere ancor di più gli animi, arriva la perdita inaspettata e scioccante di uno dei più amati attori teatrali del momento: Charlie Grice muore in circostanze poco chiare, gettando la moglie Joan, donna bellissima e innamorata, che lavora come guardarobiera del teatro, in un dolore sordo e senza limiti.
Controvoglia, Joan assiste con la figlia Vera alla prima replica dello spettacolo che era di suo marito, sottoponendosi al trauma di vedere un altro uomo interpretarne il ruolo. L’idea la terrorizza, ma quando l’attore appare sul palco, la vedova è sconvolta nel rendersi conto che dietro agli occhi dell’uomo brucia ardente lo spirito di Charlie. Più tardi, nel backstage, incontrando il sostituto, il suo cuore, stordito dalla gioia, ha la conferma che il suo grande amore vive nel giovane attore Daniel Francis. Ne diventa amica, lo invita a casa e comincia a donargli gli abiti del marito, sottratti al suo guardaroba.
Nasce così una relazione che oscilla tra l’attrazione e l’assedio del fantasma di Charlie, che trascina Joan in un gorgo. Chiamata da una voce amata e spaventosa al tempo stesso, la donna scoprirà il terribile segreto che avvolge anche la morte di suo marito Charlie Grice: la guerra, dopotutto, non è ancora finita.

Dal maestro del thriller psicologico, in un crescendo di tensione, un romanzo sui lati oscuri del dolore, dell’amore e della follia.

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Patrick McGrath è nato in Inghilterra e vive tra New York e Londra. È autore di numerosi romanzi, tra cui Follia (1998) – uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni –, Martha Peake (2001), Spider (2002, da cui è stato tratto il film di David Cronenberg), Port Mungo (2004), Trauma (2007), L’estranea (2013), e delle raccolte di racconti Acqua e sangue (2003) e La città fantasma (2005).

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La conoscenza di sé” di Luca Doninelli (La nave di Teseo)

Luca Doninelli torna alla narrativa con quattro storie ambientate nella Milano contemporanea, legate dal bisogno delle protagoniste di scoprire la propria identità oltre l’immagine che il mondo (o loro stesse) gli ha costruito attorno.

Una ragazza scontenta della sua normalità comincia a immaginare di essere stata un ragazzo poi diventato una ragazza. Un intellettuale in odore di Premio Nobel dopo trent’anni di lontananza va a cercare il suo vecchissimo maestro, un personaggio leggendario che, a differenza di lui, aveva deciso di tagliare tutti i ponti con il mondo. L’incontro avrà esiti imprevedibili. Una ragazzina di dodici anni, che non conosce la vera storia della sua famiglia, incontra un’anziana signora cieca, che viceversa la conosce bene, ma che decide di non rivelargliela, lasciando al lettore qualche indizio per poterla ricostruire. Una ragazza lesbica, che rimane turbata e incuriosita da un ragazzo che si è innamorato di lei, ha una storia di sesso con lui, poi lo abbandona. Ma non riesce a dimenticare il suo sguardo buono e capisce di desiderare quello sguardo sopra ogni altra cosa.

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Luca Doninelli nasce a Leno (BS) nel 1956. Nel 1978 conosce Giovanni Testori, che gli fa scrivere il primo libro, “Intorno a una lettera di Santa Caterina” (1981). Tra le sue opere narrative ricordiamo “I due fratelli” (1990), “La revoca” (1992), “Le decorose memorie” (1995), “Talk show” (1996), “La nuova era” (1999), “Tornavamo dal mare” (2004), “La polvere di Allah” (2006). Per Bompiani ha pubblicato “Salviamo Firenze” (2012) e “Fa’ che questa strada non finisca mai” (2014). Insegna etnografia narrativa all’Università Cattolica di Milano; da questa esperienza nasce il volume “Cattedrali” (2011) e il progetto collettivo “Le nuove meraviglie di Milano” – di cui sono stati pubblicati i primi tre volumi. Ha vinto, tra gli altri, un Premio Selezione Campiello, un Grinzane Cavour, un Super Grinzane Cavour. È stato finalista al Premio Strega nel 2000.

Con Le cose semplici” (Bompiani, ha vinto il Premio Selezione Campiello 2016)

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Give My regards to Broadway”; “Karma Chameleon” dei Culture Club.

(continua…)

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martedì, 25 luglio 2017

POESIA: Ocean Vuong (Cielo notturno con fori d’uscita)

Il nuovo appuntamento dello spazio “POESIA” di Letteratitudine è dedicato al giovane poeta vietnamita Ocean Vuong e al suo “Cielo notturno con fori d’uscita” (La nave di Teseo) – prefazione di Michael Cunningham, traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan.

Di seguito, la recensione di Daniela Sessa.

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Il corpo lirico di Ocean  Vuong: “Cielo notturno con fori d’uscita”.

di  Daniela Sessa

Lui getta il mio nome in aria. Io guardo le sillabe che si sbriciolano in ciottoli sul ponte“.  L’immagine è in “Immigrant haibun”  di Ocean Vuong: si finga nel nome un “io” e nell’io un “noi”, che leggiamo i suoi versi, e si resta colpiti dal baluginìo della sua poesia. Baluginìo mentre il senso se ne sta camuffato nel singhiozzo delle immagini, nel gioco di parole dal suono di oboe  e luce di stelle, quelle inghiottite dal buco nero della memoria, del dolore, del corpo. Stelle che brillano e poi muoiono. Dentro un libro. Ciottoli sul ponte sono le parole dei libri o l’inceppamento di un revolver

“ Torna indietro & vai a cercare il libro che ho lasciato

per noi, colmo

di tutti i colori del cielo

dimenticato dai becchini.

Usalo.

Usalo per provare che le stelle

sono sempre state quello che sapevamo

fossero: i fori d’uscita

di ogni

parola che ha fatto cilecca”

Le parole di Ocean Vuong al primo pronunciarsi paiono non trafiggere, leggere come sono per le ali delle metafore che le portano in alto, nel cielo notturno. Ma proprio in quel notturno, in quel buio sappiamo, sentiamo che stanno lacerando. Lacerano il corpo. Di chi legge e ascolta. Del poeta che scrive e legge. Lacerano il corpo se “in every body is the book”, afferma Ocean Vuong in un’intervista televisiva. Il corpo racchiude un libro, racchiude parole, versi: “Recording poems”, questo fa il corpo per Ocean Vuong. Una poesia carnale e lieve, ossimoro di scrittura e senso. Tanto più sanguinano le immagini quanto più la parola lava quel sangue fino a cancellarlo, fino a sublimare in suoni e colori le ferite aperte del corpo. Un corpo martoriato dalla guerra, dalla violenza, dal viaggio, dal sesso trova una voce nei labirinti della memoria. Ocean Vuong è molto giovane, non ha ricordi del Vietnam fatto a pezzi dalla guerra perciò prende i ricordi dalla madre e dalla nonna. L’universo femminile custodisce anche il senso del viaggio in America, la terra nemica che accoglie. Qui c’è l’assassinio edipico del padre “Carissimo Padre, che ne sarà del ragazzo/ non più ragazzo? Ti prego-/che ne è del pastore/ quando le pecore sono cannibali?”, qui c’è “l’orizzonte di ruggine” di Newport “America una fila di lampioni/ che gli baluginavano sulle labbra/di whiskey”, qui c’è una lingua nuova e la “parola esiliata” per decrittare sentimenti atavici, una lingua “fiammifero acceso” a generare un’identità nuova, meticcia di pelle e di radici emotive “Quando ti chiederanno/ di dove sei,/ di’ che il tuo nome/ è stato reso carne dalla bocca sdentata/ di una donna di guerra”.  Elegia del padre ed epos della madre è “ Cielo notturno in fori d’uscita” di Ocean Vuong (La nave di Teseo, 2017), la prima raccolta di questo giovane poeta vietnamita e americano, portato in Italia dall’acume di Elisabetta Sgarbi che lo ha pubblicato in un volume prezioso (prefazione di Michael Cunningham, traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan). Malinconia e mito sono spazio lirico. Malinconia per un padre incapace di ritorno e aura mitica per la madre quasi una presenza sciamanica di coraggio e sfida. Le trentacinque poesie di questa spaesante raccolta celebrano la scrittura come piena realizzazione dell’io poetante. Domina la figura gracile del poeta. Gracilità della dimensione di figlio sulla soglia (“Thresold” è la poesia che apre la raccolta), di ragazzo piegato da orgasmi onanistici (in “Ode alla masturbazione”) e omosessuali, di poeta alla ricerca impossibile e distratta di un modello di lessico e metro (in molte liriche c’è la tentazione immatura di rendere omaggio alla poesia americana di Carl Phillips, Robert Duncan, Frank O’Hara come anche le letture di Joseph Brodskji, di Shakespeare e di Milton, addirittura di Garcia Lorca). (continua…)

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lunedì, 10 luglio 2017

DANA SPIOTTA con “Innocenti e gli altri” (La nave di Teseo) e SABINA MINARDI con “Caterina della notte” (Piemme) a “Letteratitudine in Fm”

DANA SPIOTTA con “Innocenti e gli altri” (La nave di Teseo) e SABINA MINARDI con “Caterina della notte” (Piemme) ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 10 luglio 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Nella prima parte della puntata abbiamo incontrato Dana Spiotta per discutere del suo nuovo romanzo intitolato “Innocenti e gli altri” (La nave di Teseo – traduz. di C. Prosperi). Ringraziamo Raffaele Deantoni (che ha reso possibile il collegamento) e Lidia Zanardi (per il servizio di interpretariato).

Nella seconda parte della puntata abbiamo incontrato Sabina Minardi per discutere del suo romanzo Caterina della notte” (Piemme).

Di seguito, informazioni sui due libri protagonisti della puntata.

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Innocenti e gli altri(La nave di Teseo) di Dana Spiotta

Meadow e Carrie sono due amiche cresciute insieme nella Los Angeles degli anni ’80. Meadow è brillante, di famiglia ricca, irregolare, un po’ maledetta; Carrie è di origini più umili, insicura e sedotta dalla creatività nervosa e dalla sessualità più libera di Meadow.
Si conoscono da una vita, ogni esperienza dell’una – film, amori, studi – è stata vissuta anche dall’altra, come succede solo nelle amicizie più intense. Entrambe hanno una passione che è diventata col tempo il loro lavoro, il cinema, ma con visioni molto diverse: Meadow firma documentari impegnati e sperimentali, mentre Carrie si avvia a realizzare film di successo, con un tocco femminista. Ciascuna, col passare del tempo, mette in discussione le scelte dell’altra; ciascuna disapprova l’altra.
L’equilibrio instabile della loro amicizia è interrotto da una donna enigmatica, Jelly – questo è uno dei suoi nomi – il cui regno è il telefono; con la sua voce sa ascoltare e sedurre come nessun altro. Nessuno sa veramente chi sia, nessuno l’ha mai vista. L’oscurità è il suo regno finché non incontra la macchina da presa di Meadow.
Dana Spiotta conferma il suo straordinario talento, conducendo il lettore, con una scrittura vivida e ricca, nei labirinti di tre donne che giocano con la propria innocenza fino, forse, a perderla.

lorenza-mazzettiDana Spiotta ha esordito nel 2002 con il romanzo L.A. Girl, guadagnandosi fin da subito gli elogi di autori del calibro di Bret Easton Ellis e Don DeLillo; con Vivere un segreto (2009), è arrivata tra i finalisti del National Book Award; Versioni di me (2013) è stato finalista al National Book Critics Circle Award e segnalato fra i migliori libri dell’anno dal “New York Times” e dal “Washington Post”.
Insegna scrittura creativa presso l’Università di Syracuse e vive a New York.

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Caterina della notte” (Piemme) di Sabina Minardi

Catherine ha quarant’anni e un forte senso di vuoto dentro. Forse per colpa di David, l’uomo che ha accanto, ma che da tempo non sente più vicino; o forse è la convivenza con il padre – da sempre per lei madre e padre insieme – che è diventata troppo ingombrante. Per questo, il giorno in cui le viene recapitato un manoscritto sulla scrivania dell’ufficio, Catherine si lascia completamente travolgere dalla lettura. Quella che scorre tra le pagine è una storia antica, ambientata nella Siena dov’è nata ma che non ha mai più visto. Ed è scritta in italiano, la lingua madre di cui serba un ricordo sfocato. Protagonista una santa che porta il suo nome, Caterina.
A narrare è una donna che nel 1380 vive nello Spedale di Santa Maria della Scala, luogo di cura dei malati e di assistenza per i “gettatelli”, rifugio di viandanti e pellegrini lungo la Via Francigena. Un ospedale, sorto intorno all’anno Mille, crocevia di culture diverse ed emblema di convivenza tra laici e religiosi, tra ricchi, poveri, artisti, gente in cammino: uomini e donne che deviano dalla loro strada, in cerca di sé. In quel luogo straripante di vita, la donna è costretta a non vedere mai la luce del giorno, per una colpa segreta che porta fin dalla nascita.
Tra quelle pagine oscure e appassionanti, Catherine trova qualcosa che la spinge verso la sua città natale e verso la madre, morta quando lei era bambina, e della quale nessuno parla mai. Seguendo il racconto di Giovanna, quelle vite così lontane si fanno sempre più vicine. E, scoprendo il segreto che lega Giovanna allo Spedale e a santa Caterina, Catherine riuscirà a svelare i misteri del suo passato e a ritrovare se stessa.

Immagine correlataSabina Minardi è nata a Catania, vive a Roma. Caposervizio del settimanale L’Espresso, scrive di cultura e società e cura la sezione Visioni. Bookmarks è il suo blog sui libri. Sposata, ha due figlie.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “City of Stars” (Duet ft. Ryan Gosling Emma Stone); “My Sweet Lord” di George Harrison.

(continua…)

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giovedì, 29 giugno 2017

GUIDO MARIA BRERA (con “È tutto in frantumi e danza” – La nave di Teseo) a “Letteratitudine in Fm”

GUIDO MARIA BRERA (con “È tutto in frantumi e danza” scritto a quattro mani con EDOARDO NESI – edito da “La nave di Teseo”) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 26 giugno 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Con Guido Maria Brera abbiamo discusso del suo nuovo libro, scritto a quattro mani con Edoardo Nesi, intitolato “È tutto in frantumi e danza” (La nave di Teseo) e delle tematiche a esso legate.

Nella seconda parte della puntata, la lettura di uno stralcio del libro.

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Tutto è in frantumi e danza” di Guido Maria Brera e Edoardo Nesi (La nave di Teseo)

Ricordi quando vivevi nel migliore dei mondi possibili, e non te ne accorgevi neanche?

Quando eri certo che il futuro sarebbe stato migliore del presente. Quando sapevi che i tuoi figli avrebbero trovato lavoro a un chilometro da casa.

Quando potevi sognare senza sembrare un illuso. Quando dovevi sforzarti per accorgerti della disoccupazione. Quando il terrorismo sembrava un relitto del passato.

Quando il concetto stesso di immigrazione pareva sul punto di perdere significato, perché stavamo per andare a vivere in un mondo unico, in cui le piccole aziende non chiudevano, le banche non fallivano, centinaia di migliaia di persone non perdevano il lavoro e non si moriva affogati pur di arrivare in Italia.

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lorenza-mazzettiEdoardo Nesi ha pubblicato Fughe da fermo (1995), Ride con gli angeli (1996), Rebecca (1999), Figli delle stelle (2001), L’età dell’oro (2004, Premio Bruno Cavallini; Finalista Premio Strega 2005), Per sempre (2007), Storia della mia gente (2010, Premio Strega 2011), Le nostre vite senza ieri (2012), L’estate infinita (2015).

È il traduttore italiano del romanzo di David Foster Wallace Infinite Jest. Ha scritto e diretto il film Fughe da fermo (2001).

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lorenza-mazzettiGuido Maria Brera nel 1999, non ancora trentenne, è fra i tre soci fondatori del Gruppo Kairos. A più riprese tra i migliori gestori hedge d’Europa, oggi è capo degli investimenti del Gruppo Kairos Julius Baer. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo I Diavoli. La finanza raccontata dalla sua scatola nera, best seller da cui è nato il sito omonimo idiavoli.com, un innovativo progetto di giornalismo narrativo per raccontare la finanza e la geopolitica.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Riders On The Storm” The Doors; “Ghost Song” The Doors; “One” (U2) Bono Vox (December 31, 1999)

(continua…)

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mercoledì, 17 maggio 2017

A proposito di graphic novel: OBLOMOV e LA NAVE DI TESEO

graphic-novel-e-fumettiDedichiamo questa nuova puntata della rubrica “Graphic Novel e Fumetti” di Letteratitudine (tutte le puntate sono disponibili qui) al nuovo progetto che segna il partenariato tra OBLOMOV (diretta da Igort) e LA NAVE DI TESEO (capitanata da Elisabetta Sgarbi). La Nave deterrà il 67% delle quote societarie di Oblomov che, comunque, agirà in piena autonomia.

OBLOMOV è una realtà editoriale indipendente dedicata alla pubblicazione di graphic novel e creata dallo stesso Igort: rappresenta il passo successivo rispetto a Coconino Press, il marchio da lui fondato 18 anni fa.

Sul sito della casa editrice, leggiamo quanto segue: “Amiamo la carta, le storie e i disegni. Oblomov è questo, un editore pigro, che pubblicherà una selezione internazionale di titoli da libreria giudicati memorabili e, di tanto in tanto, delle edizioni limitate numerate e firmate, curate nei dettagli e disponibili anche talvolta con dedica dell’autore“.

Oblomov

Il progetto editoriale parte da alcune premesse ben evidenziate nel comunicato stampa dedicato all’alleanza tra Oblomov e La nave di Teseo. Il linguaggio del fumetto è ancora tutto da esplorare. 18 anni fa non c’era neppure una ragione industriale per il fenomeno graphic novel. Oggi questa realtà di mercato è in sviluppo verticale con circa il 37% di incremento vendite nel solo ultimo anno (dati ufficiali Aie). l’Italia è diventato il quarto mercato mondiale dopo America, Giappone e Francia. Viviamo un’epoca d’oro per inventiva e creatività editoriale in cui la curiosità dei lettori è pari solo alla voglia di esplorare nuovi territori da parte dei narratori. C’è bisogno di una impresa editoriale veloce e al passo con i tempi. E, a proposito di graphic novel,: “Oblomov concepisce il graphic novel come una delle forme contemporanee del romanzo. È interessata a sviluppare ogni sua declinazione di questa disciplina narrativa. Ai nomi dei grandi maestri del cartooning mondiale si affiancheranno i nuovi giganti della scuderia. Tenuti segreti sinora“.

Risultati immagini per IgortOblomov“, ha spiegato Igort, “nasce da un’esperienza precisa che ha portato, nel corso del lavoro di quasi due decenni, una scena italiana di autori a imporsi sul panorama internazionale. Il graphic novel è oggi un fenomeno editoriale importante. Il metodo che ho appreso nel corso della lunga collaborazione con la più grande casa editrice giapponese (Kodansha) poteva dare i suoi frutti in Europa. Si è creato un lavoro di cura creativa, di scambio continuo, tra editor e autori, che andava proseguito dopo l’esperienza Coconino. La casa editrice da me fondata 18 anni fa, è un’esperienza chiusa. Ora con nuovi amici geniali che sono anche miei soci in questa impresa, sento di avere la base per un lavoro in prospettiva che porterà a un’esplorazione del racconto disegnato. Dal romanzo breve, a quello a lungo respiro, alle serie, sino a rifondare le basi del fumetto con lo spirito pionieristico e popolare proprio delle sue origini.”

Risultati immagini per Elisabetta Sgarbi letteratitudineUn progetto che sarebbe piaciuto a Umberto Eco“, ha dichiarato Elisabetta Sgarbi (Direttore generale della Nave di Teseo). “La proposta di Igort ci è parsa subito, oltre che un onore, una straordinaria occasione per un allargamento degli orizzonti della Nave di Teseo. Questa alleanza non solo rappresenta un ingresso dalla porta principale in un ambito editoriale in crescita, ma anche – aspetto per me molto importante – la possibilità di offrire agli autori qualcosa in più in direzione della creatività.”

Letteratitudine augura il meglio a questa nuova alleanza editoriale. (continua…)

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venerdì, 5 maggio 2017

YORO di Marina Perezagua (intervista all’autrice)

La nuova ospite dello spazio di Letteratitudine dedicato alla letteratura straniera (e all’inconto con gli autori) è la scrittrice spagnola Marina Perezagua, autrice del romanzo “YORO(La nave di Teseo ,traduzione di Pino Cacucci).

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YORO” di Marina Perezagua (La nave di Teseo) - intervista all’autrice

di Massimo Maugeri

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Sebbene l’eco delle immani catastrofi di Hiroshima e Nagasaki – veri e propri “scandali” della storia dell’umanità – dovrebbe continuare a risuonare nelle orecchie di tutti, il rischio che l’insorgenza di una guerra nucleare possa di nuovo devastare il genere umano rimane presente e aleggia sulle nostre teste come una perenne spada di Damocle. Lo dimostrano le recenti “scaramucce” tra Donald Trump e Kim Jong-un.
È questa la riflessione che mi viene in mente mentre mi accingo a pubblicare l’intervista alla brava Marina Perezagua, scrittrice spagnola che ha pubblicato di recente il romanzo intitolato “Yoro” (La nave di Teseo, traduzione di Pino Cacucci). Un romanzo fortemente incentrato sulla bomba atomica che, sul finire della seconda guerra mondiale, devastò il Giappone.
La storia di H comincia proprio il 6 agosto del 1945, quando il lancio di Little Boy su Hiroshima la colpisce ancora bambina e la sfigura… devastandola nel profondo.
Ho deciso di chiamare me stessa H“, scrive la protagonista della storia in una lettera indirizzata dalla Repubblica Democratica del Congo, “perché mi è sempre stata negata la voce e uno spagnolo mi ha detto che nella sua lingua la h è una lettera muta. La userò come nome, considerando che è anche il nome di tanti altri muti che forse troveranno qui la propria voce“.
È l’inizio di un racconto, l’inizio della sua storia, e di un viaggio che – nel corso degli anni – la porterà dall’America al Giappone, dalla Namibia al Congo…

- Marina, raccontaci qualcosa sulle origini di questo tuo romanzo (Yoro). Quale idea, esigenza, o ispirazione ti hanno spinto a scriverlo?
Risultati immagini per Marina PerezaguaHo sempre lavorato utilizzando paradossi e mi interessano particolarmente quelli che hanno un certo grado di difficoltà. In questo caso volevo immaginare un personaggio che, tra tutte le vittime della prima bomba atomica, potrebbe sentirsi in qualche modo beneficiato dall’esplosione, una bomba che ha preso la sua città, la sua gente, parti del suo corpo, e che tuttavia ha contribuito a costruire un’identità che la nascita gli aveva negato. D’altra parte, ero interessata alla sfida di scrivere in prima persona la testimonianza di un personaggio di una cultura diversa alla mia, tutto è diverso: l’età, il contesto storico… Sarebbe stato più facile scrivere sulla Guerra Civile Spagnola, la mia famiglia è molto longeva, ho conosciuto due bisnonni e due trisnonni, anche i miei nonni mi hanno raccontato tante storie della guerra, ma trovo più interessante scrivere di un dramma che non mi ha influenzato direttamente. E infine c’è il fatto di aver vissuto in Giappone e negli Stati Uniti per un lungo tempo (abito a New York da quattordici anni), questo mi ha permesso di accedere a testimonianze dirette o indirette delle due parti: vincitori e vinti.

- Cosa puoi dirci sulla tragedia della bomba atomica su Hiroshima? Che tipo di eredità o ammonimento ci ha lasciato, oggi, a distanza di tanti anni, il ricordo di quella terribile tragedia? (continua…)

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mercoledì, 29 marzo 2017

CROCIFISSO DENTELLO e SERGIO CLAUDIO PERRONI a “Letteratitudine in Fm”

CROCIFISSO DENTELLO (con “La vita sconosciuta” – La nave di Teseo) e SERGIO CLAUDIO PERRONI (con “Il principio della carezza” – La nave di Teseo) ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 27 marzo 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Crocifisso Dentello e Sergio Claudio Perroni sono stati gli ospiti della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 27 marzo 2017.

Con Crocifisso Dentello abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato La vita sconosciuta (La nave di Teseo)

Con Sergio Claudio Perroni abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato Il principio della carezza (La nave di Teseo)

Di seguito, informazioni sui libri protagonisti della puntata.

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La vita sconosciuta di Crocifisso Dentello (La nave di Teseo)

Milano, primi anni Duemila. Ernesto, cinquantenne disoccupato, reduce da un incontro sessuale con un gigolò arabo, rincasa nel cuore della notte e scopre la moglie Agata riversa senza vita sul divano. Il tragico evento è preceduto alcune ore prima dall’ennesima disputa coniugale perché Agata – costretta a lavorare come domestica per salvare il bilancio familiare – rimprovera al marito una colpevole rassegnazione.
Il lutto improvviso esaspera i sensi di colpa di Ernesto. Da anni conduce una doppia vita costellata da menzogne e tradimenti. Agata, siciliana dal carattere ribelle, ignora che il marito la tradisce con prostituti nel degrado di parchi pubblici e toilette di stazioni ferroviarie. Così com’è all’oscuro del terribile segreto che Ernesto custodisce, risalente al loro comune passato di rivoluzionari negli anni Settanta.
Scandito da capitoli che si accumulano come istantanee capaci di illuminare il nostro passato prossimo grazie a un particolare, un dettaglio, un’emozione, il romanzo attraversa la memoria intima e pubblica di un uomo che si mette a nudo in una confessione senza sconti. Crocifisso Dentello, alla sua seconda prova, racconta due vite perdute, un marito e una moglie offesi dalla Storia e dai sentimenti negati.

Crocifisso Dentello è nato a Desio, in Brianza, nel 1978. Ha esordito nel 2015 con Finché dura la colpa (Gaffi), romanzo che è diventato un caso editoriale grazie alla calorosa accoglienza della critica e dei lettori.

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Il principio della carezza di Sergio Claudio Perroni (La nave di Teseo)

Una donna, un uomo, una città deserta, una finestra che separa mondi e unisce solitudini. Con questi semplici elementi, Sergio Claudio Perroni costruisce una storia che racchiude due vite. Lei, scrittrice disincantata, e lui, lavavetri sognatore, non potrebbero essere più diversi, ma hanno due cose in comune: un passato da rimarginare, un presente che intreccia amarezza e amore. Il principio della carezza è la storia del loro incontro, dunque del loro destino.

Sergio Claudio Perroni vive e lavora a Taormina. Ha pubblicato Non muore nessuno (Bompiani, 2007), Raccapriccio. Mostri e scelleratezze della stampa italiana (Aliberti, 2007), Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale (Bompiani, 2010), Nel ventre (Bompiani, 2013), Renuntio Vobis (Bompiani, 2015).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Vita” – Lucio Dalla & Gianni Morandi; “Come Due Bambini” – La Bottega Dell’Arte.


(continua…)

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martedì, 14 febbraio 2017

MAURO COVACICH con “La città interiore” (La nave di Teseo) a “Letteratitudine in Fm”

MAURO COVACICH ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 13 febbraio 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino) con riferimento al volume “La città interiore” (La nave di Teseo)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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È stato Mauro Covacich l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 13 febbraio 2017.

Nell’ambito della puntata, con  Mauro Covacich abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato La città interiore(La nave di Teseo).

Di seguito, informazioni sul libro protagonista della conversazione radiofonica.

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Mauro CovacichLa città interiore(La nave di Teseo)

“Il bambino è diretto al Borgo Teresiano, vicino alla chiesa con la cupola blu, vicino al Canale, vicino alle bancarelle di Ponterosso. Sa dov’è. A sette anni si muove in città come un migratore lungo le rotte celesti. Non conosce i nomi delle vie, segue riferimenti emotivi, talvolta geometrici, i colori delle insegne, le fughe di luce verso la marina, i volumi dei pieni e dei vuoti tra i palazzi, le chiome degli alberi. Ha una bussola interna, l’infallibile magnetismo di un uccellino cresciuto per strada.”

È il 4 aprile 1945. Quel bambino sta trasportando una sedia tra le macerie della città liberata dai nazifascisti ed è diretto al comando alleato, dove lo attende suo padre – dal cognome vagamente sospetto, Covacich – sottoposto a un interrogatorio. E quella sedia potrebbe scagionarlo.

Sempre Trieste, 5 agosto 1972. I terroristi di Settembre Nero hanno fatto saltare due cisterne di petrolio. Un bambino, Mauro Covacich, tra le gambe di suo padre (il bambino che trascinava la sedia ventisette anni prima nella Trieste liberata), contemplando le colonne di fumo dalle alture carsiche sopra la città, chiede: “Papà, semo in guera?”

Mauro Covacich torna nella sua Trieste, con un libro dal ritmo incalzante, avventuroso romanzo della propria formazione, scritto con la precisione chirurgica di un analista di guerra e animato dalla curiosità di un reporter. La città interiore è la cartografia del cuore di uno scrittore inguaribilmente triestino; è il compiuto labirinto di una città, di un uomo, della Storia, che il lettore percorre con lo stesso senso di inquieta meraviglia che accompagnava quel bambino del 1945 e quello del 1972; un labirinto di deviazioni e ritorni inaspettati, da cui si esce con il desiderio di rientrarci.

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Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965. Ha scritto diversi libri di narrativa, tra cui: Anomalie (Mondadori 1998, Bompiani 2015), L’amore contro (Mondadori 2001, Einaudi 2009), A perdifiato (Mondadori 2003, Einaudi 2005), Fiona (Einaudi 2005 e 2011), Trieste sottosopra (Laterza 2006), Prima di sparire (Einaudi 2008 e 2010), A nome tuo (Einaudi 2011), L’esperimento (Einaudi 2013), La sposa (Bompiani 2014).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Trieste” di Sergio Endrigo; “Lontano dagli occhi” di Sergio Endrigo; “Trieste mia – Teddy Reno

(continua…)

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lunedì, 19 settembre 2016

SANDRO VERONESI con “Un dio ti guarda” (La nave di Teseo) a Letteratitudine in Fm

SANDRO VERONESI con ”Un dio ti guarda” (La nave di Teseo) in radio a Letteratitudine in Fm di lunedì 19 settembre 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)


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regia: Federico Marin

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È stato Sandro Veronesi l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 19 settembre 2016.

Con Sandro Veronesi abbiamo discusso del suo nuovo libro Un dio ti guarda” (La nave di Teseo).

Di seguito, dettagli su Un dio ti guarda.

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Sandro VeronesiUn dio ti guarda (La nave di Teseo)

un-dio-ti-guarda-veronesiUn dio ti guarda non è un libro di sport. È un libro di epica. Sandro Veronesi non racconta personaggi dello sport, ma pezzi di storia, della nostra storia. Eroi, semidei osannati dalle folle e consacrati
dalla mitologia, sono accanto a sconosciuti uomini e donne che hanno attraversato stadi, campi di calcio e di tennis, l’aria, il mare e le terre estreme.
Muhammad Alì, e il suo mitico incontro con Foreman; Duke Kahanamoku, il surfista hawaiano bello come il sole, possente, leggero come una farfalla che ha insegnato al mondo a cavalcare le onde più alte del Pacifico; l’immaginazione di Tarcisio Burgnich nella storica Italia–Germania 4 a 3 di Città del Messico; la rocambolesca vicenda di un portiere, Helmuth Duckadam, e della sua jeep nella Romania di Ceausescu; la pattinatrice Tonya Harding, dall’aggressione alla sua rivale al video porno della prima notte di nozze; le ombre della grande boxe che fu, sulla colonna sonora immortale di Franco Califano. Chiude il libro un racconto inedito di Massimiliano Governi. Un dio ti guarda illumina angoli della nostra memoria e della nostra storia, mentre riscrive vicende apparentemente lontane. È un incontro imperdibile, senza arbitri né vincitori, tra la Letteratura e la vita.

sandro-veronesiSandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. È laureato in architettura. Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Live (1996), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995), La forza del passato (2000), Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003), Brucia Troia (2007), XY (2010), Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014), Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015). Pubblicato nel 2005 e vincitore nel 2006 del Premio Strega, Caos calmo è stato tradotto in 20 paesi. Sandro Veronesi ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della Sera” e con “La Gazzetta dello Sport”. Ha cinque figli e vive tra Prato e Roma.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Momenti di gloria”; “Le Mépris – Camille Thème” di Georges Deleru

(continua…)

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mercoledì, 15 giugno 2016

VIOLA DI GRADO con “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) a Letteratitudine in Fm

VIOLA DI GRADO, autrice di “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) in radio a Letteratitudine in Fm di lunedì 13 giugno 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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È stata Viola Di Grado l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 13 giugno 2016. Con Viola Di Grado abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) e delle tematiche ad esso legate.
Nella seconda parte della puntata, una lettura del libro.

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Il libro
bambini-di-ferroUna mattina d’estate, in un Giappone di un’era imprecisata, la direttrice dell’Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Presto si accorgono che Sumiko non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a sé, su qualcosa che sembra nulla.
Anche Yuki, venticinque anni prima, è stata ospite dell’istituto: privata dei genitori, è stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale il cui fallimento ha generato dei “bambini difettosi”, con nati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nella spirale dei suoi silenzi e della sua fissità, trascinata in una “zona pericolosa”, uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. Sumiko si rivelerà essere custode dei segreti del passato e dei traumi
di Yuki, ma anche la sua possibilità di salvezza.

Viola Di Grado torna con un potente romanzo sulla maternità, sui sentimenti più ancestrali,
in un vertiginoso oscillare tra la più antica tradizione buddhista e la gelida essenza hi-tech di un futuro già presente.

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viola-di-gradoViola di Grado (1987) è l’autrice di “Settanta Acrilico Trenta Lana” (2011) – vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima e nalista all’IMPAC Dublin Literary Award – e di “Cuore Cavo” (2013), finalista al PEN Literary Award. Ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in Filosofia e dell’Asia orientale. I suoi libri sono tradotti in otto Paesi.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Welcome to the machine” dei Pink Floyd; “Relics” di Shedir; “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

martedì, 3 maggio 2016

ELENA STANCANELLI con “La femmina nuda” (La nave di Teseo) a Letteratitudine in Fm

ELENA STANCANELLI con “La femmina nuda” (La nave di Teseo) a Letteratitudine in Fm di lunedì 2 maggio 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino) – “La femmina nuda” è tra i libri della dozzina finalista del Premio Strega 2016.


In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Elena Stancanelli è stata ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 2 maggio 2016.

Con Elena Stancanelli abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La femmina nuda” (La nave di Teseo) – tra i libri della dozzina finalista del Premio Strega 2016.

Nella seconda parte della puntata potrete ascoltare una lettura delle prime pagine del romanzo.

Di seguito, la scheda del libro.

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La femmina nuda“La femmina nuda” di Elena Stancanelli (La nave di Teseo)
Anna è una donna intelligente, bella, con un lavoro interessante, ma di colpo tutto questo non serve più. Dopo cinque anni la sua storia d’amore con Davide affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. E la sua vita va in pezzi. Si trasforma in un’isterica, non dorme, non mangia, fuma e si ubriaca ogni sera per riuscire ad addormentarsi. Compulsivamente inizia a frugare nel telefonino di lui, nelle chat, sui social. Non sa cosa sta cercando, non sa perché lo sta cercando. Per un anno rimarrà prigioniera di quello che lei stessa chiama il regno dell’idiozia, senza riuscire a dirlo a nessuno. Questo racconto è la sua confessione, sotto forma di lettera, a Valentina, la sua più cara amica, che l’ha vista distruggersi sera dopo sera. Anna dice tutto, senza pudore. I dettagli umilianti e ridicoli, l’ossessione, la morbosità. Anna somiglia a tutti noi, che combattiamo questa guerra paradossale che chiamiamo amore. Ogni tanto vinciamo, più spesso perdiamo. L’unica cosa su cui possiamo sempre contare, l’unica capace di indicarci i nostri confini, i nostri bisogni, è il corpo. E sarà al corpo che Anna si aggrapperà per sconfiggere il dolore.

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Elena Stancanelli si è laureata in Lettere moderne a Firenze e ha frequentato a Roma l’Accademia d’Arte Drammatica. Il suo romanzo d’esordio, Benzina (Einaudi 1998), ha vinto il premio Giuseppe Berto. Dal romanzo successivo, Le attrici (Einaudi 2001), la regista Monica Stambrini ha tratto un film. Collabora con varie testate. Ha pubblicato per Laterza il libro Firenze da piccola, per Minimum Fax A immaginare una vita ce ne vuole un’altra. Con Carola Susani ha scritto il libro Mamma o no mamma (Feltrinelli).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Kiss” (Prince); “Nothing Compares 2 U” (composto da Prince, versione di Sinead O’Connor); “Purple Rain” Prince

(continua…)

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sabato, 30 aprile 2016

INTERVISTA (impossibile) A UMBERTO ECO: Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida

pape-satan-aleppe

Ipotetica conversazione sul volume “Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida” di Umberto Eco (La nave di Teseo)

di Massimo Maugeri

Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è incentrato sull’ultimo libro di Umberto Eco intitolato Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida” (La nave di Teseo). Ho già avuto modo di presentare questo libro nell’ambito del post (omaggio) dedicato alla memoria di Umberto Eco, scomparso il 19 febbraio 2016 (all’età di 84 anni). Tuttavia desideravo offrire un ulteriore spazio a questo libro così ricco di occasioni di riflessione. Sono tantissime, infatti, le problematiche che Umberto Eco affronta (partendo dal concetto stesso di società liquida) attraverso la pubblicazione di una selezione delle sue Bustine di Minerva apparse sul settimanale l’Espresso nell’arco di quest’ultimo quindicennio. Problematiche che si evincono già dalla lettura dei titoli dei vari capitoli che compongono il libro (che elenco qui di seguito): “A passo di gambero”, “Essere visti”, “I vecchi e i giovani”, “On line”, “Sui telefonini”, “Sui complotti”, “Sui mass media”, “Varie forme di razzismo”, “Sull’odio e la morte”, “Fra religione e filosofia”, “La buona educazione”, “Sui libri e altro”, “La Quarta Roma”, “Dalla stupidità alla follia”.
Avrei tanto desiderato discuterne con lo stesso Eco. Purtroppo, per via della sua scomparsa, non ne ho avuto l’opportunità.
Leggendo il libro, però, mi sono accorto che all’interno del testo erano già presenti le risposte alla maggior parte delle domande che avrei voluto porgli. A quel punto mi sono tornate in mente “Le interviste impossibili” realizzate nell’ambito di un programma radiofonico andato in onda dal 1973 al 1975 sulla seconda rete Rai, in cui uomini di cultura contemporanei (tra cui lo stesso Umberto Eco) elaboravano interviste (“virtuali”) a persone appartenenti a un’altra epoca (e, dunque, impossibili da incontrare nella realtà). Bompiani, nel 1975, pubblicò un libro contenente una selezione di tali interviste.
È da questo pensiero che nasce l’idea di una mia intervista “impossibile” a Umberto Eco (con la differenza che, in questo caso – come già accennato – le risposte non sono “immaginate”… ma veri e propri stralci del testo medesimo).
Prima di procedere ho ritenuto doveroso consultarmi con Elisabetta Sgarbi (editore de “La casa di Teseo”), la quale – a sua volta – ha ritenuto opportuno chiedere il parere dei famigliari di Eco.
Ne approfitto subito, dunque, per ringraziare Elisabetta e i famigliari di Umberto Eco per avermi concesso l’autorizzazione a pubblicare gli stralci di testo che leggerete tra le risposte della seguente “intervista impossibile” (che vuole essere un ulteriore omaggio a Eco, al suo pensiero, ai suoi scritti, ma anche alla sua… ironia).

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- Carissimo prof (posso chiamarla così?), intanto vorrei dirle che sono molto felice di poter dedicare a Lei e al suo nuovo libro questo spazio…
Non ho mai potuto sopportare, diciamo dagli ottanta in avanti, che mi si chiamasse “prof”. Forse che un ingegnere lo si chiama “ing” e un avvocato “avv”? Al massimo si chiamava “doc” un dottore, ma era nel West, e di solito il doc stava morendo tisico e alcolizzato.

- Mi scusi, non ero a conoscenza di questo suo fastidio (continua…)

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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