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lunedì, 1 novembre 2021

CENTO ANNI DALLA NASCITA DI MARIO RIGONI STERN

Mario Rigoni Stern.jpgRicordiamo Mario Rigoni Stern in occasione del centenario della sua nascita, riproponendo questa bellissima intervista rilasciata a Andrea Di Consoli (e pubblicata su Letteratitudine il 26 giugno del 2007).

In occasione della sua morte, invece (avvenuta il 16 giugno 2008), pubblicammo questo articolo

* * *

Mario Rigoni Stern (Asiago, 1º novembre 1921 – Asiago, 16 giugno 2008) è stato un militare e scrittore italiano.
Il suo romanzo più noto è Il sergente nella neve (1953), un’autobiografia della ritirata di Russia. Legatissimo alla sua terra, l’altopiano di Asiago, era il discendente dell’ultimo cancelliere della federazione dei Sette Comuni. Primo Levi lo definì “uno dei più grandi scrittori italiani”.

* * *

LE VALLI MALEDETTE DI MARIO RIGONI STERN (di Andrea Di Consoli)

Andrea_di_consoliDietro le quinte del teatro “Persiani” di Recanati, in attesa che Mario Rigoni Stern venga chiamato da Paola Pitagora, conduttrice del premio letterario Recanati (che ha vinto Mario Rigoni Stern), e presentato da Ernesto Ferrero (che dice, non appena lo chiamano: “Parlare di Mario è come essere a casa, come arrivare a baita”), il grande scrittore de Il sergente della neve e del recente Stagioni se ne sta seduto da solo su una sedia e guarda buono, con le mani in grembo, verso il palcoscenico. Gli domando se da Asiago è venuto in macchina o in treno. “In macchina” mi dice, “mi sono venuti a prendere”. Mi fa cenno di sedermi al suo fianco e mi domanda, con estrema semplicità, il nome (non mi domanda chi sono, ma come mi chiamo), mi chiede da dove vengo e, quando sente che sono lucano, lui subito mi parla della Basilicata, e mi dice che è stato a Bernalda, a Matera e, quarant’anni fa, a Metaponto: “A Metaponto ci sono stato a ferragosto. Non c’era nessuno. C’eravamo soltanto io e i grilli. Era come stare fuori dal mondo”. Adesso, invece, a Metaponto, a ferragosto, è impossibile trovare un angolo non turistico. E gli domando del Sud (a lui che è così indissolubilmente legato a un’idea forte di Nord): “Il Sud è bellissimo” mi dice, “ma più di tutto amo la Sicilia. La Sicilia è meravigliosa”. (continua…)

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martedì, 17 giugno 2008

ADDIO, SERGENTE DELLA NEVE

Mario Rigoni Stern.jpgMario Rigoni Stern ci lascia.
È morto ad Asiago, all’età di 86 anni. È accaduto ieri, ma i familiari hanno reso noto l’evento luttuoso soltanto oggi.

L’agenzia di stampa Reuters ha divulgato la notizia così:
“Lo scrittore Mario Rigoni Stern – divenuto famoso per la sua opera autobiografica “Il sergente nella neve” – è morto ieri sera ad Asiago, sua città natale. I suoi funerali sono stati celebrati oggi.
Ne danno notizia i media.
Rigoni Stern era divenuto famoso grazie alla sua opera prima, l’autobiografico “Il sergente nella neve”, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1953, che raccontava la sua esperienza come soldato durante la ritirata di Russia, nella seconda guerra mondiale.
Lo scrittore era molto amato da ogni parte politica. Lo testimoniano i commenti diffusi in seguito alla notizia della sua morte.
“Se ne va con Mario Rigoni Stern uno dei grandi vecchi della letteratura italiana”, afferma in una nota il segretario del partito democratico Walter Veltroni, che lo definisce “un uomo straordinario che avevamo imparato a conoscere nelle sue pagine realistiche e incantate”.
“Divenuto famoso per i suoi racconti sulle tragedie della guerra amava raccontare che la cosa più importante che aveva fatto non era stato scrivere, ma portare vivi al di là delle linee di guerra in Russia i settanta alpini la cui sorte gli era stata affidata”, ricorda Veltroni, che aggiunge: “Ecco, in questa confessione c’era la sua umana grandezza, il segno del suo impegno civile mai interrotto e insieme il segreto della sua scrittura nitida e affascinante”.
Come si apprende da un altro comunicato, il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini ha inviato un telegramma alla famiglia di Rigoni Stern, nel quale esprime il cordoglio per la “scomparsa dello scrittore che ha raccontato con realismo, verità e grande umanità la drammatica pagina della ritirata dei nostri soldati in Russia durante la seconda guerra mondiale”.
“Quella di Rigoni Stern – si legge ancora nel telegramma – è una generazione di narratori che ha lasciato opere di grande forza letteraria e di intensa passione civile vivendo in presa diretta le tragedie del nostro popolo”.
“Lo scrittore scomparso – conclude Fini – è stato uno dei testimoni della storia nazionale del `900 e dei valori di solidarietà di cui la gente italiana ha sempre dato prova anche nei momenti più difficili della sua vicenda passata”.

Avevamo incontrato Rigoni Stern anche qui a Letteratitudine tramite questa intervista rilasciata al “nostro” Andrea Di Consoli (che vi consiglio di rileggere).
Ecco cosa scrive Di Consoli in merito all’incontro con questo grande vecchio della nostra letteratura: «penso allo strano destino critico di Mario Rigoni Stern, uno scrittore che è sempre rimasto schiacciato tra due categorie abbastanza anguste (“scrittore di guerra”, o “di testimonianza”, e “scrittore della natura”; eppure “guerra” e “natura” non sono sempre topoi logori e prevedibili); penso, invece, alla durezza della sua narrativa poetica, al suo guardare sempre in faccia il dolore e, direi, il controdolore – non c’è niente di “naif” nella sua scrittura, anche perché la natura non dà mai davvero risposte consolatorie, anzi, è più “muro” del “muro” del pensiero filosofico – anche la guerra è un “muro” nel pensiero.»
Quando Andrea gli domanda della guerra, Rigoni Stern ricorda: “fumavo le ‘Makorka’, le sigarette dei kulaki. Ho fumato tantissimo, ma poi ho smesso, perché ho avuto problemi di cuore. Ho avuto un arresto cardiaco. Quel giorno sentivo i medici che dicevano che ero morto. Non è stata una brutta sensazione. La morte non è brutta. E’ la sofferenza che fa paura”

E quando, infine, Di Consoli gli domanda della morte… lui risponde lapidario: “I giovani muoiono meglio dei vecchi, perché i giovani hanno tanta vita. I vecchi, invece, sono attaccati fino alla fine all’unico barlume di vita che rimane”.
Addio, sergente della neve.
Vi chiedo, se vi va, di lasciargli un saluto.

Massimo Maugeri

________

AGGIORNAMENTO DEL 18 giugno 2008

Aggiorno il post inserendo due video.

Il primo (qui sotto) si riferisce a un’intervista che Mario Rigoni Stern ha rilasciato a Fabio Fazio (programma “Che tempo che fa”, Rai Tre) in occasione dell’uscita di “Stagioni”.

… il secondo (qui sotto) “incrocia” la figura di Rigoni Stern con quella di Primo Levi

Vi invito a guardarli e a commentarli.

Massimo Maugeri

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   86 commenti »

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