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martedì, 13 novembre 2018

OMAGGIO A STAN LEE

graphic-novel-e-fumettiIl nuovo post della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti” lo dedichiamo a un Grande del mondo dei fumetti: Stan Lee, pseudonimo di Stanley Martin Lieber (New York, 28 dicembre 1922 – Los Angeles, 12 novembre 2018): fumettista, editore, produttore cinematografico e televisivo statunitense, noto per essere stato presidente e direttore editoriale (Editor in Chief) della casa editrice di fumetti Marvel Comics, per la quale ha sceneggiato moltissime storie.

* * *

di Massimo Maugeri

Stan Lee è un inventore di mondi, più o meno allo stesso modo in cui lo fu Walt Disney. La maggior parte dei più celebri supereroi sono nati dalla sua vena creativa e immaginifica. Giusto per fare qualche nome: Spiderman (altresì noto come L’Uomo Ragno), I Fantastici Quattro, Hulk, Thor, Iron Man, gli X-Men. Personaggi materializzatisi sulla carta dalle penne talentuose di disegnatori del calibro di Steve Ditko (padre grafico di Spiderman), John Romita Sr, Gene Colan… ma soprattutto grazie al contributo e alle illustrazioni di Jack Kirby (che può essere considerato, a tutti gli effetti, come vero e proprio co-fondatore dell’universo Marvel avendo fornito identità visiva a moltissimi dei supereroi immaginati da Lee).
Stan Lee ebbe un grande merito (un’intuizione) che, probabilmente, primeggia sugli altri: quello di aver conferito una “complessità umana” a questi esseri dotati di superpoteri… perché si può essere superuomini, ma il fatto di possedere qualità superiori non  sempre semplifica la vita; anzi, semmai è al contrario; perché, come ripete tra sé – come un mantra – il giovane Peter Parker (l’alter ego di Spiderman), “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Parliamo dunque (per utilizzare un altro celebre slogan) di “supereroi con superproblemi” (anche “esistenziali”, come si accennerà più avanti). Per molti di loro, in effetti, questi superpoteri costituiscono una sorta di maledizione. È il caso de “La Cosa” dei Fantastici Quattro: un uomo (Ben Grimm) trasformatosi in una mostruosità difficilmente definibile (da qui il nome “La Cosa”); o quello di Bruce Banner (l’alter ego di Hulk) che – ogni volta che si trasforma – perde del tutto il controllo di sé, come se un’altra entità prendesse possesso del suo corpo. E poi ci sono i perseguitati, i mutanti (come gli X-Men), che rappresentano i diversi, coloro che vanno combattuti perché ritenuti pericolosi per il genere umano, per i cosiddetti normali. Loro ci sono proprio nati con questa maledizione che qualcuno chiama superpotere: una mutazione genetica che li ha marchiati sin dalla nascita. Per altri, l’acquisizione dei superpoteri deriva da un incidente: un ragno radioattivo pizzica Peter Parker (e nasce Spiderman), due uomini e due donne – nel corso di una missione spaziale – subiscono una sovraesposizione ai raggi cosmici (ed ecco I Fantastici Quattro). Certo, la casistica è varia. Qualcuno, per esempio – ed è il caso di Tony Stark, alter ego di Iron Man -, ha come superpotere un’ingente quantità di denaro che gli consente di costruirsi un’armatura supertecnologica (in tal senso Tony Stark è la risposta della Marvel al Batman della Dc Comics) capace di tenere a bada anche problemi di natura cardiologica. Qualcuno (come Capitan America) diventa supereroe per scelta. Qualcun altro viene da mondi diversi dal nostro, come Thor (figlio di Odino, che però acquisisce anche un’identità umana).
In generale quasi tutti questi superuomini desiderebbero una vita normale. E però, dato che una vita normale non si può avere, tanto vale usare questi poteri speciali per il bene dell’umanità.
Ma c’è dell’altro. Al di là delle precedenti considerazioni, infatti (oltre cioè alle difficoltà connesse alla gestione dei superpoteri), gli eroi di Stan Lee vivono problematiche comuni a tutti gli esseri umani (intrise di gioie e dolori, di successi e insuccessi, di relazioni sentimentali più o meno travagliate) in un filone narrativo senza soluzione di continuità di modo che la storia contenuta in ogni singolo fumetto diventi anello di congiunzione tra i fatti narrati nelle “puntate precedenti” e quelli di cui si racconterà in quelle future (cosa che oggi può esser considerata come “normale” ma che, allora, quando nacque l’universo Marvel, ebbe un impatto rivoluzionario sul pubblico dei lettori).
Negli ultimi vent’anni, poi, l’universo Marvel è divenuto ancora più “reale” grazie all’evoluzione degli effetti speciali nel mondo del cinema (famosi i “cameo” di Stan Lee in quasi tutti i film della Marvel).

Muore il grande Stan Lee, dunque… ma rimangono i suoi supereroi… i quali – grazie a Hollywood – non sono mai stati così “vivi” (e noti al grande pubblico) come in questi ultimi anni.

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Approfondimenti su: la Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, La Stampa, Il Messaggero, Il Giornale, Ansa

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(Di seguito: approfondimenti da Wikipedia Italia) (continua…)

Pubblicato in GRAPHIC NOVEL E FUMETTI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   Commenti disabilitati

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