venerdì, 22 gennaio 2010
LA LEGGE SUL “PROCESSO BREVE”
Sono uno dei 500.000 italiani che hanno sottoscritto l’appello di Roberto Saviano lanciato contro la cosiddetta legge sul “processo breve”. E condivido punto per punto quanto da lui sostenuto nell’intervista rilasciata qui.
Non è una questione di orientamento politico, non è una questione di essere “di destra” o “di sinistra”. Si tratta di mettere in evidenza gli effetti di una legge sbagliata.
Sul fatto che – in Italia – i processi durino troppo, che la macchina della giustizia sia troppo lenta, non c’è dubbio alcuno.
Sul fatto che l’intero sistema giudiziario italiano necessiti di una grande riforma, siamo tutti d’accordo (una riforma che dia i mezzi al sistema giudiziario per operare in maniera efficiente ed efficace).
Il cittadino di uno stato moderno e di diritto, come l’Italia è (o dovrebbe essere), deve beneficiare di una giustizia capace di dare risposte in tempi ragionevolmente brevi. Ma il primo, assoluto, e inestinguibile diritto da garantire, è… che il cittadino riceva comunque “risposte” dalla giustizia. Stabilire che un processo debba concludersi entro un determinato lasso di tempo (garantendo comunque una “risposta” al cittadino), e fornendo di adeguati mezzi gli uffici giudiziari perché ciò sia possibile, è assolutamente giusto. Stabilire che un processo debba estinguersi se, entro un determinato lasso di tempo non arriva a conclusione, è iniquo e inaccettabile (e penalizzerebbe tantissimi italiani in cerca di giustizia… “di destra” o “di sinistra” che siano). In tal caso – peraltro – non avrebbe senso parlare di legge sul “processo breve”, ma di legge sul “processo morto”. Altrettanto inaccettabile (e incomprensibile) è l’introduzione dell’elemento della retroattività. Sarebbe più logico e giusto che la riforma operasse a partire dal momento in cui è effettivamente promulgata (e sui processi che vengono avviati a partire da quel momento) e all’esito di una generale riforma del sistema (e non dunque, con lo strumento del DDL che è tipico degli interventi legislativi dei momenti di urgenza).
Ecco perché spero che il DDL venga bloccato, o quantomeno fortemente riveduto, alla Camera dei Deputati.
Per il resto, rinvio alle parole chiare e incontrovertibili pronunciate da Roberto Saviano.
Qui di seguito, chi vorrà, avrà la possibilità di leggere alcune considerazioni tecniche che spiegano l’incongruenza del ddl in questione.
Massimo Maugeri
P.s. ho preferito disattivare la “funzione commenti” per evitare il rischio di strumentalizzazione di questo post
(continua…)
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