venerdì, 8 febbraio 2019
LA RAGAZZA NELL’ACQUA di Robert Bryndza (raccontato dalla traduttrice italiana del romanzo)
LA RAGAZZA NELL’ACQUA di Robert Bryndza: il nuovo romanzo del bestsellerita inglese residente in Slovacchia, tradotto da Beatrice Messineo
* * *
Il nuovo appuntamento dello spazio di Letteratitudine chiamato “Vista dal traduttore” (dedicato, per l’appunto, al lavoro delle traduttrici e dei traduttori letterari) è incentrato sul romanzo “La ragazza nell’acqua” di Robert Bryndza (Newton Compton Editori – traduzione di Beatrice Messineo).
Beatrice Messineo ci introduce nel suo “laboratorio di traduzione” e di parla di questo nuovo romanzo del bestsellerita inglese, che vive in Slovacchia, autore di “La donna di ghiaccio”, il libro più letto in Italia in versione digitale nel 2017, 2 milioni e mezzo di copie nel mondo, tradotto in 28 Paesi.
“La ragazza nell’acqua” è il terzo thriller della serie che ha come protagonista la detective Erika Foster, la poliziotta slovacca immigrata in Inghilterra dal carattere forte e risoluto, ispirata alla Clarice Starling di Thomas Harris.
* * *
di Beatrice Messineo
Quando ho iniziato a tradurre La ragazza nell’acqua, ho salutato la protagonista Erika Foster come una vecchia amica. Avevo seguito da vicino anche gli altri due volumi della serie – La donna di ghiaccio e La vittima perfetta – dunque non si può dire che fossi completamente estranea alle dinamiche e ai personaggi. Quello che ha dotato Erika e gli altri co-protagonisti di una consistenza tale da renderli reali è una sottile costruzione dei personaggi, che Bryndza ci presenta con una precisione quasi maniacale. Dalla scelta dei vestiti al modo in cui arredano la casa, da un particolare tic ai vari toni di voce, dai silenzi esitanti alle esplosioni di rabbia o impazienza, l’autore non lascia nulla al caso e attraverso gesti, reazioni, parole e riflessioni guida alla scoperta della psiche e dell’emotività dei diversi personaggi. Proprio per la complessità di queste sfaccettature risulta difficile dividere nettamente i vari protagonisti del romanzo in buoni e cattivi. Il confine fra male e bene è fluido e non delineato, e spinge a interrogarsi sui propri giudizi, a volte senza riuscire a stabilire una linea netta fra innocenza e colpevolezza. Va da sé che di vitale importanza è stato, nel corso della traduzione, dare il giusto rilievo a tutti questi dettagli e restituire una fedele immagine degli intricati processi della mente umana. Individuare le sfumature dei verbi, interrogarmi sulla scelta delle parole da parte dell’autore, trovare il termine più adatto, cercare la voce unica dei personaggi e renderla correttamente per ognuno di loro: è così che ho provato a tradurre la complessità del mondo rappresentato da Robert Bryndza. (continua…)
Pubblicato in VISTA DAL TRADUTTORE Commenti disabilitati
Commenti recenti