venerdì, 12 gennaio 2018
SLEEPING BEAUTIES di Stephen King / Owen King
La nuova puntata della rubrica di Letteratitudine intitolata “A botta e risposta (un tandem letterario conversando di libri)“ è dedicata al romanzo “Sleeping Beauties” di Stephen King / Owen King (Sperling & Kupfer – traduzione di Giovanni Arduino).
Di seguito: un articolo, il “tandem letterario” tra i due co-autori e un video.
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Sleeping Beauties: un “tandem letterario” in casa King
Non è la prima volta che Stephen King aderisce a un progetto di scrittura a quattro mani. Già nel 1983 il Re pubblicò “Il talismano”, scritto insieme al collega Peter Straub. Di recente è uscito un nuovo romanzo di King scritto a quattro mani con un altro autore. Stavolta il collega scrittore è anche un suo parente e porta il suo stesso cognome: si chiama Owen ed è suo figlio (anch’egli romanziere, come Tabitha, moglie di Stephen e madre di Owen, e Joe – l’altro figlio di Stephen e Tabitha – che utilizza lo pseudonimo di Joe Hill). Il romanzo si intitola “Sleeping Beauties” e anche nella versione italiana (pubblicata da Sperling & Kupfer e ben tradotta da Giovanni Arduino) mantiene il titolo in originale. Il “sopratitolo” invece (una sorta di avvertimento… anzi, un vero e proprio monito) è tradotto in lingua italiana e recita così: “Non svegliare le belle addormentate”.
La storia è ambientata a Dooling, piccola città del West Virginia. Un luogo che riteniamo sia immaginario (come Castle Rock e Derry, celebri luoghi kinghiani), anche se – per la verità – negli Stati Uniti un piccolo centro che si chiama Dooling esiste davvero; solo che si trova nello Stato della Georgia, nella Contea di Dooly (e non in West Virginia): un piccolissimo centro di appena 154 abitanti (dati del 2010).
La Dooling di “Sleeping Beauties” ospita un carcere femminile: luogo che occupa un ruolo centrale nello sviluppo delle vicende del romanzo. Accade che, a un certo punto, una sorta di virus che pare aver avuto origine in Australia comincia a diffondersi un po’ ovunque. Il virus in questione viene battezzato con il nome Aurora (riferimento alla nota principessa della fiaba “La bella addormentata”), giacché colpisce solo le donne inducendole a un sonno improvviso e profondo. Ma l’addormentamento è solo una delle componenti della malattia. Le donne colpite, infatti, vengono ricoperte da una specie di membrana biancastra, di natura organica, ed è bene non risvegliarle… altrimenti la loro reazione è violenta e letale. L’epidemia si diffonde anche all’interno del carcere femminile di Dooling e per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, e per sua moglie Lila, lo sceriffo, si prospettano tempi difficili (giusto per usare un eufemismo).
Il duo King (Stephen / Owen), prendendo spunto dalla mitica fiaba de “La bella addormentata”, offre al pubblico dei lettori un romanzo gotico che – pur non rientrando nel mio personale elenco dei magnifici cinque di King padre (in ordine di preferenza: “It”, “L’ombra dello scorpione”, “Misery”, “Shining”, “22/11/’63″) – mantiene un buon ritmo e tiene il lettore avvinghiato alla storia nonostante la presenza di un foltissimo numero di personaggi (se ne contano una settantina, elencati sulle prime pagine del libro). Su tutti si erge la figura della misteriosa e terribile Evie Black, una bella e giovane donna (intorno alla quale svolazzano strane falene marroni) che, sin dall’inizio della storia (viene arrestata per aver assassinato brutalmente due uomini), pare essere collegata alla sindrome del sonno e alle sue devastanti conseguenze.
“Sleeping Beauties” (libro dell’anno 2017 per Goodreads) è destinato a essere trasposto sul piccolo schermo, dato che Anonymous Content (casa di produzione di True Detective e Mr. Robot in TV e di Revenant e Spotlight al cinema) si è assicurata i diritti per farne una serie con la collaborazione di Stephen e Owen King.
Può essere interessante conoscere qualcosa sulle origini del romanzo, per cui… ecco qui di seguito il “tandem letterario” del duo King: padre e figlio. (continua…)
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