max-maugeri-twitter-fb

CLICCA ogni giorno su... letteratitudinenews ... per gli aggiornamenti

Più di 50.000 persone seguono

letteratitudine-fb (Seguici anche tu!)

Avvertenza

La libertà individuale, anche di espressione, trova argini nel rispetto altrui. Commenti fuori argomento, o considerati offensivi o irrispettosi nei confronti di persone e opinioni potrebbero essere tagliati, modificati o rimossi. Nell’eventualità siete pregati di non prendervela. Si invitano i frequentatori del blog a prendere visione della "nota legale" indicata nella colonna di destra del sito, sotto "Categorie", alla voce "Nota legale, responsabilità, netiquette".

dibattito-sul-romanzo-storico

Immagine 30 Storia

letteratura-e-fumetti

 

settembre: 2007
L M M G V S D
« ago   ott »
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
letteratitudine-fb
letteratitudine-su-rai-letteratura

Archivio del 3 settembre 2007

lunedì, 3 settembre 2007

CAPITOLO I – “L’OCCHIO ALATO: storie di disumanizzazione scolastica” (di Miriam Ravasio)

Le nuvole. Il plesso delle prime. “Forse” aveva vinto. Sudavo. I cieli romantici. Niente matita. Un momento critico. Le nuvole sulla cattedra. Come Raffaello.

Non entravo in una classe da oltre 20 anni. Avevo la febbre e solo da pochi giorni era morto mio padre. Improvvisamente, per un infarto, mentre attraversava la strada sotto casa, era morto sorridendo. Chissà a cosa stava pensando…

Il giorno prima, la direzione didattica, o meglio Giovanna Portavoce, mi aveva postato una mail, come al solito un po’ così , ma il senso era chiaro: il progetto che avevo scritto, e che loro avevano presentato alla Regione “forse” aveva vinto. In attesa della comunicazione ufficiale, potevo iniziare subito ” magari con un altro argomento somigliante”; dovevo impegnarmi per 195 ore divise in tutte le classi della scuola. Ero felice, con 7 interventi per classe potevo sbizzarrirmi e aggiungere attività più complesse: potevo realizzare un buon lavoro, ma lo stile della comunicazione mi faceva sperare ben poco.

In mente avevo sempre mio padre, ma pensavo anche alle dimensioni della scuola a quanto avrei dovuto camminare per muovermi dalle aule alla stanza del materiale. Contavo mentalmente i passi e i metri che avrei dovuto percorrere. Pensavo alle gambe, agli spiacevoli esiti e a quell’intervento che continuavo a rinviare; e a questo nuovo capitolo della vita che si stava aprendo. Speranzosa e triste, alle 14 esatte mi presentai a scuola. Con me avevo tutto, i libri con i segni di diverso colore, l’astuccio con le gomme pane i quadrelli di creta e le matite 6B, il quaderno degli appunti, un po’ di fogli colorati in tinte pastello sui quali, avremmo incollato i primi lavori: le nuvole chiare, le nuvole rosa, le nuvole nere.

All’istante ho capito come sarebbe stata e che prima di affrontare la classe avrei dovuto ogni volta spiegare tutto e molto bene alle maestre. Guardavo i bambini che avevo di fronte e alcuni mi conoscevano, un po’ emozionata iniziai presentando il “magnifico programma d’arte” che avrei svolto con loro, cominciai parlando dei cieli, di come è bello guardarli e dei pittori che li dipingono nei quadri. Loro, attenti, incuriositi, volevano vedere i libri, la novità li eccitava e la maestra esercitava il controllo alzando la voce. Il raffreddore, che nel giro di poche ore sarebbe diventato febbrone da cavallo, mi aggrediva. Il naso gocciolava, avevo un gran caldo, sudavo e temevo di infettare i piccoli; loro invece erano attenti. Pendevano teneramente dalle mie labbra e anche se la condizione non era delle migliori, mostrai i libri con le immagini già divise fra le nuvole serene, quelle bianche e soffici; quelle gialle o rosa che salutano il sole; quelle nere cariche di pioggia, grandine e tempesta. La scelta cadeva sui pittori tedeschi e inglesi, sui cieli romantici. Secondo la mia scaletta, questa cosa dei libri non doveva durare più di 15-20 minuti al massimo, perché la loro attenzione è limitata e anche il disegno non doveva prendere più di un’oretta. In teoria tutto era stato calcolato.

E nonostante la tosse e il raffreddore, ogni cosa si stava svolgendo come previsto e con occhio fisso all’orologio seguivo le tappe. Bambini rapiti dall’idea di toccare e sfogliare i miei libri, rumorosi ma disciplinati, toccavano incantati i tramonti e i cieli azzurrissimi di quelle vecchie opere che si avvicinavano al vero.

Davanti ad un foglio bianco, con un pastello blu oppure rosso, giallo o rosa, aspettavano il resto delle indicazioni. ”Niente matita”, perché rovina l’effetto pittorico dei gessetti; e poi volevo che pensassero, che memorizzassero, e lavorassero con attenzione, senza la possibilità di cancellare. Giravo fra i banchi e tutti mi chiamavano contemporaneamente, chiedevano; tutti insieme volevano, pretendevano consigli, colori, esprimevano dubbi, mi volevano al loro banco. Un piacevole caos che temevo di non controllare.

I tempi dei bambini sono, per ognuno, diversi. Alcuni hanno fretta di dimostrare d’aver capito tutto, altri sono incerti se prendere la cosa come un compito serio o un divertimento nuovo, altri ancora hanno bene in mente cosa vogliono fare, ma temono la novità dei nuovi mezzi. Il pastello, usato al posto della matita, creava all’inizio una grande diffidenza, è sempre così; la paura di non poter cancellare si risolveva nel tentativo di cambiare il foglio. Dovevo intervenire per tranquillizzare tutti, prestare attenzione alla maestra, rispondere alle sue domande, spiegarle ogni cosa e farmi aiutare. Un momento faticoso, il punto critico di ogni lezione, un momento che dura poco ma con un livello d’attenzione massimo.

Ho lavorato con molte insegnanti e sono pochissime quelle che hanno l’intuito giusto nei confronti del disegno, la maggior parte di loro è attratta solo dall’ordine, e da un segno che non sia troppo marcato. E’ dura dover insegnare un metodo nuovo senza inibire i bambini, lasciandoli liberi nella loro espressività, e confondere le idee alle maestre. Bisogna improvvisare i commenti giusti e guadagnare tempo. Quello necessario alla consegna dei primi lavori, che guardo e metto da parte per rivederli con loro prima della fine della lezione.

La lezione piacque a tutti, i lavori uno dopo l’altro raggiungevano la cattedra. Belli, alcuni intensi, altri imprevedibili, altri tranquilli, esageratamente simpatici, coloratissimi, o appena accennati.

I gessetti colorati rendono. Sono un mezzo molto gratificante, efficace, veloce, rassicurante. Anche se ci si sporca, in un attimo tutto è subito risolto. L’uso della gomma pane aiuta a conferire l’effetto vaporoso e i bambini imparano in fretta. Le nuvole disegnate parlano del tempo, delle ore del giorno e della sera, della luce colorata del tramonto e dell’aurora, del buio della notte e dei temporali. Un buon lavoro. Ma non è una cosa straordinaria, a quella età la sicurezza di descrivere ciò che si conosce, o si ha appena imparato, o visto è intatta.

“Quando avevo l’età di questi bambini sapevo disegnare come Raffaello; mi ci è voluta tutta una vita per imparare a disegnare come loro.” Picasso.

Miriam Ravasio

Foto_miri_3

Miriam Ravasio abita a Lecco, si occupa di educazione all’immagine nelle scuole; un lavoro a cui è arrivata “per caso”, dopo una vita dedicata alla moda e alla ricerca di immagini per abiti, tessuti e ricami. L’impatto con la scuola, e in particolare, con il frastuono pedagogico della didattica, è stato così forte e violento da indurla a scrivere.

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI   47 commenti »

Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

*********************
Regolamento Generale europeo per la protezione dei Dati personali (clicca qui per accedere all'informativa)

*********************

"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

*********************

*********************

*********************

*********************

OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

*********************

OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

*********************

RATPUS va in scena ratpus

*********************

Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

*********************

"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

LETTERATITUDINE su RaiEdu (clicca sull’immagine)

letteratitudine-su-rai-letteratura

letteratitudinelibroii richiedilo con lo sconto di 4 euro a historicamateriale@libero.it o su ibs.it - qui, il dibattito sul libro

letteratitudine-chiama-mondo

letteratitudine-chiama-scuola

Categorie

contro-la-pedofilia-bis1

Archivi

window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'UA-118983338-1');
 
 

Copyright © 1999-2007 Elemedia S.p.A. Tutti i diritti riservati
Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 05703731009