lunedì, 29 giugno 2009
LE DUE RAGAZZE CON GLI OCCHI VERDI, di Giorgio Montefoschi
In questi giorni sto leggendo “Le due ragazze dagli occhi verdi” (Rizzoli, 2009), il nuovo romanzo di Giorgio Montefoschi: uno dei principali scrittori italiani (con La casa del padre – 1994 - ha vinto il Premio Strega).
La vicenda narrata nel romanzo si snoda in un arco temporale molto ampio che abbraccia tre generazioni e può essere suddiviso in più fasi che provo a semplificare qui di seguito.
1956: la prima fase è incentrata sul rapporto tra un bambino (Pietro) e suo Nonno (Cesare). Pietro è il personaggio principale del libro.
1966: Pietro, a 22 anni, incontra Laura: la prima ragazza dagli occhi verdi. I due si innamorano, ma – a un certo punto – Laura rifiuta l’amore di Pietro considerandolo – forse – troppo invasivo… possessivo.
1988: Passano vent’anni…
Laura è sposata con figli. Pietro la ritrova e si innamora di nuovo di lei (o forse è meglio dire che non ha mai smesso di amarla). Tra i due scoppia una nuova passione, che però ha vita breve.
Passano altri dieci anni. Maria – la seconda ragazza con gli occhi verdi – incrocia la vita di Pietro. Giovane e bella, è identica a Laura (si scoprirà che ne è la figlia)… e Pietro si accorge che la ragazza si sta innamorando di lui.
Quella narrata in questo libro è una grande storia d’amore… un amore anticonvenzionale, che tenta di superarare gli ostacoli, il tempo, i tradimenti.
Per farvi capire meglio la trama inserisco la nota presente in quarta di copertina del romanzo:
L’eros, inteso come attrazione dei corpi e dell’anima che non conosce regole e confini, è il grande protagonista di questo romanzo, che a molti potrà parere inverosimile e invece è custode di una profonda verità. Pietro e Laura si sono amati da ragazzi. Poi, lei lo ha lasciato. Si rivedono, casualmente, dopo vent’anni, e di nuovo scoppia una passione travolgente. Ma Pietro è un uomo solo, Laura è sposata e madre di due figli. La vita è andata troppo avanti per il loro amore: in pochi mesi, i sensi di colpa e un evento drammatico chiudono definitivamente la vicenda. Dieci anni più tardi, Maria, la figlia maggiore di Laura, incontra Pietro: anche lei casualmente. È identica a sua madre: ha la sua voce, i suoi occhi. Presto consapevole che la ragazza si sta innamorando di lui, Pietro è sconvolto: diviso tra la tenerezza che Maria gli ispira e la nostalgia per la perdita dell’unica donna che ha amato, da cui non è mai riuscito a liberarsi. È un dissidio profondo, in cui ancora una volta il senso della colpa fronteggia la tentazione.
“Le due ragazze con gli occhi verdi” racconta un amore straordinario, capace di superare ogni limite, nel tempo e fuori del tempo, che ha sullo sfondo il complesso mondo di una famiglia borghese nell’arco di tre generazioni. Ambientato in una Roma splendida, da cogliere in tutti i sensi, il romanzo è sostenuto dalla raffinata scrittura di un impareggiabile scrutatore dell’animo umano qual è Giorgio Montefoschi, che con queste pagine sembra volerci dire che credere fino in fondo nell’amore è oggi l’unica vera rivoluzione. Che la fedeltà è ormai la sola trasgressione possibile.
Ciò premesso…
mi piacerebbe approfondire con voi la conoscenza di questo libro, discutendo dei temi da esso affrontati. Inviterò Giorgio Montefoschi a partecipare al dibattito. Per favorirlo, come al solito, pongo alcune domande…
La prima parte del libro (ambientata nel 1956) affronta il tema del rapporto nonno-nipote (ovvero, l’amore di un bambino per un nonno e di un nonno per un bambino).
Oggi – trascorsi oltre cinquant’anni da quella data – il rapporto nonno-nipote è cambiato o, in fondo, è rimasto uguale? E se è cambiato… è cambiato in meglio, o in peggio?
Un’altro dei temi che affronta il libro è: la relazione tra tempo, amore e “contrasti”.
Quali sono le condizioni ideali perché un amore possa durare nel tempo?
Un amore “contrastato” - seppur travolgente – ha maggiori o minori possibilità di rimanere vivido (anche solo nella mente), rispetto a un amore privo di ostacoli?
Gli amori che sopravvivono agli ostacoli, al tempo, alle imboscate della vita… sono ancora credibili, o solo il frutto di una romantica illusione?
Di seguito potrete leggere la recensione di Antonio Debenedetti pubblicata sul Corriere della sera.
Massimo Maugeri
(continua…)
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