lunedì, 25 giugno 2012
LA SESTA STAGIONE. Incontro con Carlo Pedini
Sono molto lieto di organizzare questo dibattito online incentrato sul romanzo di Carlo Pedini, “La sesta stagione” (Cavallo di Ferro): uno dei dodici libri finalisti dell’edizione 2012 del Premio Strega.
Si tratta di un romanzo corposo, ambizioso, a largo respiro, che racconta le vicende di tanti personaggi sullo sfondo della Storia italiana del ventesimo secolo.
Lo recensisce, in esclusiva per Letteratitudine, Simona Lo Iacono, la quale è anche l’organizzatrice e la curatrice di un’iniziativa culturale che avrà luogo a Siracusa il 30 giugno, intitolata “Parole sotto le stelle: tra pittura, musica e sogni”…
Un evento basato sulla contaminazione artistica che vedrà come protagonisti (tra parole, pittura, musiche e sogni) lo stesso Carlo Pedini con “La sesta stagione” e la scrittrice (nonché editrice di Cavallo di Ferro) Romana Petri con il suo romanzo “Tutta la vita” edito da Longanesi (ho già avuto modo di incontrare Romana Petri, in merito a questo libro, nell’ambito della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda il 15 aprile 2011).
Di seguito, il video promozionale di “Parole sotto le stelle”.
Questa, invece, è la scheda del libro di Pedini…
È il 1934. A Civita Turrita, sull’Appennino toscano, si inaugura con solennità il nuovo santuario, e proprio nel momento di massimo fulgore di questo paese inizia la storia della sua decadenza. Nelle vicende profondamente umane dei tre seminaristi Piero, Ottavio e Oreste, e dei loro superiori, amici, avversari, irrompono gli eventi principali del nostro Novecento, dalla Seconda guerra mondiale al Sessantotto, e oltre fino agli Anni di piombo. Don Piero Menardi racconta dei suoi due colleghi, prima amici inseparabili e poi nemici giurati; dell’infatuazione politica del suo vescovo per il Duce; della guerra che spezza i destini e distrugge le famiglie; di partigiani e delatori; della contesa perenne fra democristiani e comunisti nel dopoguerra; di chi si perde nelle lotte studentesche; di preti ribelli che rifiutano l’abito. Nella vita della piccola comunità di Civita Turrita si rispecchiano dunque i mutamenti della Nazione, in una parabola di cinquant’anni dove tutti religiosi e laici – subiscono l’incedere della modernità. E fra i grandi giochi di potere si rivelano le debolezze di una Chiesa che fatica a tenere il passo con un’epoca sempre più veloce. “La sesta stagione” intreccia tanti destini sullo sfondo della Storia d’Italia del XX secolo, stratificando i documenti e i fatti reali alle radici del tempo presente.
Siete tutti invitati a partecipare alla discussione, incentrata su “La sesta stagione” e sui temi attinenti al romanzo (in primis: la Storia).
Ecco alcune domande pensate insieme a Simona Lo Iacono (che mi aiuterà ad animare il dibattito).
1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?
2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?
3. Siamo più vittime o artefici della storia?
4. Se siamo arrivati alla quinta stagione…. cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?
Di seguito, la recensione di Simona Lo Iacono.
Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.
Massimo Maugeri
———————
LA SESTA STAGIONE di Carlo Pedini
Cavallo di Ferro, 2012 – pagg. 704 – euro 19,90
Recensione di Simona Lo Iacono
E’ giorno di festa a Civita Turrita. Una di quelle mattine fatte per essere scolpite nella memoria di un intero paese, quando le donne mettono l’abito buono, l’incenso arde nei bracieri, e al cielo vengono levate orazioni, canti, ringraziamenti.
Perché da ringraziare c’è molto, in verità.
Siamo nel 1934, e nella provincia appena riavutasi dallo sfascio della prima guerra, viene inaugurato il santuario dell’Immacolata Concezione. Il vescovo, monsignor Angelici, l’ha voluto proprio lì, sulle spoglie della vecchia chiesa agostiniana, a simbolo della ricostruzione delle umane cose che sempre avviene dove c’è la presenza di Dio.
E tuttavia anche i sacri momenti chiedono organizzazione, cantori degni di questo nome, una banda, la comunità tutta riunita a celebrare l’evento. Perciò c’è grande agitazione di popolo, soddisfazione magna del clero, formule rituali mormorate in modo devotissimo, a segno che il momento è solenne.
E’ qui, tra le mura di questo nuovo edificio, che si avvia “La sesta stagione”, sorprendente romanzo di esordio di Carlo Pedini. Un libro che – attraverso la comunità di Civita Turrita – narra l’intera epopea del novecento italiano.
Scandagliando lo scorrere del tempo, i suoi baratri, le sue menzogne attraverso l’occhio dei tre protagonisti (i seminaristi Ottavio Pettirossi,Oreste Riccoboni e Piero Menardi) Pedini ci consegna, maestosa e dannata, la nostra storia.
Leggiamo infatti questo romanzo riconoscendoci nell’Italia contadina, in quella traditrice e tradita, in quella messa a morte dai fasci, riavutasi nella resistenza, sedotta dal nuovo, giunta alle porte del secondo millennio senza avere risolto i nodi della sua ricerca di identità.
Siamo noi gli italiani che si dimenano alla ricerca di un senso, che bollono in piccole invidie e ambizioni, che cercano l’amore , che rinunciano ai sogni.
Fino a che, vedendoci vivere nell’incedere della narrazione, ci ritroviamo di nuovo dove tutto era cominciato, innanzi al santuario di Civita Turrita.
Questa volta, ed è l’epilogo, non è un giorno di festa, non si spandono esalazioni di incenso, e nessuna donna ha indossato l’abito della domenica. Il Santuario dell’Immacolata non è più il centro della vita comune. Spopolato, ridotto in polvere, lasciato all’incuria e all’indifferenza dei fedeli, assurge a metafora dell’allontanamento dell’uomo moderno dalla fede e dalla semplicità del passato.
Sulla soglia del nuovo tempo nessun coro di angeli leverà al cielo i notturni gioiosi, le laudi, le preci divinatorie. Nessun coro preparerà con sollecitudine i nuovi canti.
Oscuro, menzognero, tutto sedotto dalle nuove estasi, il male fa capolino dalle macerie.
In lontananza, le parole straniere del papa polacco, il suo appello alla pace non sembrano che uno dei tanti rumori del mondo, l’ultimo rantolante sospiro prima della fine.
Tags: carlo pedini, cavallo di ferro, la sesta stagione, Romana Petri, simona lo iacono
Scritto lunedì, 25 giugno 2012 alle 22:50 nella categoria A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, LETTERATURA È DIRITTO... È VITA (a cura di Simona Lo Iacono), SEGNALAZIONI E RECENSIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
Commenti recenti