venerdì, 19 febbraio 2016
NESSUNO È COME SEMBRA
La nuova puntata di Letteratitudine Cinema contiene un pezzo “multiplo” con le recensioni di quattro film attualmente in sala che hanno tutti uno stesso comune denominatore: l’identità e l’apparenza.
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Recensione di Ornella Sgroi
Nessuno è come sembra. Nessuno è chi dice (o crede) di essere. Un tema intrigante, quello dell’identità, nella dissonanza tra realtà e apparenza. E sono ben quattro i film attualmente in sala che lo affrontano, ognuno a proprio modo. Quattro diverse divagazioni sul tema, firmate da registi altrettanto diversi. Per linguaggio, stile, narrazione, sentimento e atmosfera. Oltre che per nazionalità. Ognuno al comando di attori che lasciano il segno e che contribuiscono in modo impeccabile alla riuscita di ciascun film. Da non perdere, nessuno dei quattro, perché nessuna buona ragione sarebbe davvero una buona ragione.
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The Hateful Eight di Quantin Tarantino, con Samuel L. Jackson, Kurt Russel, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Demiàn Bichir, Channing Tatum
Un Tarantino insolito. Per la neve che fiocca sull’ispirazione dichiaratamente western del regista, dopo l’esperienza di “Django Unchained”. E per l’evoluzione in classico del giallo alla maniera di Agatha Christie e del suo “…E poi non rimase nessuno”. Anche se invece dei dieci piccoli indiani, Tarantino schiera otto assassini “odiosi” e irresistibili. Visivamente potentissimo, il nuovo film di Tarantino è scritto e girato con le parole ancora più che con l’azione cui il regista ci ha abituato, ma anche con la musica del Maestro Ennio Morricone, che escogita partiture da horror tra Dario Argento e John Carpenter, complici anche i suoni d’ambiente. Il vento, soprattutto e fuori di tutto, mentre dentro il rifugio i fiocchi di neve filtrano dalle fessure imbiancando la bellissima fotografia firmata da Robert Richardson. Dialoghi scoppiettanti e brutali, attori tutti in stato di grazia. Contagiati dal divertimento duro e puro che è tutto del regista statunitense e della sua banda di fuorilegge sempre in cerca di documenti che attestino una qualche verità. Un divertimento, quello di Tarantino, che fa scacco matto anche allo spettatore, costretto a fatica a mandare giù il coniglio uscito dal cilindro o, meglio, dalla botola che Tarantino avrebbe fatto bene a non aprire. Perché se giallo deve essere, allora bisogna giocarlo ad armi pari. Anche se i suoi “hateful eight”, probabilmente, non sarebbero d’accordo. (continua…)
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