mercoledì, 9 marzo 2016
ADDIO A GEORGE MARTIN
CI LASCIA GEORGE MARTIN: l’uomo che ebbe un ruolo fondamentale nella musica dei Beatles
Addio a Sir George Henry Martin (Londra, 3 gennaio 1926 – 8 marzo 2016), produttore discografico e compositore britannico.
È morto ieri, 8 marzo 2016, sir George Martin: una delle personalità più poliedriche del mondo artistico contemporaneo. Oltre a essere musicista di formazione classico/barocca, è stato anche compositore, arrangiatore, produttore discografico, attore, sceneggiatore e scrittore; ma nel mondo è famoso per il contributo determinante che diede alla musica del più celebre quartetto rock di tutti i tempi (soprattutto in termini di arrangiamenti orchestrali) e che gli valse l’appellativo di «quinto Beatle». Stiamo parlando dell’uomo che – come manager della EMI – mise sotto contratto i quattro ragazzi di Liverpool che avevano appena incassato un rifiuto dalla Decca.
A darne la notizia della scomparsa è stato proprio Ringo Starr su Twitter: “Dio benedica George“, ha scritto. “Che riposi in pace, con amore a Judy e alla sua famiglia, Ringo e Barbara“. Anche Paul McCartney ha ricordato George Martin in un Tweet, definendolo come un secondo padre. “Il mondo ha perso un uomo davvero grande“, ha scritto Paul.
Durante l’estate del 1967 George Martin partecipò attivamente alla realizzazione di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band“: da molti considerato come l’album più importante della storia della musica pop/rock; quello che è stato capace di tracciare una netta linea di demarcazione tra «un prima» e «un dopo» come nessun altro LP è mai più riuscito a fare. George Martin ha anche scritto un libro per raccontare l’esperienza di quell’estate: “L’estate di Sgt. Pepper” (La Lepre edizioni, p. 252, € 14,90). Per capire di cosa stiamo parlando è sufficiente riportare il sottotitolo: “Come i Beatles e George Martin crearono «Sgt. Pepper’s lonely hearts club band»”.
Nel libro (arricchito da una bella prefazione di Stefano Bollani e ben tradotto da Paolo Somigli, direttore del mensile “Chitarre”) George Martin racconta la storia dei Beatles concentrandosi soprattutto in quella estate (siamo, appunto, nel 1967) che diede la luce a “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”: un album che avrebbe venduto più di 32 milioni di copie, travolgendo e scompaginando il concetto stesso di realizzazione artistica nell’industria musicale. Per dare un’idea dell’influenza che questo disco esercitò anche nei decenni che seguirono, basti pensare che nel novembre 2003 la celebre rivista musicale “Rolling Stone” decise di stilare un elenco dei 500 migliori album di tutti i tempi; per farlo, coinvolse una giuria composta da 273 importanti musicisti, critici, storici e persone dell’industria musicale. Inutile precisare che fu proprio “Sgt. Pepper” ad aggiudicarsi la prima posizione tra i 1600 titoli votati in totale.
«Fu allora, in quel 1967», scrive George Martin, «che i Beatles capirono di avere realmente la possibilità di fare tutto quello che volevano. Lavoravano intensamente sulle loro canzoni, sperimentando cose che non si erano ancora mai sentite, spingendosi sempre oltre il limite. (…) E così, questo è il racconto di un anno straordinario della nostra storia, un anno diverso da tutti gli altri che l’hanno seguito o preceduto. Ma, cosa probabilmente ancora più importante, è anche la storia della realizzazione di un album unico, quello che ha rivoluzionato il modo con cui, da allora, sarebbe stato concepito ogni altro disco».
Per ricordare George Martin segnalo questo articolo pubblicato su Rolling Stone , quest’altro su Repubblica… e propongo qui di seguito (in questo spazio di Letteratitudine dedicato al rapporto tra “Letteratura e musica“) l’introduzione del volume poc’anzi citato firmata dallo stesso Martin. (continua…)
Pubblicato in LETTERATURA E MUSICA Commenti disabilitati
Commenti recenti