martedì, 22 dicembre 2020
LA BICICLETTA VERDE e LA CANDIDATA IDEALE
Diamo il benvenuto ad Alessandra Montesanto – critica cinematografica, docente e saggista – la quale, a partire da queste mese, inizia la sua collaborazione con Letteratitudine Cinema. In questa puntata ci occupiamo dei film “La bicicletta verde” e “La candidata ideale”
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I (bi)sogni delle donne saudite
Wadjda è un’adolescente, vive a Riyadh con i genitori, ama giocare con l’amico Abdullah, che possiede una bicicletta che le presta quando si trovano negli spazi aperti di una città costruita nel deserto; alle ragazze non è permesso usarla, così come alle donne, fino a pochi mesi fa non era permesso guidare l’automobile. La cultura araba ultratradizionalista impone alle figure femminili di indossare veli e lunghe tuniche nere, l’abaya quando sono in pubblico; impone loro di non parlare ad alta voce e di non condividere i pasti insieme agli uomini che non siano della famiglia e impone altre norme sociali che soffocano la vita quotidiana e la loro dignità. Wadida, però, sotto la tunica porta un paio di scarpe sportive di marca occidentale, ascolta musica methal e desidera tanto proprio una bicicletta di colore verde, verde come la tinta del Paradiso e altrettanto difficile da conquistare. Per riuscire a comprare l’oggetto (fin troppo semplice da considerare emblema di libertà), la ragazzina deve partecipare ad una gara di Corano, organizzata all’interno della scuola da lei frequentata e vincere il premio in denaro. Con la furbizia propria di una Sharazad contemporanea, la protagonista del film La bicicletta verde, uscito con successo nel 2012, otterrà il risultato sperato, ma la ricompensa sarà destinata ai bambini poveri palestinesi, in una doppia beffa all’estremismo religioso. (continua…)
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