lunedì, 18 gennaio 2021
IL CINEMA E IL GIORNO DELLA MEMORIA
Nuova puntata di Letteratitudine Cinema con un intervento di Alessandra Montesanto: critica cinematografica, docente e saggista.
In questa puntata ci occupiamo del ruolo del Cinema nell’ambito del Giorno della Memoria (con la segnalazione di alcuni film)
* * *
L’attualità della Memoria
“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’ e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perchè si espande sulla superficie come un fungo. Esso ’sfida’, come ho detto, il pensiero perchè il pensiero cerca la profondità, di andare alle radici e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perchè non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e radicale”: queste sono alcune parole di Anna Harendt tratte dal suo celebre testo intitolato “La banalità del male”. Per costruire un pensiero critico e tracciare il solco tra ciò che giusto e ciò che non lo è, tra ciò che è umano e ciò che più non lo è, risultano fondamentali i linguaggi della Cultura e dell’Arte. Anche il Cinema, spesso, può far riflettere su importanti temi di attualità e sul Passato – più o meno recente – per reimparare quale sia la strada dell’etica e della verità.
Il 27 gennaio si celebra la Giornata internazionale della Memoria, riferita, in particolare, all’Olocausto. Per l’occasione, con questo articolo, si desidera suggerire la visione di alcuni film (alcuni noti, altri meno) utili per un pubblico generico e, soprattutto, per scopi formativo-didattici; la Memoria non è la ripetizione, vuota di senso, di frasi o parole, ma è un ritorno profondo e sentito verso passi che sono stati già compiuti – e che, purtroppo in molti casi hanno portato a situazioni drammatiche – per non rifarli.
Si vuole iniziare questo breve excursus con un film del 2010, La chiave di Sara, di Gilles Paquet-Brenner che recupera un fatto storico dimenticato: il rastrellamento del Vélodrome d’Hiver tramite la storia di una famiglia ebrea deportata, gli Starzinsky, in un continuo alternarsi di flashback e di flasfhforward. La sceneggiatura è interessante in quanto, senza giudicare, il regista dipinge il ritratto di una Francia in mano ai tedeschi e in totale devozione a Hitler, e una popolazione in cerca solo di salvezza, con coloro che sono stati complici del nazifascismo, coloro che sono rimasti indifferenti (la maggior parte) e coloro (mai abbastanza) che hanno cercato di aiutare. (continua…)
Pubblicato in LETTERATITUDINE CINEMA Commenti disabilitati
Commenti recenti