martedì, 12 ottobre 2021
MELBOURNE e la cultura italiana: incontro con Angelo Gioè, direttore dell’IIC di Melbourne
Nell’ambito della rubrica “Le città del mondo e la cultura italiana” abbiamo chiesto al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne, Angelo Gioè, di parlarci – per l’appunto – del rapporto tra Melbourne e la nostra cultura (nonché del ruolo svolto dall’IIC che dirige).
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La città di Melbourne e la cultura italiana. Intervista a Angelo Gioè, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne
- Dr. Gioè, che tipo di città è Melbourne?
La seconda città australiana per estensione, Melbourne conserva le tracce di un passato florido, legato all’epopea della corsa all’oro di metà Ottocento, un’epoca ancora oggi al centro di miti e leggende metropolitane. Gli enormi proventi delle esplorazioni alla ricerca di metalli e pietre preziose dell’entroterra hanno lasciato la loro impronta soprattutto nel centro finanziario, il cosiddetto CBD. Fulcro urbano da cui si diramano le principali arterie della città, con il suo reticolato di vie squadrate e gli edifici di granito e arenaria, il centro restituisce l’impressione di un’austera città nord-europea. Se però un visitatore alza gli occhi al cielo, non può non restare ammaliato dai contorni dei nuovi highrisers che si stagliano contro un cielo mutevole, che in poche ore passa dai toni di un azzurro intenso ad un grigio cinereo, opaco, quasi londinese. Ad altezza d’uomo, invece, il panorama cambia radicalmente: gli edifici art-déco dalle facciate austere ospitano adesso curiosi negozi di street food coreani, ramen giapponesi, ristoranti indiani e thai, noodle bar cinesi, per non parlare di locali dalla chiara impronta italiana, greca, francese. Un viavai di persone delle etnie più disparate, che convergono verso la città negli orari d’ufficio o nei fine settimana, contribuisce a creare un collage variopinto, solcato da tram dal classico color verde, autobus stipati e stazioni della metro dalle insegne azzurre nascoste tra gli edifici. Dentro le casse di risonanza delle strade, dei locali, dei parchi, si rincorre una polifonia di lingue e accenti diversi. L’italiano, con le sue bizzarre influenze inglesi, è qui di casa, con circa 270.000 parlanti madrelingua nel paese, un gruppo linguistico secondo per numero soltanto a quello della comunità cinese, con una popolazione di origine italiana che ha superato il milione di abitanti.
Chiaramente, ora che la pandemia ha imposto regole ferree sugli spostamenti, riducendo il raggio di spostamento a pochi chilometri, la città appare più lontana, inaccessibile, sull’orizzonte dei bassi quartieri che la cingono da ogni direzione. Eppure, scorgendola da dietro una palma, o fra i rami di un’araucaria secolare in uno dei tanti splendidi giardini botanici che la attorniano, la città fa ancora sentire la sua pulsante presenza. Sembra attendere, paziente, il ritorno ad una ‘nuova normalità’.
- Quali attività svolge l’IIC che dirige? (continua…)
Pubblicato in LE CITTÀ DEL MONDO E LA CULTURA ITALIANA, LETTERATITUDINE CHIAMA MONDO Commenti disabilitati
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