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mercoledì, 21 febbraio 2018

ANTONELLA CILENTO con “Morfisa” (Mondadori) in radio a LETTERATITUDINE

ANTONELLA CILENTO con “Morfisa o l’acqua che dorme” (Mondadori), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

* * *

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Con Antonella Cilento abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Morfisa o l’acqua che dorme” (Mondadori).

Nel corso della puntata abbiamo anche discusso delle due seguenti attività culturali in cui è impegnata Antonella Cilento: Lalineascritta (la sua storica scuola di scrittura che compie 25 anni) e l’iniziativa Strane Coppie (giunta al decimo anno).

Nella seconda parte della puntata Massimo Maugeri legge le prime pagine del libro.

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Antonella Cilento“Morfisa o l’acqua che dorme” (Mondadori)

Morfisa (o l’acqua che dorme)Teofanès Arghìli, pavido e velleitario poeta bizantino, che in mancanza di storie proprie si ostina a ricopiare quelle degli scrittori classici che più ammira, è stato inviato, suo malgrado, nella Napoli pagana e pericolosa dell’anno Mille dalle Imperatrici di Bisanzio per una delicata missione diplomatica: condurre in sposa la figlia del Duca napoletano a Costantinopoli. Al suo approdo Teofanès – smanioso di tornare a casa, diventare famoso come ha sempre sognato e riabbracciare l’uomo che ama, Michele Psello – viene accolto da una macabra sorpresa: la testa della giovane duchessa è stata ritrovata nelle reti di un pescatore. Chi l’ha uccisa? E perché? Come Teofanès scoprirà, i partiti a Napoli sono più d’uno: c’è chi giura fedeltà all’Impero e chi trama in segreto, ci sono i Normanni, barbari e ambiziosi, gli invidiosi Salernitani, i potenti e rozzi Longobardi, i Mori, che dalle coste siciliane risalgono il Tirreno. E ci sono anche contrapposti partiti di donne, chi fedele a san Gennaro, chi a Virgilio Mago. Eppure, della morte della giovane duchessa il popolo incolpa una misteriosa balena che di notte naviga al largo di Napoli. Sarà vero che la balena nasconde una bambina magica, capace di mutare forma? È qui che entra in scena Morfisa, protettrice di Napoli e della creatività celata nel cuore degli umani: è a lei, e a un misterioso Uovo capace di salvare Napoli e insieme di suggerire storie, che Teofanès cercherà di rubare il segreto per diventare un grande poeta. L’avidità e l’ossessione precipiteranno Teofanès in un vorticoso viaggio attraverso i secoli e i continenti, fino alla Napoli contemporanea sull’onda di una incombente apocalissi.

https://www.librimondadori.it/content/uploads/2017/08/0013343FAU-270x270.jpgAntonella Cilento (Napoli, 1970) scrive e insegna scrittura creativa da venticinque anni. Ha fondato nel 1993 a Napoli Lalineascritta Laboratori di Scrittura (www.lalineascritta.it) e tiene corsi in tutta Italia e all’estero. Da dieci anni ha ideato e coordina la rassegna di letteratura internazionale Strane Coppie. Ha pubblicato oltre tredici libri, fra romanzi, reportage narrativi e raccolte di racconti, premiati e tradotti in molti paesi, fra cui Il cielo capovolto, Una lunga notte, Neronapoletano, L’amore, quello vero, Isole senza mare, Asino chi legge, Napoli sul mare luccica, Bestiario napoletano, La madonna dei mandarini, e con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, 2014) è stata finalista al premio Strega e ha vinto il premio Boccaccio. Collabora con “Grazia” e con “Il Mattino” di Napoli. Ha scritto racconti radiofonici per Rai RadioTre e numerosi testi per il teatro.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI


La colonna sonora della puntata: i seguenti brani di Nat King Cole: “Unforgettable”, “Around the world”, “That’s all”.

(continua…)

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lunedì, 16 novembre 2015

ELISABETTA BUCCIARELLI e ANTONELLA CILENTO ospiti di “Letteratitudine in Fm”

ELISABETTA BUCCIARELLI e ANTONELLA CILENTO ospiti di “Letteratitudine in Fm” – lunedì 16 novembre 2015 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Sono Elisabetta Bucciarelli e Antonella Cilento le ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 16 novembre 2015

Con Elisabetta Bucciarelli discutiamo del suo nuovo romanzo “La resistenza del maschio” (NN editore).

Con Antonella Cilento discutiamo del suo romanzo “La Madonna dei mandarini” (NN editore).

Cogliamo l’occasione per discutere anche delle problematiche affrontate dai due romanzi editi da NN edizioni (nuovo editore milanese: qui il progetto editoriale).

Di seguito, le schede dei due libri e le minibiografie delle autrici.

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La resistenza del maschioLa resistenza del maschio” – Elisabetta Bucciarelli - NN editore (la scheda del libro)

L’Uomo ha una vita di successo, moglie, lavoro, casa. Non vuole figli e non vuole solo sesso. Cerca in ogni circostanza misura e proporzioni. Una notte assiste a un incidente: una donna si schianta contro un palo della luce. L’immagine di lei, simile a un quadro preraffaellita, diventa un’ossessione. Intanto nella sala d’aspetto di uno studio medico tre donne attendono il loro turno. Parlano di uomini, sicure di essere alle prese con un nuovo tipo di maschio, quello che resiste, che si nega e non si concede. Al di là della volontà di ciascun personaggio, qualcosa sta per accadere: La resistenza del maschio illumina una nuova forma di lussuria, che qui trova la sua ultima metamorfosi.

Un Uomo che è una Fortezza. E poi una Moglie, una Signora, una Ragazza. E un incidente. Sono tutti gli incidenti, le ragazze, le signore, le mogli e gli uomini che abbiamo visto nella vita. Che siamo stati anche solo per una volta. Nella sala d’attesa di questa storia, tre Parche filano a parole il destino dell’Uomo”.
Gian Luca Favetto

Questo libro è per chi è innamorato dell’azzurro che non si riesce a toccare, per chi ama soffermarsi nei luoghi di transito e nei foyer dei teatri, per chi disegna tutto quello che vede e per chi non riesce a regalare canzoni per paura di perderle.

Elisabetta Bucciarelli scrittrice e sceneggiatrice, collabora con testate di cinema, arte e psicologia. Tra i suoi romanzi: Io ti perdono (Kowalski), Ti voglio credere (Kowalski, Premio Scerbanenco 2010 per il miglior noir italiano), Corpi di scarto (Verdenero), L’etica del parcheggio abusivo (Feltrinelli), Dritto al cuore (edizioni e/o). Ha pubblicato anche i saggi: Le professioni della scrittura (Il Sole 24 Ore) e Scrivo dunque sono (Ponte alle Grazie).

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La Madonna dei mandariniLa Madonna dei mandarini” – Antonella Cilento - NN editore – (la scheda del libro)

Tutto accade a Napoli nell’arco di sei mesi, benché la storia narrata potrebbe accadere in qualunque città d’Italia: Statine, studente in medicina a carico della nonna, è fra i volontari di una piccola associazione cattolica che cura disabili e ragazze madri, diretta da Simone Mennella su consiglio dell’avvocato Mimì Staibano e finanziata da don Cuccurullo, parroco alla moda. È una delle ragazze madri, Amalia, ad avviare la vicenda aggredendo Simone, ma sarà la presenza di Agata Sòllima, madre di uno dei ragazzi disabili, a catalizzare gli eventi.
Fra violenza e comicità, ipocrisie e teatrali colpi di scena, La Madonna dei mandarini racconta di nuove povertà, economiche e morali, del conflitto tra essere e apparire, tipico dei nostri giorni, ma anche di desideri, vanità e della bellezza offesa.

Sonata in tre movimenti e un epilogo. Primo movimento: ci si innamora soprattutto perché ci si deve punire. Secondo movimento: il paradiso è qui su questa terra, basta saperlo cogliere. Terzo movimento: potete aver studiato finché volete ma questo figlio sbagliato l’avete fatto voi. E l’epilogo è una coda. Del diavolo”.
Gian Luca Favetto

Questo libro è per chi adora leggere a letto al mattino, per chi ama i babà e le sfogliatelle, per chi vorrebbe urlare la sua rabbia dal finestrino di un’auto in corsa e per chi si commuove davanti alla statua dell’auriga di Mozia.

Antonella Cilento scrive e insegna scrittura creativa per Lalineascritta (www.lalineascritta.it), di cui è ideatrice e fondatrice da più di vent’anni, collabora con Il Mattino, L’Indice dei Libri e Grazia. Ha scritto testi per il teatro e ha pubblicato, tra gli altri: Una lunga notte, Neronapoletano, L’amore, quello vero, Isole senza mare, Asino chi legge, usciti per Guanda; Napoli sul mare luccica (Laterza), e Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori), che è stato finalista al Premio Strega 2014 e ha vinto il premio Boccaccio. Nel 2015, ha scritto per Laterza Bestiario napoletano.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Picasso” di Coleman Hawkins; “Nothing Else Matters” dei Metallica; “Napule è” di Pino Daniele

(continua…)

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martedì, 30 giugno 2015

ANTONELLA CILENTO e VANNI SANTONI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 1 luglio 2015

ANTONELLA CILENTO e VANNI SANTONI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 1 luglio 2015 – h. 9:10 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

Sono Antonella Cilento e Vanni Santoni gli ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 1 luglio 2015.

Nella prima parte della puntata, con Antonella Cilento, discuteremo di “Bestiario napoletano” (Laterza).

Nella seconda parte della puntata, con Vanni Santoni, discuteremo del romanzo “Muro di casse” (Laterza).

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Bestiario napoletano“Bestiario napoletano” di Antonella Cilento

Strade, case, fantasmi e napoletani in carne e ossa, esseri infimi e celesti, scrittori, pittori, musicisti, belve, insetti, dinosauri e diavoli, madonne, angeli e asini.
Se siete stati lettori di fiabe lo sapete: ogni luogo magico, sin dall’antichità, è abitato da bestie.

La zoccola, le balene, i chiattilli, le civette, il monaciello, le mosche d’oro, le teste di cavallo, i coccodrilli, i nuovi migranti, i grandi scrittori, l’immancabile diavolo, i calzolai, gli acquafrescai, i magnafoglie. E poi palazzi, strade, persone, mestieri raccontati con penna da scrittrice. Dai giovani ‘prostituti’ d’oggi, passando per Cervantes, alla scoperta dei sagliuti, i nuovi arricchiti, dalle PR a Sartre, dalle madonne che camminano ai dinosauri nascosti nelle chiese. Le categorie umane e animali che abitano Napoli e la percorrono, nel tempo e nello spazio, prendono forma in una girandola di tipologie, dove i riti antichissimi di una città eterna – il coro dei santi con cui si dialoga come fossero parenti, i sangui che si sciolgono e le capuzzelle dei morti venerate come divinità protettrici – accompagnano il lettore dentro e oltre i tanti luoghi comuni della napoletanità e di quell’umanità speciale che da sempre la abita.

Antonella Cilento, finalista al Premio Strega 2014 con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, in via di traduzione in numerosi paesi) e vincitrice del Premio Boccaccio 2014, ha pubblicato: Una lunga notte (Premio Fiesole, Premio Viadana), NeronapoletanoL’amore, quello veroIsole senza mareAsino chi legge per Guanda; La paura della lince per Rogiosi; Il cielo capovolto per Avagliano; Non è il Paradiso per Sironi; Nessun sogno finisce(Premio Giulitto) per Giannino Stoppani. Insegna scrittura creativa dal 1993 in tutta Italia per “Lalineascritta Laboratorio di Scrittura” (www.lalineascritta.it). Ha scritto testi per il teatro, fra cui Itagliani! per Margherita Di Rauso, Cafone!per Gea Martire, L’angelo della casa – Omaggio a Emily Dickinson (Napoli Teatro Festival 2012), e alcuni cortometraggi. Organizza “Strane Coppie”, incontri di letteratura europea, e collabora con “Il Mattino”.

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Muro di casse“Muro di casse” di Vanni Santoni

Perché sognare un quarto d’ora di celebrità se potevi prenderti dieci o venti ore al centro dell’universo? E la bellezza. Potevamo creare ovunque la bellezza: in ogni angolaccio, sotto a ogni cavalcavia, poteva sgorgare una fonte di meraviglia. Ogni periferia, ogni cittadina di provincia senza più guizzi poteva tornare a splendere e ribollire per una notte. E non parlo solo dei posti dove andavamo: il fatto che andassimo in alcuni faceva sì che tutti, in potenza, custodissero la bellezza.
Quindi, la speranza.

Cosa è stata questa ‘cosa’ sfuggente, multiforme ed entusiasmante avvenuta in Europa tra il 1989 e oggi – una cosa lunga dunque un quarto di secolo? Proprio dalla consapevolezza che nessun dato potrà mai avvicinarsi al significato profondo del rave, del trovarsi lì, a ballare davanti a un muro di casse fino al mattino (e sovente fino a quello ancora successivo) in quelle industrie abbandonate, in quei capannoni, in quei boschi, in quelle ex basi militari, fiere del tessile, ballatoi, vetrerie, depositi ferroviari, rifugi montani, bunker, uffici smessi, pratoni, centrali elettriche, campi, cave, rovine di cascinali, finanche strade di metropoli quando venne il momento della rivendicazione, è nato questo libro – perché, sia pure con una forte impronta documentale, in casi come questo il romanzo è il più potente strumento di analisi e rappresentazione della realtà.

Vanni Santoni (Montevarchi, 1978) vive a Firenze. Dopo l’esordio con Personaggi precari (RGB 2007, poi Voland 2013), Premio Scrittomisto 2007 per il miglior libro tratto dal web, ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), Premio selezione Scrittore toscano dell’anno 2009 e finalista Premio Zocca, In territorio nemico (minimum fax 2013, da coordinatore), Terra ignota (Mondadori 2013) e Terra ignota 2 – Le figlie del rito (Mondadori 2014). È fondatore del progetto SIC – Scrittura Industriale Collettiva.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Canta appress’a nuie” di Edoardo Bennato; brano di musica techno

(continua…)

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venerdì, 28 marzo 2014

ANTONELLA CILENTO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 28 marzo 2014

antonella-cilento-lisarioANTONELLA CILENTO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 28 marzo 2014

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

È Antonella Cilento l’ospite “Letteratitudine in Fm” di venerdì 28 marzo 2014. Abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Lisario, o il piacere infinito delle donne” (Mondadori) e delle tematiche da esso trattate.

Nella seconda parte della puntata, Antonella Cilento ha letto le prime pagine del romanzo

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È  ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Un commento »

lunedì, 13 gennaio 2014

STRANE COPPIE 2014

strane coppie 2014STRANE COPPIE 2014

Anche nel 2014 le “Strane Coppie” (bellissima iniziativa culturale e letteraria ideata e curata, a Napoli, da Antonella Cilento) continueranno a incrociarsi con il coinvolgimento di scrittori, studiosi e artisti. Questa edizione (che è la sesta) sarà incentrata sul rapporto tra romanzi e pittura. Faccio tanti complimenti (con gli immancabili in bocca al lupo) all’amica Antonella Cilento, presenza costante in questo luogo virtuale (sin dalle origini di Letteratitudine) con la rubrica “L’ombra e la penna“… che prossimamente sarà “alimentata” proprio con nuovi contributi derivanti da “Strane coppie 2014″.  Il primo appuntamento sarà mercoledì 15 gennaio -  ore 18, via Medina 63. Amici di Napoli e dintorni… non mancate!
Forza, Antonella!

Massimo Maugeri

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Strane Coppie 2014

Pictura-Poesis

quattro incontri sulla letteratura europea, a confronto tele e romanzi

dal 15 gennaio al 20 marzo

a cura de Lalineascritta, Goethe-Institut, Instituto Cervantes e con la partecipazione di Biblioteca Nazionale di Napoli, Antica Sartoria Cilento e La Feltrinelli Libri&Musica

mercoledì 15 gennaio -  ore 18, via Medina 63

Serata speciale al Salotto Cilento

Letture di Imma Villa e Gea Martire

Degustazione a cura di Salvatore De Gennaro de “La Tradizione” di Vico Equense (Napoli)

La felice formula di sfida fra romanzi europei narrati al pubblico da scrittori si allarga alla grande pittura: uno scrittore e un pittore, maestri in arti diverse eppure consonanti, saranno avvicinati per tematiche, per similitudine o per opposte scelte, talvolta anche per contemporaneità.

Il raggio d’azione di Strane Coppie si estende quest’anno, sesta edizione, ai linguaggi non verbali per esplorarne consonanze e affinità con la letteratura, stili, tecniche, risposte alle diverse esigenze di rappresentazione e verità del nostro mondo.

Grandi scrittori, critici e storici dell’arte e attori coinvolti negli incontri e, come sempre, con Lalineascritta di Antonella Cilento, Instituto Cervantes, Goethe-Institut e, per quest’anno, Biblioteca Nazionale di Napoli, La Feltrinelli Libri&Musica e, ancora, l’Antica Sartoria Cilento animeranno la fortunata manifestazione.

Serata inaugurale mercoledì’ 15 gennaio ore 18 al Salotto Cilento (via Medina, 63 – Napoli) per la presentazione dell’intera rassegna con letture di Imma Villa e Gea Martire e una degustazione a cura di Salvatore De Gennaro de “La Tradizione” di Vico Equense (Napoli).

“Strane Coppie è uno degli eventi di qualità di questa città, curato con estrema attenzione da Antonella Cilento che stimo profondamente – afferma Ugo Cilento – il mio Salotto che nasce come luogo privato di incontri e confronti culturali, è il posto ideale per inaugurare questi piacevoli pomeriggi con gli autori e ne sono lusingato. Ad Antonella Cilento vanno pertanto i miei migliori auguri e un sincero ringraziamento per aver scelto il Salotto Cilento anche quest’anno per presentare la sua felice iniziativa”.

“Quest’anno Strane Coppie punta sul rapporto fra romanzi e pittura cercando di esplorare i due diversi modi di narrare le storie e cogliere la visione del mondo – spiega Antonella Cilento, fondatrice del laboratorio di scrittura Lalineascritta e ideatrice della rassegna – grazie come sempre all’ausilio di Goethe-Institut e Instituto Cervantes e alla sensibilità delle direttrici, Maria Carmen Morese e Luisa Castro, al nuovo ingresso della Biblioteca Nazionale e alla squisita cortesia di Mauro Giancaspro, ospite di uno degli incontri, come de La Feltrinelli Libri&Musica, che pure ci ospiterà”.

La rassegna si occuperà di autori contemporanei, com’è il caso di Francisco de Quevedo e di Caravaggio raccontati da Giuseppe Montesano (Naturalismi, giovedì 30 gennaio ore 18, Instituto Cervantes in via Nazario Sauro 23 con letture di Andrea Renzi), entrambi presenti a Napoli ai primi del Seicento, entrambi considerati, forse a torto, dei realisti. Altre volte la suggestione sarà legata a un tema, com’è il caso dell’incontro dedicato a Theodor Fontane e a Tintoretto, narratori dell’adulterio e delle adultere, raccontati da Anna Maria Carpi e Melania G. Mazzucco, (Adultere, giovedì 27 febbraio ore 18, Goethe Institut e La Feltrinelli libri & musica, via Santa Caterina a Chiaia 23, con letture di Cristina Donadio) autrice de La lunga attesa dell’angelo e di un saggio ormai fondamentale su Tintoretto e la sua biografia. (continua…)

Pubblicato in L'OMBRA E LA PENNA (con il contributo di Antonella Cilento)   Commenti disabilitati

mercoledì, 12 giugno 2013

STRANE COPPIE 2013: Giuseppe Montesano su Franz Kafka

Riprendiamo a dare spazio alla rubrica “L’ombra e la penna” di Antonella Cilento (nella foto), pubblicando il materiale video dell’iniziativa culturale e letteraria “Strane Coppie 2013“.

Qui di seguito, il video del primo incontro dedicato a Franz Kafka con intervento di Giuseppe Montesano.

Massimo Maugeri

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Segui tutte le puntate di “L’ombra e la penna” (continua…)

Pubblicato in L'OMBRA E LA PENNA (con il contributo di Antonella Cilento), LETTERATITUDINE TV   Commenti disabilitati

lunedì, 4 marzo 2013

È online la puntata con ANTONELLA CILENTO e MASSIMILIANO FINAZZER FLORY, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 1 marzo 2013

antonella-cilento-massimiliano-finazzer-floryÈ online la puntata con ANTONELLA CILENTO e MASSIMILIANO FINAZZER FLORY, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 1 marzo 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 1 marzo 2013 sono stati la scrittrice e docente di scrittura creativa Antonella Cilento e l’attore e regista teatrale Massimiliano Finazzer Flory.

Con Antonella Cilento abbiamo discusso della nuova edizione dell’iniziativa culturale chiamata “Strane Coppie” (che si svolge a Napoli).
Ne abbiamo approfittato altresì per discutere dell’attuale “situazione culturale” della città partenopea.

Con Massimiliano Finazzer Flory abbiamo discusso di teatro e di Pinocchio, in occasione della messa in scena dello spettacolo teatrale (diretto e interpretato dallo stesso Finazzer Flory) intitolato “Pinocchio. La storia di un burattino” (di recente oggetto di un importante tour internazionale).
Abbiamo chiesto a Massimiliano Finazzer Flory di interpretare, via telefono, qualche scena dello spettacolo.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

lunedì, 20 giugno 2011

L’E-BOOK E (È?) IL FUTURO DEL LIBRO

Vorrei riprendere la discussione sull’e-book già avviata a partire da questo post, offrendo come spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito) la pubblicazione di questo nuovo volumetto che ho realizzato per i tipi della piccola casa editrice “Historica” (disponibile, ovviamente, anche in formato elettronico). Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere un’opinione facendo riferimento alle seguenti domande: Cosa ne pensa dell’e-book? Come immagina il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.

Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…

1. L’e-book è davvero il futuro del libro?

2. Se sì, fino a che punto?

3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?

4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?

5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?

6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?

7. Una diffusione “significativa” dell’e-book  potrebbe favorire l’incremento della lettura?

La discussione on line proseguirà – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ) giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.

Vi aspettiamo!

Massimo Maugeri

P.s. Ne approfitto per segnalare questo post di Lipperatura incentrato sull’attuale crisi dell’editoria determinata dal decremento della vendita dei libri (il post riprende un articolo pubblicato su Repubblica, con dichiarazioni di Marco Polillo – presidente dell’Aie – anche sul “fenomeno e-book”)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   207 commenti »

martedì, 11 gennaio 2011

GIUDIZIO UNIVERSALE SULLA TV CHE VORRESTE

Qualche settimana fa ho ricevuto una mail da Dario De Marco, della redazione di Giudizio Universale.

Nella mail Dario mi proponeva di organizzare una discussione sulla “Tv ideale” partendo da alcuni articoli – pubblicati sulla rivista – predisposti da alcuni scrittori e intellettuali (tra cui frequentatori e amici di questo blog come Roberto Alajmo, Antonella Cilento, Carlo D’Amicis, Michela Murgia, Sandra Petrignani).

Accolgo con molto piacere l’invito di Dario e di Giudizio Universale, ma – come sempre – l’esito di questo dibattito (su “la Tv che vorreste/vorremmo”) dipenderà dalla vostra partecipazione…
Peraltro, sarebbe interessante (almeno, secondo me) provare a tracciare – in breve – la storia della televisione in generale e della televisione italiana in particolare. E poi potremmo riflettere su alcune citazioni in tema che saranno inserite nel corso della discussione.
Ecco, intanto, una serie di domande (siete tutti invitati a rispondere).

Che tipo di rapporto avete con la Tv?

Quali sono, in generale, i pro e i contro della televisione?

Che tipo di contributo ha dato la televisione italiana alla cultura?

Quali sono i programmi di oggi che guardate con maggior piacere?

Quali programmi del passato vi piacerebbe che venissero rimessi in onda?

In generale: che tipo di televisione vorreste? Che tipo di programmi vi piacerebbe vedere?
(Provate, magari, a proporre una sorta di format).

Gli interventi più interessanti, inseriti tra i commenti, potrebbero rimbalzare sulle pagine di Giudizio Universale.
Vi ringrazio in anticipo per la collaborazione.

Massimo Maugeri

Extrapost: ringrazio Marilù Oliva per la pubblicazione di questa intervista su Thriller magazine


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martedì, 9 novembre 2010

ASINO CHI LEGGE, di Antonella Cilento

asino-chi-legge-coverConosco Antonella Cilento da diversi anni. Di lei ho sempre apprezzato sia il talento letterario, sia l’impegno civile di una vita dedicata ai libri e alla letteratura. Questo impegno rimbalza dalle sue pagine ai corsi di scrittura de La linea scritta, dalle svariate iniziative culturali (come quella di Le strane coppie) alla sua attività svolta in giro per le scuole d’Italia con l’intento di trasmettere agli studenti – talvolta anche ai docenti – l’amore per la lettura e per la scrittura.
Ed è proprio da questa esperienza, dall’incontro con i ragazzi delle scuole, che nasce il volume Asino chi legge, appena pubblicato da Guanda (così come ben spiegato dalla scheda del libro).

“Asino chi legge” si scriveva una volta sui muri delle scuole, per sbeffeggiare un compagno ingenuo o gli adulti noiosi. Un tempo, neanche tanto lontano, avere libri in casa e un figlio laureato era considerato un valore aggiunto, il trionfo per una famiglia in risalita sociale. Da qualche anno, invece, leggere è considerato un errore, una perdita di tempo, un insignificante vizio. Studiare e leggere, è ormai noto, non ti porterà da nessuna parte, non ti aprirà le porte del mondo del lavoro, non farà di te una persona migliore, tanto vale trovare false scorciatoie.
Questo libro racconta la sfida di portare la letteratura, scritta e letta, in luoghi dove la passione per la pagina non è mai nata o si scontra con difficoltà inenarrabili: a Napoli, in Irpinia, in Trentino, in Sicilia e in altre province d’Italia. Antonella Cilento, perennemente in viaggio fra treni e scuole pubbliche, dove da anni offre servizio come esperto esterno di scrittura creativa, raccoglie storie divertenti, assurde e tristi: dai figli dei capo-clan napoletani ai timidi ragazzi della Nusco di De Mita, ai giovani pakistani di Bolzano, fissando una fotografia disincantata delle ultime generazioni, della percezione dello scrittore nelle scuole, e di un Paese in piena crisi di idee.
I ragazzi e i loro insegnanti sono, insieme ai luoghi, i veri protagonisti, con le pagine che scrivono, le loro vicende e la domanda più grave: cosa stiamo facendo del nostro futuro? Un viaggio alla ricerca di quel che stiamo perdendo o, in certi casi, abbiamo già perso, ma che niente, salvo noi stessi, può impedirci di riconquistare.

Dalla nota, dicevo, si capisce bene il senso di questa importante testimonianza… il cui sottotitolo è “I giovani, i libri, la scrittura”.
Ed è proprio dei giovani, dei libri e della scrittura che vorrei discutere con voi, insieme ad Antonella Cilento… che parteciperà al dibattito (questo post è da considerarsi come una “costola” del forum permanente “Letteratitudine chiama scuola”).
Pongo le solite domande, volte ad avviare la discussione…

1. Nella vostra esperienza, che rapporto hanno i ragazzi con la lettura?

2. Siete d’accordo sul fatto che da qualche anno leggere è considerato una sorta di errore, una perdita di tempo, un insignificante vizio?

3. Se è così… perché si è giunti a questo punto? E di chi è la colpa?

4. Viceversa, perché è importante leggere? Perché è importante saper scrivere? Come lo spieghereste a un ragazzo di oggi?

5. E con quali libri “iniziereste” alla lettura un ragazzo (o una ragazza) delle cosiddette scuole medie inferiori? E a quelli del liceo? Che letture proporreste?

6. Qual è, o quale dovrebbe essere, il ruolo della scuola e del corpo docente per incentivare gli studenti a leggere e a saper scrivere?

Vi sarei grato se poteste far “circolare” questo post, soprattutto tra i giovani e tra le scuole.
Grazie mille in anticipo.

Massimo Maugeri

P.s. Di seguito, l’articolo di Bruno Quaranta pubblicato in prima pagina di Tuttolibri de La Stampa del 23 ottobre… e le prime pagine di “Asino chi legge”
(continua…)

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giovedì, 25 marzo 2010

NAPOLI E L’IRPINIA TRA I LIBRI

Sono molto lieto di avviare questa discussione incentrata su Napoli e l’Irpinia, luoghi entrati nell’immaginario di molti di noi (ma anche luoghi dove sono nati e vivono parecchi amici di questo blog).
Nel farlo tenterò di coinvolgere alcuni scrittori che, attraverso i loro libri, hanno raccontato di queste terre e di tutto ciò che – nel bene e nel male – gravitano attorno a esse.
Credo sia superfluo premettere che la produzione di libri (di narrativa e non) dedicati, in un modo o nell’altro, a Napoli e all’Irpinia (a partire dall’ormai celeberrimo Gomorra di Saviano) è piuttosto cospicua. Per cui, i libri che segnalo in questo post sono solo una piccola rappresentanza della folta schiera disponibile.
Di seguito, come sempre, porrò qualche domanda al fine di agevolare la discussione. Ma prima ci tengo a presentare scrittori e libri coinvolti (li elenco per ordine alfabetico di cognome degli autori e curatori):
- “L’INFANZIA DELLE COSE” di Alessio Arena (Manni)
- “UNA TERRA SPACCATA” di Emilia Bersabea Cirillo (San Paolo)
- “L’IMBROGLIO NEL LENZUOLO” di Francesco Costa (Salani)
- “SCUORNO (Vergogna)” di Francesco Durante (Mondadori)
- “NAPOLI PER LE STRADE“, racconti a cura di Massimiliano Palmese (Azimut)
- “LE FRANE FERME. Quattro racconti sull’Irpinia” racconti a cura di Generoso Picone (Mephite edizioni)

Mi permetto di ricordare, tra gli altri, “Napoli sul mare luccica” di Antonella Cilento (Laterza) di cui avevamo parlato qui. E, per quanto riguarda l’Irpinia, i libri di Franco Arminio.

Gli autori dei suddetti libri, i curatori delle raccolte e gli autori dei racconti, gli amici irpini e napoletani e voi tutti… siete invitati a partecipare al dibattito.

Francesca Giulia Marone e Emilia Cirillo mi daranno un mano a moderare e a coordinare la discussione.

E ora… le domande del post:

1. Che differenza c’è tra Napoli e l’Irpinia (in cosa differiscono due città come Napoli e Avellino)?

2. Quali sono i “tratti” in comune?

3. Come è cambiata (se è cambiata) la Napoli di oggi rispetto a quella di venti, trenta, quarant’anni fa?
E l’Irpinia?

4. Che rapporto c’è tra Napoli, l’Irpinia e il cinema? Come sono state rappresentate nel grande schermo? Tali rappresentazioni sono sempre state aderenti alla realtà?

5. Se doveste scegliere, con riferimento all’intera storia della letteratura, il libro che meglio rappresenta Napoli… quale scegliereste? E perché?

6. E quale libro scegliereste in rappresentanza dell’Irpinia?

Di seguito, un po’ di notizie sui libri sopraccitati (ne approfitto per ringraziare gli autori delle recensioni).
Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 24 novembre 2009

IL SUD NELLA NUOVA NARRATIVA ITALIANA

Parliamo di letteratura, parliamo di Sud. L’occasione ce la fornisce questo interessante saggio di Daniela Carmosino (docente presso l’Università del Molise, editor e consulente editoriale) uscito di recente per i tipi di Donzelli con il titolo: “Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa italiana”.
Ecco la scheda del libro:
Oggi che i problemi del Sud d’Italia sono temi di successo su cui puntano media ed editoria, viene da chiedersi: che ne è stato del riscatto sociale e culturale del Mezzogiorno che una quindicina d’anni fa pareva imminente? Questo volume è un ideale grido di battaglia “futurista” dei giovani scrittori – Saviano, De Silva, Parrella, Cilento, Cappelli, Pascale – che, a partire dagli anni novanta, hanno deciso di raccontare un Sud svincolato dagli stereotipi del paradiso turistico o dell’inferno senza redenzione, svincolato dalla pizza, dal mandolino e dal vittimismo. Un sud diverso, aggiornato al presente: il sud della nuova criminalità e della nuova borghesia, degli extracomunitari integrati e dei lavoratori precari. A metà tra il saggio e il reportage, la ricostruzione e il pamphlet, il testo esamina il fenomeno della rinascita della narrativa meridionale tanto auspicata negli anni novanta, e nel frattempo raccoglie dichiarazioni inedite, ragiona su contestazioni e polemiche e finisce per toccare questioni che oltrepassano i confini del sud. Sempre nel tentativo di ricostruire, al di là delle più immediate letture, un fenomeno tuttora fonte di dibattiti e capire il ruolo che può avere la letteratura nella comprensione e nella rappresentazione del sud di oggi.

Mi piacerebbe organizzare un dibattito su questo interessante volume ragionando insieme a voi sul “Sud nella nuova narrativa italiana” e sulle tematiche a esso connesse. Inoltre vorrei tentare di mettere “a confronto” Daniela Carmosino con alcuni degli scrittori citati nel suo saggio. Fino a questo momento ho avuto modo di contattare: Roberto Alajmo, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Francesco Dezio, Giuseppe Montesano, Antonio Pascale, Livio Romano (i quali – compatibilmente con i loro impegni – cercheranno di prendere parte, più o meno direttamente, alla discussione).
Naturalmente sono invitati a partecipare al dibattito tutti gli altri amici scrittori, critici, giornalisti culturali, lettori, ecc.
Come al solito proverò a porre alcune domande al fine di favorire la discussione. Eccole: (continua…)

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martedì, 16 giugno 2009

ISOLE SENZA MARE, di Antonella Cilento


“Isole senza mare” è il nuovo romanzo di Antonella Cilento, ma è anche la storia parallela di due donne che attraversano l’Otto e il Novecento: Aquila, nobile caduta in povertà e costretta a lasciare la Spagna, vende se stessa e tenta il riscatto diventando l’amante del marchese Campana, collezionista di arte e di vite altrui, un amore che la trascinerà in una trama di ossessioni, vendette e fantasmi. Nina, ultima erede di una catena di donne che dalla Spagna sono fuggite, ha più di ottant’anni, ha vissuto il Fascismo e una difficile intimità famigliare percorsa da molti nodi silenziosi: orfana di padre, sposa tardiva, madre mancata. Aquila e Nina amano con infelicità, entrambe sono esiliate: legate a doppio filo da rimandi, coincidenze ed eredità, le loro vicende si intrecciano con un coro di indimenticabili personaggi sullo sfondo del Mediterraneo.
Un romanzo sulla solitudine, sull’isolamento, sull’esilio. Sull’amore deluso. Un’opera letteraria che ha impegnato Antonella Cilento per ben dieci anni e che finalmente vede la luce.
Ce ne parlano Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono.
Vi invito a discuterne con loro e con l’autrice.
Di seguito pongo alcune domande/riflessioni – ispirate al romanzo – con l’intento di favorire la discussione.

1 -Isole senza mare. Isole senza amore.
Siamo isole quando amiamo? E quando scriviamo?

2 – Isole senza approdo, anche. Perchè se non c’è mare, non c’è riva. Se scriviamo come isole siamo, anche, viaggiatori senza ritorno?

3 – Isole senza tempo. Le generazioni che sfalsano e scombinano destini.
Il tempo che scorre è solitudine? È compimento?

4 – Isole senza viaggio.
Un viaggio, per scrivere, è necessario? E quale viaggio?

Di seguito, gli ottimi contributi di Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono.
Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 2 giugno 2009

STRANE COPPIE n. 3: ANNA MARIA ORTESE, INGEBORG BACHMANN

ortese-bachmann.JPGNuova puntata de Le strane coppie di Antonella Cilento.
Stavolta vengono messe a confronto due scrittrici: Anna Maria Ortese e Ingeborg Bachmann. I due libri accoppiati sono: “Il cardillo addolorato” (della Ortese) e “Il caso Franza” (della Bachmann). Le ragioni di questo accoppiamento vengono ben spiegate da Franz Haas nella bella nota che segue.
Ne approfitto di questo post per invitarvi a ricordare e a esprimere le vostre opinioni su Anna Maria Ortese e Ingeborg Bachmann.
Conoscete queste due autrici? Le avete mai lette?
Inoltre, la relazione di Haas mi ha ispirato un paio di domande…

Haas scrive che in ambedue le opere qui considerate una voce femminile esprime il dolore del mondo.
Allora vi domando: secondo voi le voci femminili, nella scrittura, riescono a esprimere meglio il dolore del mondo?
Dalla lettura della suddetta relazione emerge la grande stima della Ortese nei confronti della Bachmann. Un stima immensa, che – al tempo stesso, come capirete leggendo – è indice di una grandissima umiltà.
Così vi domando… che relazione c’è tra arte e umiltà?
La grandezza di un artista può essere collegata alla sua umiltà?

Di seguito, l’introduzione di Antonella Cilento e la relazione di Franz Haas.

Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 3 febbraio 2009

STRANE COPPIE: MARCEL PROUST, NATALIA GINZBURG

ginzburg-proust.JPGMettiamo a confronto Marcel Proust e Natalia Ginzburg. Accostiamo la Recherche al Lessico famigliare. La possibilità ce la offre Antonella Cilento con una nuova puntata de L’ombra e la penna, nella quale illustrerà una bellissima iniziativa culturale portata avanti a Napoli.
Leggete il bel pezzo di Antonella che troverete di seguito!
Io vi invito a discutere sugli autori e sulle opere oggetto di questo post.
Cosa pensate di Marcel Proust? Avete mai letto la “Recherche”? Che effetto vi ha fatto?
E su Natalia Ginzburg e il suo “Lessico famigliare”… ?
A proposito… a vostro avviso, oggi, in Italia, esiste ancora un lessico famigliare?
A voi.
Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 21 ottobre 2008

IL RISCHIO DI RACCONTARE di Antonella Cilento

Ecco una nuova puntata della rubrica “L’ombra e la penna” di Antonella Cilento.
Antonella è alle prese con un nuovo romanzo che uscirà nei prossimi mesi. Un romanzo iniziato ben dieci anni or sono e che vedrà la luce tra qualche mese.
Come si dovrebbe porre uno scrittore nei confronti della propria opera? (Soprattutto, aggiungo, in un caso come questo; quando la scrittura esige un impegno decennale).
Antonella scrive: “ogni volta si ha la sensazione di aver perso la visione d’insieme, ogni volta si crede di aver fatto il più grosso errore della propria vita, ogni volta si desidera buttare tutto e lasciar perdere. E le stesse sensazioni le raccontano tutti gli scrittori di ogni tempo, salvo quelli che preferiscono mentire e vantare un’inaffondabile sicurezza. Per contrario, ogni scrittore e ogni scrittrice si gettano nella mischia con il loro ultimo nato a dispetto di queste sensazioni e lo difendono a spada tratta, cercando di non esaltarne i difetti ma solo i pregi, come del resto fa ogni genitore con i propri figli. Ma non bisognerebbe, a volte mi chiedo, essere più cattivi con i propri libri piuttosto che con i propri figli?”
Ecco, giro a voi la domanda di Antonella.
Non bisognerebbe, a volte , essere più cattivi con i propri libri?
Oppure, lo scrittore ha l’obbligo morale – nei confronti della propria creatura letteraria - di proteggerla… sempre e comunque?
Che ne dite?
Poi, aggiunge Antonella: “un romanzo è un rischio (…). E chi non si prende rischi scrive tranquilli romanzi di mantenimento. (…) Ma se smettiamo di rischiare qual è il senso di scrivere?
Già…
Se smettessimo di rischiare quale sarebbe il senso di scrivere?

Di seguito, l’intero articolo della Cilento.
Massimo Maugeri

(continua…)

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domenica, 29 giugno 2008

PRESTO TI SVEGLIERAI. Incontro con Francesco Costa

In quali circostanze potresti uccidere qualcuno?
Conosci qualcuno che sarebbe disposto ad uccidere pur di realizzare i propri sogni?

Due domande che emergono dall’ottimo – e divertentissimo - romanzo di Francesco Costa (nella foto) “Presto ti sveglierai”, edito da da Salani.
Due domande sulle quali si potrebbe discutere a lungo.
Vi invito a interagire con l’autore, che parteciperà al dibattito.

Di seguito potrete leggere le recensioni di Maria Lucia Riccioli – che mi darà una mano a moderare il dibattito – e Antonella Cilento (il suo pezzo è già apparso sulle pagine culturali de “Il Mattino”).

Subito dopo… una bella intervista rilasciata all’inesauribile Simona Lo Iacono (che si presenta all’intervistato nei panni di… Pulcinella)

E poi, sinceramente (e magari con un pizzico di sana ironia)… provate a rispondere!
In quali circostanze potreste uccidere qualcuno?
Conoscete qualcuno che sarebbe disposto ad uccidere pur di realizzare i propri sogni?

Mica facile!

Massimo Maugeri

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Francesco Costa, Presto ti sveglierai, Salani Editore, Milano 2008, pag. 222

recensione di Maria Lucia Riccioli

Presto ti sveglierai è uscito pochi giorni fa per Salani dalla penna oraziana di Francesco Costa.
Oraziana, sì, perché al di là, infatti, della scrittura serrata, del ritmo indiavolato, sostenutissimo della pagina – e qui si avverte il tocco del Francesco Costa sceneggiatore per la televisione e il cinema – serpeggia una malinconia disillusa, che è l’altra faccia della medaglia di quella solarità che connota – ma è proprio così? – i napoletani.
Di oraziano c’è anche il gusto per la battuta arguta, mai veramente cattiva, il dono dei ritratti indovinatissimi, tracciati in punta di penna, un senso morale fatto di sano buonsenso e di bonomia nient’affatto superciliosa.

«In quali circostanze potresti uccidere qualcuno?» (p. 7).

La domanda dell’incipit non potrebbe più perentoria.
Suo malgrado, Laura questa domanda dovrà porsela, lei che sembra essere, proprio come il suo minuscolo amatissimo giardino con un pino centenario, un’oasi integerrima e diciamocelo pure un po’ fessa in un mondo di strafichi furbastri arrampicatori fotticompagnisti.
A partire proprio da casa sua: la figlia Gemma cambia look – bonza, dark, intellettuale… – a ritmo vertiginoso ed è convinta di poter sfondare come scrittrice con un romanzo intitolato nientepopodimeno che Rebecca la porca; il marito Stefano la ignora, la tradisce forse con la bellissima Clara e non perde occasione per rimproverarle l’attaccamento alla morale kantiana ritenuta muffosa e fuori moda.
Per non parlare di colleghi e alunni, di Regina Saporito, vicina di casa tutta invidia e falsa cortesia…
C’è persino un surreale Gesù a vegliare, a suo modo, sulle vicende di Laura.

«Conosci qualcuno che sarebbe disposto ad uccidere pur di realizzare i propri sogni?» (p. 7).

Morale, certezze, valori vacillano di fronte all’ipotesi ventilata dal tubo catodico.

«… Allora raccontalo a Miriam!» (p. 8).

Miriam è la quintessenza dello sfasciume televisivo che ha inquinato le intelligenze e le coscienze di tutta Italia e conduce l’ennesimo reality, volto ad indagare sulle fantasie omicide che infettano anche gli animi più insospettabili, come quello di Laura.
Mite e persino goffa nella sua ingenua semplicità, la nostra sprovveduta protagonista si troverà coinvolta in un complotto che include camorristi, professori in piena crisi d’autorità, vaiasse e persino un poliziotto dall’augurale nome di Speranza.

«Per salvare la vita alla persona che ami, per eliminare un ostacolo tra te e una ricca eredità, per conquistare l’uomo o la donna dei tuoi sogni, per impadronirti di un’automobile…» (p.11).

Il marito di Laura è stato rapito ed è tenuto in ostaggio. Solo la moglie può salvarlo impegnandosi a compiere ciò che il pavido, imbolsito, distratto Stefano non è stato capace di portare a termine: l’omicidio dell’avvocato Morris, un cattivo, un vilain della peggior specie, che l’umanità tutta vorrebbe veder sparire dalla faccia della terra. Chi esiterebbe?
Laura, combattuta tra il residuo amore verso un marito che pur non apprezzandola sempre il padre di sua figlia è, il cielo stellato sopra di lei e la legge morale dentro di sé, verrà catapultata in una sarabanda esilarante di colpi di scena fino allo scoppiettante finale, che lascia anche uno spiraglio di speranza per le sorti di Napoli.
Una Napoli devastata dall’inciviltà, dal cinismo, dall’ignoranza cafona, dalla speculazione edilizia, subissata dall’onnipresente monnezza.
Francesco Costa, con profetico tempismo – o forse è Napoli ad essere tragicamente sempre uguale a se stessa? – fa muovere Laura Belmonte in un presente quanto mai attuale.
E noi ci ritroviamo a tifare per lei e per la sua città, sperando che entrambe finalmente, il più presto possibile, come Francesco Costa si augura nel titolo del libro, si sveglino e trovino la via più “giusta” per il loro riscatto.

«È notte fonda, certo, ma prima o poi si sveglierà anche lei» (p. 222).

Maria Lucia Riccioli

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recensione di Antonella Cilento

«In quali circostanze potresti uccidere qualcuno?»: questa è la frase che lampeggia lungo le pagine di Presto ti sveglierai (Salani, pagg. 222, euro 13), brillante settimo romanzo di Francesco Costa. A pronunziare la temibile frase è un’attempata conduttrice televisiva restaurata di fresco, che si affaccia da ogni media ad inquietare una Napoli messa a ferro e a fuoco dalle emergenze: camorra, spazzatura, campi Rom (una notevole preveggenza dell’autore, considerando che questo libro è stato scritto ben prima dei recenti fatti di cronaca: ma questo, ovvero anticipare i fatti del mondo, alla buona letteratura capita). E certo il diktat televisivo in una città già così facile agli ammazzamenti, turba, o quanto meno infastidisce, la vita della quarantenne Laura Belmonte, insegnante sposata a un professore, che per conservare la sanità mentale in un mondo allo sfascio ha scelto un imperativo kantiano da ripetersi come un mantra: «Il cielo stellato sopra di me. La legge morale dentro di me». Laura vive in una piccola isola, una casetta a Fuorigrotta dove fa crescere a fatica un minuscolo giardino che la separa da una vicina invadente con un figlio che crede d’essere Gesù – le cui apparizioni esilaranti, ma anche visionarie, sono una delle punte di diamante della narrazione – fra il cimitero, che manda miasmi di morte, e un campo Rom, che di miasmi ne manda di vitali. I problemi di Laura sarebbero molto comuni: un marito che si è stancato di lei e non l’ama più con la stessa passione, una figlia adolescente assai stramba, che passa da una moda all’altra e da un’identità all’altra senza troppi imbarazzi (ora bonzo meditativo, ora autrice di Rebecca la porca, non celata satira dei romanzetti trash di giovanissimi autori analfabeti), una collega di scuola bellissima e con casa a Posillipo, amante di suo marito. Tuttavia le cose si complicano: una sera, di ritorno da una disgustosissima e trendy cena, Laura e Stefano, suo marito, vengono assaliti. Il giorno seguente Stefano scompare. Laura lo cerca invano fino a che non le viene detto che la camorra lo tiene in ostaggio e che lei lo potrà riavere solo a patto di uccidere un certo avvocato americano. Dunque, la realtà non è come appare. Cos’è finto e cos’è vero? Di più non diremo della trama, che si avvolge come una spira attorno al lettore, complice la scrittura elegantissima di Costa, fatta di composta ironia e di situazioni esilaranti, sullo sfondo di luoghi napoletani non usurati dal copione letterario ma consueti all’autore, che di Fuorigrotta e dei Campi Flegrei ha già molto narrato nei precedenti romanzi. Presto ti sveglierai è un noir pieno di comicità e di ritratti impietosi della borghesia televisiva dei nostri giorni, un libro che scorre rapido e restituisce un’aria estiva: promette e mantiene le qualità narrative già note, con in più il dono della commedia di qualità.

Antonella Cilento

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INTERVISTA A FRANCESCO COSTA

di Simona Lo Iacono

simona_lo_iacono.JPGEcco… Ho sempre pensato che ci siano scrittori che affondano tra le maglie di una città. Che le rotolano accanto col respiro. Con i propri sogni.
Scrittori di sogni e di città, diciamo allora. Che sfiatano gli stessi sboffi del vulcano che li domina. E che ne condividono il destino fatto di precarietà e sorrisi. Quella leggerezza che solo chi vive a contatto con una terra prossima a tremare e a spaccarsi sotto il passo, è in grado di raccontare.
E allora facciamo per un attimo finta di essere a Napoli.
Andiamo incontro a Francesco Costa, edito in questi giorni da Salani con “Presto ti sveglierai”.
Pur avendo un passato da fine sceneggiatore e da romanziere di successo ( abituato – tra l’altro – alle trasposizioni per il cinema delle sue storie), Francesco è, soprattutto, un uomo aperto alla meraviglia. Al raspo repentino di un entusiasmo. All’infallibile fiuto dei veri sognatori: lo stupore – sempre rinnovato – per la vita.
Uno stupore a cui di tanto in tanto non sfugge uno strappo di malinconia. Un sobbalzo di inquietudine. Ma non per intima adesione.
Più che altro, per lo scontro con un mondo strano, che ha perduto il senso della curiosità per il proprio mistero. Per l’assurda felicità di vivere.
A volte, sebbene i mascheramenti non siano il suo forte, me lo sono immaginato come un Pulcinella. Ma diverso dagli altri. Dai mille altri Pulcinella che ci si assiepano intorno.
Il “suo” Pulcinella lo immagino a capo di una banda di bambini moccolosi, arrangiato, con scarpe di due misure più grandi, il vestito sgualcito… e un libro in mano.
Si ferma. Lo guarda. Mi toglie le parole di bocca…
Sarà lui a condurre questa intervista…

“Francesco – gli domanda, infatti, Pulcinella – ma tu cos’hai in comune con me”

F: Perdonami, ma non credo che abbiamo qualcosa in comune. Mi ha messo sempre tristezza l’idea che la tua arguzia sia per te un modo di dimenticare che hai fame. Di Napoli ricordo sempre una gran fame, tutti quelli che conoscevo (adulti e bambini) parlavano sempre di quanto avessero fame. Io covavo un’idea di fuga, che poi ho messo in atto. Pulcinella non medita di scappare: è legato da sempre alla sua Napoli. Io per poterne parlare ho dovuto mettermi a debita distanza da lei.

“E con Napoli cos’hai in comune?”

F: Napoli la rivedo ogni mese per visitare la mia famiglia. Che dire? La ami e la maledici, e questo è quanto. Ho l’impressione che non ricambi mai l’amore che le porti. Perfino i recensori napoletani se la prendono comoda nel recensire i tuoi libri quando dovrebbero quantomeno meravigliarsi ed esser grati a chi, da lontano, abbia ancora la voglia di scrivere di questa stranissima, meravigliosa e tremenda città. Inseguono il potere, pure loro, e non si rendono conto che, osservati a distanza, annaspano in una situazione emergenziale che ha dell’incredibile.

“E allora, quanta parte ha la napoletanità nei tuoi libri?”

F: Credo che se fossi nato a Nairobi, parlerei di Nairobi. Parlo di Napoli perché la conosco meglio ed è un fondale adatto alle storie che mi vengono in mente. Il fatto, anzi, che il fondale sia sempre lo stesso dovrebbe a mio avviso mettere in risalto l’inesauribilità dei registri stilistici con cui posso narrare la tragicommedia umana.

“E questa amarezza che affiora tra una risata e l’altra? Questa ricerca della salvezza in una leggerezza apparente, sempre velata da meraviglia? Forse non è della sola Napoli. Forse è oggi – non credi? – l’unica via d’uscita per sopravvivere al mondo senza rinunciare alla fantasia”.

F: L’amarezza non mi appartiene, perché ho un temperamento naturalmente gioioso. Se la si sente venir fuori dai miei libri è perché i miei personaggi devono confrontarsi con qualcosa che ha dell’incredibile. Una città pazzesca, priva di alberi, seppellita sotto la spazzatura. Dominata da gente senza scrupoli. Il contesto in cui vivono metterebbe ansia pure al serafico Oblomov.

“La fantasia. Questa nemica che ti fa credere possibile l’impossibile. Che ti precede, ti perseguita e ti condanna a barricarti tra parole a cui non puoi rinunciare. Che rapporto hai con lei?”

F: La fantasia è tutto. La vita non può essere semplicemente vissuta. Va anche raccontata, per capirci qualcosa, altrimenti l’uomo impazzirebbe.

“E il tuo ultimo libro? Perchè questo titolo?”

F: E’ il mio romanzo più dichiaratamente umoristico. Volevo far ridere. Riuscirci è per uno scrittore un dono divino. Sapere che un lettore ha riso sulle tue pagine è il massimo. Mi arrivano sms ed email di lettori (anche colleghi) che mi ringraziano per le risate che si stanno facendo. Ne sono fiero. Il titolo attiene al sonno e ai sogni. E’ musicale. Ho una ricca scorta di titoli, ai quali devo appioppare un romanzo dotato di intreccio e sensi riposti. Uno scrittore parte generalmente da una storia a cui poi dare un titolo, io parto da un bel titolo e poi vi aggiungo una storia: esattamente il percorso inverso. “Presto ti sveglierai” è un titolo che mi piace, che è piaciuto all’editore, che piace a molti lettori.

“Da quale esigenza interiore è nato?”

F: Dalla voglia di far conoscere ai miei lettori la mia abilità nel registro comico. Tutti i miei libri sono percorsi da una vena ironica, ma questa black comedy, questa commedia con delitto ha costituito per me uno sforzo ulteriore nella direzione dell’umorismo più diretto, più schietto. Presto mi misurerò invece con l’horror e con il noir: dimensioni narrative che non ho ancora affrontato. Lo sfondo sarà sempre Napoli.

“E se anche da questa tua ultima fatica fosse tratto un film, com’è accaduto per altre tue opere (ultimamente rappresentate dal meraviglioso viso di Maria Grazia Cucinotta), che volti sovrapporresti a quelli dei tuoi personaggi?”

F: Ho sempre pensato a Laura, la protagonista di “Presto ti sveglierai”, come a una donna bionda e smarrita, fragile eppur energica, con occhi azzurri stupefatti, e ogni volta mi è venuta in mente Margherita Buy: sarebbe una magnifica Laura!

“Un’ultima cosa, Francè… se ti prestassi il mio vestito, lo indosseresti?”…

F: Non mi piace travestirmi. Ho già il mio bel daffare a entrare e a uscire dalle menti dei miei personaggi. E’ sufficientemente faticoso (e spesso doloroso) inventarli e poi abbandonarli, visto che quando scrivo io divento esattamente loro, al punto che entrano nei miei sogni e mi procurano a volte perfino dei terribili incubi. Quando non scrivo, preferisco il silenzio, e dispormi all’ascolto di quella specie di mood che mi fa arrivare l’eco delle prossime storie…

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Francesco Costa è nato a Napoli. Già sceneggiatore cinematografico e televisivo, ha esordito con il romanzo La volpe a tre zampe, cui s’ispira l’omonimo film di Sandro Dionisio con Miranda Otto e Angela Luce.
Sono seguiti L’imbroglio nel lenzuolo (1997), da cui è tratto un film con Maria Grazia Cucinotta, Anne Parillaud e Geraldine Chaplin – attualmente in produzione, di cui Costa ha firmato anche la sceneggiatura – Non vedrò mai Calcutta, Se piango picchiami, e Il dovere dell’ospitalità.
I suoi libri sono tradotti in Germania, Giappone, Spagna e Grecia.

Pubblicato in L'OMBRA E LA PENNA (con il contributo di Antonella Cilento), LETTERATURA È DIRITTO... È VITA (a cura di Simona Lo Iacono), SEGNALAZIONI E RECENSIONI   160 commenti »

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