Cos’è stato il 1968?
Wikipedia Italia lo definisce così:
“un anno particolare, nel quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei (operai, studenti e gruppi etnici minoritari) e formati per aggregazione spesso spontanea, attraversarono quasi tutti i paesi del mondo con la loro carica contestativa e sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società. La portata della partecipazione popolare e la sua notorietà, oltre allo svolgersi degli eventi in un tempo relativamente concentrato ed intenso, contribuirono ad identificare col nome dell’anno il movimento, il Sessantotto appunto”.
Per poi precisare quanto segue:
“Il Sessantotto è stato un movimento sociale e politico ancora oggi controverso: molti sostengono che sia stato il movimento che ci ha portato ad un mondo “utopicamente” migliore e molti altri sostengono invece il contrario ovvero che sia stato un movimento che ha spaccato e distrutto la moralità e la stabilità politica mondiale”.
Per voi… cos’è stato davvero il 1968?
Cosa ne rimane oggi… quarant’anni dopo?
E com’era, al di là dei luoghi comuni?
Vi invito a dire la vostra.
Ospite speciale di questo post di Letteratitudine è Italo Moscati: scrittore, regista e sceneggiatore.
Italo ha condotto su Radio1Rai, svolgendo anche il ruolo di regista, una trasmissione in otto puntate (andata in onda alle 13.20 di ogni sabato dal 19 aprile al 7 giugno 2008) dal titolo: “MA COM’ERA IL ’68? Un anno che non si dimentica”.
Le suddette puntate torneranno in onda dal 26 agosto al 5 settembre 2008 (dal martedì al venerdì alle 11) sempre su Radio1Rai.
Chi volesse ascoltarle adesso può farlo collegandosi al sito di RadioRai.
Di seguito, invece, troverete un articolo dello stesso Moscati (nella foto in basso) e le sinassi delle trasmissioni.
Siete tutti invitati a partecipare al dibattito.
Massimo Maugeri
__________________
MA COM’ERA IL ’68?
di Italo Moscati
Quarant’anni dal 1968. Se ne parlerà per tutto l’anno, in questo 2008, fino al 31 dicembre. Quindi, stop.
Le commemorazioni qui da noi vivono lo spazio di un mattino, anche se vengono diluite nel tempo, e subito dopo ricondotte nel loculo nel cimitero delle memorie labili (ma nello stesso tempo condannate a essere presentate come zanzare ronzanti per sempre).
31 dicembre 1968. Una data significativa. Non solo per me. Quella notte, la notte di Capodanno, ci fu una contestazione davanti alla Bussola, un locale famoso della Versilia, dove si esibivano grandi cantanti come Mina, in cui si ritrovavano i ricchi e i notabili dell’epoca. Vecchi e giovani, personaggi noti o sconosciuti, poi, negli anni Settanta, presi in giro dai film dei fratelli Vanzina: sesso, soft rock, drug, fili di cocaine.
Quella notte ci fu uno scontro fra polizia e giovani che protestavano contro la esibizione di benessere e di mondanità. Non era una novità. Giorni prima, il 7 dicembre, altri giovani, non solo studenti universitari, si erano presentati all’apertura della Scala muniti di altoparlanti e di uova o di pomodori. Volarono parole grosse e gli ortaggi verso le signore in pelliccia. Intervenne la polizia e il sipario alla Scala si alzò come sempre.
Alla Bussola accadde qualcosa di drammaticamente diverso. Ci fu lo scontro violento tra giovani e polizia che reagì con le armi. Un colpo di pistola raggiunse un ragazzo, Soriano Ceccanti, che rimase ferito in modo grave. Sopravvisse ma rimase per sempre seduto su una sedia a rotelle.
Per sempre. I suoi occhi ci guardano. Soriano vive nel silenzio. Ce lo dimentichiamo volentieri. Coloro che se lo ricordano si contano sulle dita.
Nel mio racconto ho inserito la cronaca di quel giorno. Avevo già in mente di farlo. La voce di un giornalista diceva per filo e per segno quanto era accaduto. Punto e basta. Nel racconto sono partito dal fatto e da quei sonori (agitazione, vociare, spari) per andare a ritroso e ritrovare – o meglio cercare di ritrovare – un senso di quel ’68, anzi del Sessantotto come ormai si scrive, in lettere, forse perché le cifre sono troppo corte mentre le parole nei libri e nei convegni riempiono fogli e bocche, con esiti ogni volta da verificare.
La trasmissione è composta di voci, sonori, canzoni, pezzi di musica presi dalla radio, dalla tv e dal cinema. C’era nei massmedia (la Rai era monopolio, non aveva alcuna concorrenza) una grande prudenza, un attento riserbo nel dire del ’68. A poco a poco, però, il mezzo mutismo cedette il posto a interventi sempre più circostanziati. La contestazione non pulsava soltanto in Italia, in Francia o in Germania, tra gli studenti in protesta anche contro la guerra nel Vietnam; ma si era propagata rapidamente in tutto il mondo. Il ’68 si accendeva in Asia, in America Latina, dovunque.
Di tutto ciò, ovvero di una cronaca vera che parla più dell’ideologia, c’è una labile traccia nei libri e nelle numerose pubblicazioni che escono con regolarità ogni dieci anni.
(Dieci anni: le tante tappe di un tema che si esaurisce e che si chiarisce lentamente. Si spera).
Però. Tutti si concentrano sulla contestazione e sui suoi sviluppi. In questo modo, a parte il gusto storico di rivisitare un anno fatto poi di anni seguenti molto importanti, ci si dimentica di quel che è avvenuto, al di là della contestazione, nella cronaca di tutti i giorni, nel cinema, nella tv, nello spettacolo, nella cultura e nell’arte.
Per la cronaca per quanto riguarda l’Italia, basta ricordare il terremoto del Belice, il caso Sifar e del generale De Lorenzo, la nuova legge sulle pensioni, la vittoria della nazionale italiana di calcio nel campionato d’Europa, il processo alla banda Cavallero, la condanna di Aldo Braibanti per plagio, la morte di Giovanni Guareschi (l’inventore di don Camillo e Peppone)…
Il ’68 è anche l’anno delle “Humanae vitae” l’enciclica dl Paolo VI sulla regolazione della nascite e i contraccettivi, del viaggio del Papa in Bolivia, della morte di Padre Pio. Il ’68 è l’anno in cui la corte costituzionale stabilisce che l’adulterio non è più un reato…
I fatti del mondo sono importanti e spesso decisivi: come ad esempio gli interventi del generale De Gaulle con le successive elezioni politiche che il 23 giugno posero fine al Maggio parigino; gli assassini di Martin Luther King e di Robert Kennedy; i carri armati del Patto di Varsavia che soffocarono la cosiddetta “primavera di Praga” e tanti altri fatti e lutti… Cadevano a migliaia guerriglieri vietcong e giovani americani intorno a Saigon. Cadevano giovani di sinistra e di destra in Europa, e non era che il principio.
E poi tv. Il ’68 è l’anno della “Freccia nera”, dell’ “Odissea”, del “Cristoforo Colombo”…
Per l’arte, il ’68 è l’anno di Schifano, Tano Festa, Franco Angeli…
Per il cinema, Stanley Kubrick realizza “2001-Odissea nello spazio”…
La terra vista dal cielo. E, come specchio, la terra che guarda ai cieli delle utopie. Davanti agli occhi di Soriano, paralizzato.
Nel racconto radiofonico troverete questo e altro. Qui di seguito riporto una sintesi delle otto puntate.
Davvero, come poche volte può capitare: buon ascolto!
Italo Moscati
—
—
Conduzione e regia di Italo Moscati
1^ puntata
APERTURA
Prima puntata di un viaggio tra le voci, i sonori, le musiche, i rumori di un anno che ha compiuto i 40 anni: il Sessantotto. Italo Moscati lo racconta prendendo spunto soprattutto dai programmi radiofonici e dai giornali radio dell’epoca. Il racconto comincia con una citazione di Enzo Tortora che, invitato a fare un bilancio dell’anno, parla con ironia di un “anno non semplice” che ha attraversato lo spettacolo, la cronaca, la politica, il costume della società italiana. Da lontano, dall’America, erano venuti già i venti della contestazione universitaria che si era diffusi dal 1964 in tutta Europa, prima a Berlino e poi a Parigi. La prima puntata ricorda l’inizio di un sceneggiato famoso “La freccia nera” e poi passa al seconda trapianto di un cuore in Sud Africa, il primo riuscito; quindi ricorda Giuseppe Ungaretti che compiva ottant’anni. Fra questi fatti, le prime occupazioni delle università italiane, i cortei di protesta per la guerra del Vietnam, gli scontri con la polizia. Due mesi, gennaio e febbraio, molto intensi e soprattutto carichi di tensione e di creatività giovanile.
2^puntata
VERSO PRIMAVERA
La seconda puntata, “Verso primavera”, comincia dall’ultima notte del 1967, e cioè di una manifestazione che si svolse davanti alla Bussola, un noto locale in cui si esibivano famosi cantati come Mina. I giovani contestarono le persone che si era recati nel locale per attendere il capodanno. Intervenne la polizia e lo scontro fu lungo e duro: alla fine, rimase sul terreno, ferito, il giovane Soriano Ceccanti che purtroppo da allora siede su una sedia a rotelle. La violenza si presentava in modo allarmante e ricordava che altri giovani erano morti per scontri fra ragazzi di sinistra e di destra. La contestazione aumentava di intensità. Nel mondo, intanto, a Mosca, venivano celebrati i funerali di Yuri Gagarin, uno dei primi astronauti sovietici; a New York ,il pugile italiano Benvenuti diventava campione del mondo; a Roma, Federico Fellini cominciava a preparare le riprese del “Satyricon”.
3^puntata
PRIMA DI MAGGIO
La terza puntata, “Prima di maggio”, registra fatti ed emozioni della vigilia del mese più caldo del Sessantotto, il Maggio di violente manifestazioni e di sfida al potere politico. In Italia scendevano in piazza, accanto agli studenti delle università, i ragazzi dei licei. Il racconto di Moscati ricorda anche i film che più suscitavano scandalo e quelle strade, come via Margutta e via Veneto, stavano perdendo quel sapore di leggenda artistica e di costume di vita che le aveva fatte conoscere subito dopo la seconda guerra mondiale. L’autore ricorda che proprio in quei giorni veniva ucciso Martin Luther King, il leader nero capo della protesta contro il razzismo e la guerra nel Vietnam. Inoltre, a Berlino, Parigi, Londra, Roma e Milano un’altra importante città si univa alle città scosse dalla contestazione: Madrid, in cui gli studenti organizzarono cortei contro la dittatura del generale Francisco Franco. Come nelle altre puntate, anche la terza è densa di canzoni e musiche di quel periodo.
4^puntata
IL MAGGIO
Il Maggio francese si dice sempre quando si vuole indicare il mese più caldo del ’68, l’anno della contestazione. E Parigi fu, in effetti, sconvolta dagli scontri tra studenti (a cui si unirono ma non in piazza milioni di operai in sciopero) con la polizia; ma, dovunque, non solo in Europa, l’ondata della contestazione non solo giovanile si estendeva e conquistava straordinari consensi, dal Brasile all’Argentina, dal Perù al Giappone. Sembrava che tutto fosse scattato come un piano ben organizzato, in realtà non era così: si trattava di iniziative spontanee germinate da una spontaneità dilagante. Moscati racconta tutto questo con voci, sonori, rumori, canzoni. Ricorda anche si preparavano le Olimpiadi del Messico con una protesta studentesca soffocata dalla polizia, protesta narrata alla radio da Oriana Fallaci. Ricorda ancora la contestazione ai festival del cinema: a Cannes che venne sospeso, mentre in Italia parte dei cineasti attaccavano la Mostra di Venezia in programma per agosto.
5^ puntata
UN’ESTATE CHE SA DI MAGGIO
La quinta puntata di “Ma com’era il ’68?- Un anno che non si dimentica” è intitolata “Un’estate che sa di maggio”. Il racconto presenta spunti di grande interesse. Il maggio parigino, punto di riferimento per la contestazione in Europa e nel mondo, divampa ancora ma si esaurirà a poco a poco dopo l’intervento deciso di Charles De Gaulle che vieta cortei e manifestazioni degli studenti e degli operai ,e dopo le elezioni del 23 giugno in cui vincono i gollisti. La gente si prepara per le vacanze. C’è voglia di dimenticare. Grande successo del Disco per l’Estate in Italia e per le canzoni, è l’anno di “Azzurro cantato da Adriano Celentano. Intanto, la protesta giovanile continua. Parlano alla radio i leaders studenteschi come il tedesco Rudy Dutscke, sfuggito a un attentato, il francese Cohn Bendit, il cecoslovacco Jan Kovac . La Cecoslovacchia viene invasa dai carri armati del Patto di Varsavia e nelle strade di Praga si scatena la rivolta. Si avvicinano le Olimpiadi di Città del Messico e la contestazione degli studenti cresce impetuosa, si preparano sanguinose repressioni (raccontate alla radio da Oriana Fallaci). La contestazione colpisce i festival cinematografici, dopo Cannes, la Mostra del cinema di Venezia, la Biennale d’arte sempre a Venezia; e provoca ritirate clamorose dai premi letterari più prestigiosi.
6^ puntata
AUTUNNO INVERNO
La sesta puntata di “Ma com’era il ’68?”, “Autunno inverno”, comincia con il racconto della contestazione alla Mostra del cinema di Venezia con una intervista a Pier Paolo Pasolini, regista di “Teorema” che fu proiettato contro la volontà dello stesso regista. Pochi giorni dopo, a Praga, la contestazione dei giovani e la cosiddetta “primavera di Praga”- una richiesta di democratizzazione del regime comunista- vennero soffocate dall’invasione delle truppe del Patto di Varsavia comandate dall’esercito sovietico. Fu una pagina drammatica, forse una delle più drammatiche, in quell’anno che in tutto il mondo registrava continue proteste e rivolte soprattutto da parte delle nuove generazioni. In ottobre ripresero le imprese spaziali con una gara fra americani e sovietici in vista della conquista della Luna. Ci fu, sempre in ottobre, l’apertura delle Olimpiadi di Città del Messico. La giornalista Oriana Fallaci descrisse alla radio la violenta repressione della polizia della protesta degli studenti che contestavano per sottolineare povertà e bisogni dei paesi latino americani. Nelle stesse Olimpiadi, due atleti neri americani furono protagonisti di una clamorosa protesta. In Grecia, il poeta Panagulis, avverso al regime dei colonnelli, fu condannato a morte.
7^ puntata
LA TERRA VISTA DALLA LUNA
Settima e penultima puntata di “Ma com’era il ’69- Un anno che non si dimentica” intitolata “La terra vista dalla Luna”. Sono i giorni dei viaggi spaziali dei sovietici e degli americani per sperimentare la spedizione sulla Luna. Tra ottobre e dicembre, riprendono le manifestazioni e i cortei in Italia e nel mondo. La contestazione si rifà viva dopo la pausa estiva segnata dalla protesta giovanile e di numerosi attori e registi alla Mostra del cinema e alla Biennale d’arte di Venezia. In televisione comincia una nuova edizione di “Canzonissima” dopo una sospensione di sei anni dello spettacolo per le scene di Dario Fo e di Franca Rame sul pericolo nei cantieri e sulle morti sul lavoro. La presentano Walter Chiari, Paolo Panelli e Mina. Nei cinema esce il film di Stanley Kubrick, “2001- Odissea nello spazio”. Per la cronaca, alluvione nel Biellese. Ma il fatto più importante, sul piano sociale, è la morte di due braccianti ad Avola, in Sicilia, durante un intervento della polizia per rimuovere un blocco stradale dei dimostranti. La rivolta, la protesta studentesca è raccontata dallo psicologo Mitscherlich che, con Marcuse, fu uno degli ispiratori della protesta stessa con il libro “Verso una società senza padri”; e da Mauro Rostagno, che dalla contestazione verrà ucciso anni dopo il ’68 per le sue trasmissioni di una sua tv privata contro la mafia. Altre interviste inedite perché dimenticate sono quelle a Mastroianni e a Gassman che ricorda Totò che era morto nel 1967. Poi, canzoni e musica dell’ “anno che non si dimentica”.
8^ puntata
VERSO NUOVE PRIMAVERE
Ottava e ultima puntata di “Ma com’era il ’68?”, intitolata “Verso nuove primavere”. Il programma ,condotto e diretto da Italo Moscati , si conclude con un bilancio dell’anno della contestazione e dell’immaginazione al potere, attraverso voci, sonori, documenti, canzoni. Il Sessantotto fu un anno di svolta e indica la comparsa sulla scena della società- in tutto il mondo e non solo in Europa o in America- dei giovani studenti e operai con istanze ed esigenze capaci di sorprendere i poteri nei diversi paesi. Tra pro e contro, il Sessantotto resta come una stagione di idee (pacifismo, giustizia sociale, libertà individuali, diritti) e di sensibilità (immaginazione, creatività, fantasia, desideri) che ha avuto un lungo effetto anche attraverso le generazioni successive. Moscati racconta nell’ultima puntata delle molte primavere che suscitarono la vitalità del Sessantotto: la primavera studentesca, quella vitale gioiosa della musica e dello spettacolo; la primavera del maggio francese; la primavera di Praga, schiacciata sotto i cingoli dei carri armati sovietici; la primavera triste della uccisione di Martin Luther King e di Robert Kennedy. Primavere in attesa di altre primavere. La ottava puntata racconta il finale dell’anno con gli ultimi sussulti e i risvolti drammatici, mentre dal cielo gli astronauti americani descrivevano la luna…Un’utopia- quella della conquista della luna- che verrà realizzata, a differenza di altre utopie, a volte disastrose e a volte esaltanti. Un anno che non si dimentica. In un programma che ha avuto un grande successo di critica e di pubblico.
Commenti recenti