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mercoledì, 5 dicembre 2012

NARRATIVA E TEATRO: COMICI RANDAGI

Sono molto lieto di poter dedicare questa nuova discussione di Letteratitudine al rapporto tra narrativa e teatro e alle tematiche a esso collegate. In passato avevamo già avuto modo di occuparcene, ma stavolta tenteremo di farlo in maniera ancora più approfondita.
Lo spunto ce lo fornisce il nuovo libro dello scrittore Orazio Caruso,Comici randagi” (Sampognaro & Pupi, 2012), che è proprio “in tema”. Si tratta, infatti, di un romanzo che si specchia in una pièce teatrale, sia per quanto concerne la struttura, sia per la trama, ma anche per i contenuti e per lo stile adottato.
Del resto, i richiami “teatrali” si evincono già dalla scheda del libro (la riporto di seguito).
Il testo è diviso in quattro parti, che rispecchiano quattro momenti dell’anno e le quattro stagioni. La narrazione non segue le azioni dei personaggi in modo continuo durante l’anno, ma si limita a descrivere solo alcuni momenti salienti, saltando in modo ellittico da un momento all’altro, lasciando intuire al lettore quello che è successo nel frattempo. Ed è qui che s’intrecciano le storie dei nostri protagonisti. La narrazione passa e ripassa sopra alcuni grumi, aggiungendo ogni volta dei fili nuovi che modificano l’insieme. E così, come in un puzzle, i pezzi a poco a poco vengono messi nel loro giusto posto ed emerge la visione d’insieme. Alcune scene, non vengono narrate, ma scritte alla maniera teatrale. Scelta necessaria in un romanzo che parla di teatro.

Orazio CarusoUn romanzo, questo di Orazio Caruso (nella foto a sinistra), imperniato sul rapporto speculare tra due fratelli, sull’amore per il teatro (che diventa “metafora di salvezza”), e sul “Sogno di una notte di mezza estate” di shakespeariana memoria.
Avremo modo di parlarne con lo stesso autore, che parteciperà al dibattito. Contestualmente – come anticipato – avremo la possibilità di discutere dei temi affrontati dal libro e, in particolare… di teatro.
Per favorire la discussione, pongo qualche domanda.

1. Che relazione c’è tra narrativa e teatro? Che esempi vi vengono in mente?

2. Che rapporto avete con il teatro? Assistete abitualmente a spettacoli teatrali?

3. Qual è la vostra percezione sullo “stato di salute” del teatro?

4. Su cosa bisognerebbe puntare per sostenerlo?

5. Come immaginate il futuro di questa forma artistica?

6. Siete d’accordo sul fatto che Shakespeare sia il più grande autore di testi teatrali? Oppure… ?

7. Qual è l’opera di Shakespeare da voi preferita? E perché è la vostra preferita?

8. Avete mai letto “Sogno di una notte di mezza estate”? E avete mai avuto modo di assistere a una sua rappresentazione? Quali sono i vostri ricordi e le vostre sensazioni, in merito?

Di seguito, la lettura di Simona Lo Iacono con cui ho avuto il piacere di presentare questo romanzo nell’ambito di una rassegna di libri e letteratura curata e condotta dalla stessa Simona.
In chiusura, il video della presentazione.
Nei prossimi giorni, su LetteratitudineNews, avrete modo di leggere uno stralcio del libro oggetto di questo dibattito.

Tutti coloro che hanno avuto modo di leggere “Comici randagi” di Orazio Caruso, sono – naturalmente – invitati a esprimere la loro opinione sul libro dialogando con l’autore.

Ringrazio in anticipo chi avrà la possibilità di partecipare alla discussione!

Massimo Maugeri (continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   133 commenti »

lunedì, 27 aprile 2009

SHAKESPEARE, IL MISTERIOSO. Incontro con Domenico Seminerio

Parliamo di William Shakespeare, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi.
Comincio subito con alcune domande.

Vi siete mai interessati a Shakespeare?

A vostro giudizio, che contributo ha dato alla letteratura mondiale?

Quali sono le vostre preferite, tra le tante opere da lui firmate e messe in scena?

Non è un caso se ho intitolato questo post: Shakespeare, il misterioso. Il mistero deriva soprattutto dai dubbi sulla sua identità.

William Shakespeare è stato proprio William Shakespeare?


Di recente, il prestigioso Wall Street Journal ha preso posizione in merito ospitando l’opinione del giudice John Paul Stevens, della Corte Suprema americana. Per Stevens, giudice di 88 anni, Shakespeare era solo un prestanome dietro il quale si nascondeva Edward de Vere, diciassettesimo lord Oxford.
I dubbi sull’identità di Shakespeare hanno data antichissima. Anche gente nota, del calibro di Orson Welles e Oscar Wilde, ha appoggiato la tesi del prestanome. C’è da dire che i candidati alla vera identità del celebre drammaturgo sono più di uno. Oltre a quello di de Vere, un altro nome indicato con una certa frequenza è quello di sir Henry Neville.
Bill Bryson, però, noto scrittore americano non è d’accordo con queste tesi. A suo parere si tratta di fantasie romanzesche più vicine alle teorie dei complotti che non a seri studi. Così si evince dal suo libro Il mondo è un teatro. La vita e l’opera di William ShakespeareGuanda (pp. 246, euro 15, traduzione di Stefano Bortolussi).

Ne parliamo con Domenico Seminerio, autore del bellissimo romanzo Il manoscritto di Shakespeare (Sellerio). Nel libro di Seminerio un vecchio maestro elementare – che vive in Sicilia - è convinto che il noto drammaturgo fosse stato in realtà un siciliano, costretto dai casi della vita a emigrare e cambiare nome. Il maestro sa bene che la teoria non è nuova, ma afferma di avere prove certe.
Ci fornisce approfondimenti sul romanzo la professoressa Maria Rita Pennisi, con la recensione che potrete leggere di seguito.
Subito dopo, troverete un articolo sul libro di Bryson firmato da Ranieri Polese e pubblicato sul Corriere della Sera del 20 aprile 2008. In coda al post vi attende un interessante pezzo di Enrico Franceschini – pubblicato su Repubblica del 9 marzo 2009 – relativo al… vero volto di Shakespeare.
Massimo Maugeri
(continua…)

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