giovedì, 14 giugno 2007
GLI ULTIMI FIGLI di Silvia Bonucci (con videointervista all’autrice)
Ho avuto il piacere di incontrare Silvia Bonucci giorni fa nei locali della libreria “Megastorie” di Catania. L’occasione è stata la presentazione del suo romanzo più recente “Gli ultimi figli”, edito da Avagliano; romanzo rientrato nella tredicina dei libri candidati allo Strega 2007.
Quello della Bonucci è un testo di stampo classico e che racconta una storia che abbraccia tre generazioni. Ma la storia è anche quella della grande trasformazione italiana che ha coinvolto il mondo rurale e quello della fabbrica. Storia di vicende umane e luoghi. Luoghi raccontati sulla base di una conoscenza personale supportata da un grande lavoro di documentazione da parte dell’autrice.
Vi propongo una videointervista alla Bonucci e, di seguito, una scheda di presentazione del libro.
Tre generazioni a confronto. Tre generazioni che illustrano, in una sorta di affresco sociale, il passaggio dall’antico al moderno, dalla sottomissione alla rivendicazione, dai campi alle fabbriche, dalla nascita di un mondo alla sua fine. Ma anche la storia di un luogo ben preciso, una piccola regione della Maremma dove, all’indomani della guerra, cultura rurale e industriale si sono trovate improvvisamente a convivere, dove il partito comunista e i sindacati hanno rappresentato un motore essenziale della consapevolezza e del riscatto sociale. E innanzitutto, una storia di persone, raccontata attraverso le vicende di una famiglia di coloni. Nedo e Vasco Rinaldini sono due fratelli, figli del “capoccia” di una fattoria in cui sono nati mezzadri. Nedo è il primogenito, il più consapevole ma anche il più attaccato a un passato da cui pure cerca di emanciparsi. Vasco è il ribelle, tutto proteso verso il futuro e la conquista di un benessere per il quale sembra disposto a pagare qualsiasi prezzo. Scelgono così strade diverse per raggiungere quella che pensano essere la via del progresso, parola che non assume per loro lo stesso significato ma che rimane il vero motore dell’esistenza di entrambi. Due mondi che spariscono raccontati attraverso lo sguardo di chi questi mondi li ha voluti cambiare. Il loro smarrimento, la loro sorpresa nel ritrovarsi a essere gli artefici della propria estinzione. E infine, il passaggio conclusivo alla nuova generazione, più colta, più urbana e ormai totalmente incapace di comunicare con i propri padri. Un omaggio agli ultimi figli, gli ultimi combattenti, l’ultima generazione prima del trionfo di una società in cui ci si illude di non dover più conquistare nulla.
GLI ULTIMI FIGLI di Silvia Bonucci
Avagliano editore, 2006
pag. 229, euro 14
Silvia BONUCCI è nata a Monza nel 1964. Laureata in lingue alla Sorbona, ha conseguito un master in traduzione (inglese-francese-italiano) all’École Supérieure d’Interprètes et de Traducteurs. Dal 1988, vive a Roma dove lavora come traduttrice, essenzialmente nel campo del cinema e dell’arte. La sua attività professionale comprende una decennale collaborazione con Nanni Moretti e con molti altri registi italiani (Marco Tullio Giordana, Mario Martone). Nel 2002 è stata tra le fondatrici dei «Girotondi per la democrazia», movimento di protesta contro il governo Berlusconi. Il suo primo romanzo Voci d’un tempo, edito dalla e/o, ha vinto nel 2003 il premio Regium Julii e il premio Zerilli Marimò ed è stato tradotto in Francia e negli Stati Uniti.
Qualcuno di voi ha letto questo libro? Che idea vi siete fatti a seguito dell’ascolto della videointervista? Avete domande da rivolgere all’autrice? Considerazioni sui temi trattati dal libro?
Lo spazio commenti è aperto.
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