martedì, 6 novembre 2007
LETTERA A ENZO BIAGI
Lo sapete tutti. Enzo Biagi è morto stamani a 87 anni. Si è spenta la voce del decano dei giornalisti italiani, “una grande voce di libertà”, come ha commentato a caldo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Un po’ tutte le personalità, dal mondo della politica a quello del giornalismo, hanno speso parole di cordoglio e riconoscenza (vi segnalo qui sotto i commenti più rilevanti).
Vi dico la verità. Ero indeciso se scrivere questo post. Non mancano certo contributi, commenti, editoriali sparsi per la rete. Qualcuno di voi, però, mi ha incitato a farlo. E io, come sapete, ascolto il più possibile le vostre “indicazioni”.
Di conseguenza considerate questo come il “vostro post”, non il mio.
Vi invito a scrivere una lettera (ma vanno bene anche brevi commenti).
Scrivetela come se Biagi potesse davvero leggerla.
Insomma, considerate questo spazio come una pagina bianca.
A voi il compito di riempirla. Se volete.
Vi ringrazio.
(Massimo Maugeri)
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Eugenio Scalari: “Una frase non basta per ricordare un giornalista della grandezza di Biagi. Domani affiderò alle colonne del giornale un lungo ricordo dell’amico scomparso”.
Romano Prodi: “Viene a mancare un grande maestro dell’informazione” e una “figura storica del giornalismo”, che “si è battuto sempre per la salvaguardia della libertà dell’informazione e del paese”.
Silvio Berlusconi: “Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima”.
Ferruccio De Bortoli: “È andato via un maestro che ci ha insegnato molto. (…) Con lui muore uno dei testimoni del 900″.
Paolo Mieli: “Dall’inizio degli anni ‘90, da quando cioè per la prima volta sono diventato direttore del Corriere della Sera mi ha sempre tenuto una mano sulla spalla, gli devo moltissimo, e quella mano mai, neanche una volta, me l’ha fatta pesare”.
Sergio Zavoli: “Molte cose della fine di Enzo assomigliano alla morte di Federico Fellini”.
Walter Veltroni: “Tutti gli italiani ricorderanno la sua voglia di libertà, la sua passione e il suo rigore nel raccontare la storia e i personaggi del nostro tempo recente. Enzo Biagi mancherà a tutti noi, anche perché insieme a lui siamo cresciuti, abbiamo capito fatti e storie, ci siamo emozionati e appassionati al nostro tempo”.
Gianni Riotta: “E’ stato il maestro della mia generazione di giornalisti, scriveva e andava in onda sempre per il pubblico. Diceva sempre no ai tromboni e ai titoli incomprensibili”.
Bruno Vespa: “Enzo Biagi è stato un grandissimo cronista, nel senso che mentre Montanelli ci ha insegnato la grande ritrattistica, Biagi è stato l’uomo dei particolari minuti, scavava forse meglio nell’animo, raccontava bene le piccole cose che riusciva a far diventare grandi”.
Dario Fo: “Quando uno come Enzo Biagi che amava tantissimo il proprio lavoro viene tolto di mezzo in quel modo così brutale che conosciamo, lo si ammazza a metà”. È un lutto nazionale. (…) Ho provato situazioni di cacciata diretta e so cosa significa essere di colpo senza un lavoro che, come nel caso di Biagi, è la tua vita. E non voglio aggiungere altro”.
Emanuele Filiberto di Savoia: “Biagi è stato un vero baluardo di civiltà e un difensore della libertà nella sua più pura essenza, nel costante rispetto di ogni opinione”.
Monsignor Ravasi: “Aveva un’anima spontaneamente cristiana (…). Nei suoi libri non mancava mai una dimensione spirituale”.
Daniele Luttazzi: “L’ho conosciuto qualche mese fa, in occasione dell’intervista che mi fece per il suo programma ‘RT’ e mi colpì moltissimo per un dato evidente del suo carattere: era un galantuomo, una persona integra”.
Pippo Baudo: “Enzo Biagi, una volta mi raccontò che suo padre, che era ferroviere, lo chiamava ’sovversivo’, perché si rendeva conto che suo figlio era molto avanti con le idee”.
Pier Ferdinando Casini: “Enzo Biagi è stato un grande opinion leader dei nostri tempi, interprete di un giornalismo libero e proprio per questo scomodo. Anche chi non lo ha amato deve oggi apprezzarlo e rendergli omaggio, come si deve a un grande che esce di scena”.
Massimo D’Alema: ”Perdiamo un grande giornalista, che, con il suo stile e il suo lavoro, ha segnato un’epoca di giornalismo sulla carta stampata e in televisione”.
Rosy Bindi: ”Con lui scompare un italiano perbene e un grande giornalista, testimone dei profondi cambiamenti dell’Italia contemporanea, che non è mai venuto meno alla ricerca della verità”.
Claudio Cappon: “Con la scomparsa di Enzo Biagi la Rai perde un grandissimo giornalista che ha dato lustro negli anni all’azienda e a tutto il giornalismo italiano”.
Claudio Petruccioli: “Enzo Biagi era straordinario, ma mentre per la carta stampata ci sono altri, pochi, pochissimi, che possono essere paragonati a Biagi, credo che per la televisione non ci sia nessuno come lui”.
Fausto Bertinotti: “Un protagonista della vita civile e culturale”, uno “dei più importanti giornalisti” del dopoguerra”.
Franco Marini: “Testimone prezioso e insieme protagonista di molti decenni di storia italiana, ha saputo osservare, raccontare e spiegare come forse nessun altro la realtà di un paese in continuo cambiamento”.
Giorgio Bocca: “Polemizzavamo spesso perché io prendevo in giro la sua retorica bolognese. Lui si arrabbiava. In politica però andavamo d’accordo, tutti e due di sinistra, siamo sempre stati dell’area socialisti e antiberlusconiani”.
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