venerdì, 12 settembre 2008
IL DOLORE PIU’ GRANDE. ORFANA DI MIA FIGLIA di Morena Fanti
Questo è un post molto particolare, che tratta un argomento delicatissimo.
Ho scelto questo titolo (Il dolore più grande) non a caso.
Qual è, secondo voi, il dolore più grande?
Secondo me è la perdita di un figlio.
Ed è proprio di questo che parla Orfana di mia figlia, il libro di Morena Fanti che presentiamo qui. Un libro che racconta una storia vera, come avrete modo di capire leggendo il pezzo di Salvo Zappulla (che ha firmato la nota in quarta di copertina).
Federica muore a soli 24 anni… investita da un’auto mentre attraversa la strada davanti casa.
È il 2 ottobre del 2001.
Un mese dopo l’incidente, Morena apre un diario… lasciando confluire in esso il dolore per la perdita dell’unica figlia.
Quel diario è diventato libro.
E i proventi saranno devoluti a scopo benefico.
Vi lascio una domanda…
Com’è possibile superare il dolore di una perdita così terribile?
Morena Fanti sarà ospite di questo post. Salvo Zappulla mi aiuterà a moderarlo.
Vi invito a discuterne con loro.
Massimo Maugeri
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Orfana di mia figlia, di Morena Fanti – Il pozzo di Giacobbe – euro 16 – pagg. 200
Un libro forte e violento come un pugno sullo stomaco. Violento, come violenta è la mano crudele che cala a ghermirti una figlia di ventiquattro anni prossima alla laurea. Quando muore un figlio la vita si ferma. Muore anche la vita dei suoi genitori, ne devono creare una nuova. Questo non è un romanzo ma una storia vera, la storia di una vita spezzata, anzi di tante vite spezzate. Una famiglia che vive serenamente fino a quando un banale incidente stradale non le ruba la cosa più preziosa: l´unica figlia. L’unica adorata figlia. Morena racconta il suo calvario con lucidità estrema, ci sono pagine di straordinario lirismo in questo libro, intense, crudeli, terribili. Cala un velo negli occhi di quanti hanno perduto una persona cara e quegli occhi non riavranno più la stessa lucentezza. Molti lettori si riconosceranno e si identificheranno in questa storia. Il dramma, il vortice dell´abisso, sentirsi sprofondare giù senza intravedere una via d´uscita. L’annullamento della propria persona, l’abbrutimento fisico, l’apatia, il desiderio di farla finita. E poi lentamente il risveglio, la rinascita, la voglia di dare ancora un senso a questa nostra fragile precaria esistenza. Una testimonianza importante questa di Morena, su un argomento troppo spesso taciuto: la morte. Ma è anche una storia di rinascita e di positività. Uno spiraglio di luce che penetra le tenebre e apre alla speranza. Ed ecco allora che la storia di Morena diventa un documento prezioso da trasmettere agli altri, quasi un manuale che ci insegna come combattere il dolore o almeno imparare a conviverci; ci spiega come riappropriarci della nostra vita, che in fondo vale sempre la pena di essere vissuta.
Salvo Zappulla.
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