lunedì, 7 ottobre 2013
SUICIDIO DI LIZZANI. A 90 ANNI È MEGLIO MORIRE?
La nuova puntata de “Il sottosuolo”di Ferdinando Camon riguarda la recente scomparsa del regista Carlo Lizzani (morto il 6 ottobre) e affronta tematiche forti… sul vivere e sul morire.
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SUICIDIO DI LIZZANI. A 90 ANNI È MEGLIO MORIRE?
Carlo Lizzani s’è buttato dal terzo piano ed è morto. Non sopportava più la vita? Ma aveva 91 anni, quanta vita aveva ancora da vivere? Pochissima. Ma anche quella pochissima ha voluto rifiutarla, non ce la faceva più. La stessa cosa è capitata a Mario Monicelli, per restare nel cinema. Monicelli aveva 95 anni quando si buttò dalle finestre della clinica dov’era ricoverato, aveva un cancro ed era appena stato operato. Malato, ultravecchio, non autosufficiente, comunista e ateo dichiarato, cosa gl’impediva di uccidersi? Niente. Ma Lizzani era con me tra gli ospiti di Ratzinger, i 250 artisti che il Papa aveva chiamato da tutto il mondo per incontrarli. Non è detto che fossero (che fossimo) tutti cristiani credenti, ma eravamo intellettuali (registi, attori, cantanti, scrittori…) che, se sentiamo parlare la Chiesa, non ci turiamo le orecchie. E tra le cose che abbiamo sentito, e che han segnato la nostra cultura, c’è la gravità del suicidio: gesto estremo, col quale “rifiuti di esistere”, ti sottrai alla famiglia, agli amici, all’umanità. Prima di farlo, t’interroghi migliaia di volte: cosa perdi? cosa guadagni?
A novant’anni non è che quel che può ancora darti la vita sia poco o niente, cioè un valore positivo prossimo allo zero, o lo zero addirittura. No, per gli uomini della quinta età (oltre i novanta), quel che la vita riserva è un valore negativo. Sotto lo zero. Soltanto sofferenze e umiliazioni. Hai bisogno di tutto e di tutti e non puoi più dare niente a nessuno. Se sei stato un grande (Lizzani è stato un grande, Monicelli è stato un grande), il ricordo della passata grandezza diventa un dolore lancinante quando ti accorgi che gli altri cominciano a dimenticarti. Si dice: la storia cambia e la vita si rinnova. Sì, ma mai come adesso. Adesso s’affaccia una nuova generazione di scrittori registi pittori, insomma artisti, ogni dieci anni. Sono feroci: vogliono prendere il tuo posto e seppellirti. Fanno cose diverse dalle tue, non capiscono le tue e tu non capisci le loro. Chi decide tra i due? (continua…)
Pubblicato in IL SOTTOSUOLO (di Ferdinando Camon) Commenti disabilitati
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