lunedì, 11 luglio 2016
PAPERI – PAPERUGO
La nuova puntata della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti“è dedicata al volume “Paperi – Paperugo”, Shockdom edizioni (2016) di Giulio e Marco RINCIONE.
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PAPERI – PAPERUGO: un cazzotto allo stomaco
Non sarà originale, ma nessun knock-out lo è | “PaperUgo” in Paperi, di Giulio e Marco Rincione
di Furio Detti
Non è originale, ripetiamo, la distopia disneyana. Non è originale il soliloquio metropolitano, non è originale il “Brutto Anatroccolo”, non è originale la violenza che si fa fumetto…
Ma “Paper Ugo” della serie “Paperi”, dei fratelli Rincione, è un cazzotto nello stomaco che ci piace comunque. Senza sconti. A partire dal colore e dal segno: una tavolozza impastata di effetti photoshop e colori, una resa a metà fra Dave McKean per i colori e Diavù (quello “de Kontrol” della fanzine romana Katzyvari) per le anatomie deformate e improbabili, ma con assai più finezze, stile e resa, che allontanano anni luce il lavoro dei Rincione da ogni velleità underground e per l’appunto fanzinara.
La Shockdom ci ha visto bene. Il testo è perfettamente integrato alla narrazione.
Posti belli. (Ci vuoi andare?)
No. (Perché?)
Perché la bellezza è una cosa triste.
La storia di Paper Ugo è una storia di solitudine e disperazione su cui inciampiamo sgradevolmente, baloon dopo baloon, da inquadratura a inquadratura: come quando si pesta una bella e sugnosa merda e – quel che è peggio – se ne sono accorti tutti nel momento meno opportuno. Ogni vignetta – colpo di regia l’occhiata sul tapis roulant del supermarket – è una piccola, ma dolorosa, scarrellata di squallore e miseria. Con dialoghi essenziali e decisamente ben dosati. Non è la violenza di un Chuck Palahniuk, è proprio minuscola e diversa, ma ugualmente brutta. Brutta da sentire e brutta da provare. La depressione raccontata senza filtri in 30 tavole tagliate al vivo.
Come le sofferenze di Paper Ugo, allampanato, vecchio, depresso. Non è roba da fumetto Disney. Non sarà originale, ma è un cazzotto dato proprio bene. (continua…)
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