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sabato, 20 novembre 2021

ANNARITA BRIGANTI con “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” (Cairo) in radio a Letteratitudine

ANNARITA BRIGANTI con “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” (Cairo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA QUI

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Ospite della puntata: la scrittrice e giornalista Annarita Briganti.
Con Annarita Briganti abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” (Cairo).

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La scheda del libro: “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” di Annarita Briganti (Cairo)

La storia di ogni grande donna è la storia delle sue guerre. Quelle di Coco Chanel sono state almeno quattro: due conflitti mondiali, le battaglie sindacali degli anni Venti e Trenta, e la guerra contro i suoi fantasmi. Questa, la più cruenta di tutte, comincia con l’abbandono da parte del padre, prosegue con l’infanzia lontana dalla famiglia, «esiliata » in un convento di suore – che però, conquistato il benessere, sosterrà economicamente – e poi con la perdita di un grande amore, il più grande, e con la rinuncia a una casa vera e propria per trasferirsi al Ritz, dove il fermento quotidiano di un albergo spera possa tenere a bada il silenzio, la solitudine che da sempre l’assediano. Regina del jet-set intellettuale nella Parigi d’oro degli artisti, creatrice di uno stile immortale, diva delle sfilate internazionali, frequentatrice delle stanze del potere, amata da musicisti, poeti, aristocratici, forse in realtà Chanel ebbe due unici amici veri: le forbici d’argento che portava al collo, e i suoi libri. In una narrazione che all’intensità della ricerca unisce una concezione viva della memoria quale dimensione non del passato, ma del presente, Annarita Briganti conduce il lettore in un vero e proprio incontro con una donna che a mezzo secolo dalla scomparsa appartiene ancora, e pienamente, al nostro tempo. Nel suo racconto, i luoghi attraversati e i sentimenti vissuti fanno brillare gli eventi storici di luce propria, restituendoci la persona Chanel al di là dell’icona, le sue verità oltre le leggende e le polemiche, la sua forza oggi che, come mai prima, ne avvertiamo il bisogno.

* * *

Annarita Briganti è giornalista culturale per Repubblica e Donna Moderna, scrittrice, traduttrice. Per Cairo sono usciti i suoi tre romanzi: Non chiedermi come sei nata (2014, vincitore del Premio Comoinrosa Opera Prima, poi divenuto uno spettacolo teatrale scritto dall’autrice), L’amore e` una favola (2015) e Quello che non sappiamo (2018). Sempre per Cairo è uscito il suo primo saggio: Alda Merini. L’eroina del caos (2019, tra i vincitori del Premio internazionale di letteratura Città di Como per la Saggistica, diventato anche uno spettacolo teatrale). Il suo nuovo saggio biografia, Coco Chanel. Una donna del nostro tempo (Cairo, 2021), è il suo libro N° 5.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA QUI

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

mercoledì, 10 giugno 2009

IL MARESCIALLO BONANNO E I PERSONAGGI SERIALI. Incontro con Roberto Mistretta

Con questo post vi invito a discutere sui personaggi seriali che popolano la letteratura. Sono tantissimi. Pensateci un attimo: dallo Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle, a Hercule Poirot di Agatha Christie; dal commissario Maigret di Georges Simenon al commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
E ce ne sono tanti altri… e non solo nell’ambito della cosiddetta letteratura di genere. Basti citare – uno per tutti – Nathan Zuckerman di Philip Roth.

Vi chiedo:

Che rapporti avete con i personaggi seriali in letteratura?
Vi piacciono? Vi appassionano? Li detestate?

A vostro giudizio, chi è il personaggio letterario seriale più importante? E perché?

E qual è il vostro preferito? Quello a cui siete più legati?

Sarebbe bello riuscire a creare, nell’ambito di questo post, una sorta di “mappa” dei personaggi seriali che hanno attraversato le pagine dei libri. Ci proviamo?

Colgo l’occasione per ri-presentarvi un personaggio seriale di nuova generazione: il maresciallo Saverio Bonanno, ideato da Roberto Mistretta. Avevamo avuto modo di incontrarlo nell’ambito di questo post. Di recente è tornato in libreria con il romanzo “Il diadema di pietra“, anche questo edito da Cairo (in fondo al post potrete leggere la recensione di Salvo Zappulla).

Ma chi è il maresciallo Bonanno?
Ecco come si vede l’interessato a pag. 27 de “Il diadema di pietra”:

Bonanno si esaminava con occhio impietoso e disfattista: sbirro di provincia prossimo alla quarantina, perennemente in soprappeso, per non dire grasso, con una figlia già grande, un’ex moglie scappata di notte con un trapezista, una madre come donna Alfonsina e due cani che amava come veleno per topi.

Insomma… tutto un programma, questo Bonanno.

Ne approfitto per invitarvi alla presentazione catanese de “Il diadema di pietra” che si svolgerà presso la libreria Cavallotto di Catania – in C.so Sicilia – venerdì 12 giugno alle h. 18,00. Condurrò la presentazione insieme a Enrico Guarnieri (in arte, Litterio) e con la partecipazione dello stesso Roberto Mistretta.
Segue l’invito.
Massimo Maugeri
presentazione-il-diadema-di-pietra-cavallotto-12609.jpg (continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   207 commenti »

lunedì, 28 aprile 2008

RECENSIONI INCROCIATE N. 3: Salvo Zappulla, Roberto Mistretta

Nuova puntata delle “recensioni incrociate”.
I due autori/recensori invitati sono entrambi siciliani e – tra le altre cose - si occupano di critica letteraria sulle pagine culturali del quotidiano “La Sicilia”.

Tutti e due sono legati alla piccola casa editrice di Caltanissetta Terzo Millennio (ci spiegheranno loro stessi in che modo).

I libri, oggetto delle recensioni a incrocio, sono “In viaggio con Dante all’Inferno” di Salvo Zappulla e “Il canto dell’upupa” di Roberto Mistretta.

Vi invito a dialogare con entrambi gli autori (che parteciperanno al dibattito).
Massimo Maugeri

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In viaggio con Dante all’Inferno” di Salvo Zappulla – Fermento – 164 pag. – € 12

recensione di Roberto Mistretta

Ci sono libri che hanno la capacità di stemperare nell’ironia gli italici vizi e l’imperante corruttela riprendendo l’antico motto: “Una risata vi seppellirà”. E Salvo Zappulla, prolifico autore di Sortino sostiene questo dono con scrittura elegante e scorrevole che rendono la sua prosa godibile e arguta.
Come abbiamo già scritto in altre occasioni, Zappulla coltiva, con la notte in generale e i sogni in particolare, rapporti privilegiati, appartenendo a quella categoria di scrittori visionari che hanno raccolto, nella normalità dell’assurdo, la lezione di Dino Buzzati e, nell’autocostruzione continua dell’universo, l’insegnamento di Italo Calvino.
In questo esilarante romanzo, leggero nella forma ma corposo nella sostanza, torna il sogno. Dante Alighieri in piena notte si presenta al protagonista, lo sveglia e gli intima di seguirlo all’Inferno: ha necessità di riscrivere alcuni capitoli del suo immortale capolavoro adeguandolo al mutar dei tempi.
Protagonista e insperato compagno di viaggio del Sommo poeta, il gigionesco Salvo Zappulla non si lascia sfuggire l’occasione per ironizzare sul malcostume e incidere con inchiostro avvelenato sulle nequizie di politicanti di professione, corruttori ambiziosi e tutta l’assortita umanità dei potenti di turno che affollano i gironi. Dante ha necessità di trovare posto ai nuovi misfatti e confida a Zappulla: “Giungevano all’Inferno frotte di politici. Nei primi tempi è stata dura. Che fare? mica potevamo rimandarli indietro! Era gente che si era ben guadagnata la dannazione eterna. Ladrocini, intrallazzi, corruzione, clientelismo, associazione a delinquere. Autentici artisti della criminalità. Con quale coraggio avremmo negato loro una sede idonea? E poi siamo onesti, al giorno d’oggi una bolgia non si nega a nessuno”.
Un libro da leggere accanto al presepe, per contrasto e per sorridere amaro.

Roberto Mistretta

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Il canto dell’upupa di Roberto Mistretta – Cairo editore – pagg. 253 – euro 15

recensione di Salvo Zappulla

Con questo romanzo Roberto Mistretta entra da protagonista sulla scena del noir italiano. Lo scrittore di Mussomeli, paesino a due passi dal paese di Camilleri (sarà solo un caso?), imbastisce trame avvincenti, veri dipinti neorealistici, alternando momenti venati di tenera ironia e tinte nere dal violento impatto emotivo. C’è un maresciallo lunatico e sempre ossessionato da diete mai rispettate, ci sono i suoi collaboratori con le loro manie. E c’è tanto orrore infiltrato negli abissi dell’anima, dove si annidano le voglie e i desideri più turpi. I personaggi di Mistretta sono autentici, scolpiti nelle pietre di Villabosco. E sono destinati a rimanere scolpiti anche nella mente dei lettori, perché difficilmente si possono dimenticare. Il pregio maggiore di questo giovane scrittore è la capacità di dare alle sue storie una costruzione così articolata, così certosina che sembrano quasi un lavoro di ricamo, dove nulla è lasciato al caso. Non una svista, non una incongruenza. Mistretta è scrittore impegnato, non scrive per diletto o per il piacere di evadere dalla realtà; ne “Il canto dell’upupa” la realtà, in tutte le sue misere sfaccettature, è sempre presente, diventa materia letteraria, plasma sanguigno da offrire ai lettori. Il romanzo tratta argomenti scabrosi che spesso si preferirebbe far finta di ignorare e voltare il capo colpevolmente dall’altra parte, tratta la pedofilia e l’incesto, ce li pone davanti, ci costringe a respirarne l’odore rancido di uomini andati a male. E lo fa con rabbia e indignazione. E’ sofferenza autentica la sua, un urlo che si leva dal cuore, un cancro che vorrebbe estirpare. Ma Mistretta è scrittore, non un magistrato o un chirurgo, usa la penna al posto del bisturi e incide, scava nei recessi più reconditi delle umani aberrazioni fino a tirarne fuori tutto il marcio. Il suo è uno stile accattivante, da professionista che conosce alla perfezione il proprio mestiere, sa come costruire un giallo che tenga in sospeso il lettore fino all’ultima pagina, con colpi a effetto, pause di studiata meditazione e di profonde riflessioni. Svia, indaga, ci porta lontano con falsi indizi, per poi piazzare il colpo di coda che lascia di stucco. Un libro bello. Bello e coinvolgente. Sicuramente non facile, che vale la pena di leggere.

Salvo Zappulla

Pubblicato in RECENSIONI INCROCIATE   131 commenti »

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