sabato, 23 settembre 2006
QUEL DIAVOLACCIO DELLA LETTERATURA DI CONSUMO
Scrivo questo post nella speranza di innescare un (spero acceso) dibattito. L’oggetto è la cosiddetta letteratura di consumo. Il pretesto un articolo scritto sul Corriere della Sera di oggi, 23/9/06, da Giorgio Montefoschi a pag. 41 e intitolato “Moccia e Muccino, avanti c’è posto”.
Vi riporto l’articolo qui di seguito arricchendolo con dei “link”.
“Nella prefazione a un piccolo libro della Archinto nel quale sono raccolte le lettere che negli ani ’50 Anna Banti, direttrice insieme a suo marito Roberto Longhi della rivista Paragone inviava ad Alberto Arbasino, a quei tempi alle prime armi e giovinetto, insieme a molti bei nomi, e importanti, di scrittori che ci rimandano con tanta nostalgia alla nostra infanzia letteraria, Piero Gelli, un tempo direttore editoriale delle più importanti case editrici italiane, una delle sei persone che in questo Paese capiscono di libri, ricorda il livello “alto” delle litigate e degli eventuali insulti (…) e ricorda come <<la letteratura e l’elitarismo predominassero su ogni posizione politica, in tempi assai più schierati dei nostri>>. La politica, insomma, era il pericolo nei ferrigni ’50; e invece (…) vinceva la letteratura. Ah, che nostalgia, davvero! Anche perché la politica odierna, nell’eventualità di un conflitto con la letteratura, non farebbe paura a nessuno. No, oggi, il diavolo è un altro, anche se fingiamo di non saperlo. È la letteratura di consumo, clonata dalla televisione commerciale. Sono i romanzi dei vari Moccia, Volo, Muccino, dei barzellettari, degli attori, presto delle veline. I romanzi ai quali, con divertito scalpore, la comunicazione di massa dedica ogni spazio. Compreso quel poco destinato alla mente.”
Ecco fatto.
A voi la parola!
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Di nuovo io.
Mi sembra appropriato aggiornare il post con un articolo apparso sulla rubrica satirica Vespe del domenicale de Il Sole 24Ore di oggi (24/9/06) e intitolato <<Montefoschi contro i cloni della tv>>. Eccolo qui di seguito.
“Chi è oggi il diavolo che minaccia la vera, la nobile letteratura? Dove si annida l’Asse del Male contro cui combattere la Coalition the Willing, gli intellettuali di buona volontà? Se già non lo sapete, ve lo dice Giorgio Montefoschi sul Corriere di sabato: sono i tre sceicchi Moccia, Volo e Muccino, i temibili Hezbollah della <<letteratura di consumo, clonata dalla televisione commerciale>>, dietro i quali si agita un’orda sculettante di <<barzellettari, attori e veline>>. (…) Per reagire a questa deriva, Montefoschi fa appello all’autorità carismatica di Piero Gelli, << un tempo direttore editoriale delle più importanti case editrici italiane, una delle sei persone che in questo Paese capiscono di libri>>. Sei? E chi sarebbero? Fuori i nomi! Montefoschi teme, forse, nominandoli, di esporli alle rappresaglie degli Hezbollah di Moccia&Cuccino? In realtà, secondo quanto risulta alle Vespe, le persone che capiscono di libri non sono sei, ma sette, come i nani di Biancaneve: oltre al suddetto Pièrolo, Stròncolo, Còpiolo, Lèggolo, Stàmpolo, cestìnolo. E naturalmente lui, Montefòscolo. Che capisce più di tutti, anche se vende meno degli altri, perché non è uno scrittore clonato dalla tv. Lui clona da solo i suoi libri. Ai Parioli.”
Pubblicato in PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE 8 commenti »
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