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Archivio del 26 settembre 2006

martedì, 26 settembre 2006

NELLE RETI DEL GRANDE FRATELLO

Sicuramente molti di voi avranno letto 1984 di George Orwell.

E altrettanto sicuramente molti di voi non saranno riusciti a fare a meno di collegare il suddetto romanzo con quanto sta accadendo in questi giorni. Mi riferisco naturalmente allo scandalo Telecom che ci sta rivelando i retroscena di una raccapricciante Organizzazione di spionaggio illegale. Ma non solo.

Ritengo che le caratteristiche preconiche del libro di Orwell siano impressionanti. Certo, Orwell mirava soprattutto a denunciare i possibili risvolti degli abusi di potere e i pericoli connessi alla crescita di certe ideologie. Ma denunciava anche i rischi derivanti dallo sviluppo del processo di massificazione, dall’uso propagandistico dei mass media (e conseguente appiattimento delle coscienze), nonché i pericoli correlati all’uso strumentale e improprio delle nuove tecnologie (soprattutto quelle di comunicazione e di telecomunicazione).

È impressionante come, oggi, quel libro (pubblicato nel 1949) sia così fortemente attuale.

Peraltro, dicevo, non mi riferisco solo allo scandalo Telecom (a proposito del quale vi consiglio di leggere qui, e qui).

C’è dell’altro. E quest’altro riguarda la vita di tutti i giorni.

La nostra vita.

Vi segnalo, a tal proposito, un articolo di Arianna Dagnino pubblicato su Specchio del 23/9/2006 (pagg. 46-51). L’oggetto è la rete delle reti: Internet.

Ve ne riporto uno stralcio.

“Ormai Internet può guardarti e sorvegliarti da ovunque, anche dall’alto, 24 ore su 24, e seguire ogni tua mossa. Sa dove vai e cosa cerchi quando navighi on-line, quali film ti piacciono, che tipo di acquisti prediligi, quali parole usi più assiduamente nelle tue mail, a chi indirizzi i tuoi messaggi, dove si trova la tua casa, com’è fatto il tuo quartiere e quali perversioni sessuali si nascondono dietro quella tua aria da professionista serio e indefesso.

L’incubo di un Grande Fratello inquisitore, onnisciente e onnipresente, sta uscendo dalle pagine della fantascienza di stampo orwelliano per entrare nelle nostre vite domestiche. Questo è quello che teme un numero crescente di persone di fronte all’inesorabile avanzata di motori di ricerca – Google in primis – sempre più sofisticati e ramificati nel modo in cui captano, intrecciano ed elaborano le informazioni che ognuno di noi lascia inesorabilmente in rete ogni giorno al suo passaggio. E queste informazioni, privatissime, che rivelano molto di ciò che siamo e facciamo, potenzialmente possono finire in mano di chiunque: funzionari governativi, agenzie di spionaggio, compagnie di assicurazione, ricattatori senza scrupoli, comuni cittadini.

A proposito di Google. Forse non sapete che “Google raccoglie dati personali quando vi registrate per accedere ad un (suo) servizio o quando fornite altrimenti tali informazioni volontariamente”. Forse non sapete che è possibile “combinare le informazioni fornite con informazioni provenienti da altri servizi di Google o fornite da terzi allo scopo di acquisire una maggiore conoscenza dell’utente, ivi inclusi i contenuti personalizzati apposta per voi”. Forse non sapete che “Google si serve di cookie ed altre tecnologie per ampliare la sua esperienza online e per capire come utilizzate i servizi di Google”. O che “quando visitate il sito web, i server di Google registrano automaticamente informazioni quali l’URL, gli indirizzi IP, il tipo di browser, il linguaggio del browser, la data e l’ora della vostra richiesta”. Ma la cosa più importante è che forse non sapete che a Google possono “usare i dati personali per fornire i servizi che avete chiesto, ivi inclusa la visualizzazione di contenuti personalizzati e della pubblicità”, che possono “usare i dati personali ai fini di controllo, ricerca ed analisi” e che, ancora, possono “condividere dati aggregati non personali con terze parti esterne a Google”.

Credete che stia esagerando?

Cliccate qui.

Lo sapevate già?

Provate a parlarne in giro. Qualcuno vi dirà che è il prezzo da pagare per il progresso. Altri faranno spallucce. Altri ancora si accontenteranno della ragionevole considerazione che al mondo esistono problemi ben più gravi. E poi è un processo inarrestabile, giusto?

Sì, sì…

Sapete come si chiama questo processo? Mitridatismo (o mitridatizzazione) delle coscienze. Della serie: un sopruso al giorno leva il dubbio di torno… e piano piano ci si abitua a tutto. È un po’ come essere immuni dal veleno. Solo che il veleno ce lo propinano, non lo ingurgitiamo per scelta. O no?

Che fare? Intanto sforziamoci di comprendere… per ciò che ci è dato sapere. L’alternativa, del resto, sarebbe quella di affondare nella quotidianità rabbonendo i nostri pensieri con la visione di una partita di calcio in pay tv o dell’ultimo reality show.

E a proposito di reality show. Rifletteteci. Non costituiscono, in un certo senso, una sorta di paradosso? Non dànno l’illusoria sensazione, a chi li guarda, di essere dall’altra parte dell’occhio?

“Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del Bispensiero… tanti saluti!”

Think about it, people!

Think about it.

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI   13 commenti »

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