giovedì, 14 dicembre 2006
GIOVANI SCRITTORI COLOMBIANI CONTRO GARCIA MARQUEZ
È vero che quando hai ottenuto tanto ma tanto successo i tuoi principali detrattori sono proprio i tuoi conterranei? Non saprei; però leggendo l’interessante articolo di Gabriella Saba, pubblicato sul Domenicale de Il Sole 24Ore del 26/11/06, qualche dubbio comincia a farsi strada.
Qual è l’oggetto dell’articolo? Il fastidio che alcuni giovani scrittori colombiani hanno palesato nei confronti del loro illustre e anziano collega Gabriel Garcìa Màrquez. A dirla tutta, il termine fastidio per Efraim Medina Reyes – scrittore colombiano classe ‘64 – è, probabilmente, un eufemismo. Sentite un po’ cosa dice su Gabo (che, per chi non lo sapesse, è il nomignolo di Garcia Màrquez):
Efraim Medina Reyes
"Il suo ultimo romanzo, Memoria delle mie puttane tristi, è un funerale di terza classe, indegno del grande scrittore che è stato… per il resto ho sempre trovato Màrquez detestabile per la sua debolezza verso il potere. (…) È una piccola persona e un uomo incoerente. Non nego la sua qualità di scrittore, ma quelli della mia generazione non si riconoscono nel realismo magico. Lo stile che ha incantato il mondo è una formula usurata per lettori nostalgici, di cui approfittano venditori di fumo come Isabel Allende".
Gabriel Garcìa Màrquez
È possibile acquisire fama per luce riflessa attraverso dichiarazioni dissacratorie rivolte a chi di quella luce è fonte?
Non lo so. Però mi è rimasta impressa quest’altra frase di Medina Reyes (che ho letto sull’articolo): "Mi piace molto sbronzarmi perché è l’unico modo di sfuggire alla realtà."
E se la realtà è che Garcìa Màrquez ha fatto un pezzo importante della storia della letteratura internazionale, temo che per il povero Medina Reyes si prospettino lunghe e obnubilanti sbornie.
Ma questo è solo il mio pensiero. Fuori il vostro, amici…
Pubblicato in PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE 27 commenti »
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