martedì, 17 aprile 2007
ANEDDOTI LIBRESCHI
Vi propongo un giochino. Un giochino poco impegnativo finalizzato a farci divertire e magari a farci conoscere un po’ meglio.
Vi chiedo di raccontare un aneddoto libresco. Qualcosa di particolare che vi è capitato, di recente o molto tempo fa, e che ha a che fare con l’oggetto-libro.
Un aneddoto divertente, o imbarazzante, o doloroso. Non importa. Ciò che conta e che sia di natura libresca.
Per esempio, vi è mai capitato di regalare il libro sbagliato alla persona sbagliata? Sì? Magari vi siete sentiti pure in imbarazzo perché quella persona è rimasta a bocca aperta. O forse l’avete fatto di proposito. Vi è mai capitato?
Oppure c’è stato quel libro che vi ha fatto impazzire: l’avevate riposto su un ripiano della vostra libreria, non c’è dubbio; solo che quando l’avete cercato non c’era più. Letteralmente scomparso. Nel nulla. E non l’avete più ritrovato.
Certo, ci sarà stato quel volume che avevate prestato a un amico – accidenti, lo amavate proprio quel libro – e che non è mai tornato indietro.
O forse vi è successo di parlare di un romanzo convinti che fosse dell’autore X. Solo dopo vi siete accorti che, invece, l’autore si chiamava Y. Magra figura, eh?
E quel libro che avete odiato perché vi ha fatto stare tanto male? Ogni tanto lo osservate e vi viene voglia di gettarlo dal balcone.
Insomma, raccontiamo (e condividiamo) i nostri aneddoti libreschi.
Ci state?
Comincio io.
Il mio primo Dostoevskij lo lessi a sedici anni. Fu per caso. Nessuno mi aveva mai parlato del grande e celebre scrittore russo. Dovete sapere che in quel periodo ero particolarmente preso dalla letteratura gotica e da quella horror. Divoravo, uno dopo l’altro, i libri di autori come Edgar Allan Poe, Lovecraft e – naturalmente – Stephen King.
Ogni volta che mi capitava di trovare un libro che avesse a che fare con l’horror o il mistero o il fantastico non riuscivo a resistere alla tentazione di leggerlo. Una vera e propria passione.
Quel libro di Dostoevskij lo trovai in una bancarella. Un bel volume. Corposo. Elegante. Rilegato. Copertina rigida.
Lo sfiorai con i polpastrelli di una mano.
Era cellophanato, dunque non avevo la possibilità di sfogliarlo. Ma quel titolo… oh, quel titolo. Impossibile sbagliarsi.
Lo acquistai senza indugi.
S’intitolava “I demoni”.
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