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Archivio del 9 giugno 2010

mercoledì, 9 giugno 2010

HO RUBATO LA PIOGGIA, di Elisa Ruotolo

Tra gli esordienti che meritano senz’altro di essere segnalati con convinzione, c’è Elisa Ruotolo.
Nata a Santa Maria a Vico (Ce) nel 1975 dove vive tuttora, laureata in Lettere Classiche, la Ruotolo – dopo aver pubblicato racconti in due antologie – approda in libreria con un suo libro pubblicato dalle edizioni Nottetempo, intitolato Ho rubato la pioggia.
Si tratta di una raccolta di tre racconti lunghi messi in scena con scrittura matura e di qualità… capace di tratteggiare in maniera convincente situazioni, luoghi e personaggi.

Ed ecco una breve presentazione di queste tre storie di provincia.

Nel primo racconto il figlio dell’allenatore di una squadra che perde sempre entra al posto del centravanti e la squadra comincia vincere. E vince tanto che cominciano a chiamarlo “Molto Leggenda”. L’osservatore di un club lo seleziona, ma nei campi di serie A il ragazzo si perde.

Il bambino è tornato a casa” racconta di due sorelle, una lenta e una veloce, che preparano conserve piccanti e sognano con le telenovelas sudamericane, e del nipote Matteo, che scompare a nove anni e forse un giorno ritorna.

Il ragazzino senza madre di “Guardami” abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri e nella loro si ferma. Cesare, l’amico di famiglia, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. Il giovane narratore s’insinuerà in modo decisivo nello scambio silenzioso.

Vorrei concentrarmi sul primo racconto (poi, magari, ci soffermeremo sugli altri nel corso della discussione). Il protagonista, dunque, è un giovane calciatore di talento che comincia a riscuotere successo nei campi di calcio della provincia. Per lui la tifoseria locale conia il nome di “Molto leggenda” (che è il titolo del racconto, appunto). Ma non tutti i talenti sono uguali, e non tutti i talenti sono assoluti… capaci, cioè, di approdare al grande successo. Si ripropone, per certi versi, il tema affrontato dal romanzo di Salvatore Scalia, Fuori gioco. Ma se in quel caso le possibilità di affermarsi del giovane calciatore di provincia furono castrate da un ineluttabile problema di salute, nel caso di “Molto leggenda” la situazione è diversa: è il talento stesso che si mostra insufficiente per consentire il salto ai grandi palcoscenici del calcio nazionale.

Il tema centrale di questo racconto, a mio avviso, è quello del talento sopravvalutato e delle sue conseguenze.

Da qui, un paio di domande… come sempre poste nel tentativo di favorire la discussione.

Cosa accade (o rischia di accadere) quando ci si affida a un talento sopravvalutato?

Fino a che punto è giusto dare spazio al proprio talento? C’è un limite entro cui è meglio fermarsi da soli, o bisogna sempre attendere che siano la vita e gli eventi a sbarrare la strada?

La forza di volontà, può migliorare il talento… o può soltanto supportarlo?

Ed è più grande la delusione dell’insuccesso, o il rammarico di non averci provato?

Invito tutti voi a discutere di questo libro e dei temi proposti (con la partecipazione dell’autrice). Anzi, ne approfitto subito per presentarvi Elisa Ruotolo facendovi sentire la sua voce nell’ambito di questa intervista radiofonica rilasciata a Fahrenheit… mentre su Bookweb.tv potete anche vederla in video.

Massimo Maugeri

Pubblicato in SEGNALAZIONI E RECENSIONI   183 commenti »

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