lunedì, 8 dicembre 2014
IMPROVVISATORE INVOLONTARIO
Nuovo appuntamento con il forum permanente di Letteratitudine intitolato LETTERATURA E MUSICA, coordinato con il supporto dello scrittore Claudio Morandini.
Protagonista del post è questo CD di Costanza Alegiani che mescola Verdi, jazz e Shakespeare.
Di seguito, l’articolo di Claudio Morandini.
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IMPROVVISATORE INVOLONTARIO
Costanza Alegiani – Fair is Foul and Foul is Fair
Improvvisatore Involontario, 2014
Fair is Foul and Foul is Fair, l’album di Costanza Alegiani pubblicato quest’anno dalla combattiva etichetta Improvvisatore Involontario, è un’occasione preziosa per parlare dell’incontro tra letteratura e musica: perché qui si incrociano Shakespeare e Verdi (e i suoi librettisti Francesco Maria Piave e Arrigo Boito), l’opera lirica e il jazz di oggi, la musica scritta e l’improvvisazione, la parola scritta e il canto.
Il lavoro di Costanza Alegiani ruota attorno a un’intenzione progettuale molto chiara, evocare quel mondo di finzione e verità che possiamo situare tra dramma elisabettiano e melodramma ottocentesco (con una puntatina sorprendente dalle parti di Brecht e Weill, anche), cioè il teatro nella sua essenza più forte; allo stesso tempo esprime un’ampia voracità artistica, che si nutre di disparate suggestioni stilistiche, mescola antico e moderno, scrittura e improvvisazione pura, pieno e vuoto, alto e basso, opera lirica e cabaret, torch song e free jazz, riconducendo però tutto a una chiara solidità di impianto. “L’Opera è per me un microcosmo” mi dice Costanza Alegiani, “un palcoscenico su cui i personaggi si ritrovano catapultati. Pian piano devono riconoscere se stessi, la loro storia e comprendere il loro destino. Così mi immagino questi personaggi del disco: raccontano di loro stessi, della loro condizione, chi nella sua stanza come Desdemona, chi in un non-luogo come il Coro.”
Per questo sorprende scoprire che “l’idea del concept album è arrivata alla fine, come del resto l’idea di fare un disco con questo materiale.” Ma è vero che certe connessioni interne, profonde, tendono a rivelarsi un po’ alla volta, e allora il materiale che fino a quel momento sembrava disparato diventa parte di un organismo coerente, che preesisteva alle intenzioni dell’autore stesso.
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