martedì, 23 dicembre 2014
Osservatorio LitBlog n. 37
(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)
a cura di Francesca G. Marone
La salvezza nella curiosità
(da Doppiozero)
Una lettura importante questa, necessaria per salvare ciò che di umano riposa nel nostro profondo. E non vogliatemene se in procinto dei giorni di festa e di luce io mi sia soffermata su un pezzo che parla della morte. Si muore anche nei giorni di festa, e lo so per esperienza. Si muore in ogni istante, ci si ricorda la nostra finitezza, ci si costringe a fermarsi e a sentire la carne e le ossa dentro di noi. Morin ci racconta della spinta dell’umanità verso uno stato di amortalità, che non è immortalità, ma sospensione della mortalità per un periodo imprecisato. Cosa accade all’essere umano che con l’aiuto della scienza riesce a procrastinare il momento della morte? Il susseguirsi delle scoperte manipolative sull’uomo in genere ci condurranno a realizzare ibridi di un esercito di una sovraumanità, come spiega Morin non senza un fondo di grande preoccupazione. Sconfiggeremo ogni attacco alla salute umana? Vivremo davvero fino al punto di vedere ritirarsi la morte di fronte ai nostri occhi? Se sì, chi o cosa controllerà questo processo?
“La morte non cambia, lo ripeto, ma cambiano le condizioni della morte.“ dice Morin nella sua intervista e mi pare un invito per una riflessione necessaria. Se avete voglia di approfondire il tema attraverso questa splendida intervista andate qui…
..perché la curiosità ci può salvare, prendendo in prestito le parole di Edgar Morin: “Se qualcuno riesce a conservare per tutto il corso della propria vita la curiosità, la capacità di amicizia e d’amore, i grandi interrogativi, la capacità di gioire dell’arte, è questo che importa…”.
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Esserci senza apparire
(da Lipperatura)
(continua…)
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