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martedì, 4 ottobre 2011

VIAGGIO ALL’ALBA DEL MILLENNIO

VIAGGIO ALL’ALBA DEL MILLENNIO” VINCE LA V EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE SEBASTIANO ADDAMO

La cerimonia di consegna avrà luogo venerdì 7 ottobre alle 18, nella sala C1 del Centro culturale “Le Ciminiere” di viale Africa, Catania, con ingresso gratuito.

* * *

viaggioallalba-delmillennioCari amici, sono molto felice di poter condividere con voi la notizia dell’uscita di un mio nuovo libro. Si tratta di una raccolta di racconti molto particolare, intitolata “Viaggio all’alba del millennio” (pubblicata da Perdisa Pop, nella collana Corsari). Ho avuto il piacere di presentarlo al Salone del libro di Torino (sala autori, spazio b, padiglione 2), sabato 14 maggio, ore 10:30, insieme all’amica Michela Murgia (vincitrice del Premio Campiello 2010): alla fine del post, trovate i video della presentazione.
Vi ringrazio in anticipo per l’affetto con cui (spero) accoglierete questo mio nuovo lavoro.
Dal sito di Perdisa Pop è possibile scaricare e leggere il primo racconto della raccolta.
Vi riporto, di seguito, la scheda stampa del libro predisposta dalla redazione della casa editrice…

* * *

Viaggio all’alba del millennio si presenta come un’originalissima miscellanea di generi, di toni e registri stilistici: una raccolta peculiare, in cui ogni racconto si collega all’altro per dare forma a un unico grande affresco.
Un bizzarro viaggio in aereo racconta l’ansia da attentato terroristico; una tragedia consumata all’interno delle pareti domestiche tratta il tema dell’incomunicabilità tra familiari; i preparativi di un matrimonio rivelano alcune nevrosi contemporanee.
Si va poi dagli incontri virtuali nelle chat erotiche a una lettera folle che un’assassina scrive al commissario che l’ha arrestata. E ancora: una comica conversazione telefonica tra una nonna e un nipote, un giovane in coma, un ridicolo dialogo sull’immigrazione clandestina e uno scambio di battute che ha come oggetto la schizofrenia, per finire con un racconto dai tratti grotteschi, che ha per protagonisti un gruppo di giovani e una Catania trasfigurata, e ricollega tutti i racconti precedenti per agganciarsi infine al primo, in una struttura circolare.

Leggere questo libro è come guardare in uno specchio deformante. Maugeri unisce il grottesco al drammatico, lo scherzo alla suggestione, per mostrarci gli anni in cui viviamo attraverso le nostre nevrosi, le ansie e gli inganni della mente. La sua scrittura scompiglia le identità, rimescola le carte e altera la visione, dando forma a un libro magnetico, diverso, in grado di raccontare il caos del nostro tempo come non lo abbiamo mai letto.”

Di seguito, invece, vi propongo il booktrailer del libro realizzato dall’ottimo Carmelo Caramagno…

Di seguito, i video della presentazione al Salone del libro di Torino con Michela Murgia.
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   285 commenti »

martedì, 6 luglio 2010

CONCETTO AL BUIO, LEGGERE FA MALE

Ci sono storie che scavano dentro, che lasciano solchi, che afferrano per la gola cogliendo il lettore impreparato, sorprendendolo di continuo. Sono queste le sensazioni dominanti che suscita la lettura di “Concetto al buio”, la nuova opera narrativa di Rosario Palazzolo (pubblicata da Perdisa Pop nella collana Babele Suite).
Per la verità l’autore ci mette in guardia già a partire dalla prima delle epigrafi scelte. È una citazione tratta da La cantina di Thomas Bernhard, e dice così: “Tutto quello che scrivo, tutto quello che faccio, è disturbo e irritazione. Tutta la mia vita in quanto esistenza non è altro che un continuo disturbare e irritare. Giacché richiamo l’attenzione su dei fatti che disturbano e irritano. Io non sono un uomo che lascia in pace la gente”.
“Concetto al buio” è una storia che disturba, irrita… che afferra alla gola, dicevo… ma non perché contiene descrizioni cruente. Tutt’altro. Qui è la suggestione, a padroneggiare. È la capacità dell’autore di imbastire un racconto avvalendosi di un approccio avvolgente, ipnotico. Squarci di una realtà amara e dolorosa che si dipanano con lentezza, ma in maniera inesorabile. Il lettore ci si trova nel mezzo. All’inizio della storia si può avere l’impressione di possedere tutte le coordinate degli eventi, ma ciò che nella fase preliminare della lettura sembra chiaro ed evidente si rivela – ben presto – come il frutto di una visuale sfocata. C’è un momento in cui il lettore proverà un inevitabile senso di straniamento, per poi capire – con sorpresa – che la storia che sta leggendo non è il semplice dramma del presunto protagonista… ma l’intreccio delle vite di almeno tre personaggi legati da un destino e una condizione orribili. Girata l’ultima pagina, la tentazione di rileggere tutto dall’inizio è quasi irresistibile.
Non c’è dubbio che Palazzolo sia bravo a mischiare le carte (a creare un effetto straniante, dicevo)… ma lo fa avvalendosi di un linguaggio e di una caratterizzazione forti e di qualità.

leggere-fa-male-1La storia inizia in una stanza chiusa. C’è un ragazzino che vi è segregato dentro.
Il senso di ciò che accade, l’atmosfera, si percepisce sin dalle prime pagine: “è successo ieri, verso sera, ho sentito che sprangavano la porta, che ci mettevano delle assi di legno, ho sentito che le inchiudevano per bene, la buttanissima strega con la solita voce smozzicata da strega dava degli ordini secchi, l’altra invece non parlava, eseguiva soltanto, ogni tanto faceva degli sbuffi di naso come di chi si sta stancando tropp’assai, erano degli sbuffi angosciati, pure, forse perché nel mentre, sotto sotto, stava piangendo”.
Le identità delle due donne vengono rivelate solo alla fine, quando i pezzi di questo puzzle narrativo si ricompongono.

E poi la storia viene intramezzata da un diario. Una sorta di lunga lettera indirizzata a Gesù crocifisso. “Una storia segreta e difficile (leggiamo nella scheda del libro), un padre silenzioso, una madre arcigna, un prete che impartisce crudeltà morali”.
Comincia così: palermo, 9 novembre 1984, ore 20 e 37
Questa sequenza di missive, a mio avviso, ha un che di commovente e (nonostante l’epilogo tutt’altro che a “lieto fine”) testimonia l’esistenza di una grande fede, per quanto semplice, disperata, talvolta distorta: “… visto che sei il più grandissimo, fai una cosa piccola per me, caro gesù: da adesso in poi, e per tutto il tempo del mio racconto, non ti mettere nessuna espressione, fatti di niente, ascolta la storia che infilerò dentro al foglio e non spiccicare parola, perché solo così potrò scrivere senza vergogna tutto quello che è successo, solo così potrò azzerare per poi ricominciare daccapo… e allora ci stai a questo giochetto? ci stai a scancellarti da ogni dove? grazie gesù mio, schiodati dalla croce e scomparisci, per favore”.

Vorrei discutere insieme a voi e a Rosario Palazzolo di questo suo libro e – contestualmente – soffermarmi su un paio di requisiti essenziali (sebbene non unici) di ogni narrazione: il linguaggio e lo stile, da una parte; la trama, dall’altra.

E sarà questa la base di partenza della discussione parallela che accompagnerà quella sul libro…
Come sempre, al fine di incentivare il dibattito, provo a formulare alcune domande.

Nella “economia” di una storia che ruolo giocano linguaggio, stile e trama?

Tra linguaggio e stile (da una parte) e trama (dall’altra) – premesso che dovrebbero sempre amalgamarsi in maniera simbiotica e sinergica – chi riveste (o dovrebbe rivestire) il ruolo prevalente?

a) Linguaggio e stile sono a servizio della trama. b) La trama è condizionata da linguaggio e stile.
Quali, tra le suddette affermazioni, vi sembra la più condivisibile?

State per andare in vacanza e siete costretti a scegliere un libro da portare con voi, tra i due seguenti: il primo – secondo i vostri gusti – è dotato di stile e linguaggio sopraffini, ma ha una trama ridicola; il secondo ha una trama avvincente e ben strutturata, ma linguaggio e stile sono decisamente mediocri.
Quale libro portate con voi?

L’importanza che si attribuisce a linguaggio, stile e trama può variare a seconda del “genere letterario” di riferimento?

Spero che queste domande possano innescare una bella discussione (parallela, ripeto, a quella che riguarderà “Concetto al buio”).

Prima di chiudere, segnalo che avrò il piacere di presentare Rosario Palazzolo e questo suo libro nell’ambito dell’evento “Leggere fa male” organizzato da Alessandro Zannoni e che si svolgerà dal 21 al 23 luglio a Bocca di Magra (Porticciolo)… come meglio specificato nella locandina qui sotto.
Alessandro parteciperà alla discussione raccontandoci meglio i dettagli e la storia di questo evento letterario.

Massimo Maugeri

P.s. dato che Alessandro Zannoni è pure scrittore, avrò modo di aggiornare questo post con riferimento al suo nuovo romanzo “Imperfetto” (anche questo edito da Perdisa Pop). Ne parleremo nella seconda fase di questo dibattito.
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   220 commenti »

lunedì, 10 maggio 2010

PADRI (SCRITTORI) e LIBRI: Valter Binaghi, Gianni Biondillo, Vito Bruno, Franz Krauspenhaar, Rosa Matteucci, Raul Montanari, Amedeo Romeo

padri-e-figliÈ un post a cui tengo particolarmente, questo… finalizzato ad avviare una discussione sul significato dell’essere padre, oggi; dell’essere marito (o partner); ma anche dell’essere scrittore (e/o artista). E ancora, sul rapporto tra padre e figlio (anche nel caso di genitori separati) e su quello tra uomo e donna all’interno del nucleo familiare.
Per farlo ho invitato sei scrittori che hanno pubblicato, di recente, romanzi… “in tema”. Si tratta (li elenco in ordine alfabetico di cognome) di: Valter Binaghi, Gianni Biondillo, Vito Bruno, Franz Krauspenhaar, Raul Montanari, Amedeo Romeo.
Avrò modo di presentarli nel corso della discussione.

Vi anticipo i tratti in comune che hanno i protagonisti di queste storie (in fondo al post troverete le schede dei rispettivi libri).

- Il protagonista del libro di Valter Binaghi si chiama Fausto Blangé: è uno scrittore che ha perso la moglie (morta suicida) e ha ucciso il suo ex analista.

- Luca, personaggio del libro di Gianni Biondillo, è un padre separato che deve fare i conti con la moglie che gli impedisce di vedere la figlia.

- Anche il protagonista del libro di Vito Bruno – un uomo che scrive a quella che sta per diventare la sua ex moglie – deve affrontare la terribile esperienza della separazione dal figlio.

- Il personaggio principale del romanzo di Franz Krauspenhaar è un anziano scrittore italiano di origine tedesca alla ricerca della moglie scomparsa. L’uomo teme che sia stata uccisa dal figlio.

- Danio è il protagonista del libro di Raul Montanari: fa lo psicologo, è separato e ha un figlio, nervoso come tutti i ventenni. Ha anche una giovane fidanzata, e un tremendo segreto: è un assassino… un assassino per caso.

- Andrea Morini, invece, personaggio del romanzo di Amedeo Romeo, è affascinato dalla maternità ma… ha il terrore di diventare padre.

Discuteremo, approfittando della presenza degli scrittori/ospiti, dei libri (introdotti di seguito), ma anche dei temi del post.

Pongo alcune domande volte a favorire la discussione (e ispirate dai romanzi oggetto di questa discussione).

1. Come è cambiato, oggi, l’essere padre?

2. In cosa, il padre di oggi, si differenzia nettamente da quello delle generazioni precedenti? Quali i pro e i contro di tali differenze?

3. Che cosa significa, oggi, “volere” un figlio?

4. Premesso che le principali vittime delle separazioni tra i coniugi sono quasi sempre i figli, tra il padre e la madre chi è che subisce – in genere – il trauma maggiore? E chi, in genere, tra i due presenta maggiori fragilità?

5. L’uomo contemporaneo rischia di rimanere vittima della corruzione del successo di più o di meno rispetto a qualche decennio fa? E il successo che corrompe colpisce di più l’uomo, il marito, il padre, lo scrittore (o – in maniera analoga – la donna, la moglie, la madre, la scrittrice)?

Contestualmente coglieremo l’occasione per discutere sulla legge relativa all’affidamento dei minori.

Mi daranno una mano a moderare la discussione: Simona Lo Iacono (che, nella veste di scrittrice e giurista, metterà a nostra disposizione le sue competenze per fornirci informazioni e chiarimenti sulla vigente normativa sull’affidamento dei minori nei casi di separazione dei genitori; in fondo al post troverete un suo articolo), Francesca Giulia Marone (nel ruolo di scrittrice, madre e figlia: mercoledì 12, h. 8.00, trovere un suo racconto pubblicato su La poesia e lo spirito) e Ausilio Bertoli (che – nel duplice ruolo di scrittore e psicosociologo della comunicazione e della devianza – ci fornirà spunti e chiarimenti di natura, appunto, psicologica; ne approfitto per segnalare questo libro). Ad affiancare Ausilio Bertoli, anch’egli nel duplice ruolo di scrittore e psicanalista: Salvo Montalbano (nulla a che vedere con Camilleri, come si evince da questa recensione al suo romanzo).

Di seguito, le schede dei sei romanzi.
Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, LETTERATURA È DIRITTO... È VITA (a cura di Simona Lo Iacono), SEGNALAZIONI E RECENSIONI   432 commenti »

venerdì, 16 aprile 2010

LA MARSIGLIA DI JEAN-CLAUDE IZZO, incontro con Stefania Nardini

Dieci anni fa – il 26 gennaio del 2000 – moriva Jean-Claude Izzo: noto scrittore e sceneggiatore francese.
Parlare di Izzo equivale – per certi versi – a parlare di Marsiglia, la sua città natale (dove vide la luce il 20 giugno 1945).

Ed è questo l’obiettivo della discussione che vi propongo: aprire una finestra su uno scrittore e sulla sua città (tutto il contrario di una città per turisti, perché la sua bellezza non si fotografa, si condivide). Lo spunto ce lo offre la nuova opera di Stefania Nardini, intitolata ”Jean Claude Izzo. Storia di un marsigliese” ed edita da Perdisa Pop nell’ambito della nuova collana diretta da Luigi Bernardi: Rumore Bianco.

Avremo senz’altro modo di discutere della trilogia che ha come protagonista il più noto personaggio letterario creato da Izzo: Fabio Montale (Casino totale, Chourmo, Solea); ma anche dei romanzi Marinai Perduti e Il sole dei morenti. “Cinque libri” – leggiamo nella scheda del saggio della Nardini – “che hanno conquistato migliaia di lettori in Francia e in molti paesi europei. Solo cinque libri perché Jean-Claude Izzo a 55 anni se ne è andato, lasciando un segno, non solo nella città a lui cara, Marsiglia, ma in tutti coloro che nei suoi testi hanno ritrovato sensazioni, emozioni, verità“.

Per narrare di Izzo, l’autrice di questo saggio ha trascorso un po’ di tempo a Marsiglia. Ecco cosa scrive nella nota finale al libro: “Andai a Marsiglia. Dovevo restarci due settimane. Ci sono rimasta quattro anni“. Ed è così che Marsiglia è diventata una delle “città elettive” di Stefania Nardini (l’altra è Napoli).

Alcune domande per favorire la discussione…

Conoscete Jean-Claude Izzo? Avete mai letto qualcosa di suo?

Qual è l’eredità principale che ha lasciato Izzo?

Che tipo di contributo ha dato, nell’ambito della narrativa europea e mondiale, la trilogia marsigliese che ha per protagonista Fabio Montale?

Avete mai avuto modo di visitare Marsiglia? Che ricordo ne conservate?

E quale città (diversa da quella dove siete nati) eleggereste a vostra “città elettiva”? E per quale ragione?

Vorrei approfittarne anche per invitare Luigi Bernardi a raccontarci del progetto editoriale Perdisa Pop (e delle varie collane che dirige).

Di seguito, la recensione firmata da Gordiano Lupi e l’articolo che Sandra Petrignani ha pubblicato sul quotidiano L’Unità.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, LETTERATURA DEI LUOGHI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   131 commenti »

giovedì, 7 gennaio 2010

YOANI SÁNCHEZ e UNA TERRIBILE EREDITÁ

Rimetto in primo piano questo post dedicato alla blogger cubana Yoani Sánchez e – contestualmente – ne approfitto per presentare il nuovo romanzo di Gordiano Lupi (che è anche il traduttore del volume “Cuba libre” della Sánchez): “Una terribile eredità” (Perdisa Pop, 2009, p. 128, € 12).
Mi piacerebbe che Gordiano ci aggiornasse sulle condizioni di Yoani e che ci raccontasse qualcosa su questo suo nuovo libro (molti di voi ne avranno già sentito parlare… magari l’avranno anche letto). Anticipo che si tratta un romanzo a metà strada fra horror e reportage, che attinge a Cuba, ma anche alle inquietudini più profonde della natura umana.
La storia nasce nel cuore della guerra in Angola: i soldati cubani sono costretti a vivere un tormento assurdo e privo di logica, nel cuore di un’Africa selvaggia, tra mangiatori di scimmie, ritualità macabre e violenza efferata. Tra quei soldati c’è il protagonista del libro: un cittadino comune che si ritrova immerso in un incubo, mentre la moglie incinta lo aspetta a casa… all’Avana… insieme a un destino di follia. Un incubo che dura cinque anni, il suo (che tocca perfino l’esperienza del cannibalismo), e che si trasforma in un rinnovato incubo allorquando l’uomo torna a casa: la spersonalizzazione causata dalla guerra e le tragedie vissute, sommate alla crudeltà del regime, faranno di lui un disumano assassino.
Rimasto vedovo, l’uomo brancolerà tra le strade povere dell’Avana per dare la caccia alle vittime innocenti della sua mente devastata; eppure, paradossalmente, non verranno meno la sua sensibilità di base, l’amore per il figlio, il senso di colpa.
Una storia che si alterna tra macabro, follia, amore e morte in una terra che resta ancora da scoprire.

Questo libro di Gordiano offre vari spunti di riflessione. Uno di questi è quello della fragilità dell’uomo resa “estrema” di fronte alla guerra.
Per favorire un possibile dibattito, ho pensato di proporvi la seguente domanda: le devastazioni della guerra – a vostro avviso – agiscono più a livello collettivo o più a livello individuale? E con quali conseguenze?

Ne approfitto per evidenziare che “Una terribile eredità” è edito dalla piccola, ma prestigiosa, casa editrice Perdisa Pop nell’ambito della collana Walkie Talkie diretta da Luigi Bernardi. Il volume sarà presentato a ROMA, venerdì 15 gennaio 2010 – ore 16,30 – presso la SALA DEL CARROCCIO – CAMPIDOGLIO. Con Gordiano Lupi ci sarà Giovanni De Ficchy.

Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.
Segue il post originario dedicato a Yoani Sánchez.
Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 9 febbraio 2009

FEMMINA DE LUXE di Elisabetta Bucciarelli

Sul fatto che l’ispettore Maria Dolores Vergani fosse un personaggio seriale non avevamo alcun dubbio. Ci fornisce, tuttavia, ulteriore conferma l’uscita del nuovo romanzo di Elisabetta Bucciarelli con protagonista l’ispettrice di polizia più famosa d’Italia: dopo Happy hour e Dalla parte del torto il terzo capitolo della saga Vergani raggiunge le librerie sulle vele letterarie di PerdisaPop (e all’interno della collana Babele Suite diretta da Luigi Bernardi). Il titolo è: Femmina De Luxe (trovate approfondimenti qui). L’ambientazione ci fa riscoprire una Milano avvolta nel futile mito dell’opulenza e dell’apparire a tutti i costi. C’è un cadavere su cui indagare, e un pazzo che compie atti vandalici in serie imbrattando di sterco le cabine telefoniche. E ci sono personaggi femminili che escono dalla penna della Bucciarelli per offrirci un panorama inquietante, ma reale (o quantomeno realistico). Quello di una società che mira all’esteriore, all’edonismo, al perseguimento di modelli estetici esasperati, alla creazione di femmine de luxe (leggiamo nella nota: donne che vogliono essere perfette come oggetti da esibire, femmine di lusso per uomini tormentati dall’idolo della perfezione estetica).
Un romanzo breve, una storia guizzante narrata con scrittura sincopata e asciutta.
Avevo definito Elisabetta Bucciarelli come la regina del noir milanese. Credo che questo nuovo libro le potrà garantire la conservazione del titolo.

Vi invito a discutere di questo romanzo insieme all’autrice. Ci aiuterà a moderare il dibattito Mariano Sabatini, che ha intervistato la Bucciarelli per “Affari italiani” (potete leggere l’intervista di seguito).

Ne approfitto, inoltre, per porvi alcune delle mie solite domande…

Ritenete che, nell’ultimo decennio, ci sia stato un incremento o un decremento dell’ossessione alla ricerca della perfezione estetica?
Al di là dei luoghi comuni… ritenete che questa sorta di ossessione sia più forte nel Nord o nel Sud del paese?
È più a carico delle metropoli o delle periferie?
E perché?

Ne discutiamo insieme all’autrice di questo libro.

Massimo Maugeri
(continua…)

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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