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mercoledì, 4 ottobre 2006

VUOI PUBBLICARE? C’È LULU, BABY!!!

Cari amici aspiranti scrittori,

tenete in caldo le vostre penne. Pare, infatti, che sia giunta anche dalle nostre parti la “panacea” per tutti coloro che hanno realizzato un’opera letteraria ma non riescono a pubblicarla.

Mi riferisco a Lulu. Non sapete cos’è? Ve lo dico io. Si tratta di una nota società open-source che dà la possibilità, a chi lo desidera, di pubblicare anche (ma non solo) romanzi, saggi e raccolte di poesie.

Funziona così: ci si registra on-line, si definiscono titolo, edizione, formato, autore, copertina e prezzo. E poi si carica il testo.

Si occuperà Lulu di mettere in vendita (in tutta Europa e non solo in formato cartaceo) il vostro “sudato” prodotto letterario. Ma la novità vera è che Lulu, a quanto pare, stamperà solo gli esemplari richiesti, eliminando così – all’origine – il rischio derivante dalle cosiddette rese di magazzino. Si chiama print-on-demand (stampa-su-richiesta).

Pare che Lulu sia il fornitore di libri print-on-demand con la maggiore crescita al mondo, con circa 55.000 titoli disponibili e oltre 1.500 nuovi titoli presentati ogni settimana.

Per approfondimenti vi consiglio di leggere l’interessante articolo di Riccardo Bagnato pubblicato su Repubblica del 3 ottobre (cliccate qui, please).

Mi domando… che sia la vera, definitiva, rivoluzione dell’editoria?

È solo una novità destinata a sfumare nel classico “flop”?

Voi cosa ne pensate?


Scritto mercoledì, 4 ottobre 2006 alle 19:52 nella categoria PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

60 commenti a “VUOI PUBBLICARE? C’È LULU, BABY!!!”

Ciao Max, ma dove le peschi ’ste notizie?
Quasi quasi tiro fuori dal cassetto il mio vecchio manoscritto (ne ho uno pure io, che ti credi?!)

Postato mercoledì, 4 ottobre 2006 alle 23:14 da Elektra


Se veramente funziona e si espande prevedo un esercito di editor, promoter, creativi et similia a spasso. Ma solo se funziona davvero…

Postato mercoledì, 4 ottobre 2006 alle 23:21 da gcanc


Ciao Elektra,
ciao Giulio.
E’ bello ritrovarvi!
Se ci avete fatto caso ho inserito il post nella rubrica “Perplessità”.
Non lo so… mi viene da pensare: ma se già si vende con estrema difficoltà in libreria (luogo classico deputato allo “smercio” dei libri) come si può sperare di vendere in un mare magnum come potrebbe essere quello di Lulu? Certo, d’altro canto il rischio economico è molto basso. Ma ripeto… chi è che acquisterà considerando, poi, che non c’è un controllo “alla fonte” (per esempio l’editing) capace di garantire un minimo di qualità? Comunque è interessante seguire gli sviluppi del fenomeno, soprattutto da parte degli addetti ai lavori (non è del tutto escluso che possano verificarsi degli exploit, così come è avvenuto per certi video musicali prodotti in casa e poi pubblicati su “youtube”)

Postato giovedì, 5 ottobre 2006 alle 00:38 da Massimo Maugeri


Non so, credo comunque che l’iniziativa debba fare riflettere.

Postato giovedì, 5 ottobre 2006 alle 10:32 da MariaGiovanna


propendo per l’ipotesi flop.

Postato giovedì, 5 ottobre 2006 alle 12:27 da Atzeco


Sono d’accordo con gcanc.
E aggiungo che questa novità potrebbe decretare la “morte” degli editori a pagamento, quelli cioè che pubblicano con contributo a carico dell’autore.

Postato giovedì, 5 ottobre 2006 alle 19:21 da Spartacus


Qualche tempo fa ne avevo sentito parlare e mi ero informato meglio.. bhè credo che in linea di massima l’idea sia alquanto buona, l’autore è anche editore, il libro ha i suoi codici a barre ed ISBN ma alla fine..reputo a mio modesto avviso (e magari sbaglio) che la qualità non sia delle migliori e soprattutto in che modo l’opera magari meritoria, avrà una discreta diffusione? Potrebbe rivelarsi un flop!

Postato venerdì, 6 ottobre 2006 alle 14:46 da Gero


A parte gli scherzi…
conoscete qualcuno che si sia servito di Lulu? Mi piacerebbe conoscere esperienze dirette (ho il manoscritto che freme!!!)

Postato sabato, 7 ottobre 2006 alle 09:27 da Elektra


Io sto aspettando qualche risposta da editori tradizionali, ma se nessuno mi darà retta ci potrei provare, dato che è gratis. Cosa ho da perdere?

Postato sabato, 7 ottobre 2006 alle 09:31 da gcanc


Non so come tu abbia fatto a trovarmi ma in ogni caso ne sono lieta.
Vivo a Siracusa.
Ho scritto un romanzo che da circa un anno tento di far pubblicare da un editore che non si limiti solo a “fare” un libro ma anche a distribuirlo.
Difficile quanto un terno al lotto.
Pensa che Gabriella Sobrino – ex segretaria del Viareggio Repaci, ora giurata – ne è rimasta totalmente affascinata ma è stata anche molto esplicita: cara Marilù – mi ha detto – ormai gli editori importanti pubblicano solo i giornalisti. Sono conosciuti perchè lavorano presso i grandi gruppi editoriali, si fanno recensire il libro dai colleghi e sono una garanzia di successo e di vendita.
E il caso di Roberto Alaimo ne è un esempio palese. Per carità, niente da eccepire sulle sue qualità letterarie, ma certamente la sua professione e la sua visibilità lo hanno avvantaggiato rispetto a uno sconosciuto.
Voglio tentare con Lulu… hai visto mai che succede il miracolo.

Postato domenica, 8 ottobre 2006 alle 20:35 da Marilù


Cara Marilù,
intanto grazie mille per aver inviato un commento.
Hai ragione, riuscire a pubblicare un proprio lavoro è “difficile quanto un terno al lotto”.
Dici anche che “ormai gli editori importanti pubblicano solo i giornalisti”. Non lo so. Di certo un personaggio pubblico ha più possibilità di un carneade, questo sì. Però ti domando… perché cominciare per forza con un grande editore? Io ho pubblicato con un piccolo editore e sono molto felice di averlo fatto. L’importante è che chi ti pubblica sia un’editore serio e che pubblichi libri di qualità.
Per quanto riguarda Roberto Alajmo (immagino che tu lo citi perché l’ho coinvolto in un post di questo blog) posso dirti che secondo me ha delle altissime qualità letterarie e, soprattutto, ha una sua originalità. E non credo che la sua visibilità e la sua professione l’abbiano agevolato più di tanto, sai?
Un saluto.

Postato domenica, 8 ottobre 2006 alle 22:38 da Massimo Maugeri


non mi convince tutta questa mole di dati su internet, c’è sempre più materiale, forse troppo….insomma ancora penso sia meglio la libreria.
massimo maugeri

Postato lunedì, 9 ottobre 2006 alle 10:14 da massimo maugeri


Non trovo così nuova questa presunta novità. Esiste il circo mediatico maggiore dove si esibiscono le case editrici grandi e quelle piccole ma a loro modo di alta visibilità (una su tutte quella “stampa alternativa” che pubblica Goliarda Sapienza e ha poco da invidiare al grande editore che pubblica la Goliarda carceraria).
Poi ci sono le pubblicazioni invisibili, a pagamento o non a pagamento. Poi da tempo ci sono le poche copie per le occasioni (matrimoni, lauree) e per i pochi amici. Ricordo quando Roversi, nel lontanissimo 1969, addirittura ciclostilò “le descrizioni in atto” e le inviò gratis a chiunque ne fece richiesta. Che novità è questo nuovo modo di dare a pochi su loro richiesta quanto hai scritto? L’unica novità che vedo è il circuito telematico internet. Novità non da poco che tuttavia non cambia la sostanza. Si tratta di distribuire a pochi un prodotto del proprio ingegno dando per persa la sfida con le librerie, le recensioni, il circo letterario maggiore e la “gloria” ordinaria e normale. Si può fare. Io preferisco mandare in posta elettronica quello che scrivo a chi decido io di colpire. Ma siamo in ogni caso in un altrove rispetto alla norma. Extra vagando…
Ovviamente è buono, giusto, equo e salutare essere altrove e stravagare. Ma trovo poco di nuovo nella novità, e non ho nessuna ansia sul suo esito finale. Non sarà un flop, se non ci si attenderà di diventare Tomasi di Lampedusa ovvero Goliarda Sapienza. Il flop c’è solo per chi se lo va a cercare. Per tutti gli altri c’è un altro canale per rimanere allegri e sereni sconosciuti, ovviamente privi di diritti. D’autore, e d’altro genere ancora…
Mariano G.

Postato lunedì, 9 ottobre 2006 alle 12:36 da mariano guzzini


Da qualche giorno sapevo di Lulu, ma diffido che riuscirà a scalzare il potere della Editoria.
La suddetta ha armi troppo sofisticate e sarebbe capace di neutralizzare la novità.
Vuoi mettere,poi,il ritorno di immagine di un romanzo edizioni Mursia o Feltrinelli con uno pubblicato Lulu..

Postato lunedì, 9 ottobre 2006 alle 18:19 da Marzia


Ne approfitto subito per salutare Massimo Maugeri… il mio omonimo genovese (grazie per esser passato da queste parti). Sono d’accordo con te… meglio la libreria (almeno per ora, poi… vedremo). E ha ragione Mariano quando dice “l’unica novità che vedo è il circuito telematico internet”. Saluto Marzia (non c’è dubbio, meglio Mursia e Feltrinelli). Aggiungo solo (anzi ribadisco)… e se accadesse – probabilità molto bassa – qualcosa di simile a ciò che è accaduto per alcuni video pubblicati su “youtube”?

Postato lunedì, 9 ottobre 2006 alle 23:36 da Massimo Maugeri


Io sono un pubblicatore folle del sito Lulu e devo dire di essere abbastanza contento.
Sono invece abbastanza schifato dai commenti che leggo su questo blog di fighetti. Una scrive che pubblicare con Mursia o Feltrinelli dà un ritorno di immagine diverso (se volevo immagine andavo in tv), quell’altro che parla di bellezza di una libreria (non vado in libreria perché è bella o perché avverto l’impellente necessità di odorare un libro prima dell’acquisto: non è il detersivo).

Io voglio che nessuno faccia del male al mio lavoro, ma di qualcosa devo anche campare e dunque dico che se volete comprarlo andate al link http://www.lulu.com/content/453727...
in fondo non costa molto.
Saluti

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 17:24 da Giancarlo Cobino


Caro Giancarlo Cobino,
dal punto di vista del marketing non credo sia strategicamente efficace chiedere l’opinione (l’ha fatto poco fa via e-mail), su un proprio lavoro, a qualcuno che ha appena (e pubblicamente, nonché “in casa d’altri”) additato come il creatore di un “blog di fighetti” e dopo aver usato il termine “schifato” in riferimento ai commenti liberamente lasciati dagli altri visitatori (commenti rilasciati senza peraltro offendere nessuno).
Comunque le faccio i migliori auguri per il suo libro. E, se potrò, leggerò il file pdf (contenente il suo testo) che mi ha inviato in allegato e – sempre se potrò – la metterò al corrente del mio (credo comunque poco utile) parere.

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:14 da Massimo Maugeri


scusate la perentorietà del modo in cui mi esprimo, ma è quello che credo: sono specchietti per le allodole!

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:29 da Elio


ho semplicemente chiesto l’opinione perché avrei voluta conoscerla.
Sul fatto di creare un circolo da fighetti confermo quanto scritto sopra.
Piuttosto se voleva far sapere che c’è gente che le chiede pareri poteva anche farlo senza pubblicare lettere private. qualcuno avrebbe scritto “Perché c’è gente che ci scrive e noi non rispondiamo”.
In bocca a lupo a lei e tutti quelli che la consideraranno un grande scrittore. Lunga vita ai grandi scrittori.
Cordiali Saluti.

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:30 da Giancarlo Cobino


intendo dire che fanno parte dell’immensa fabbrica d’illusioni che sta diventando la comunicazione mediatica. Mi sovviene, in parallelo, dell’ormai lontano 1998, quando per la prima volta udii il rumore di un modem: mi sembrò di viaggiare nell’iperspazio, alla velocità dell’ultrasuono, superando ogni barriera possibile e immaginabile! Ricordo l’emozione e il timore quasi sacro che mi colse quando entrai nel sito dell’Università che ho frequentato, con la stessa trepidazione di chi si sta infiltrando di soppiatto in un ambiente lontano e quasi impossibile da raggiungere stando seduti comodamente davanti alla propria scrivania. La pubblicità, allora, lasciava chiaramente intendere che entrare in rete era quasi come volare virtualmente: ci si esprimeva allora in termini come “entrare virtualmente ” in ogni posto: Università, musei, chiese, biblioteche e quant’altro si potesse sperare di raggiungere ancora più velocemente che con l’aereo. Si parlava inoltre di “ambiente”, “luogo” virtuale, per cui i poveri sciocchi come il sottoscritto credevano davvero di compiere quasi un viaggio astrale. Poi, col tempo, ho imparato che quelle pagine animate e magiche si potevano costruire da qualunque punto del pianeta conoscendo l’HTML e altri linguaggi di marcatura e programmazione di ipertesti. Così ho scoperto l’inganno. L’editoria on demand e per giunta virtuale fa lo stesso: aiuta, ancor più di quanto non faccia quella cartacea, ad alimentare l’illusione che pubblicare sia facile e che facile ancor più sia arrivare al successo. E invece si giace fra i megabytes di qualche remoto e polveroso computer, non letti da nessuno, a patto che si sia degni di essere letti.Intanto l’affare è fatto: i soldi sono stati sborsati e..chi s’è visto ds’è visto!

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:40 da Elio


bisognerebbe incrementare l’amore per la lettura, perchè solo chi legge può raffinare il proprio modo di scrivere!

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:42 da Elio


Elio,

Lulu propone la pubblicazione a costo zero.

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 18:59 da Giancarlo cobino


“Piuttosto se voleva far sapere che c’è gente che le chiede pareri poteva anche farlo senza pubblicare lettere private.”
Giancarlo… facciamo il punto della situazione:
1) lei mi manda una e-mail, con il link a Lulu, con la quale mi chiedi un parere;
2) io le rispondo ringraziandola e la invito a partecipare al blog e a raccontare la sua esperienza. La invito anche ad aggiungere il link per l’acquisto del suo libro e a spendere due parole per promuoverlo (“magari”, le ho scritto, “riesce anche a trovare nuovi acquirenti”).
3) Mi collego al blog e mi accorgo che lei, ancor prima della mia risposta, aveva già scritto ciò che sappiamo.
Vede, è il terzo passaggio che a noi fighetti fa un po’ incaz… (ooops)inalberare.
Punto.
Ora vediamo di superare l’empasse, ok?
Ci racconti, se lo crede, di cosa parla il suo libro. Ci accenni un po’ alla storia. Ci faccia capire perché dovrebbe essere interessante. Quando ho creato questo spazio avevo in testa di dar vita (nei limiti del possibile, si capisce) a un open-blog.
A lei la parola, dunque.
Per quanto concerne Lulu, devo dire che, un paio d’ore fa ho appreso – con sorpresa – che un mio amico ha utilizzato proprio il canale Lulu per dare alla luce il suo primo libro (peraltro buono… l’avevo letto prima). Siccome l’argomento mi interessa approfondirlo penso che ritornerò (e ritornemremo) a parlarne ancora.

P.S. Ne approfitto per salutare Elio e ringraziarlo per i suoi contributi.

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 22:56 da Massimo Maugeri


Sono io che ringrazio te , Massimo, per la tua amicizia.
All’amico Cobino rispondo che, costi o non costi, il punto che volevo sottolineare è che secondo me la facilità di questo tipo di pubblicazione tende a illudere le persone, e chi s’illude, poi resta deluso. Tutto qua.Senza escludere che ci siano lavori di qualità, perchè chi si fa illudere è di solito in buona fede, e quindi moralmente dalla parte dei “buoni”.L’illusione consiste nel fatto che si pensa di poter avere più lettori, ma io credo che non sia così, visto che chi legge seriamente di solito utilizza libri di carta, i quali , secondo me, sono da difendere, sempre e comunque. Il mio discorso prende spunto dalla sua vicenda, ma non intende appuntarsi su di lei o tantomeno giudicare ad personam il suo lavoro. Auguri

Postato martedì, 10 ottobre 2006 alle 23:10 da Elio


Superiamo l’impasse, se così si può definire. Non credo tuttavia di dover spendere parole sul mio libro, o meglio non credo di doverlo fare oltre quello che ho già fatto sul sito lulu.com. E’ chiaro che ognuno sa vendersi a modo suo ed è chiaro che io non devo saperlo fare troppo bene, ma oltre questo mio limite il mio darvi del fighetto era dato dal fatto che spesso non si vuole – e sottolineo vuole – vedere oltre il proprio naso. Lulu.com è un’alternativa e come tutte le alternative ha dei limiti (Caro amico Elio non il limite che dici tu: lulu.com se vuoi ti manda a casa un libro stampato, un libro da scaffale di libreria per intenderci). I limiti sono, a mio modesto avviso, dati da:
1. Nessun controllo editoriale. Io posso scrivere putt… ops, castronerie immonde e LULU mi pubblica.
2. Scarsa attitudine degli italiani a comprare su Internet (oh mio dio cosa succederà mai).
3. Atteggiamento da fighetti di alcuni (non è un’offesa per me, soltanto una constazione) nel voler attuare alcuni comportamenti che io – educatamente – definisco puerili, ossia quello di dover odorare i libri prima dell’acquisto, oppure di voler verificare la consistenza della carta, etc etc. Ovviamente esagero, ma forse non troppo.

Alla luce di queste mie personali conclusioni posso dire che ho deciso di sperimentare la via di lulu perché credo che questo sia il futuro, al di là di ogni possibile convinzione che sia l’ennesimo specchio delle allodole. Voglio dire, può anche darsi che lo sia, ma siamo proprio convinti che la distribuzione di questo tipo non sia il futuro? Pensiamoci bene: nessuna rimanenza di magazzino, nessun rischio dunque, un unico magazzino dove scegliere qualsiasi cosa, un’anteprima che nella maggior parte dei casi dà un’idea circa la bontà del libro, e tanto altro. Basta scoprire.

Riguardo il mio libro il link lo avete. Se volete potete scaricarlo, acquistarlo (e vi arriverà a casa come carta stampata) oppure per tutti colore che me lo richiederanno a giancarlo.cobino@ftcons.com invierò le prime 50 pagine (un terzo di libro): se vi piace lo comprate altrimenti liberi di dire basta e passare oltre.

Io mi chiedo: qual’è il futuro? un sito che propone di rendere il libro accessibile a tutti oppure gli editori che – giustamente essendo enti commerciali – pubblicano quasi esclusivamente libri di calciatori, veline, giornalisti (ma solo se con un piede nella fossa e che sono nati il 29 febbraio). Io non lo so, ma nel dubbio vorrei tentare questa strada.

Postato mercoledì, 11 ottobre 2006 alle 17:20 da Giancarlo Cobino


Può darsi che Cobino abbia usato termini irritanti per qualcuno – invece di fighetti poteva usare il più classico snob, ma il risultato sarebbe stato lo stesso – eppure credo che non abbia torto. A fronte delle difficoltà di farsi pubblicare, perché non tentare anche questa strada? E’ gratis, non si ha niente da perdere, non è molto diverso dall’entrare in una di quelle librerie sempre più simili a supermercati della carta e dei dischi, dove quasi mai trovi personale sufficientemente competente da consigliarti un volume piuttosto che un altro. Poi, per i “fetiscisti” della carta non ci sono problemi, visto che Lulu stampa. Qual è il problema? Secondo voi gli editori tradizionali promuovono tutti i libri che pubblicano? Assistono tutti gli autori? Organizzano presentazioni in ogni Feltrinelli/Fnac d’Italia per tutti? E allora ognuno si arrangia come può.

Postato mercoledì, 11 ottobre 2006 alle 17:47 da gcanc


Ehi Giulio, bentornato!
Credo che la tua posizione sia molto equilibrata (e comunque mi pare che ti eri già espresso in tal senso nel tuo primo commento a questo post).
Così come (superata l’impasse) trovo molto interessante quanto scritto da Giancarlo. Mi è piaciuta l’elencazione chiara e stringata dei pro e dei contro (sulla quale invito anche il buon Elio a esprimere il parere… magari ci confrontiamo in seguito). Io avrei qualche altra cosa da aggiungere. E lo farò quando rientrerò in sede (credo domenica). Scusatemi ma devo ancora fare le valigie e domani partirò presto.
Voi, se lo credete, continuate a dialogare e (se vi va) esponete la vostra opinione sul post “Romanzi o racconti?”.
Un saluto a tutti.

Postato mercoledì, 11 ottobre 2006 alle 23:34 da Massimo Maugeri


D’accordo, il senso della frustrazione è palpabile in tutti quelli come l’egregio signor Cobino, forse avrà ricevuto un quintale di lettere di rifiuto dalle case editrici serie e confidando giustamente nella bontà della sua opera ha giustamente pensato di rivolgersi a lulu. Magari diventa pure un best seller telematico e poi le grandi e serie faranno a gara per ripubblicarlo con tanto di marchio e distribuzione nazionale. Mah… Per quanto riguarda l’odore della carta, la consistenza del libro, l’atmosfera delle librerie, beh, provate a togliere tutto questo a un lettore vero…

Postato giovedì, 12 ottobre 2006 alle 19:47 da Pulsatilla


Mi dispiace smentire alcune conclusioni, date probabilmente da procedimenti logici affrettati.
Vorrei farlo in maniera concisa, poiché altre mirabolanti esperienze aspettano di essere scritte: vediamo se mi riesce.

1. Vi farà dispiacere sapere che non ho inviato il mio lavoro a nessun editore, ma soltanto ad un gruppo di lettura incrociata – peraltro gratuito – che trovate al link http://www.danaelibri.it/rifugio/letturaincrociata/
2. Lulu (e non vorrei doverlo ripetere ancora perché, ci crediate o meno, ho anche io come altri scrittori delle incombenze: bella vita, belle donne, belle auto… ok, fine cavolate!), anche Lulu, dicevo, stampa il libro, dove stampare vuol dire che la carta da 80g/metro quadro passa attraverso un modulo termico e quindi viene posta a raffredddare, fin quando non giunge esausta tra le grinfie del tagliacarte che ne farà un’idea di libro. A questo punto arriva la copertina, la quale avrà subito la stessa terribile sorte della carta e formerà con essa un corpo unico, uniti finalmente per la vita in quella che sarà un atto d’amore nelle vostre mani. Per coloro che adorano la sintesi posso dire che LULU.com vi manda a casa un libro se lo desiderate ed in taluni casi per un prezzo anche inferiore!
3. De gustibus non (nel caso specifico) spuntandum est. Ho letto ottimi libri su pc e pessimi libri su carta, senza che il contatto epidermico/cartaceo mi donasse alcun gaudio.

Sentite le parti e dimostrato il teorema di cui al post precedente, ne viene un corollario: non sono un lettore vero.

Postato venerdì, 13 ottobre 2006 alle 13:09 da Giancarlo Cobino


piuttosto gentile Cobino, ha avuto modo di leggere il romanzo IDENTITA’ DISTORTE di Maugeri? Glielo consiglio, è un’ottima lettura. grazie

Postato venerdì, 13 ottobre 2006 alle 23:30 da Pulsatilla


ringrazio Giancarlo Cobino per avermi delucidato su particolari dell’editoria digitale che non conoscevo bene. Se questo sarà o no il futuro dell’editoria chi può dirlo? a volte le cose prendono strade impreviste, quindi solo dopo che si sarà verificata l’eventuale svolta potremo dire se quello che oggi è un fenomeno parallelo potrà essere l’unico mezzo di diffusione della cultura.
In ogni caso i media hanno un potere psicagogico spiccatissimo, e se tutti i prodotti dell’ingegno umano dovessero finire fra i pixel luminosi di uno schermo cambierebbe inevitabilmente il nostro atteggiamento verso la letteratura, e di conseguenza la letteratura stessa. Come cambierebbe? Passo a voi la domanda. Poi risponderò io, se rispondere ora è possibile. Tuttavia abbiamo il dovere morale d’interrogarci su questo. Saluti a tutti.

Postato sabato, 14 ottobre 2006 alle 00:17 da Elio


Di pubblicità credo che Maugeri non ne abbia bisogno: può farla benissimo da solo oppure attraverso l’editore. Ed inoltre non vedo l’attinenza con l’argomento trattato. E’ come se parliamo di chi ci piace di più tra Pink Floyd e Genesis e tu mi chiedi se ho comprato il biglietto per il concerto di Peter Gabriel, peraltro consigliandomelo spassionatamente. E’ evidente a chiunque che non ha senso alcuno.

A parte questo i lettori veri credo si stiano vedendo in tutta la loro evidente classe. Giorni fa ho proposto di dare le prime cinquanta pagine del mio lavoro in visione gratuita. Credo sia un ottimo sistema per avvicinare i lettori alla latteratura, per quanto eventualmente di scarso valore essa possa essere. Risposte? Zero, niente, nil, rien, niet! insomma, il nulla assoluto. Allora mi chiedo, e chiaramente lo chiedo anche a voialtri, se davvero il pubblico vuole leggere qualcosa di nuovo o se piuttosto desidera che sia qualcun altro a dire loro cosa devono leggere e magari anche in quale parte della giornata, se prima o dopo i pasti, se prima o dopo la libreria, se prima o dopo la prova olfattivo cartacea. Forse stiamo tutti sbagliando qualcosa, forse se l’editoria in italia è allo sfascio è anche per questi motivi, perché non si vuole dare fiducia a nessuno, perché si leggono i romanzi solo se scritti da giornalisti morenti o comici che prima del libro sono anche passati da sanremo con una splendda canzone dal titolo Minchia signor tenente (siamo sicuri che se lo stesso romanzo lo avesse proposto un perfetto sconosciuto avrebbe avuto lo stesso successo? per inciso due: non sto dicendo che è un pessimo libro, tutt’altro). Io dico: dobbiamo avere fiducia e liberarci una volta per tutte di preconcetti che non ci portano da nessuna parte. Se Lulu riesce nello scopo è da ammirare. Per il resto non saprei.
Saluti
Giancarlo Cobino

Postato sabato, 14 ottobre 2006 alle 14:25 da Giancarlo Cobino


Elio prego. Spero di aver chiarito molti dei punti oscuri.
Giancarlo Cobino

Postato sabato, 14 ottobre 2006 alle 18:02 da Giancarlo Cobino


bene Cobino, intenda come vuole i miei consigli di lettura peraltro appassionati perchè, credo, validi. Per quanto riguarda il suo lavoro sarei davvero lieta di poterlo leggere, lo invii a questo indirizzo: pulsatilla.r@alice.it! Mi riprometto di darle un parere naturalmente in forma strettamente privata e senza utilizzare il blog. Attendo

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 12:31 da pulsatilla


Carissima Pulsatilla (di cui gradirei ovviamente conoscere il nome, visto che non parlo con sconosciuti).
Il libro lo invio volentieri, ma resta inteso che sono le prime 50 pagine. Visto che vorrei campare pure io il resto può comprarlo dove ho scritto. Credo sia una buona proposta e non so quanti scrittori lo facciano.
Saluti
Giancarlo

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 12:37 da Giancarlo Cobino


Rieccomi!!!
Ultime considerazioni riguardanti Lulu… dal mio opinabile punto di vista, s’intende.
Come elemento positivo vorrei sottolineare il fatto che Lulu potrebbe decretare la morte dei cosiddetti pseudo-editori (che non sono nulla più che tipografi travestiti) che pubblicano libri con spese a carico dell’autore illudendolo con promesse che poi non manterranno (ad es., distribuzione nelle librerie che non avverrà mai). Che ben venga Lulu, in tal senso!!!
Il rischio principale per chi pubblica (si è sottolineato che la pubblicazione è a costo zero e c’è la possibilità di avere tra le mani anche un prodotto cartaceo) è dovuto, non tanto al fatto che la gente è recalcitrante ad acquistare via Internet (falso… sono molti gli acquirenti che utilizzano per i loro acquisti portali come ibs e bol, tanto per fare due esempi), quanto al fatto che i lavori buoni rischiano (o possono rischiare di perdersi) nel mare magnum delle schifezze (giacché Lulu pubblica di tutto e a chiunque ne faccia richiesta). Peraltro, gli stessi lavori buoni potrebbero risentire della mancanza di un attento editing. L’iniziativa lodevole della lettura incrociata, proposta dal rifugio degli esordienti – che conoscevo già – è valida nella misura in cui il testo viene filtrato da una lettura multipla al fine di proporlo a un editore nel migliore “possibile” dei modi. Ciò non toglie che un testo (attenzione!!! Il discorso vale anche per i testi dei grandi scrittori) necessiterà comunque di una ri-sistemazione da parte di editor e correttori di bozze (figure di professionisti – queste – a mio modo di vedere indispensabili). Semmai ciò che potrebbe ipotizzarsi a tutela del lettore che decide di acquistare utilizzando il canale Lulu è una sorta di “certificazione esterna” da parte di un’agenzia letteraria (dunque professionisti) attestante che il testo è stato sottoposto a un editing attento e professionale.
Ultima considerazione. Secondo me chi pubblica con Lulu dovrebbe chiedere, inizialmente, il supporto ad amici e parenti. Potrebbe acquistare una cinquantina di copie in cartaceo e poi organizzare una vera e propria presentazione. Non c’è nulla di male. E il discorso, peraltro, è valido anche per chi inizia, o ha iniziato, a pubblicare con un editore “ordinario”. All’inizio il supporto di amici e parenti è imprescindibile! Sono loro, poi, che – una volta letto il testo – potrebbero attivarsi per innescare il classico passaparola.
E poi lo scrittore Lulu potrebbe inviare un po’ di copie cartacee ad addetti lavori (copie cartacee, non in supporto informatico; perché leggere un testo lungo al computer – obiettivamente – affatica la vista e non tutti sono disponibili a farlo).
Fra gli autori-Lulu, poi, potrebbe attivarsi una sorta di reciproca “assistenza”, magari acquistandosi i testi reciprocamente e creando una sorta di comunità virtuale (con l’intento sempre di creare il passaparola). A questo punto, però, bisognerà fare i conti con l’egoismo tipico di chi scrive (ricordo, a proposito di chi scrive, che il critico Goffredo Fofi distingue con pungente arguzia gli “scrittori” dagli “scriventi”). Sono convinto, in effetti, che la maggior parte di coloro che pubblicano con Lulu (il discorso, naturalmente, è estendibile a livello generale) sono pronti a frignare e a lasciarsi andare in improperi se nessuno acquista i propri libri, dimenticandosi – però – che proprio loro sono i primi a non prendere in considerazione (e ad acquistare) i libri dei loro “colleghi”. Mi piacerebbe sapere, per esempio, e a livello di curiosità, quanti libri Lulu ha finora acquistato il nostro amico Cobino.
Saluti a tutti.

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 13:14 da Massimo Maugeri


Intanto comincio con lo smentire delle imprecisioni, che – io credo, ma forse solo io – fanno male a tutti. In Italia si fanno pochi acquisti via internet, anche se lo paragiamo al paese in cui vivo: l’inghilterra. Poi, se non vi fidate leggete (e pregasi informare prima di proferire sentenze di falsità) le seguenti statistiche.

http://www.mondomatica.it/statistiche.htm

Inoltre basterebbe leggere i bilianci delle società tipo bol e ibs (fra l’altro di proprietà di editori normali) per rendersi conto di quanti acquisti facciano.

Sono d’accordo su alcuni punti sollevati da Massimo (e per favore datemi del tu, non ho cinquant’anni) e sono stato io stesso a sollevarli. Il problema serio tuttavia resta che in Italia si legge poco e male, si legge quello che la pubblicità ci dice, quello che i critici ci dicono, quello che la parrucchiera ci dice, senza dare spazio a nessun’altro. Senza mai rischiare, in ultima analisi. Siamo fermi da questo punto di vista e ci sentiamo tutti professori, che devono, perché si sentono in diritto, apporre un timbro all’opera, timbro che però sarà sempre la copia di un giudizio altrui. Sto esagerando, come spesso e volentieri mi capita di fare, ma credo che il mio pensiero sia già stato espresso.

Sul fatto di acquistare libri credo che si parli alla persona sbagliata. Non per vantarmi, ma possiedo una delle biblioteche private forse più grandi in Italia e non ho mai acquistato libri solo per il puro piacere di possederli, come qualcuno mi sembra faccia con risultati deprecabili. Libri Lulu ne ho comprati, alcuni buoni, altri pessimi, altri ancora li ho scaricati e devo dire che la cosa funziona. Se poi un lettore vero deve presentare il certificato dell’oculista e per questo giustificare il fatto che è sì un lettore vero, ma con certificazione (e non ISO 9001) e dunque ha bisogno della carta. Beh, che dire, qui siamo al parossismo. O ci diciamo le cose come stanno o non ha senso continuare. Io vi dico che – pur scrivendo volentieri su questo blog ed intrattenendomi con voi – sto avendo chiare alcune situazioni di cui tutta l’italia soffre. Servilismo, pecorismo, voglia di legarsi al vecchio tacciando le sperimentazioni di essere inconcludenti, tranne acclamarle tra cinquant’anni, quando tutti vi sono confluiti. Vi prego, non offendetevi, ma questo è ciò che penso e credo sia giusto dirlo senza ipocrisia. Se volete fare lo stesso ne uscirà una discussione interessante, altrimenti una serie di luoghi comuni.

Sul frignare non commento. Non sono certo io a farlo.

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 13:45 da Giancarlo Cobino


Caro Cobino (mi scusi, ma io preferisco dare del lei a tutti) credo che abbia ragione quando dice che in Italia si legge poco. Di conseguenza i libri non si vendono. Non si vendono su Lulu, così come non si vendono in libreria (un mio amico librario non fa altro che lamentarsi). E’ un dato di fatto. E ciò crea disagi a tutti i livelli. Tuttavia le dico che io non comprerei mai il libro di un autore, ad esempio regolarmente distribuito in libreria, che mi chiede esplicitamente di comprarlo e mi taccia di pecorismo e servilismo se mi sorprende nell’atto di acquistare, sempre a titolo di esempio, l’ultimo libro della Tamaro.
Giulio Spartani

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 14:12 da Spartacus


Non ho fatto un discorso di nomi Caro Spartani (per me lei può comprare chi vuole e non gliene faccio una colpa). E’ questo che mi lascia sempre più perplesso… parlare per proprie idee senza asoltare quelle degli altri. Vede, io sto esagerando, forse anche troppo, ma sto semplicemente facendo delle constatazioni. E ripeto ancora una volta la domanda, anzi le domande:
1. gli editori avrebbero accolto Io uccido se lo avesse inviato lei ad esempio?
2. avrebbe venduto tutte quelle copie se non fosse stato spinto così tanto dalla pubblicità e dai critici?

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 14:26 da Giancarlo Cobino


Ah, sul fatto che lei non acquista il mio libro non fa niente. Non sono solito fare piagnistei… scherzi a parte, ho di che vivere e per pubblicare non mi abbasso a scrivere fandonie accomodanti.
Saluti
Giancarlo Cobino

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 14:27 da Giancarlo Cobino


Un’altra puntualizzazione (mi vengono in mente a rate). Non ho mai chiesto esplicitamente di comprare il mio libro. Ho solo detto dov’era possibile comprarlo e la mia frase precisa era: “se volete comprarlo il link è…”. Se il mio italiano dunque non è peggiorato con la lontananza dal patrio suolo questa non è una richiesta esplicita di comprarlo. Faccia un po’ Lei.

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 15:05 da Giancarlo Cobino


Gentile Cobino, contrariamente a quanto mi ero ripromessa di fare, risponderò con una nota pubblica al suo romanzo gentilmente inviatomi in edizione parziale. Lo faccio perchè ritengo giusto riconoscerle un merito esemplare: il coraggio. E non solo. Trovo interessante la struttura narrativa, l’introduzione ai capitoletti è acuta, quasi geniale e utilizzo l’avverbio per non farle montare troppo la testa. Incalzante il ritmo, lo sperimentalismo si innesta bene sul significante. Mi pare che lei, appunto, giochi tutto su quest’ultimo trascurando, credo volutamente, quella che poi risulta essere l’effettiva storia. Fa bene, direi. Alla luce di quello che ha scritto la riabilito per tutto quello che ha detto in questo blog. Credo che lei a questo punto sia davvero un interlocutore valido. E non glielo dico per piaggeria o per accattivarmi le sue simpatie. Comprerò il suo libro semplicemente per un solo motivo. Anzi per due. Perchè quello che lei scrive come introduzione è verissimo e perchè trovo il suo stile degno di essere letto con attenzione. Con questo le faccio i miei migliori auguri e comunque non avrebbe fatto male a proporre il testo a un editore attento perchè quello che ha scritto ha un valore.

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 23:53 da Pulsatilla


vorrei fare una domanda a Maugeri: pensa in futuro di poter pubblicare qualcosa con Lulù, oppure, avendolo già fatto con un editore convezionale, continuerà a percorrere la stessa strada?

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 23:59 da Pulsatilla


Cara Pulsatilla,
intanto grazie mille per essere intervenuta. Rispondo alla sua domanda dicendole che non è detto che in futuro io pubblichi ancora qualcosa.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 00:41 da Massimo Maugeri


Grazie Pulsatilla. Fa sempre bene – inutile negarlo – sentirsi apprezzati.
Non so se lo proporrò davvero ad un editore convenzionale. Forse il mio atteggiamento è solo terrore del rifiuto, chi può dirlo. Forse ho preso troppe bastonate dal sistema Italia (non editoriale, ma lavorativo in genere) per crederci ancora, ma ripeto, non è detto che non lo faccia.

Grazie ancora
Giancarlo Cobino

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 10:42 da Giancarlo Cobino


Gentile Cobino, non ha mai pensato di tradurre il suo lavoro in inglese e proporlo a un editore d’oltremanica? Con certezza le posso dire che sono molto più attenti che in Italia. E poi non abbia timore, il suo lavoro è buono. E anche se dovesse arrivare qualche malaugurato rifiuto li lasci perdere, vuol dire che non l’hanno neppure letto. Non demorda caro Cobino, quando quello che si vuole dire è supportato dal talento deve essere solo bravo a insistere. E lei il talento ce l’ha.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 15:57 da pulsatilla


Gentile Maugeri, poteva risparmiarsi quel tipo di retorica… Dopo quest’ottimo esordio non si può più esimere dal proporci un nuovo lavoro, magari con l’augurio di vederlo diffuso per i tipi di qualche importante lobby editoriale italiana.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 15:59 da Pulsatilla


Caro Cobino,
sono lieto che la misteriosa Pulsatilla l’abbia riabilitata sulle pagine di questo blog.
Per la verità l’utilizzo del “quasi geniale”, con la precisazione che l’avverbio è utilizzato per non farle montare la testa, suona un po’ strano. Personalmente sarei piuttosto reticente ad attribuire l’aggettivo geniale persino a un Nobel per la letteratura.
D’altro canto, volendo essere cinici, potrebbe insorgere il dubbio che Pulsatilla sia amica sua. E volendo essere molto cinici potrebbe insorgere il dubbio che Pulsatilla sia un suo alter ego. E volendo essere spietatamente cinici potrebbe insorgere il dubbio che lei, Pulsatilla e lo stesso Maugeri vi siate messi d’accordo per promuovere il suo libro tentando di montare un caso che non esiste.
Naturalmente io non sono affatto cinico, dunque non penso nulla di quanto sopra scritto.
Saluti.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 16:53 da Spartacus


Caro Spartacus, ho smesso da tempo di cercare di convincere le persone, soprattutto quelle che vedono complotti ovunque. Io rispondo per me stesso. Gli altri, se vorranno, potranno farlo per loro conto. Un’idea del genere non ha mai sfiorato l’anticamera del mjio cervello. Vede, credo che sarebbe davvero da bastardi fare una cosa del genere, a volte anche solo pensarla (non se ne abbia a male). Comunque, ripeto: non voglio convincerla. Pensi ciò che più si avvicina al suo modo di essere e vivere la vita. Io penso al mio.

Intanto, mentre lei occupava la mente con queste cose, devo dire non ha risposto alle mie domande e non ha raccolto il mio invito di leggere il romanzo in anteprima. L’invito è sempre valido. Mi dica a quale mail mandarlo e lo mando così non sarà, ahinoi, costretto a basari sulle opinioni altrui (che lei pensa mia o addirittura di Maugeri… senza parole), ma potrà farlo guardando soltanto alla sua testolina.

Saluti da Cobino, Pulsitilla, Maugeri e pure Bill Gates nonché Roger Rabbit… ah ah ah

P.S.: Un’ultima cosa (che mi fa incazzare anche di più): lei prima lancia il sasso e poi nasconde la manina, che è tremenda se si confronta a quanto nobile sia accusare mettendoci la propria faccia ed i propri pensieri.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 17:29 da Giancarlo Cobino


invito Spartacus a leggere attentamente le prime quarantanove pagine del romanzo di Cobino. Dopo di ciò, se è un buon lettore e soprattutto se ha le antenne lunghe capirà che il “quasi geniale” ci sta tutto. E poi finiamola con la storia che certi aggettivi vanno riservati ai nobel e neanche. Quando una cosa vale bisogna dirlo così come se capita il contrario. Se non avessi ritenuto interessante il testo di Cobino non avrei avuto alcun problema a dare un giudizio negativo. Certo l’avrei fatto in maniera privata, con garbo, perchè chi scrive merita sempre e comunque rispetto. Caro Spartacus, le posso dire anche un’altra cosa: sa cosa distingue un italiano dal resto del mondo? La malafede più meschina. E spero che il buon Cobino trovi giovamento da questi miei elogi. grazie

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 18:19 da Pulsatilla


Per favore, per favore… invito tutti alla calma.
Facciamo così… a beneficio di coloro che hanno l’attitudine a essere cinici garantisco che ho conosciuto Giancarlo Cobino solo su queste pagine e non so chi sia Pulsatilla (che comunque ringrazio per i complimenti).
Detto questo sono lieto che Giancarlo abbia trovato un interlocutore valido in Pulsatilla (la quale ha liberamente espresso la sua opinione sul testo letto).
Però, davvero, smettiamola di perdere tempo in polemiche sterili! Ho bisogno dell’aiuto di tutti per mantenere attivo questo blog (io lo faccio per passione e perché ci credo… nessuno mi paga).
Vi invito dunque (tutti, compreso Giancarlo – da ora in poi ti do del tu, ok? -, Pulsatilla e anche Spartacus) a dire la loro sul post dedicato a Roberto Saviano. Credo sia molto importante.

P.S. Se Spartacus necessitasse di ulteriori chiarimenti è pregato di scrivermi una mail all’indirizzo riportato sopra.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 22:56 da Massimo Maugeri


Accolgo l’invito di Maugeri e faccio, come si dice, retromarcia.

Postato martedì, 17 ottobre 2006 alle 09:17 da Spartacus


Mi scuso per la risposta in ritardo a Pulsitilla.

Il mio inglese non è sufficientemente buono per tradurre il testo in inglese e proporlo ad editori inglesi, i quali – hai ragione – sono molto più attenti.
Magari lo chiederò a qualcuno che conosco, aiutandolo con l’italiano.
Grazie comunque del consiglio.

Postato mercoledì, 18 ottobre 2006 alle 08:51 da Giancarlo Cobino


Vista l’evoluzione, non mi sento di dire che Cobino non sia bravo a fare marketing, tuttaltro. Anche se non ho partecipato alla discussione, ma seguendo Pulsatilla, e se non dispiace al caro Cobino, sarei interessato alle quota di pagine in visione.

lelunerosse@libero.it

Postato giovedì, 19 ottobre 2006 alle 15:29 da Miky


Vorrei ringraziare Cobino, utilizzando questo stesso spazio in cui l’ho conosciuto, per avermi gentilmente inviato la parte iniziale del suo romanzo. Sono semplicemente un lettore (anche se vorace) e vorrei astenermi dall’esprimere un giudizio o fornire spunti critici sul lavoro. Del resto, considerata la possibilità (per chi fosse interessato) di poter chiederne copia mi sembrerebbe inutile. L’ho letto con attenzione, ma esso ne richiede, a mio parere, troppa. Ma lo stile è interessante. Non so se lo acquisterò, però.
Nella lettura dei romanzi sono un po’ pigro: i personaggi mi devono dare segnali chiari sulle diverse situazioni, di dove si trovano, con chi stanno parlano o se stanno pensando; per gli stati d’animo mi impegno, come lettore, a collaborare per capirci qualcosa – chiaramente non sto elogiando la banalità. Tutto ciò che è strumentale deve scorrere liscio come l’acqua in modo che possa emergere tra i flutti la vera anima del romanzo.
Per la poesia e i racconti è diverso: sono disponibile a ritornare sulle parole che ho già letto e rileggerle, anche più volte.
Ogni romanzo ha il suo lettore modello, per me che leggo pigiato sul tram la mattina potrebbe non andar bene, ma per lettori differenti potrebbe risultare molto interessante.
Grazie, Cobino, il suo stile è particolare e i contenuti non banali.

Postato venerdì, 20 ottobre 2006 alle 10:51 da Miky


Grazie Miky per le parole, che apprezzo molto.
Grazie anche a Massimo Maugeri per ospitarmi sulle pagine del suo blog.

Giancarlo

Postato venerdì, 20 ottobre 2006 alle 11:24 da Giancarlo Cobino


Un’unica nota. Parafrasando uno scritto di Bruna Bianchi (grande traduttrice del grandissimo Gunter Grass) potrei dire: ma per voi il buon romanzo deve funzionare come un orologio svizzero? per me no.

Postato venerdì, 20 ottobre 2006 alle 11:27 da Giancarlo Cobino


Ad un mese dalla mia personale esperienza con lulu.com posso trarre alcune conclusioni. Per prima cosa voglio dire che forse in alcune cose ho sbagliato: Lulu non è la panacea ai mali del mondo editoriale. E’ un esperimento, questo senz’altro, ma credo che non darà risultati apprezzabili, almeno non nel breve periodo. Senza dubbio è degna di lode e le case editrici dovrebbero chiedersi il motivo per il quale tante persone si rivolgono a Lulu invece (o dopo) di chiedere a loro di pubblicarli.
Ma purtroppo il problema di Lulu sta proprio qui. Lulu pubblica qualunque cosa gli si manda e questo non può portare a nulla di buono, poiché al massimo può regalarle l’etichetta di tipografia online che stampa on demand. Ben diverso sarebbe stato il caso in cui Lulu avesse pensato di mettere una sorta di barriera prepubblicazione. Magari meno restrittiva rispetto a quella delle normali case editrici, ma pur sempre una barriera. Questo le avrebbe senz’altro regalato una credibilità che al momento non può avere. Invece vengono pubblicati pessimi libri, scritti in un italiano approssimativo e colmi di errori di battitura. Questo non fa bene a nessuno.
Al momento – e parlo in generale, di nessun caso in particolare – Lulu è soltanto il riparo dei sogni da scriba che tutti noi abbiamo.
Non è una stroncatura completa a Lulu, poiché credo che abbia moltissimi aspetti positivi, ma certamente una critica ad alcuni aspetti del suo percorso.

Saluti
Giancarlo

Postato giovedì, 9 novembre 2006 alle 15:13 da Giancarlo Cobino


Ciao Giancarlo,
grazie per la tua testimonianza che mi pare segno di grande onestà intellettuale.
A presto.

Postato giovedì, 9 novembre 2006 alle 17:49 da Massimo Maugeri


Per la cronaca, anche qui “A CASA NOSTRA” ce n’è uno, che sinceramente si presenta anche molto meglio:
http://www.ilgiralibro.com

E’ piuttosto nuovo, ma ha avuto un bum incredibile in pochissimo tempo (in effetti le condizioni sono ottime).
Ciao!
Franco

Postato martedì, 21 novembre 2006 alle 23:54 da Franco



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