martedì, 11 marzo 2008
I MIEI BLOG DA DIECI E LODE
Le splendide Laura Costantini e Loredana Falcone, coppia di ottime scrittrici, altresì note come Laura et Lory, hanno deciso di nominare Letteratitudine nell’ambito dell’iniziativa Blog da Dieci e Lode (BDL). Io le ringrazio di cuore e do seguito alle segnalazioni (devo indicare altri cinque blog) risparmiandovi la solita tiritera della serie “avrei voluto nominare ciascuno di voi” (anche se è così).
Seguono le mie cinque nomination con relative motivazioni.
- LA POESIA E LO SPIRITO
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/
Blog letterario di gruppo, di altissimo di livello, che seguo da tempo e con il quale è in corso una sorta di gemellaggio con Letteratitudine
- BARBABLOG di Daria Bignardi
Perché è il blog collegato a una delle pochissime trasmissioni televisive che seguo
- IL RINGHIO DI IDEFIX di Luciano Comida
http://lucianoidefix.typepad.com/
Perché è il ringhio più docile e simpatico di tutto il web
- SCENE DIGITALI di Vittorio Zambardino
http://zambardino.blogautore.repubblica.it/
Perché mi aggiorna e fornisce sempre informazioni utili
- LE AZIENDE IN-VISIBILI di Marco Minghetti
http://marcominghetti.nova100.ilsole24ore.com/
Perché è il blog di un grande e valente sperimentatore della scrittura
Dalla regia mi dicono che ciascuno dei nominati, possibilmente, dovrebbe nominare altri cinque blog.
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Ne approfitto per organizzare uno dei soliti dibattiti.
Il tema è il potere dei blog. È vero, ne abbiamo già parlato… ma la rete e la blogosfera si evolvono. Molto velocemente.
Secondo voi si può davvero parlare di “potere”, quantomeno persuasivo, dei blog e della blogosfera? E in prospettiva futura? Qual è la vostra percezione?
Segue un articolo di Repubblica che cita il britannico The Observer.
(Massimo Maugeri)
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La blogmania non aveva mai raggiunto livelli così dilaganti. Oggi un blog può contribuire all’elezione di un presidente o aprire dibattiti infiniti sulle nostre piccole manie quotidiane, parlare delle vicissitudini del principe Harry in Afghanistan o della rivolta dei monaci birmani. Strumenti di potere, in molti casi, ai quali il britannico The Observer dedica una classifica mettendo in fila i cinquanta blog più “powerful” del momento. In testa c’è l’Huffington Post ma – sorpresa – fra i primi c’è anche quello di Beppe Grillo: nono posto per il “popular italian comedian and political commentator, long persona non grata on state Tv”.
Il quotidiano britannico si dedica a un reportage che prende in analisi i cinquanta blog (e bloggers) più influenti del mondo, e parte da un presupposto: la storia del blogging “politico” si divide in due periodi, pre-Huffington e post-Huffington. Com’è cambiato, cioè, il mondo dei bloggers da quando la milionaria mondana Arianna Huffington ha deciso di buttarsi nella mischia del Web, dedicando a un blog tempo, denaro e soprattutto i suoi contatti nel mondo dei media. Fino a quel momento, sostiene The Observer, i bloggers si consideravano un gruppo di crociati con la missione di attaccare le elite dell’establishment dai computer di casa, lavorandoci a notte fonda, magari in piagiama. Chiaro che la discesa in campo della Huffington, nel 2005, ha fatto storcere il naso ai puristi del blog, che in coro si sono detti: “Ma questa, chi si crede di essere?”. Di chi fosse, se ne sono accorti presto. Quando cioè nel giro di poco tempo l’Huffington Post è diventato uno dei più influenti e popolari giornali del Web, con la collaborazione di bloggers che in realtà sono commentatori di rango e varie celebrità. La milionaria ha sparigliato, insomma, dimostrando che certe vecchie regole, e rigidità, della comunità dei blogger potevano essere superate. In questo contesto trova posto anche il blog di Grillo, “fra i più visitati del mondo” scrive The Observer, del quale si citano caratteristiche salienti e leit motiv. “Il blog – spiega il giornale – invita satiricamente, ma neanche tanto, le popolazioni di Napoli e della Campania a dichiarare l’indipendenza, chiede alla Germania di fare guerra all’Italia per aiutarne la gente o informa sulla campagna, lanciata dal comico, a favore di una legge di iniziativa popolare che rimuova dalle loro funzioni tutti i parlamentari con condanne penali”. Una curiosità: nel capitolo dedicato al blog di Beppe Grillo, The Observer commette due errori: spiega che Grillo ha attribuito a “Mario Mastella”, “leader of the Popular-Udeur-Centre-Right-Party”, il nomignolo di “Psiconano”. Che invece è l’appellativo con cui Grillo definisce Silvio Berlusconi, e non Clemente (tanto meno “Mario”) Mastella. (9 marzo 2008)
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