mercoledì, 29 aprile 2009
LA VITA EROTICA DEI SUPERUOMINI. Incontro con Marco Mancassola
In questi giorni sto leggendo La vita erotica dei superuomini, uno dei romanzi più interessanti pubblicati nel 2008. L’autore è Marco Mancassola, giovane scrittore classe 1973.
È con molto piacere che, in collaborazione con gli amici del sito 24/7 della Rizzoli, dedico un post a questo libro. Peraltro sono cresciuto in compagnia dei supereroi Marvel creati da Stan Lee (ma ho molto amato anche quelli della DC Comics). Il mio preferito è sempre stato Reed Richards, Mr Fantastic, il leader dei celeberrimi Fantastici Quattro. E Richards è uno dei protagonisti di questo corposo romanzo di Mancassola ambientato in una New York “luminosa e inquieta”. Nel libro figura un giornalista di origine italiana che deve scrivere un reportage su quella che appare la fine di un’epoca: “gli ex-supereroi più in vista del pianeta, coloro che un tempo incarnavano una gloriosa mitologia, sono il bersaglio di una serie di clamorosi omicidi complottati, sembra, da un gruppo di fanatici. Ma cosa significano gli ambigui e quasi sentimentali biglietti d’addio ricevuti da alcuni di loro? Sotto la cronaca si nascondono trame più struggenti e carnali. Com’è possibile che Reed Richards, il supereroe dal corpo di gomma, colui che ha combattuto mille epiche battaglie e che oggi conduce una dignitosa vita da scienziato e consulente di agenzie governative, sprofondi ormai maturo in un’ossessione senza ritorno per una giovane astronauta con trentacinque anni di meno? E com’è possibile che un altro mitico ex-supereroe, il celebre Batman, sia morto in circostanze scabrose nel pieno di un delirio feticistico? E cosa dire di Mystique, la donna dalla pelle bluastra, la mutante protagonista negli anni Settanta di controverse vicende politiche, oggi divenuta una famosa comica televisiva, anche lei sull’orlo di un pericoloso precipizio fatto di ossessione e bisogno amoroso?”
Superman, invece, (a lui è dedicato l’epilogo del libro) tenta di creare una nuova schiera di supereroi.
Sul Sole24Ore Giorgio Fontana scrive: “Marco Mancassola, uno dei più talentuosi scrittori italiani, coglie il bersaglio affrontando il supereroe da un punto di vista non inedito, ma splendidamente interpretato: l’emotività, l’interiorità, il bisogno (…). Il mondo de “La vita erotica dei superuomini” è un mondo dove gli eroi non sono più necessari. Individui decaduti, che non hanno niente da salvare se non se stessi: figure relegate al mondo televisivo, alla chiacchiera quotidiana, o banalmente impegnati a lenire la propria solitudine. E in un mondo che non ha più bisogno di supereroi, questi si scoprono di colpo incapaci di salvarsi. La grande domanda di questo libro sembra essere: cosa può fare, in fondo, un supereroe per se stesso?”
Sul Manifesto del 29 marzo 2009 Tommaso Pincio scrive: “Con lingua trasparente, Mancassola tesse un presunto complotto finalizzato a togliere di mezzo queste vecchie glorie. Naturalmente è solo un pretesto per raccontare altro. La vita erotica cui fa riferimento il titolo è la storia dell’ordinario decadimento che tutti i corpi sono condannati a conoscere, anche quelli straordinari dei supereroi. L’erotismo è per eccellenza la dimensione dove l’intimità incontra la vitalità, dove una persona può conoscere la massima esaltazione e al contempo le più cocenti mortificazioni. È lo spazio in cui ci si può sentire in perfetta simbiosi con un altro organismo e simultaneamente sperimentare la più assoluta delle solitudini. «Per amare bisogna un poco umiliarsi» considera il Mister Fantastic attempato del romanzo di Mancassola. Al fondo di questa umiliazione c’è il corpo, questa macchina che la nostra società vorrebbe sempre più efficiente e inossidabile, questo corpo che vorremmo sempre super, immune dai guasti del tempo e dallo sbiadire dei miti e dei sogni.”
Credo che questo romanzo di Mancassola si presti a diversi livelli di lettura e abbia forti componenti metaforiche. Il supereroe decadente (o meglio, il superuomo decadente… non inteso in senso nietzschiano o d’annunziano) rappresenta – in fondo – noi stessi, figli di questa società ipercompetitiva dove l’apparire assume una valenza superiore all’essere.
Vi invito a discuterne con l’autore. Per farlo vi propongo qualche domanda (volta – come al solito – a favorire il dibattito).
Secondo voi esiste una sorta di nuovo mito del superuomo nella società di oggi?
In che modo è possibile difendersi dalla tentazione di voler – o dover – apparire a tutti i costi? Vi sentite esenti da questa tentazione (e/o da questo rischio)?
Vi turba l’idea del deperimento fisico del vostro corpo?
Di seguito potrete leggere le recensioni di Giorgio Fontana (da Il Sole24Ore) e Marcello D’alessandra (da L’Indice dei libri del mese).
Massimo Maugeri
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Nota biografica dell’autore
Marco Mancassola, giovane scrittore nato nel novembre 1973, ha vissuto con mille lavori e abitato in varie città (Padova, Roma, Londra). Mancassola ha già al suo attivo il romanzo ‘Il mondo senza di me’ (Pequod 2001 – Oscar Mondadori 2003), il romanzo breve ‘Qualcuno ha mentito’ (Mondadori Strade Blu 2004), il saggio-memoriale ‘Last Love Parade: storia della cultura dance, della musica elettronica e dei miei anni’ (Mondadori Strade Blu 2005 – Oscar Mondadori 2006), la coppia di racconti ‘Il ventisettesimo anno: due racconti sul sopravvivere’ (Minimum Fax 2005).
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“La vita erotica dei superuomini” di Marco Mancassola – Rizzoli, pagg. 569, 21,50 euro
da Il Sole24Ore del 12 novembre 2008
recensione di Giorgio Fontana
Nello storico “Watchmen”, più di vent’anni fa, Alan Moore decostruì una volta per tutte il supereroe in chiave etica. Da allora i tentativi di indebolire, umanizzare e complicare la figura supereroistica si sono moltiplicati, sia nel fumetto che nella letteratura, con esiti non sempre all’altezza del compito. Ora è il turno di Marco Mancassola, uno dei più talentuosi scrittori italiani, che coglie il bersaglio affrontando il supereroe da un punto di vista non inedito, ma splendidamente interpretato: l’emotività, l’interiorità, il bisogno. Rileggendo il marchio di fabbrica di Stan Lee, “supereroi con superproblemi”, Mancassola inietta nuova linfa a un immaginario pop ormai stantio, regalandoci un libro di rara potenza.
Il mondo de “La vita erotica dei superuomini” è un mondo dove gli eroi non sono più necessari. Individui decaduti, che non hanno niente da salvare se non se stessi: figure relegate al mondo televisivo, alla chiacchiera quotidiana, o banalmente impegnati a lenire la propria solitudine. E in un mondo che non ha più bisogno di supereroi, questi si scoprono di colpo incapaci di salvarsi. La grande domanda di questo libro sembra essere: cosa può fare, in fondo, un supereroe per se stesso?
Il pretesto della trama è un misterioso complotto che sembra voler fare piazza pulita della vecchia guardia di eroi. Alla fine, il complotto si svela essere il delirio di un singolo, un unico personaggio ossessionato dai poteri mutanti della madre, e che non trova di meglio se non accanirsi contro i suoi antichi miti. Per ogni assassinio, egli lascia un biglietto di addio: Addio mio Batman, addio mia Mystique. L’aggettivo possessivo è la cifra di un distacco struggente: omicidi che segnano la fine di un’epoca e insieme il dolore nella sua cancellazione. Anche l’assassino, dunque, è un assassino emotivo.
Sotto questo pretesto, questo stilema da thriller esistenziale, scorre così un romanzo che è innanzitutto una grande tragedia del corpo. Seguendo le strade solitarie di Batman, Reed Richards e Mystique, il loro vano tentativo di tornare alla vitalità di un tempo, Mancassola dipinge un meraviglioso affresco del bisogno di affetto e di comunanza.
In questo senso, la vita erotica del titolo va intesa in senso letterale: eros come forza primigenia, necessità attrattiva. L’amore qui è veramente figlio di poros e penia: mancanza, sete, fame. Se il corpo e il desiderio di un eroe è necessariamente superiore, quindi anche il suo dolore lo è, e così il suo bisogno. I protagonisti del libro sono invecchiati, figure del tutto scisse dalla loro immagine bidimensionale: dotati di carni un tempo abituate a prestazioni straordinarie, e ora indebolite, fragili, finite. C’è qualcosa di straziante nel loro bisogno di amore, che è innanzitutto un bisogno di vicinanza, di sentire il proprio corpo ancora in grado di pulsare. La percezione del reale è qui sempre intellettuale e fisica insieme, nei sensi più alti di entrambi i termini.
Arriviamo così a qualcosa di più del vecchio tentativo di “umanizzare il superumano”. È, al contrario, un tentativo di affondare ancora di più nella tragedia del superumano in quanto comunque umano.
Questo anche attraverso la lingua: l’attenzione alla lingua è da sempre un marchio inconfondibile di Mancassola. In questo romanzo lo stile è se possibile ancora più semplice e nitido, ma arricchito di una virtù metaforica straordinaria, come se dietro ogni dettaglio si nascondesse un piano ulteriore del reale fatto vibrare dalla lingua: ogni minuscola caratteristica ritorna nuova al lettore dopo un lavacro purificatorio. Sopra ogni cosa brillano le descrizioni di New York, i suoi movimenti, il grande sfondo che si fa personaggio esso stesso: la capitale del mondo, la metropoli delle metropoli dove ogni cosa è ancora possibile, persino amare. Libro eminentemente urbano, “La vita erotica dei superuomini” segue il ritmo di una città che è la città dove tutto sembra flirtare con tutto, dove ogni cosa risuona a una musica unisona, e l’eros pervade l’intero tessuto locale.
Ma questo romanzo non è soltanto un romanzo tragico, sulla necessità e il bisogno frustrato. Questo è anche un romanzo sulla rinascita e la resurrezione di un ideale. L’epilogo è infatti dedicato al più arcano e originario dei guardiani, Superman, e al suo tentativo di creare una nuova falange di supereroi. Non si tratta però di un finale nostalgico, o di una celebrazione epigonale del tempo che fu. Viviamo un’epoca (il romanzo è ambientato in un 2006 tutt’altro che irrealistico) che sembra stanca di forze straordinarie e prodigi. Un’epoca dove i poteri devono farsi più labili, e adattarsi plasticamente a un mondo diverso, fluido: poteri “discontinui, elusivi, sorprendenti”. È questo su cui conta il grande eroe: sul bisogno, nonostante tutto, di eroi. Perché sempre, nella nostra storia, qualcosa meriterà di essere salvato. E sempre qualcuno dovrà incaricarsi di farlo.
Giorgio Fontana
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da L’INDICE DEI LIBRI DEL MESE
recensione di Marcello D’Alessandra
Nella babele di valori del nostro tempo, con l’ultimo personaggio da reality accolto dall’immancabile standing ovation, non stupisce ritrovare i supereroi di un tempo, Superman e Mister Fantastic, Batman e Mystique, riposto il costume nell’armadio, nelle loro ordinarie esistenze, acciaccati dall’età, fragili e soli. Così nel nuovo romanzo di Marco Mancassola (nella foto), tra i narratori italiani di questi anni uno dei più credibili e tra i pochi dai quali è lecito attendersi un tratto di distinzione. Ambizioso anche nella mole, il romanzo non delude le attese.
Avevano creduto possibile cambiare il mondo, ora, al mesto tramonto della loro esistenza, i supereroi vivono l’ultimo fatale innamoramento, cui si abbandonano con la speranza stanca di chi è rassegnato alla sconfitta. Solo l’amore li può salvare, ma l’amore, quello stesso amore, finirà per ucciderli. L’abbraccio tanto agognato, una volta raggiunto sarà senza ritorno: un abbraccio mortale.
Se si presta attenzione al titolo, La vita erotica dei superuomini, può accadere di avvertire uno scarto nei due termini, tra ciò che sono e ciò che avrebbero potuto essere: erotica, rispettivamente, e supereroi. Ma in quello scarto c’è già buona parte della storia raccontata da Mancassola. Erotica perché è scelta la dimensione privata, la più intima degli eroi, quella amorosa, dei sentimenti e del sesso; quella che mostra, e siamo al secondo dei due termini, il lato umano, nella sua caducità e solitudine. Come scrive Cesare Pavese, nel suo diario a proposito del suicidio: “Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”. E così è per i supereroi, e più di tutti per Mister Fantastic, stimato professore, esperto di missioni spaziali, che perde la testa per una giovane astronauta. Superuomini e non supereroi, perché la condizione umana è quella che più interessa a Mancassola. Anche nei supereroi; che si rivelano, oltretutto, un formidabile espediente narrativo: essi assicurano un tratto di originalità e insieme un orizzonte condiviso per il lettore – c’è da scommettere, in molti casi, con nostalgia e favore. E rappresentano pur sempre l’ultima epica dei tempi moderni o forse l’unica possibile, almeno fino a ieri. A dare un tono epico sembra concorrere, forse non per caso, anche l’incipit del romanzo: “Un tempo quello era il centro del mondo”, una New York che sotto il suo cielo accoglie una moltitudine di solitudini, solo all’apparenza anestetizzate. I supereroi, in definitiva, possiamo leggerli come “personaggi dello schermo” per Mancassola: attraverso loro egli racconta le storie che da sempre ama raccontare, e lo fa spogliandoli dello straordinario della loro esistenza, per restituirceli, con sguardo nuovo e penetrante, nella loro nuda ordinarietà.
L’attempato Reed Richards (chiamato con nome e cognome nel romanzo, come del resto Batman, entrambi sottratti all’intangibilità dei loro nomi di battaglia – lui è Mister Fantastic, un tempo capo dei Fantastici Quattro, l’uomo allungabile) è la figura tragica e più dolente, la più umana nelle sue compromissioni con la vita: ha un figlio di cui piangerà la morte. Il racconto del suo struggimento è la parte più intensa e riuscita del libro. Un’altra sezione è dedicata al vecchio Batman, rimasto solo, Robin nel frattempo è stato ucciso, che si gingilla nel suo lussuoso appartamento in incontri sessuali di rara perversione. Mystique, la donna mutante, come tanti supereroi avvizziti ha scelto la televisione: conduce uno show di successo trasformandosi nei più svariati personaggi, da Putin a Mel Gibson. L’epilogo è affidato al vecchio Superman. Una trama oscura vuole la morte dei supereroi, cui giungono dei misteriosi biglietti anonimi di addio. A seguire gli omicidi in serie è un giornalista di origine italiana, la cui storia, insieme a quella della sua strana famiglia, è incastonata al centro del romanzo. Suo fratello, poliziotto, indaga sul disegno criminale che vede morire, uno dopo l’altro, i supereroi di un tempo. La sua presenza nei diversi episodi, in filigrana, conferisce unità all’insieme: particolare che si apprezza nel corso della lettura, anche per le sorprese che è destinata a riservare.
È un romanzo sull’amore e le sue compromissioni: “Non si poteva essere innamorati e mantenere intatta la dignità. Per amare, Reed realizzò, bisognava un poco umiliarsi”. L’amore come umiliazione. Per Batman sarà quella fisica, del suo corpo farà il simulacro di un estenuato narcisismo. E il corpo, la solitudine dei corpi, altra costante della narrativa di Mancassola, è uno dei temi forti del romanzo. Del corpo, come una febbre, è la nostalgia della persona amata: “Sembrava impossibile aver toccato quel corpo. Sembrava impossibile averlo avuto tra le braccia”. I supereroi vivono con disagio il rapporto con il proprio corpo, un tempo invincibile, mostrano di non saperlo gestire. Mister Fantastic si chiede: “Cosa fare di questo corpo per renderlo felice?”.
Marcello D’Alessandra
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AGGIORNAMENTO DEL 1° maggio 2009 – Marco Mancassola parla de “La vita erotica dei superuomini” in un video.
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Scritto mercoledì, 29 aprile 2009 alle 21:05 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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