lunedì, 2 novembre 2015
OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI
QUARANT’ANNI DALLA MORTE DI PIER PAOLO PASOLINI
Il 1° novembre del 2010 pubblicai un post dedicato a Pier Paolo Pasolini in occasione del trentacinquesimo anniversario della sua morte (avvenuta a Roma, nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975). Adesso, a distanza di cinque anni, in occasione della ricorrenza del quarantesimo, ripropongo quel vecchio post del 2010 anticipando che nel corso della settimana – su LetteratitudineNews – saranno pubblicati vari post sull’argomento (che poi verranno linkati qui di seguito a mano a mano che saranno online).
Ne approfitto, intanto, per segnalarvi questo bel docufilm visibile online su Repubblica Tv (e stasera disponibile anche su Sky Arte Hd alle 21.10 – canali 120 e 400 di Sky).
Nei giorni scorsi ho riproposto la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 3 dicembre 2010 dove ho avuto il piacere di incontrare Marco Belpoliti per discutere del saggio “Pasolini in salsa piccante”, pubblicato dallo stesso Belpoliti per Guanda nel 2010 (in occasione, appunto, del 35° anniversario della morte di Pasolini).
Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Pier Paolo Pasolini con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo nostro grande scrittore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Sono graditi (e ringrazio anticipatamente i partecipanti) interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.
Di seguito, il post pubblicato nel novembre del 2010.
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TRENTACINQUE ANNI DALLA MORTE DI PASOLINI
(post del 1° novembre 2010)
Trentacinque anni fa, nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini veniva brutalmente ucciso (battuto a colpi di bastone e travolto con la sua auto) sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma.
In questi giorni, in occasione del 35°, si sta dando ampio risalto alla tragica notizia di allora, anche per via delle recenti riaperture delle indagini giudiziarie.
Vi segnalo questo servizio pubblicato su WUZ (a cura di Sandra Bardotti), che apre con questo cappello: “Trentacinque anni dopo, le indagini giudiziarie sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia non sono ancora giunte a una verità accettabile e condivisibile da tutti. Indagini che si aprono e chiudono regolarmente a distanza di anni, da cui si ricava l’impressione che l’unica verità di cui siamo in possesso è che il caso Pasolini rimarrà irrisolto e che l’immagine che la società ha di lui sarà eternamente compromessa.
Nostro dovere in quanto cittadini è forse continuare a pretenderla, questa verità che da qualche parte deve pur trovarsi, senza rifugiarsi dietro inutili dietrologie e teorie di complotti, e contemporaneamente riappacificarci definitivamente con la figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini, per capire quanto ancora i suoi scritti possono parlare al presente e alle generazioni future”.
Ma la ricorrenza offre anche l’occasione per ricordare il Pasolini scrittore, poeta, regista e giornalista.
Ed è quello che vorrei fare (e invitarvi a fare) con questo post. Seguono le solite domande, volte a avviare la discussione…
1. Che rapporti avete con le opere di Pier Paolo Pasolini?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Pasolini che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Preferite il Pasolini scrittore, poeta o regista?
5. Tra le varie “citazione” di Pasolini di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?
6. A trentacinque anni dalla morte, qual è l’eredità che Pasolini ha lasciato nella letteratura italiana?
Nel corso del dibattito vi segnalerò alcuni articoli – in tema con questo post – pubblicati su quotidiani e magazine.
Di seguito, i riferimenti ad alcuni libri pubblicati di recente sulla figura di Pasolini e un video contenente l’ultima videointervista che ha rilasciato prima della morte.
Aspetto i vostri contributi…
Massimo Maugeri
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UN ELENCO DI ALCUNI DEI LIBRI DEDICATI A PIER PAOLO PASOLINI (di recente pubblicazione)
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“PPP. Pasolini, un segreto italiano” di Carlo Lucarelli (Rizzoli)
Un romanzo-inchiesta sugli ultimi giorni di Pasolini e sugli anni più violenti della nostra storia recente. «Le bombe, le fucilate e le sprangate, e tutto quello che ci sta dietro, sono fatti concreti, azioni umane. Ciò che non sappiamo sta nella mente di qualcuno che non parla. Insomma, non sono Misteri, quelli. Sono Segreti. Segreti Italiani.»
Primi anni Settanta. A pancia in giù e sollevato sui gomiti, un ragazzino legge su una rivista frasi impenetrabili, rabbiose, attraenti. Sono tutte di Pier Paolo Pasolini. Il tempo passa e, quasi inavvertitamente, dentro quel bambino che oggi è uno scrittore sedimenta qualcosa di profondo: non è solo la passione per la parola, è l’istinto di un mestiere. «Seguire quello che succede, immaginare quello che non si sa o che si tace, rimettere insieme i pezzi disorganizzati e frammentari, ristabilire la logica dove regnano l’arbitrarietà, la follia e il mistero». Perché il Pasolini che ci parla dalle pagine di questo libro non è il poeta né il letterato, è quello della narrazione civile, lo stesso che confessò di sapere e che è stato assassinato. È proprio lì che torna Carlo Lucarelli, agli anni più violenti della nostra storia recente, ai pestaggi, ai morti ammazzati e alle stragi. Torna al Pasolini intellettuale e all’odio che lo circondava. Attraverso un tessuto di impressioni intime, analisi politiche e ricostruzioni storiche, torna a quella notte di novembre del 1975 in cui si è consumato un delitto comunque politico. Ciò che resta, una volta disintegrata la versione ufficiale e rimessi in ordine i fatti, è la certezza di trovarci di fronte a un Segreto Italiano.
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“Pasolini, un uomo scomodo” di Oriana Fallaci (Rizzoli)
Per prima mise in dubbio la versione ufficiale dell’omicidio di Pasolini, nel reportage che dal 14 novembre 1975 pubblicò sulle pagine de L’Europeo e che Rizzoli ripubblica oggi in questo libro.
«Diventammo subito amici, noi amici impossibili. Cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte. Io così dura e tu così dolce.» – Oriana Fallaci
Quella tra Oriana e Pier Paolo è una delle più affascinanti e intense storie di amore-odio della letteratura e del costume italiani del Novecento. Scrittori di primissimo livello, polemisti spietati, personaggi venerati e infangati dall’opinione pubblica del tempo, le loro personalità contrapposte non potevano far altro che incrociarsi. Forse anche perché, a differenza dei loro colleghi italiani, Oriana e Pier Paolo si muovono con agio sullo scenario internazionale: lei grazie ai suoi reportage dalle zone di guerra e a una serie di indimenticabili interviste ai potenti della terra, lui soprattutto per merito del suo cinema che spiazza, divide e scandalizza i censori di tutto il mondo. Tra gli anni Sessanta e i primi Settanta, questi due protagonisti del panorama intellettuale si incontrano e si scontrano, si cercano e si negano: lei ammira e detesta il suo essere sempre bastian contrario, lui adora e disprezza la sua intensa visceralità. Ma la morte di Pasolini, il brutale omicidio che lo strappa alla vita il 2 novembre del 1975, spinge Oriana a rinsaldare il legame con questo amico-nemico andato via troppo presto. E lo fa con i mezzi a sua disposizione, quelli del giornalismo e della scrittura. Sotto la sua spinta, “L’Europeo” – il settimanale per cui lavora – si lancia in una controinchiesta che smentisce e ribalta la versione offerta dalle autorità e mette alle strette l’unico indiziato: Pino Pelosi, un minorenne che – pur di coprire gli effettivi responsabili – si è maldestramente autoaccusato dell’omicidio. Questo libro raccoglie tutti i contributi di Oriana al caso Pasolini apparsi sull’“L’Europeo” e rende finalmente giustizia al suo ruolo nella risoluzione di uno dei delitti più misteriosi e controversi della storia d’Italia.
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“La macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte” di David Grieco (Rizzoli)
Chi c’era quella notte all’idroscalo di Ostia? Che cosa aveva scoperto Pasolini? Chi ha firmato la sua condanna a morte?
“Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta.” Con queste parole cariche di profetico sarcasmo, Pasolini liquidava i suoi colleghi giornalisti e intellettuali. E lo faceva poche ore prima di essere ucciso e diventare lui stesso uno di quei delitti etichettabili, carne da prima pagina e niente più. Infatti, all’indomani della sua morte, quasi tutti i giornali trovarono il modo più remunerativo per presentare il caso: Pasolini era stato ammazzato dal povero ragazzo che aveva tentato di violentare. L’opinione pubblica abboccò e così, quella notte del 1975, Pasolini fu ucciso due volte: prima dalle mani di chi lo aveva aggredito, poi da quelle di chi ne ha per sempre cancellato il ricordo. In “La Macchinazione” David Grieco, che di Pasolini è stato amico e collaboratore, racconta una storia che comincia proprio nel punto in cui finisce il suo omonimo film. Se la pellicola ricostruisce la spaventosa rete di complicità che si nasconde dietro al delitto, nel libro Grieco presenta le prove, le testimonianze e i documenti di un caso giudiziario complesso, abilmente ripercorso nei suoi chiaroscuri dalla postfazione di Stefano Maccioni, l’avvocato che dal 2009 lotta per fare luce sull’intera vicenda. Nel tempo, l’ombra di quel sordido delitto ha oscurato l’opera di Pasolini. Generazioni di studenti sono cresciute senza conoscere i suoi libri, le sue poesie, i suoi articoli, i suoi film.
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“Pasolini, massacro di un poeta” di Simona Zecchi (Ponte alle Grazie)
Il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia, si consuma il “massacro tribale” di uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. L’inchiesta di Simona Zecchi riparte proprio da quella sciagurata notte e, con l’ausilio di prove fotografiche mai emerse sinora, documenti inediti, interviste e testimonianze esclusive, fa tabula rasa dei moventi ufficiali e delle piste finora accreditati, dall’”omicidio a sfondo sessuale” al “misterioso” Appunto 21 di Petrolio. Come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, lo “schema perfetto” che condusse il poeta friulano fra le braccia dei suoi carnefici è sempre stato sotto gli occhi degli inquirenti e, in parte, dell’opinione pubblica: un oscuro attentato a pochi passi dall’abitazione di Pasolini la cui funzione viene finalmente svelata, un furto di bobine come espediente dai tratti inediti, la presenza di più macchine all’Idroscalo e la prova del doppio sormontamento del corpo ormai agonizzante, i testimoni che nessuno ha mai voluto veramente ascoltare, la matrice fascista dell’agguato, la direzione dell’intelligence nostrana, i tentativi di alcuni giornali di trasformare Pasolini in imputato nello stesso processo che avrebbe dovuto stabilire l’identità dei suoi assassini. Tra le numerose inchieste che hanno cercato di decostruire la gigantesca opera di depistaggio messa in atto già all’indomani dell’omicidio, Pasolini, massacro di un poeta si incarica di dire la verità, tutta la verità.
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“Pasolini. Ragazzo a vita” di Renzo Paris (Elliot)
A quarant’anni dall’omicidio di Pasolini, Renzo Paris torna sui luoghi degli incontri romani con l’autore di “Petrolio”, raccontando un’amicizia durata dal 1966 al 1975. Nel suo vagabondaggio a ritroso nella memoria, Paris si spinge fino a Nuova Delhi e a Nairobi, per le celebrazioni pasoliniane, commentando parallelamente la versione non censurata del dramma “Affabulazione”, che Pasolini gli donò in dattiloscritto, conservato come una reliquia. Un post-romanzo nel quale sfila al completo la “famiglia” romana dello scrittore bolognese: da Moravia a Laura Betti, da Ninetto Davoli a Elsa Morante, con i loro viaggi, le estati a Sabaudia, i dibattiti televisivi sul ‘68. Un testo intenso e malinconico, alla ricerca di un senso che colmi il vuoto lasciato da quella morte così atroce avvenuta nel novembre del 1975.
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“Pier Paolo Pasolini. Vivere e sopravvivere” di Italo Moscati (Lindau)
La vita e l’opera di Pasolini, la sua passione, il suo coraggio, la sua costante disponibilità a mettersi in gioco, esercitano un richiamo che sembra crescere con il tempo. Il panorama politico e culturale di questi anni frammentato, confuso, percorso da tensioni dagli esiti imprevedibili – ha bisogno di voci capaci di incidere, se non di convincere. E Pasolini era e resta una di quelle. Questo libro prosegue la ricerca di Moscati dopo gli anni in cui ha conosciuto, frequentato e si è sforzato di capire il poeta, romanziere, regista, scrittore corsaro: protagonista di percorsi, mestieri, esperienze che provano una vitalità sfrenata, drammatica, gioiosa nei giorni migliori (quelli del primo cinema, degli interventi, delle amicizie, dei viaggi), ma anche disperata; e non per vicende personali che pure esistono – e il libro le racconta andando in profondità; bensì per l’isolamento da cui questo artista, ricco di idee per tutti, si sforzava di uscire. Il suo è un “romanzo esistenziale” sacro per dignità e pensiero; e inviolabile patrimonio di chi non lo commemora, ma ne avverte acutamente la mancanza.
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“Pasolini” di Davide Toffolo (Rizzoli Lizard)
“Con Pasolini Toffolo realizza questa missione quasi impossibile: dare un senso, un’intensità, un’attualità a uno dei più importanti artisti europei moderni.” – Stéphane Piatszek e Olivier Séguret, Libération
Mi parve bellissimo, con la sua faccia dove i tratti slavi, romagnoli, ebrei, avevano composto linee uniche, una maschera irripetibile. Il corpo fin troppo espressivo, da Mantegna e anche da povero, medioevale così forte che se ti afferravano i polsi così forte per comunicare affetto, ti stringeva tra due tenaglie. Dal suo atteggiamento timido, di riserbo e sobrietà, settentrionali, così diversi dalla mia traboccante estroversione di ragazza del centro sud, uscivano discorsi lenti, esitanti, con l’accento acerbo, spoglio, rugiadoso, acre, dei veneti del Friuli.” - Silvana Mauri, Su Pasolini.
Un colloquio immaginario tra due artisti che parte da un assunto fantastico: Pasolini è vivo, e ha delle cose da dire. Molte. Essenziali. Ma è davvero lui? O un fantasma, un attore, un mitomane? Quel che è certo è che la sua conversazione con Davide Toffolo vibra di quel senso, di quell’acutezza che ne hanno reso immortale lo spirito. Toffolo cerca Pasolini tra le pagine dei suoi libri, nei ritagli di stampa, nelle interviste e ne cattura l’essenza: la rabbia, l’inalienabile solitudine, la feroce irriducibilità del poeta sono tutte tra queste pagine, in quest’intenso ritratto della grazia pasoliniana a opera di uno degli artisti più anticonformisti del panorama italiano.
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“Per indegnità morale” di Anna Tonelli (Laterza)
Nel 1949 Pier Paolo Pasolini fu espulso dal Partito comunista italiano per ‘indegnità morale’. Il punto di partenza della vicenda sono i ‘fatti di Ramuscello’, che innescano l’accusa di corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico. Pasolini diventa così immediatamente un bersaglio politico: per i democristiani l’avversario da colpire, per i comunisti il pericolo da allontanare. Fondamentale nella biografia e nel percorso artistico di uno dei protagonisti della vita intellettuale del Novecento, questo caso è cruciale per capire il clima culturale e politico del dopoguerra. Due ‘chiese’, Democrazia cristiana e Partito comunista, impongono due pedagogie collettive distinte ma finalizzate entrambe a codificare vere e proprie regole di moralità. Il partito deve orientare le masse nella vita quotidiana, correggere i comportamenti anomali e, di fronte a gravi errori, espellere. La scelta compiuta con Pasolini è, dunque, esemplare della modalità punitiva adottata nei confronti dei ‘compagni’ che trasgrediscono. L’indagine di Anna Tonelli getta finalmente luce su particolari centrali sinora inediti della vicenda, compreso il lungo silenzio del Pci.
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“Improvviso il Novecento. Pasolini professore” di Giordano Meacci (Minimum Fax)
“Mi alzo alle sette, vado a Ciampino (dove ho finalmente un posto di insegnante, a 20.000 lire al mese), lavoro come un cane (ho la mania della pedagogia), torno alle 15, mangio, e poi…” È il 1952, e Pier Paolo Pasolini può dedicarsi alla letteratura solo “poi”, nel tempo libero dall’insegnamento. Attorno agli anni ciampinesi di Pasolini e ai ricordi dei suoi alunni e dei suoi amici (Bertolucci, Cerami, Pivano) – quei primi anni Cinquanta in cui nasceva “Ragazzi di vita” – Meacci costruisce un libro che è al contempo saggio, reportage, diario di viaggio e racconto, e in cui trova posto un’intera teoria di figure del nostro Novecento (e non solo): Totò, Fellini, Hemingway, gli sfollati del dopoguerra, Mizoguchi, il Vangelo, Mantegna, le tradizioni contadine, Simone Martini, il comunismo, Anna Magnani, Goldrake e Happy Days, l’America, Roma, il terremoto del Friuli, la grande poesia, la “scomparsa delle lucciole”. Da quel 2 novembre del 1975; da Ostia a noi, oggi, quarant’anni dopo quella morte che pesa sui cittadini di questo triste, meraviglioso, sfortunato, bellissimo paese: forse è stato già detto tutto, o troppo. O troppo poco, chissà.
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“Breve vita di Pasolini” di Nico Naldini (Guanda)
Un protagonista della cultura del Novecento, una figura complessa e luminosa, un artista versatile e geniale, un eretico… Questo è stato Pier Paolo Pasolini, ma non solo: per la vita che ha condotto e per la morte che ha incontrato, Pasolini è stato anche un simbolo della società italiana e dei suoi cambiamenti. Ecco perché la biografia scritta da Nico Naldini, che ne fu il cugino, è tanto preziosa. Perché mescola, con lucida sobrietà, ricordi personali e ricostruzione documentata, spirito analitico e commozione; e ne disegna un ritratto volutamente essenziale. Riemergono così, da un passato ancora tanto vivo, le estati friulane dell’infanzia, il rapporto con la madre e l’indomabile vocazione pedagogica, l’amore per la semplicità dei contadini e la «competenza in umiltà». E poi, subito dopo, le prime tensioni politiche, la scelta militante del comunismo e la sofferenza per la morte del fratello Guido, nella strage di Porzus. E quindi, nella piena maturità artistica, la scoperta di Roma e delle sue periferie, la capacità tutta pasoliniana di entrare in contatto con il mondo dei «miseri» e delle borgate. Fino a quella terribile morte violenta, che in troppi hanno voluto circondare di mistero e che Naldini interpreta invece nella sua lineare essenzialità, senza alcuna concessione ai complottismi. Questa è dunque la vita «breve» di Pasolini. Un poeta corsaro, un artista capace di visioni altissime, un diverso, sempre e comunque, nell’affettività come nelle tensioni intellettuali, un uomo alla ricerca di una verità «altra».
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“Un paese di temporali e primule” di Pier Paolo Pasolini – a cura di Nico Naldini (Guanda)
Per la formazione umana, intellettuale e letteraria di Pasolini, gli anni trascorsi a Casarsa, paese natale della madre, furono decisivi. Il mondo friulano, intensamente vissuto e amato, resterà per lui un punto di riferimento esistenziale e mitologico: il simbolo di un’umanità arcaica e innocente, capace di un senso lirico, magico della vita, il punto d’avvio di una vocazione artistica assoluta. Un paese di temporali e di primule racchiude ed esprime l’esperienza friulana di Pasolini attraverso scritti che vanno dal 1945 al 1951. Il libro si articola in quattro sezioni. La prima e più cospicua comprende racconti e prose che, nelle loro vibrazioni espressive, anticipano l’evoluzione futura dello scrittore. La seconda sezione è dedicata alla lingua friulana come portato di un lungo percorso storico, manifestazione di una cultura e mezzo letterario, e documenta il precoce interesse dello scrittore per le questioni linguistiche, che in seguito sfocerà nelle pagine di Passione e ideologia. Pasolini tocca poi, con lucidità e intuizione straordinarie, i temi dell’autonomia regionale, collegandoli a una necessità soprattutto culturale e linguistica. Vi sono infine i ricordi dell’intenso periodo di insegnamento svolto nella piccola scuola di Valvasone, cui si aggiungono i testi dell’Appendice, che illuminano un periodo tanto cruciale quanto poco conosciuto della vita di Pasolini (particolarmente le poesie composte per i suoi scolari). Nico Naldini ha scritto per questo libro un’introduzione che ci regala la testimonianza diretta e la lettura approfondita di ciò che è stato Pasolini giovane, il Pasolini di Casarsa: la miglior guida per chi oggi accosti questi scritti di sorprendente bellezza e suggestione.
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“Poesie scelte” di di Pier Paolo Pasolini - a cura di Nico Naldini e Francesco Zambon (Guanda)
«Nello sviluppo del mio individuo, della diversità, sono stato precocissimo; e non mi è successo, come a Gide, di gridare d’un tratto ’Sono diverso dagli altri’ con angoscia inaspettata; io l’ho sempre saputo» scriveva Pasolini nei giovanili «quaderni rossi». E questo sentimento di diversità che domina tutta la sua opera – coscienza della propria omosessualità, certo, ma anche un senso più vasto di spaesamento e di inattualità – troverà subito un nome: quello di poesia. È stato en poète che egli ha sempre svolto la sua molteplice e anche dispersiva attività di scrittore, di regista, di critico o di polemista: si pensi soltanto alla sua esemplare teorizzazione del «cinema di poesia». Narciso, dolceardente usignolo, eretico, martire, barbaro, animale senza nome o bestia da stile – a seconda delle maschere sublimi o infami assunte sulle diverse scene della vita – egli rimase sempre fedele, con eroica ostinazione, al ruolo di poeta, inteso in un senso che si potrebbe dire «romantico» e perfino «sacrale»: quello di testimone solitario di una dimensione altra, di verità che agli uomini non possono apparire se non come scandalo e bestemmia.
(Dall’introduzione di Francesco Zambon)
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“Ròmans” di Pier Paolo Pasolini – a cura di Nico Naldini (Guanda)
La vicenda di Romàns si svolge negli anni del secondo do¬poguerra e ha per sfondo la pianura friulana tra le rive del Tagliamento e i bastioni delle Prealpi. La scena è costituita da un borgo contadino che nei giorni di festa formicola di grida, canti, risa, ma nei giorni feriali ritrova la piena dimensione della povertà e del lavoro umile, nella quale affiorano ormai impeti di rivolta, confusi ideali politici. Romàns è la storia di un giovane prete, del suo arrivo in uno sperduto paesino del Friuli, del suo duro servizio pastorale e del rapido, drammatico processo interiore che lo porterà alla consapevolezza di una realtà sociale che il suo apostolato non riesce ad assorbire del tutto, e anche dell’insanabile contrasto tra la visione del proprio ruolo e gli impulsi più naturali, che lo spingono all’amore per un ragazzo. A Romàns, che si configura quasi come un breve romanzo autonomo, si accosta Un articolo per il «Progresso», un racconto «che vede una volta ancora in azione la ‘meglio gioventù’» (così Nico Naldini nell’introduzione). A questi due testi si aggiunge, a formare un armonico trittico, Operetta marina, narrazione emersa «da una raccolta di carte, frutto di un complesso e mutevole disegno narrativo che ha come oggetto il mare» e che è compresa sotto il titolo Per un romanzo del mare. Nella sua dimensione di «leggenda personale» essa viene a completare e a chiudere il libro esemplare di una felicissima stagione.
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ALCUNI LIBRI USCITI NEL 2010
“Morire per le idee. Vita letteraria di Pier Paolo Pasolini” di Roberto Carnero
Bompiani, 2010
L’opera pasoliniana va letta come un tutt’uno, in cui le diverse fasi di un lavoro artistico complesso e articolato (dalla poesia alla narrativa, dal teatro al cinema, dal giornalismo alla critica letteraria) tendono a intersecarsi continuamente all’interno di un discorso creativo ‘aperto’ e mobile’. Tn altre parole quella di Pasolini è una grande opera ‘totale’, all’interno della quale è difficile scindere i diversi ‘generi’. A partire da questa premessa il libro di Roberto Carnero indaga l’opera pasoliniana senza scindere i diversi aspetti della sua produzione, ma anzi riportando le diverse esperienze e i diversi momenti del lavoro pasoliniano alla coerenza di un percorso artistico unico. Un’opera, quella di Pasolini, strettamente legata alla vicenda biografica del suo autore. Per questo “una vita letteraria’, che Carnero ci aiuta a riscoprire e a percorrere in capitoli a metà tra il ‘tematico’ e il ‘biografico’. Il volume si presenta come un profilo di Pasolini, agile e aggiornato: una monografia critica adatta sia per gli studenti (delle università e delle scuole secondarie) sia, più in generale, per tutti i lettori interessati ad avvicinarsi a Pasolini in maniera informata. In un’apposita appendice (contenente, tra l’altro, un’intervista inedita a Walter Veltroni) si dà conto della controversa questione della morte di Pasolini, a partire dalle clamorose novità emerse negli ultimi mesi.
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“Pasolini in salsa piccante” di Marco Belpoliti
Guanda, 2010
Sono trascorsi trentacinque anni dalla morte di Pasolini e forse è venuto il momento di fare con lui quello che il Corvo consigliava a Totò e Ninetto in Uccellacci e uccellini: i maestri si mangiano in salsa piccante. Per digerirli meglio, ingerendo il loro sapere e la loro forza. Andare oltre Pasolini con Pasolini: è quello che si propone Marco Belpoliti nel suo saggio.
Partendo dal primo processo, nel 1949, in Friuli, per atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minore, passando attraverso la rilettura degli Scritti corsari e delle Lettere luterane, e attraverso l’analisi dei nudi del poeta scattati nel 1975 da Dino Pedriali e le foto inedite di Ugo Mulas sul set di Teorema, sino ad arrivare alla pubblicazione postuma di Petrolio, Belpoliti mostra come la cultura italiana abbia sempre rifiutato l’omosessualità di Pasolini, come non abbia compreso che questa è la radice della sua critica alla «mutazione antropologica», e come oggi si cerchi di fare di lui un martire delle trame occulte degli anni Settanta, quasi per alleggerirsi del senso di colpa nei suoi confronti. Un pamphlet che è un atto d’amore: mangiare Pasolini per onorarlo, per liberarlo dal limbo dei cattivi pensieri e dei falsi perdoni, delle solerti ammirazioni e degli impotenti moralismi che l’hanno tenuto sospeso nei nostri pensieri per tre decenni. Mangiarlo in salsa piccante perché è un maestro. Un grande maestro.
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“I burattini filosofi. Pasolini dalla letteratura al cinema” di Marco Bazzocchi
Bruno Mondadori, 2010
Quello di Marco Antonio Bazzocchi è un viaggio alla ricerca dei molteplici e non sempre ovvi legami fra la produzione cinematografica e quella letteraria di Pier Paolo Pasolini.
Ripercorrendo le origini eminentemente narrative dei suoi lungometraggi (i miti greci, il “Decamerone” di Boccaccio, le “Mille e una notte”, ma anche il romanzo erotico e, sempre onnipresente, la Commedia dantesca), il saggio si concentra sul passaggio pasoliniano dalla letteratura al cinema e sulle reciproche influenze di questo momento, leggendolo attraverso il filtro di temi quali la rappresentazione della morte e della sessualità, il costante dialogo con Dante e con Michel Foucault, il significato antropologico dell’atto del mangiare, la ripresa di citazioni dalla pittura di Velázquez e la riflessione sulla questione delle origini.
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“Pier Paolo Pasolini. Una morte violenta” di Lucia Visca
Castelvecchi, 2010
La mattina del 2 novembre del 1975, quando all’Idroscalo di Ostia fu scoperto il cadavere di Pier Paolo Pasolini, Lucia Visca fu la prima cronista ad accorrere sulla scena del delitto.
Lì, su quella spiaggia sporca di sangue e povertà, insieme al cadavere del poeta giacevano alcuni indizi importantissimi: dettagli trascurati dai primi investigatori ma che, a distanza di trentacinque anni dall’assassinio dell’autore di Ragazzi di vita, tornano alla ribalta grazie alla riapertura delle indagini voluta dal Tribunale di Roma nella primavera del 2010.
Scrupolosa inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, il libro di Lucia Visca accende i riflettori su ciò che accade nelle prime tre ore dopo il ritrovamento del corpo martoriato del poeta, nella convinzione che è proprio a quei momenti che occorre tornare per elaborare ipotesi realistiche sulle modalità dell’omicidio e sui suoi possibili moventi e mandanti di ciò che resta uno dei delitti più dolorosi mai sopportati dalla storia e dall’opinione pubblica italiana.
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Tags: anniversario, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, pier paolo pasolini
Scritto lunedì, 2 novembre 2015 alle 18:50 nella categoria A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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