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Archivio del 11 settembre 2016

domenica, 11 settembre 2016

A SIMONA VINCI IL PREMIO CAMPIELLO 2016

SIMONA VINCI autrice di “La prima verità” (Einaudi Stile Libero) ha vinto il PREMIO CAMPIELLO 2016. Di seguito, la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm dedicata a “La prima verità” dove Simona Vinci dialoga con Massimo Maugeri.

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO


Simona Vinci con ‘La prima verità’ (Einaudi) ha vinto la 54/a edizione del Premio Campiello beneficiando di 79 voti, sui 280 voti validi della giuria. Seconda classificata: Elisabetta Rasy con ‘Le regole del fuoco’ (Rizzoli) con 64 voti. Seguono: Andrea Tarabbia con ‘Il giardino delle mosche’ (Ponte Alle Grazie), 62 voti; Luca Doninelli con ‘Le cose semplici’ (Bompiani), 41 voti; Alessandro Bertante con ‘Gli ultimi ragazzi del secolo’ (Giunti), 34 voti.

SIMONA VINCI autrice di “La prima verità” (Einaudi Stile Libero) in radio a Letteratitudine in Fm


In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

* * *

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Con Simona Vinci abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “La prima verità” (Einaudi Stile Libero) – vincitore del Premio Campiello 2016.

Nella seconda parte della puntata, una lettura del libro.

* * *

Il libro
La prima veritàTra gli abbandonati, i reclusi, i dimenticati Simona Vinci tesse il filo d’oro di una storia che arriva dal passato e viene fino a te, proprio a te che stai leggendo, qui e ora. È una storia scandalosa, perché non si può narrare senza rivelare anche i fantasmi di chi la sta scrivendo.
Ciò che Angela non può sospettare, quando decide di raggiungere l’isola maledetta, l’isola lager, è che il segreto sepolto tra quei bianchi enormi edifici sia piú sconvolgente di ogni immaginazione. E che spetti proprio a lei disseppellire quel segreto e affrontarlo a viso aperto. Costi quel che costi, per il bene di tutti. Ciò che Angela non ha assolutamente messo in conto, è che si apra per lei a Leros l’avventura della vita.
«Poi la serratura, improvvisamente docile, si sbloccò nella sua mano con un gemito e la porta si aprí».

Nel 1992 Angela, giovane ricercatrice italiana, sbarca sull’isola di Leros. È pronta a prendersi cura, come i suoi colleghi di ogni parte d’Europa, e come i medici e gli infermieri dell’isola, del perdurante orrore, da pochi anni rivelato al mondo dalla stampa britannica, del «colpevole segreto d’Europa»: un’isolamanicomio dove a suo tempo un regime dittatoriale aveva deportato gli oppositori politici di tutta la Grecia, facendoli convivere con i malati di mente. Quelli di loro che non sono nel frattempo morti sono ancora tutti lí, trasformati in relitti umani. Inquietanti, incomprensibili sono i segni che accolgono la ragazza. Chi è Basil, il Monaco, e perché è convinto di avere sepolto molto in alto «ciò che rimane di dio?» E tra i compagni di lavoro, chi è davvero la misteriosa, tenace Lina, che sembra avere un rapporto innato con l’isola?
Ogni mistero avrà risposta nel tesoro delle storie dei dimenticati e degli sconfitti, degli esclusi dalla Storia, nell’«archivio delle anime» che il libro farà rivivere per il lettore: storie di tragica spietata bellezza, come quella del poeta Stefanos, della ragazza Teresa e del bambino con il sasso in bocca.
Con
La prima verità che, fin dal titolo, da un verso di Ghiannis Ritsos, allude a una verità di valore assoluto oltre e attraverso le vicende del libro, che si svolgono in luoghi e tempi diversi, e delle vite dei personaggi che via via si presentano al lettore, Simona Vinci torna al romanzo dopo molti anni, e vi torna con una felicità e una libertà mai raggiunte prima

* * *

Simona Vinci è nata a Milano nel 1970 e vive a Bologna. Il suo primo romanzo, Dei bambini non si sa niente (ultima edizione Einaudi Stile libero, 2009) ha riscosso un grande successo. Caso letterario dell’anno, è stato tradotto in numerosi altri paesi, tra i quali gli Stati Uniti. Sempre per Einaudi sono usciti la raccolta di racconti In tutti i sensi come l’amore («Stile libero», 1999) e i romanzi Come prima delle madri («Supercoralli», 2003 ed «Einaudi Tascabili», 2004), Brother and Sister («Stile libero», 2004), Stanza 411 («Stile libero Big», 2006), Strada Provinciale Tre («Stile libero Big», 2007) e La prima verità («Stile libero Big», 2016). Per i lettori più giovani ha pubblicato Corri, Matilda (E.Elle, 1998) e Matildacity (Adnkronos Libri, 1998). Ha scritto il racconto La più piccola cosa pubblicato nell’antologia Le ragazze che dovresti conoscere («Stile libero Big», 2004). Inoltre nel 2010 ha collaborato alla raccolta Sei fuori posto (Einaudi, Stile libero Big). Con “La prima verità” (Einaudi Stile libero) ha vinto il Premio Campiello 2016.

* * *

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: Comfortably Numb (versione live di David Gilmour); La danza di Zorba (Dalila); Alfonsina y el mar (Avishai Cohen)

(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI   Commenti disabilitati

domenica, 11 settembre 2016

In Inverno le mie Mani Sapevano di Mandarino

Risultati immagini per In Inverno le mie Mani Sapevano di MandarinoLa nuova puntata della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti“è dedicata a In Inverno le mie Mani Sapevano di Mandarino di Sergio Gerasi (BAO Publishing, 2014)

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Stralunarsi a Milano. Di mandarini, cerniere in testa e dolori quotidiani.

Recensione a Sergio GERASI, “In Inverno le mie Mani Sapevano di Mandarino”

di Furio Detti

Il fumetto di Gerasi è poetico e singolare, purtroppo non convince e non è per lo stralunato, la cifra più forte e di merito di questo fumetto che aspira a farsi graphic novel. È una sensazione fortissima di “deja vu” quella che ci coglie mentre fra pagina 66 e 79, sarà per la ripetizione – che non sembra aggiungere nulla alla storia – dell’attracco all’ennesima isola i cui abitanti mimano vizi e pochissime virtù umane; sarà per il ricorso a caricature rubate sin troppo all’immaginario pop (Berlusconi e il personaggio di Cetto LaQualunque a pag. 66 o l’Hitler dai baffetti poco più lunghi). Ripeto, solo impressioni, ma la storia concepita per intero da Gerasi si impantana di colpo, si arena, per restare in metafora, a metà libro, in un troppo compiaciuto affresco/grottesco che, appunto, non convince. C’è un inceppo narrativo e visuale forse dovuto all’impostazione ripetuta dell’opera, la critica al grottesco della normalità.
Ci si blocca e finisce il rapimento iniziato invece molto bene come una microepica di quotidiana alienzazione, quella del protagonista, Nani, alle prese con una cerniera sulla testa, un trattamento farmacologico per le allucinazioni e le …allucinazioni. (continua…)

Pubblicato in GRAPHIC NOVEL E FUMETTI   Commenti disabilitati

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