venerdì, 1 novembre 2019
LUCCA COMICS 2019: incontro con Hirohiko Araki
Hirohiko Araki, acclamatissimo celebre papà di JoJo, e star del fumetto internazionale al Press Café di LUCCA COMICS AND GAMES 2019. Il servizio del nostro inviato a Lucca, Furio Detti. In coda al post, alcune immagini delle opere di Araki.
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Supereroi? Si piangono addosso…
Hiroiko Araki, acclamatissimo celebre papà di JoJo, e star del fumetto internazionale dice la sua non solo su JoJo ma anche su altri eroi delle nuvolette, al Press Café del primo giorno di Comics.
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Furio DETTI per Letteratitudine
(Lucca 30 ottobre 2019)
Araki ha bisogno di pochissime presentazioni. È fra i mangaka più venduti al mondo con la serie pluriennale “Le Bizzarre Avventure di JoJo”; è uno degli artisti nipponici più influenti all’estero in termini di cultura visiva, tanto da essere scelto dal Louvre nel 2009 per rappresentare la varietà artistica nell’ambito del fumetto. Ha una base di fan attiva e fedele che lo sostiene riproponendo per le strade della Città dei Comics i suoi personaggi smaccatamente edonisti e flamboyant. In questi giorni è ospite d’onore di LCG2019 e ha affrontato le domande dei giornalisti al Press Café. Ha esordito, vestito con stile dal suo completo firmato, nel più puro stile nipponico, inchinandosi al pubblico: “Grazie a tutti, mi chiamo Araki Hiroiko, grazie a tutti per avermi invitato a Lucca”. Poi è partita la salva di domande, rigorosamente moderate dal personale di StarComics, data l’ipersensibilità dell’artista a certi temi.
**L’inconfondibile Araki-look: personaggi dall’aspetto unico**
Principalmente la creazione dei miei personaggi, a livello di look, si basa su qualsiasi persona io incontri ogni giorno: dalle persone che si vestono in modo strano, ma anche elegante, coraggioso e colorato. Faccio spesso foto a queste persone, ruotando l’obiettivo cerco la posa migliore per trovare l’aspetto ideale. Il *character design* è anche però basato sulle statue classiche dell’Italia romana.
**Estetica europea in salsa nipponica**
La caratteristica saliente di Araki è aver introdotto nel patrimonio visivo dei fruitori di manga la “classicità” europea, e italiana in particolare. Lui da giovane è stato più volte in Italia e nei nostri magnifici musei, tanto che ha acquiisito uno stile naturale nel rispecchiarlo; questa naturalezza acquisita gli ha permesso di essere ‘naturale’ agli occhi dei suoi concittadini. “Questo perché sono un mangaka, se fossi stato uno scrittore giapponese, sarebbe stato assai più difficoltoso far accettare questa estetica rispetto a come lavoro attualmente”.
**Manifesto dei 17 artisti delle Paraolimpiadi del 2020**
Alla domanda relativa a informazioni sull’essere stato scelto con altri 17 artisti dal Comitato Olimpico per realizzare i manifesti delle Paraolimpiadi del 2020 risponde: “Sì, sto lavorando al progetto e sto disegnando i manifesti. Sono molto grato per essere stato scelto ma non so perché mi abbiano selezionato, forse a causa delle mie mostre all’estero…”
**Come è nato, quale è stata l’ispirazione per creare Jonathan Joestar?**
“Domanda faclissima. In Giappone c’è una catena di ristoranti per famiglie aperti 24/24 chiamata ‘Jonathan Family Restaurant’; per il look del personaggio pensavo a un tipico maschio mediterraneo, per esempio un italiano. Ah, Jonathan restaurant, non fa cucina italiana, per lo più americana. [Risate]
**Quale è il futuro della saga di JoJo finita la parte ottava?**
“Ci penserò poi. Adesso non ho idea di cosa accadrà”
**Ispirazione dal fumetto supereroistico USA**
“Io non sono mai stato un lettore di fumetti né americani né supereroistici. Solo qualche fumetto francese. Dei supereroi mi piace Spiderman, ma in genere trovo i personaggi di queste serie troppo lamentosi, preferisco personaggi coi piedi per terra, dall’attitudine più realistica, che si piangano meno addosso e che guardino più avanti, senza starci troppo a pensare”.
**La sorte di Fugo Pannacotta**
Cosa è successo al personaggio di Fugo Pannacotta, che ha abbandonato il gruppo di Giovanna Giorno e Bucciarati prima dello scontro con il nemico finale, al termine del manga ambientato in Italia e recentemente concluso? “Bella domanda. In realtà è una motivazione molto elevata. La serie di *Vento Aureo* era pubblicata su *Shonen Jump* che è una rivista destinata ai ragazzi. Per me la cosa più brutta, per un bambino, è il tradimento. In quella scena i personaggi tradivano il proprio boss. Se avessi fatto rimanere un “traditore” in giro avrei reso la storia troppo cupa per dei bambini, quindi ho preferito concentrarmi sul gruppo che andava per la sua strada…”
**Stone Ocean conclusa così, uccidendo i personaggi: perché?**
“Sì è stata dura lasciare quei personaggi. Ma la storia doveva concludersi. Era necessario ripartire, recuperando qualcosa ma senza un abbandono totale, poiché i personaggi rinascono leggermente diversi”.
**Jojo nel corso degli anni**
“Non vedo grandi cambiamenti: cambia il contesto, la storia, i singoli attori, ma il cuore e lo spirito dei personaggi rimane, la spiritualità dei protagonisti. Esso è il vero motore della saga. Quando ho inziato *Phantom Blood*, il primo ‘capitolo’ della saga di JoJo, era per me e per tutti particolare veder morire il protagonista, ma Jonathan ha trasmesso quello spirito ai nuovi eroi della storia. All’inizio i personaggi erano fisicamente forti, muscolosi, sfruttavano il potere delle onde concentriche. Poi però il loro spirito ha preso il sopravvento, manifestandosi nella presenza degli *stand*, spiriti guardiani dai grandi poteri. La vera anima del personaggio, trasmessa alle generazioni successive.”
**Come nasce uno stand? Perché gli stand più potenti e micidiali manipolano il tempo?**
“Tutto parte da personaggi dall’anima forte e immortale. Hanno un ‘cuore’ che si riflette nello stand, un modo per mettere su carta dei superpoteri che non possono vedersi a occhio nudo. Per me manipolare il tempo è il potere più grande quindi era naturale che per me i nemici più terribili lo possedessero; per me poter influenzare il futuro e il passato è qualcosa di straordinario.”
**Il cattivo DOC: Yoshikage Kira**
“Kira è nato quando ho provato a immaginare come sarebbe stato avere un assassino seriale come vicino di casa. Che cosa distingue un assassino da un vicino innocuo? Ho scoperto che niente può rivelarlo, anzi spesso l’assassino è una persona che non desidera farsi notare, e quindi si comporta in modo molto discreto. L’assassino della porta accanto non è vistoso:è tranquillo, sta in casa, ha degli hobbies e una vita per nulla differente dal resto. La cosa che lo rende forte e affascinante è che Kira si conosce molto bene, e si accetta pienamente per quello che è. Non è combattuto: guarda oltre, sa come è fatto, affronta la vita di conseguenza. In realtà vorrei parlarne più a lungo, sono un appassionato del genere e leggo molti libri sull’argomento.”
**Araki e la moda Italiana, da Gucci in poi…**
Collaborerà con degli stilisti dopo la collaborazione con Gucci? Che stiisti Le piacciono? “Ringrazio naturalmente Gucci per la collaborazione. Non ho in programma altre collaborazioni riguardo la moda al momento.”
**Personaggio preferito tra quelli creati? [è una bambina a domandare a sorpresa!]**
“Il mio personaggio preferito è morto nel quarto ‘capitolo’ della saga, è ucciso da Kira: si chiama Shigekiyo “Shigechi” Yangu”.
**Il momento preferito della saga di Jojo**
“Il momento che mi piace di più è la quarta serie, quella ambientata a Morio-cho, una città modellata su quella in cui sono nato”.
**Ci sono parallelismi tra la sua opera e quella di Haruki Murakami, magari partendo dalla musica?**
“Non lo conosco. Comunque per me la musica è questione quotidiana. Però mi sono recato già a Lucca per assistere a un’opera di Puccini”.
**Dio Brando e The World**
Alla domanda perché egli sia rimasto legato come autore alla figura di Dio Brando tanto da farlo letteralmente resuscitare nella settima stagione dell’anime con lo stand “The World”, Araki risponde: “Ho pensato molto riguardo a Dio che è un personaggio così forte, che fa così paura, che non ha alcun senso di responsabilità, che è la nemesi dei Joestar… Certamente è stato per me affascinante pensare alla sua capacità di trasmettersi anche perché la sua forza eccezionale meritava una rinascita. In Giappone il passaggio dall’antenato al discendente è un tema popolare e inquietante”.
**LA DOMANDA DI LETTERATITUDINE**
Se dovesse collaborare alla realizzazione di un film italiano o europeo, o al limite occidentale,per scene o character design, a quale genere di film o regista Le piacerebbe lavorare?
“Preferisco i film horror, ma realistici. Penso a una cosa come la serie di *The Walking Dead*“
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Tags: Furio Detti, Hirohiko Araki, Lucca Comics and Games 2019
Scritto venerdì, 1 novembre 2019 alle 12:01 nella categoria GRAPHIC NOVEL E FUMETTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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