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mercoledì, 11 ottobre 2006

ROMANZI O RACCONTI?

Cari amici di Letteratitudine,

vi preannuncio che nei prossimi giorni non potrò aggiornare il blog (credo fino a domenica).

Tra le altre cose parteciperò a uno dei convegni organizzati nell’ambito della Mostra Mercato Editori Indipendenti 2006 organizzata a Brescia. Se tra voi dovesse esserci qualcuno di quelle parti e volesse venirmi a trovare può farlo il 13 pomeriggio in Piazzale Arnaldo dove presenterò il mio romanzo “Identità distorte” e parteciperò – di seguito – a un dibattito.

———————————–

Vi propongo, nel frattempo, una nuova occasione di confronto.

Romanzi o racconti?

Alcuni degli addetti ai lavori dicono che in Italia i lettori sono poco avvezzi alle short stories. Voi cosa ne pensate?

Tra romanzi e racconti, cosa preferite leggere? Cosa vi aspettate dagli uni e dagli altri?

Irène Némirovsky

Vi fornisco un piccolo spunto che ho colto da un articolo di Idolina Landolfi pubblicato su Il Giornale del 4 ottobre. Riguarda una dichiarazione di Irène Némirovsky.

«Un romanzo – dichiara Irène Némirovsky in un’intervista del 1930 – ci consente di penetrare in un determinato ambiente: ce ne impregniamo, lo amiamo o lo detestiamo. Ma una novella è una porta che per un istante ci fa intravedere una casa sconosciuta e che subito si richiude».

A voi la parola.


Scritto mercoledì, 11 ottobre 2006 alle 15:44 nella categoria SONDAGGI, GIOCHI E SVAGHI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

17 commenti a “ROMANZI O RACCONTI?”

Non conosco la scrittrice che citi, ma ti dico la mia sull’argomento.
Preferisco i romanzi ai racconti sebbene mi sia cimentata sui secondi.
Ciao!

Postato giovedì, 12 ottobre 2006 alle 15:48 da Marzia


Romanzi o racconti? A me vanno bene entrambi, purché siano scritti bene. Lancio una provocazione… non è che in Italia i racconti vanno meno bene dei romanzi perché tradizionalmente (a differenza per es. degli Usa) sono stati considerati meno importanti?

Postato giovedì, 12 ottobre 2006 alle 15:58 da Elektra


Non considero il racconto una sorta di “promessa non mantenuta”, come si evince dalle parole della scrittrice, ma, proprio per la sua brevità, un ideale spunto per riflettere su un unico tema che viene focalizzato.Poche parole, ma giuste, e poi il silenzio gravido di echi tutt’intorno…
Inoltre, secondo me, nel racconto si apprezza di più anche il lavoro di cesello (il “limae labor” di oraziana memoria!) che, a mio avviso, è indispensabile anche nella prosa affinchè possa degnamente sollevarsi dal piano denotativo a quello connotativo-il che è come dire dalla non-poesia alla poesia(nel senso esteso e polivalente, ovviamente, legato alle origini greche del termine che la designa).

Postato sabato, 14 ottobre 2006 alle 13:05 da Elio


La lezione è finita, andate in pace.

Postato sabato, 14 ottobre 2006 alle 17:42 da Giancarlo Cobino


Ringrazio molto Elektra, Marzia ed Elio per i loro interventi costruttivi.
Elio (sei sempre eccezionale nelle tue disamine) non credo che la Némirovsky quando ha scritto “una novella è una porta che per un istante ci fa intravedere una casa sconosciuta e che subito si richiude” avesse propositi riduttivi riguardo i racconti. Mi pare, invece, di scorgere le motivazioni di un maggior fascino attribuito ai racconti.

Postato domenica, 15 ottobre 2006 alle 13:22 da Massimo Maugeri


Il romanzo ci porta per mano in un mondo e ci mostra tutto, ci spiega tutto.
Un racconto ci guida alle porte di un mondo, poi ci permette di esporarlo utilizzando i nostri pensieri.

Credo che il migliore, sia quello che ci regala l’emozione più grande. Non importa quante righe siano.

Postato lunedì, 16 ottobre 2006 alle 08:55 da Marco Sicheri


A volte leggo le istantanee dei racconti, a volte ho voglia di immergermi nei tempi lunghi di un romanzo. Quali preferisco? Tra Carver Pirandello Cechov Maupassant Cortazar Means Borges da una parte e Proust D’Arrigo Vargas Llosa Simenon Roth Chandra dall’altra, quale categoria prediligo? In realtà non esiste una risposta, direi che dipende.
Ancora due parole sul modesto successo, in Italia, dei racconti: in gran parte è dovuto ai pregiudizi degli editori. Eppure Carver (giusto per fare un nome) ha un discreto giro di vendite.
Ma alla fin fine credo (lo vedo su mia moglie) che il maggior richiamo dei romanzi sia dovuto al fatto che un racconto ha una durata ovviamente breve, inferiore a quella di un romanzo, e dunque è più difficile “vivere” assieme ai suoi personaggi, partecipare davvero alle loro vite.
Un racconto è come un incontro in treno, magari intenso e sconvolgente ma fuggevolissimo. Un romanzo può essere come una notte d’amore.

Postato giovedì, 19 ottobre 2006 alle 13:23 da luciano / il ringhio di Idefix


Mi chiedo se davvero la domanda abbia un significato. Voglio dire, sono due generi complementari, contrapposti o semplicemente due modi diversi di intendere la lettura?
Mi è molto piaciuto leggere le risposte ed in fondo posso dire che mi trovo d’accordo – stranamente, conoscendomi – con quasi tutte. Sono due amori diversi, è evidenti, e nel racconto l’amore dura giusto lo spazio di qualche parola, quelle che fanno da vero perno della storia, del pensiero, o più banalmente dell’incosistenza che le compone. Ed ora basta che sto scadendo nel falso pedagogico.

Giancarlo

Postato giovedì, 19 ottobre 2006 alle 14:50 da Giancarlo Cobino


Riprendo questa battuta di Luciano: “Eppure Carver (giusto per fare un nome) ha un discreto giro di vendite.”
Aggiungo – facendo l’avvocato del diavolo – non è che gli americani sanno scrivere le short stories meglio di noi (italiani)?
A Giancarlo dico… hai ragione. La domanda “romanzi o racconti?” è un po’ provocatoria e una possibile, giusta, risposta potrebbe essere: romanzi E racconti.

Postato giovedì, 19 ottobre 2006 alle 22:29 da Massimo Maugeri


Io di solito preferisco leggere i romanzi. Pero’ quando ho letto racconti scritti dai miei autori preferiti, li ho apprezzati :-)
Ciao

Postato lunedì, 23 ottobre 2006 alle 22:20 da Alessandro Maiucchi


Ciao Alessandro. Grazie per aver comunicato la tua opinione. E’ un piacere avere di nuovo tue notizie.

Postato lunedì, 23 ottobre 2006 alle 23:22 da Massimo Maugeri


Il racconto non mi dà il tempo di affezionarmi alla storia narrata, come invece accade con il romanzo.

Postato venerdì, 27 ottobre 2006 alle 09:00 da elena molina


Elena dice esattamente quello che pensa anche mia moglie.
Io invece credo che un piacere (quello breve del racconto, quello lungo del romanzo, quello lunghissimo di un ciclo) non escluda affatto l’altro o gli altri.

Postato venerdì, 27 ottobre 2006 alle 11:47 da luciano / il ringhio di Idefix


Caro Maugeri sono sempre io,quello dei libri da riscoprire e ripubblicare…Rimanendo sulla linea del post della letteratura,ritengo molto più complesso avere a che fare con la forma del racconto sia per il lettore sia (e ancor più) per lo scrittore.La prolissità di tanti romanzi aiuta spesso ad esprimere concetti che sarebbe pressochè impossibile condensare in poche righe se non si dispone del genio di un Cortazar, di un Paul Bowles o di Nerval per citarne solo alcuni.Vi propongo uno dei miei esperimenti in proposito pubblicato sul Caffè letterario dello Speaker’s Corner
http://rcslibri.corriere.it/speakerscorner/raccontigiugno2005.spm
Il titolo è “Cronache dall’alfabeto”
Grazie per l’attenzione
Giuseppe

Postato venerdì, 3 novembre 2006 alle 11:27 da Giuseppe


Caro Giuseppe,
la sua annotazione mi pare più che sensata. Per quanto riguarda il suo racconto sperimentale, se vuole può “copincollarlo” all’interno della rubrica “Iperspazio creativo”. Potrebbe essere oggetto di discussione.

Postato venerdì, 3 novembre 2006 alle 15:39 da Massimo Maugeri


Caro Maugeri, questo è il mio strano racconto “CRONACHE DALL’ALFABETO”, influenzato un po’dalle letture di quel periodo (Queneau, Perec…). Spero vi piaccia!

Si svegliò nel mar cartico,splendida,a contenere con le sue curve alternativamente concave,due porzioni di informe bianco.Lui la guardava estasiato senza scomporsi, nell’adipe molle a gonfiare le curve,al limite della rottura,talvolta incrinate per i segni del tempo o dell’inchiostro sbadato. T l’Altera,cupo lo sguardo,non potè negare il fascino curvo di S la Splendida e la stizza e la solita smorfia schifata verso O l’adiposo.I l’Imponente si spinse ben oltre le sue possibilità altitudinali,affiancando r il Represso,a far da maiuscola per un poetico “andar”…A la Concreta rideva di quella coppia improbabile e scrutava il gruppo in cerca di una valida alternativa all’occasione sprecata, eh sì…il gemello di O l’Adiposo,incontrato il gruppo “RELT”,non si fece pregare due volte per capeggiare la realizzazione di “OLTRE” sulle istruzioni di un televisore…”Lascia L la Sciocca con noi che “OTRE” meglio si confà col tuo modo d’essere…” Ma il gemello Adiposo non vi badò e l’ipotesi “ARIOSTO” sulla copertina di un libro di scuola svanì,come le porzioni dell’informe bianco che talvolta sfuggono dalle curve di S la Splendida.”Non ti molla il pensiero di “ARIOSTO”? chiese T l’Altera ricordandogli la sua ipotesi “SARTI” e mandar via O l’Adiposo col gemello e il gruppo “RELT” e fatti loro se non fosse servito! …”SARTI”…mica male!,su un’elegante rivista di moda,è arte anche quella,ma tu così realista,tu,con l’arte e la moda,lo stile,tu cosa c’entri? Salutando il tepore morente del sonno, S la Splendida alzò lo sguardo e vide in successione l’Altera,l’Adiposo che la guardava estasiato,il Represso minuscolo all’inverosimile nei confronti dell’Imponente che gli ronzava attorno. E per ultimo vide,pensosa,la Concreta che la fissava. “STORIA”!!!!! urlò A la Concreta…STORIA ripetè S la Splendida senza nulla capire… “ROSITA” ripeteva sottovoce il Represso,col suo desiderio struggente di diventare grande ma col timore dei piccoli a proferir parola…

Ciao a tutti
Giuseppe

Postato sabato, 4 novembre 2006 alle 12:26 da Giuseppe


Caro Giuseppe,
grazie mille! Il suo microracconto mi pare davvero particolare e interessante. Invito Giancarlo Cobino (animatore della rubrica “Iperspazio creativo”) – naturalmente se è d’accordo – a copincollarlo e riportarlo nell’apposita rubrica.

Postato sabato, 4 novembre 2006 alle 13:09 da Massimo Maugeri



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