martedì, 6 febbraio 2007
CHI HA PAURA DI GIORDANO BRUNO (di Maurizio Di Bona)
Maurizio Di Bona mi invia questo contributo sulla figura di Giordano Bruno. Ve lo propongo anche in occasione dell’anniversario che si celebrerà nei prossimi giorni. (Massimo Maugeri)
Fra poco meno di due settimane ricorre, ancora una volta, l’anniversario della morte di Giordano Bruno, filosofo conosciuto nell’Europa del 500 semplicemente come il “Nolano”, (perché nato a Nola, vicino Napoli) arso vivo per mano cattolica il 17 febbraio del 1600.
Ogni anno se ne parla sempre meno ed i media, timorosi forse di irritare qualcosa o qualcuno (mah!), ritengono inopportuno, o tutto sommato inutile, dedicare spazio al ricordo di chi ancor prima di Galileo, intuiva e rivoluzionava visione e posizione di uomo e Terra, non più al centro di alcunché, in un universo infinito, in cui tutto è relativo ed in cui il nostro è solo uno dei mondi possibili.
Non abbiamo ritratti certi di Bruno e non abbiamo tutte le sue opere; chi ha tentato di cancellarlo dalla storia, dopo avergli chiuso la bocca, alla lettera, perché con una mordacchia, ne ha disperso le ceneri ai quattro venti ed ha poi fatto in modo che di lui non ci fosse traccia o segno che ne riportasse alla luce la memoria nei secoli a venire.
Dobbiamo essere grati all’irlandese John Toland che nel ‘700 ne riscoprì la grandezza e il genio, aprendo la via a tutti gli studi successivi. I francesi gli tributano i giusti onori, i tedeschi ce lo invidiano, addirittura attribuendosene una parte del dna, ma in Italia Bruno deve restare nell’ombra.
In esilio totale e perenne, oggi come quattro secoli fa. Chissà perché…
Un frate domenicano dall’ingegno fuori dal comune, che a lume di ragione, scardina dogma per dogma il sistema ecclesiale dell’epoca, corrotto e intriso di superstizione e miracolistica, indica ai regnanti una pace religiosa per porre fine alle guerre che insanguinano l’Europa, che fa da ponte tra saggezza orientale e pensiero filosofico occidentale e che chiede al Papa di riportare la Chiesa sui soli binari apostolici dell’amore, non capisco a chi possa far paura!?
E’ per questo che ho intitolato il mio libro proprio così: Chi ha paura di Giordano Bruno, ma mai avrei immaginato che poi quell’interrogativo privo di punto di domanda si rivelasse così “dannatamente” profetico!
Nella prefazione all’opera, l’illuminato Giuliano Montaldo, regista dell’unico Giordano Bruno cinematografico che abbiamo, ricorda i suoi inimmaginabili tre anni di pene prima della lavorazione di quel film. A me ce ne sono voluti cinque per accantonare l’ambizioso progetto iniziale, un vero e proprio romanzo grafico sul Nolano (the Nolan is back), non realizzato per sfiancamento, raccogliere tutto il materiale prodotto fino ad allora e “costruire” un secondo libro, che raccontasse
“in presa diretta” come fosse difficile concretizzare quell’intenzione.
Il libro, una volta completato, non ha risparmiato ulteriori “incidenti di percorso”. Dalle risposte criptiche di certi editori mugugnanti sui ceci, al dietrofront di chi fino al giorno prima si dichiarava entusiasta del progetto, fino ai ripensamenti di molte librerie, che vuoi per una politica assurda e vile che taglia fuori i piccoli editori, vuoi per chissà quali immotivate ragioni, hanno poi preferito non avere il libro sui loro scaffali. Sarà forse perché è scritto male e disegnato peggio… e che di Giordano Bruno proprio non se ne può di ritrovarselo davanti tutti i “santi e benedetti” giorni?!
Sarà certamente così. Ecco perché anche nell’Enciclopedia della filosofia a fumetti di Osborne, pubblicata due anni fa, il Nolano sembra essere l’unico escluso!
Maurizio Di Bona.
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